Come anticipare la salita al mielario e disincentivare sciamature


Consigli

1) per come ridurre al minimo le sempre indesiderate sciamature

2) Modalità per anticipare la salita delle api a mielario

Qualche anticipo di flash: uno specchio per fermare le api; trentasei milligrammi di miele o solo dieci; quando parte lo sciame?; tiro al martello e salto con l'asta per recuperare uno sciame; venticinque giorni senza uovini larve ( regina pur presente o morta?); solo sette favi da presidiare; mini sala parto e grande mansarda-mielario a disposizione...

Principi generali.

Le api non sciamano quando piace a loro se c'è qualcuno che le obbliga a farlo prima....

In Piemonte (di solito) solo i primi dieci giorni di aprile sono utili per fare questo.

( Anticipo risultati possibili. L'anno scorso su quaranta arnie ho avuto tre sciami ma al massimo di umiliazione apistica questi sono stati accompagnati da regine vergini. Precisamente due regine con pancino ancora a triangolo prematrimoniale uscite dalla stessa casetta.. Vatti a fidare delle stesse vergini!)...

Pur sapendo che si tratta di un modo sbruffone di spiegarsi riassumo terra terra il concetto che voglio presentare sulla sciamatura dicendo che "le mie api non sciamano (mai?!) perché sono già io stesso che le faccio uscire forzatamente di casa, salassandole, dividendole, in tempo debito, prima che si decidano a costruire celle reali, la loro datata prenotazione dell' imminente "viaggio verso il sole."

Uno specchio per " le nostre allodole"?

-Chi fosse fortunato da essere presente ad una sciamatura, se vuole, potrebbe ricorrere come faccio già io ad uno specchio maneggevole da bagno. Lo si indirizza verso il sole ottenendone sciabolate di luce a specchietti sulle stesse api in volo.. E' un surrogato solare che fa sì che le api si fermino nella direzione da cui partono i riflessi dello specchio e non sul melograno del vicino. Provare per credere.

Il grande "poeta" delle api, lo scomparso Filippo Baldoni aveva abitualmente issate davanti alle sue arnie delle pertiche con banderuole garrenti di carta stagnola aventi la funzione del mio specchio.

- Salvo numerosissime eccezioni, dopo che le api hanno sigillato la prima cella reale, nello stesso giorno o il seguente, normalmente scelgono di partire foneticamente gioiose" verso il sole"...- Se in qualche ispezione si riscontrasse anche una sola cella reale già chiusa o meno, a quel punto, anche facendo tre suddivisioni della stessa famiglia, le api affette già da similare umana euforia da trespolo, partiranno, addirittura tutte assieme anche da postazioni diverse...

- Se un apicoltore fosse soggetto a crisi ponderali ( lat.: pondus= peso) nel controllare sovente il proprio volume e dotato di bilancino anche da farmacista volesse pesare perfino le api constaterebbe che quelle di loro che hanno preferito partire, nei dieci giorni di preparazione hanno ammassato nella borsa mielaria circa 36 milligrammi di miele mentre altre della stessa casa che hanno deciso di restare con la nuova regina ne impanciano solo dieci ( (Winston, M.L. The biology of the honey bee. Harvard Un. Press. Cambridge, Mass) - Sono proprio forse questi trentasei milligrammi di miele della borsa mielaria che impediscono già fisiologicamente all'ape di piegare equatorialmente incattivita il suo pungiglione contro di noi quando, arrampicatori arboricoli, ci apprestiamo in precario equilibrio a "catturarle" per motivi non del tutto disinteressati.

Altro vademecum per boy-scout infermiere troppo zelante.

- Se per venticinque giorni circa nell'arnia non si trovano uovini, larve recenti non bisogna incappare in fesserie di supplenza ed andare a cercare un'altra regina nuova da immettere..

Ricordarsi semplicemente che nei dieci giorni, prima della partenza, la regina è stata costantemente disturbata perché non deponesse uova.. Quando la nuova regina nasce saranno passati circa altri nove giorni. Cinque li trascorrerà nell'arnia per rinforzarsi.. Sei-sette per vari voli nuziali...Altri cinque per apprestarsi alle tenere miscelazioni tra i suoi uovini materni e spermatozoi già in fila indiana emozionatissimi dei poveri diciotto mariti periti tragicamente mentre uscivano euforicamente dalla discoteca...

Smettendo di pettegolare boccaccescamente, torniamo a noi. In pratica.

Sapendo che le api abitualmente sciamano verso il quindici ... per me, in Piemonte, significa dover dividere efficacemente una famiglia solo ai primi di aprile.

Il voler fermarle dopo - mi diceva un vecchio apicoltore dalle espressioni sempre icasticamente popolari- "è come voler fare.. i propri bisogni contro corrente" ( Sottovoce. So che al riguardo per il computer olfattivamente non ci sono problemi!)

Ci sono sempre dei conta frottole che dicono di riuscire a fermare tutte le sciamature. Noi sappiamo al contrario che le api sono veramente imprevedibili: possono sciamare anche prima di aver sigillato la prima cella reale; sono capaci di uscire anche quando ci sono soltanto larve nella cella o per eccesso di agorafobia ( gr.: a g o r a , agora= piazza, paura dei luoghi aperti) scappano addirittura solo dopo la disopercolatura andata a buon fine della regina vergine; partono addirittura avendo lasciato solo uova nella cella reale..... (In questo ultimo caso lo sciame andrà dove gli pare ad agglomerarsi ma senza poi restarvi perché la regina non è con loro... Di solito questa resta in panne sotto l'alveare di partenza dove corre di qua e di lì agitata, attorniata per fortuna da api e che così possiamo notare..La regina non riesce a volare perché in realtà non ha usufruito dei dieci giorni che le riconosceva la Mutua per attuare la necessaria fase di cura di dimagrimento e volare dietro od assieme alla figlie alla ricerca di ambiente sanitario nuovo, più spazioso...)

