"Apiabili": a Bracciano l'apicoltura per i ragazzi disabili


Nella località vicino Roma gestiscono un apiario e ne ricavano il miele con l'aiuto degli operatori del centro diurno: protagonisti ragazzi con varie forme di disabilità. E dalla prossima primavera saranno loro a spiegare il tutto ai bambini delle elementari in visita al centro. Un'iniziativa dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana

ROMA - Imparare a gestire un apiario, ricavarne del miele, e poi spiegare anche ai bambini delle elementari come si realizza tutto ciò. Lo faranno i ragazzi disabili del centro diurno dell'Aais (Associazione per l'assistenza e l'integrazione sociale) di Bracciano, che stanno imparando a lavorare con le api per poi guidare, sotto la supervisione dei loro assistenti, le visite scolastiche al centro. Si chiama "Apiabili" il progetto che unisce le api e le persone con disabilità in uno speciale corso di formazione.

"Per ora - spiega Antonella Comini, dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana, uno degli enti promotori del progetto - sono sei o sette ragazzi con varie forme di disabilità, ma tutti ritenuti idonei a questa attività dalla psicologa e dal personale che se ne occupa. "La sfida è che i ragazzi, oltre a imparare l'apicoltura, facciano anche da guida ai bambini che verranno in visita", spiega Comini, che racconta anche come è nato il progetto. "L'idea iniziale era quella di fare una fattoria didattica sociale in cui i bambini privi di una cultura rurale potessero avvicinarsi a questa realtà". Così sono arrivate le api - scelte anche perché "sono un bell'esempio di socialità, con un'organizzazione all'insegna della cooperazione" - con le loro arnie e tutta l'attrezzatura necessaria per raccogliere il miele. "Da settembre a novembre si è svolto un primo ciclo di lezioni sull'apicoltura: i ragazzi, opportunamente attrezzati e vestiti con le tute apposite, hanno già fatto una prima lezione pratica in apiario. Le lezioni riprenderanno ora a marzo, e a primavera inoltrata dovrebbero cominciare le prime visite delle scuole".

Anche le modalità della didattica sono all'insegna della sperimentazione, infatti i docenti dell'Unità di Apicoltura dell'Istituto zooprofilattico hanno preparato appositi materiali didattici per facilitare l'apprendimento dei concetti più complicati attraverso divertenti dimostrazioni pratiche, le lezioni così strutturate coinvolgono personalmente tutti i ragazzi e sono aperte a qualsiasi forma di contributo apportato dai ragazzi stessi. "L'abbiamo chiamato - dice Comini - insegnamento circolare, per evidenziare il fatto che non si tratta di un'impostazione frontale ma paritaria, con contributi molto liberi e lezioni il più possibile personalizzate, pensate per adattarsi alle esigenze dei ragazzi". Oltre a tutto ciò, il progetto ha anche lo scopo di monitorare il fenomeno della moria delle api da parte dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Nato all'interno del più ampio programma "Curare Educare Relazionarsi con le Api (C.e.r.a.), che coinvolge i ragazzi disabili in attività formative nel settore dell'apicoltura, il progetto "Apiabili" si può guardare anche all'inverso, dal punto di vista dei bimbi delle scuole che lo visiteranno, che così avranno l'occasione per entrare in contatto con una realtà sociale, quella dei disabili, che spesso non conoscono da vicino. "I loro assistenti mi hanno riferito che si tratta di ragazzi molto sensibili verso i bambini", racconta Comini, specificando che tutte le attrezzature sono già al loro posto, e la prossima estate dovrebbe anche cominciare la prima smielatura.

Sede del progetto è la fattoria sociale polifunzionale dell'Aais, che si trova su un appezzamento di circa quattro ettari di terreno di proprietà del comune di Bracciano, in cui è stato predisposto l'apiario didattico e il laboratorio per la smielatura. L'Unità di apicoltura dell'Istituto zooprofilattico si occuperà anche dell'aspetto igienico-sanitario nella gestione delle arnie dell'apiario. "Apiabili" è nato da una collaborazione tra l'Aais, l'Ispra, l'Izslt e l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio (Arsial). (Gina Pavone)

(14 gennaio 2011)
da----> http://www.superabile.it/web/it/REGIONI/Lazio/Zoom/info2048423674.html