Aprile.Di questo mese si va a caccia dell'api in luoghi acconci.
Di questo mese si va a caccia dell'api in luoghi acconci.
Se si riuniscono in quantità a pascolare intorno a' fonti, vuol dire che il luogo è mellifico: se vi se ne veggono poche, non si può in quel luogo mellificare con frutto.

Qualora vengano ad abbeverarsi in gran quantità, ecco il modo di rintracciare dove abbiano gli sciami. E' anzitutto da accertarsi se siano lontano o vicine. Si porti un barattolo di terra rossa stemperata nell'acqua; e, visitando i fonti e le acque di quelle vicinanze, si faccia tanto di toccare con un fuscellino intriso di quel licore i dorsi dell'api che vengano a bere; e trattenghiamoci un poco.

Se quelle segnate tornano presto, vuol dire che hanno la casa vicina: se tardi, ne inferiremo che son lontane, e giudicheremo della distanza dal tempo che ci mettono a tornare.

Andare a trovare quelle vicine, ti sarà facil cosa: alle lontane, ti ci farai condurre a questo modo. Togli un bocciuol di canna coi suoi nodi, e aprilo di fianco; mettici un po' di mèle o di sapa, e posalo in vicinanza del fonte. Quando l'api hanno fatto branco e attratte dall'odore vi son entrate dentro, tappa col dito grosso il buco, e da' la vita a una osservando la direzione che piglia.

Essa ti mostrerà in qual punto è lo sciame. Quando cominci a non la vedere più, da' subito la via a un'altra e seguitela: così lasciate andare successivamente a una per volta, ti guideranno fino al luogo dello sciame. Altri mettono intorno all'acqua un vasettino di miele : quando l'ape che viene a bere l'ha assaggiato, anderà a chiamare le altre per menarle al pascolo comune: quando se ne son riunite di molte, nota la direzione in cui rivolano, e sarai condotto agli sciami.

Se lo sciame è riposto in una macia, si caccia fuori col fumo: appena uscito, spaventato dal rumor dei metalli, s'attaccherà a qualche arboscello o in parte del bosco, dove presentando l'arnia vuota, tu lo potrai ripigliare.

Se poi è in un ramo di qualche albero bucato, taglia quel ramo con acutissima sega doi sopra e di sotto, coprilo di un panno pulito, e portalo nell'alveare collocandolo tra le altre arnie.

Questa caccia si fa di mattina, perché resti tutto il giorno da poterle inseguire; ché la sera terminati i lavori, d'ordinario non tornan più all'acque. I vasi, dove si voglion introdurre, si devon fregare con della cedronella e con altre erbe ghiotte, spruzzandoli con qualche gocciola di miele. Se è di primavera, ponendo dell'arnie così accomodate intorno ai fonti ne' luoghi ov'è abbondanza d'api , ne richiameranno un'infinità. Il forte sta nel salvarle dai ladri. Anche in questo mese, si devon pulire gli alveari dalle immondezze e ammazzar le farfalle, che ora abbondano pei fiori delle malve.

Dal libro quinto del De agricultura di Palladio Rutilio Tauro Emiliano -traduzione di Lorenzo Ciulli -Le api dai georgici latini-Prato 1903 TIP. Successori Vestri