Dopo la strage degli alveari a rischio il re dei formaggi
La strage di api mette a rischio anche il Parmigiano Reggiano. L’allarme è stato lanciato nel corso della giornata di studio intitolata «Alla ricerca dell’arnia perduta» che ha chiamato a raccolta, sabato all’hotel Posta, i maggiori esperti di apicoltura. Numerosi studiosi, tecnici e professionisti hanno dibattuto sulle questioni che ruotano attorno al complesso universo delle api. Partendo da differenti punti di vista, i relatori hanno fornito analisi e riflessioni sulle prospettive future del settore a Reggio, indagando lo stato di salute di questi impollinatori e rintracciando possibili interventi da attuare. I lavori sono stati aperti da Roberta Rivi, assessore provinciale all’Agricoltura, che ha spiegato come «l’obiettivo della Provincia di Reggio, con l’organizzazione di questa giornata a tema, sia quello di dare un contributo per fare chiarezza ed aumentare le conoscenze degli operatori del settore apistico e più in generale dell’opinione pubblica».

I dati del 2007 relativi alla moria delle api in Emilia Romagna sono preoccupanti e la situazione si è aggravata nel 2008, con una perdita per il territorio di Reggio di oltre il 50% di miele e del 40% di alveari, a causa probabilmente della virulenza della varroa. «Una situazione - ha precisato l’assessore Rivi - che rischia di compromettere la conservazione dell’habitat naturale e l’economia del territorio vista l’importanza di questi insetti, che assicurano l’85% dell’impollinazione delle piante ortofrutticole e foraggere garantendo la produzione del Parmigiano Reggiano». «Credo che anche di fronte a fenomeni planetari le istituzioni debbano fare la loro parte e intervenire prontamente - ha concluso Roberta Rivi - a tal fine questo convegno si inserisce in un’azione di valorizzazione dell’apicoltura che vede la Provincia impegnata nel recente Tavolo provinciale di coordinamento del settore apistico».

PROSPETTIVE. Roberto Reggiani, presidente dell’Associazione apicoltori di Reggio Emilia e Parma, ha quindi svolto un’analisi dello stato dell’apicoltura reggiana, evidenziando la crisi di sopravvivenza del settore. Ha citato anche un possibile rimedio dalle origini antiche per le virosi, segnalato su Internet. Pare che la cura delle malattie delle api venga dalla natura: l’urina delle vacche sembra infatti la cura più efficace per rendere sani gli alveari.

L’ETOLOGO. Giorgio Celli, etologo e docente all’Istituto di Entomologia «G.Grandi» dell’ateneo di Bologna, ha compiuto un percorso di analisi su «La mente dell’ape. Considerazioni tra etologia e filosofia», titolo del suo ultimo libro. Attraverso il contributo di ricerche storiche e illustrando sperimenti scientifici da lui stesso realizzati, Celli ha sostenuto la tesi secondo la quale anche la mente di un insetto di minuscole dimensioni, come l’ape, sarebbe in grado di compiere quelli che definiamo ragionamenti. L’etologo ha poi sottolineato l’importanza delle api per l’equilibrio ambientale e la produzione agricola sottolineando il ruolo fondamentale della loro azione impollinatrice sia dal punto di vista della quantità sia della qualità della produzione. Celli si è poi espresso riguardo alla moria delle api riconoscendo nell’utilizzo dei neonicotinoidi la principale causa del fenomeno e ricordando come il ruolo dannoso di queste sostanze sia stato accertato scientificamente. Basti ricordare che nei mesi scorsi il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso delle tre holding leader della produzione di queste sostanze a sostegno del decreto precedentemente emesso dal Ministero della Salute che sospende l’uso dei concianti neurotossici. La responsabilità del fenomeno va quindi, a suo avviso, attribuita alle multinazionali che producono questi pesticidi industriali a discapito della salute dell’intero ecosistema. Antonio Lavazza, dirigente dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia ha presentato uno studio su «Le virosi in apicoltura» con particolare riguardo per la Varroa destructor che da quando ha fatto la sua comparsa negli alveari italiani ha determinato un incremento delle patologie tradizionali.

(30 marzo 2009)
da----> http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/dopo-la-strage-degli-alveari-a-rischio-il-re-dei-formaggi/2076436