-Come utilità per queste imprevedibili sciamature incontrollabili, regalo qui subito alcune indicazioni operative per raccogliere le api tribolando il meno possibile. Sono modalità nientemeno che per atleti olimpionici.

Una riguarda il lancio del martello e l'altra il ricorso all'asta del salto in alto... Siate seri, vi prego!

Ad un cordino robusto legate una pietra leggerissima o meglio ancora un martello. Lanciatelo il più vicino possibile al ramo scelto dalle ospiti.. Raggiuntolo far scarrucolare il martello al suolo ed attaccate al suo posto un favo senza miele. Fatelo lentamente ritornare su ed aspettate che le api vi salgano sopra.. Farlo calare verso il basso sull'arnia prescelta ma solo di mezzo metro in mezzo metro Non bisogna avere fretta....

-Oppure. Cercate una pertica, un pollone di nocciolo ( supponiamo) molto elastico e robusto nello stesso tempo.. Appendete come albero della cuccagna un favo senza miele e issate la pertica; andare il più vicino possibile con grande discrezione ai glutei delle api . Attendere come nell'altro sistema che le api vi si abbarbichino. Fatele "atterrare" nella casetta preparata sotto alla pianta




La divisione delle arnie prescelte consiste nell'asportazione di molti loro favi di covata ( anche quattro) con destinazione per altra nuova casetta. La regina resta dov'era. La nuova arnia dovrà, invece, farsi una propria regina

(Avendo venti casette, con questa voluta programmata divisione, all'improvviso, me ne ritrovo ben quaranta. Questo è sempre per me un felice momento di megalomania. Mi sento un grosso industriale.

Non avendo sempre tutti i "container" per simili nuove dimore ricorro a due mielari che sovrapposti fungeranno da nido a cui aggiungo solo un fondo e coprinido).

Sull'arnia madre andrà sistemato un mielario; qualche volta addirittura subito due.

-La nuova famiglia ottenuta dai favi della casa madre andrà collocata mezzo metro (non di più) davanti all'arnia d'origine ma con traiettoria di volo più bassa (o potendolo anche di fianco) Questa vicinanza permetterà di riunire ad ogni costo le due arnie poco prima della grande importazione dell'acacia ( prescindendo dalla riuscita o meno della nascita della regina nel nuovo "nucleo")

Scegliere subito una sola regina. Storia purtroppo triste questa di dover optare noi una sola regina per evitare che lasciando fare alle stesse alla sera i telegiornali .. debbano raccontare di due decessi per feroce regale rissa femminile in una popolosissima promettente arnia...

2) Come imbrogliare le api, senza traumi; farle salire a mielario anche quindici giorni prima di ciò che farebbero normalmente?

"Se, sotto, nel reparto maternità- parola di api bottinatrici e addette alle neonate.." ci sono pochi favi recettori di nettare e miele...; se non c'è un granché di lettini a castello ( favi) da accudire con neonate conviene salire subito a mielario".

"Siamo costrette a lasciare sotto la regina perché delle barrette diaboliche carcerarie (escludi regina) permettono solo il transito a noi piccolette e non a Lei!"

Invece di lasciarle i soliti 8 o 10 favi da nido che le api vorrebbero senz'altro completare con covata e miele polline, l'arnia madre, una volta divisa, dovrà presidiare soltanto sette favi ( potrà gestirne due soli di covata ma comunque assolutamente di covata ancora aperta . E' proprio anche questa che blocca la sciamatura... ). Verrà inserito un foglio cereo da costruire. Avrà un separé. Telai in legno. Un escludi orizzontale come meglio chiariremo avanti..



Altro concetto fondamentale.

Essendovi nel nido, poche api nasciture da accudire, scarse celle in cui insilare il nettare, le api capiranno a restare lì, perderebbero solo tempo. Saliranno, quindi, spontaneamente nella mansarda-mielario con tutta la immancabile foga all'immagazzinare

-Nella parte lasciata vuota, accanto al nido per covata, al fine di impedire alle api che in un impeto di eroica ludica competizione facciano partire dal coprinido le loro stalattiti (gr.: s t a l a q o , stalazo. = gocciolare) ceree, bisognerà aggiungere ai sette favi un separè ed altri telai, solo il legno,

-Sul nido andrà pure sistemato un escludi regina altrimenti le api constatando -come già detto-poche alcove da adibire alla loro madre, lì sotto, nel nido, proprio come quando la regina non vuole decidersi ad uscire dall'ingresso per la sciamatura, anche con spintoni morsicature mandibolari la sospingerebbero a salire nel mielario dove altre sorelle hanno già preparato e tenuto libere da miele incubatrici- culle perfettamente igienizzate per immediate nobiliari materne ovodeposizioni...

-Una settimana dopo o più, aggiungere sotto nel nido altro foglio cereo o favo pronto per covata .




Buona fortuna ed un caldo glomere invernale ( affettuoso aggomitolamento) con chi vi stima.

Vedi anche Scongiurare alla meno peggio le sciamature
Vedi anche Raccolta sciame

Adolfo Percelsi