Le api nell’araldica civica italiana 3/6
di Renzo Barbattini* *Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante – Università di Udine

Lombardia

Comune di Mezzoldo (BG)
Fino al 1960 il Comune non aveva né uno stemma né un gonfalone. L’Amministrazione comunale, con deliberazione del 21/7/1961, ha adottato lo stemma attuale. Esso (MAIDA, 2006) è diviso in due campi; quello superiore è rosso e reca impresse tre stelle d’oro che rappresentano i tre nuclei che costituiscono il Comune: il centro (Cà Bereri, Cà Maisetti), le frazioni a sud (Cà Vassalli, Cà Bonetti, Sparavera e Soliva) e la frazione a nord (Scaluggio). Le stelle hanno sei punte per indicare il centro e le cinque frazioni. La parte inferiore è azzurra con tre api d’oro che simboleggiano la laboriosità delle tre “stelle”.


Comune di Mozzate (CO)
Nello stemma (D.P.R. 14 febbraio 1963) sono rappresentati l’antico castello del Seprio che rese noto questo comune, una fascia ondata (striscia orizzontale al centro dello scudo) che ricorda il corso del torrente Bozzente, sulla cui riva destra sorge Mozzate e le tre api che simboleggiano la laboriosità degi abitanti (GENOVESE, 2007).


Comune di Offlaga (BS)
Questo stemma riporta, in campo azzurro, un’ape contornata da tre stelle d’argento a sei punte, poste una in capo e due in punta.
L’ape richiama la laboriosità e la fedeltà, caratteristiche comportamentali di questo imenottero1 . MAGRI (2004), con un’interpretazione piuttosto fantasiosa, aggancia la stella ripetuta uguale tre volte alla SS. Trinità (in altre parole “uguale e distinto in tre Persone”), ma la stessa potrebbe essere simbolo dei tre territori (Cignano, Faverzano e Offlaga) che, con R.D. n. 64 del 16/1/1926, sono stati aggregati a costituire la circoscrizione del Comune di Offlaga.
1. L'ape (Apis mellifera L.) è un insetto appartenente all'ordine sistematico degli Imenotteri (caratterizzati da 4 ali membranose).


Comune di Olgiate Comasco (CO)
In questo stemma (D.P.R. 3/8/1970) sono rappresentate due api operaie: esse stanno a indicare la laboriosità degli Olgiatesi, in relazione alla fiorente industria tessile. La presenza dei tre castelli non vuole richiamare la situazione di Olgiate Comasco – infatti in questo comune non sono mai esistiti tre castelli – ma, con ogni probabilità (come affermano alcuni documenti di archivio), stemmi simili che erano affissi sui portoni di alcune corti (diffuse nella pianura lombarda). La corona è quella prevista per i comuni con più di 3000 abitanti, secondo la legislazione ante 1943.

Comune di Oliveto Lario (LC)
Lo stemma comunale (art. 5 dello Statuto, deliberazione C.C. n. 5 del 31/1/2004) è suddiviso in tre settori in cui sono rappresentati (FOPPOLI e MEZZERA, 2005): in quello superiore tre api d’oro che simboleggiano la laboriosità della popolazione locale; in quello mediano una mitra d’argento (simbolo della dignità abbaziale) che ricorda come l’abate di Sant’Ambrogio di Milano portasse il titolo di conte di Limonta fino al 1797; in quello inferiore una catena montuosa con tre cime, simboleggianti le tre frazioni (Limonta, Onno e Vassena) riunite a formare il Comune.

Comune di Ornica (BG)
Anche questo stemma (art. 2 dello Statuto) è ripartito in tre settori (araldicamente semipartito troncato in quanto lo scudo è diviso orizzontalmente in due, con il campo superiore ulteriormente partito verticalmente). Nei due semicampi superiori sono raffigurati l’iniziale d’oro del Capoluogo (a sinistra) e due api, pure d’oro, ad ali aperte (a destra); in quello orizzontale è rappresentata un’incudine sulla quale il fucinatore appoggiava il pezzo di metallo da forgiare.
Un tempo, infatti, in questa zona era molto diffuso il mestiere di ridurre in chiodi il ferro. A Ornica vi era una grossa fucina che lavorava anche i ferri da taglio; vi erano diverse miniere di ferro, che alimentavano un forno di fusione.
In questo stemma, quindi, la simbologia richiama il lavoro; in particolare quello agricolo (con le api) e industriale (con l’incudine ) che caratterizza da sempre questa zona della Bergamasca (MAIDA, 2006). Il nome, invece, è derivato da quello dell’orno, nome popolare del frassino selvatico, che i latini chiamavano urnus.


Comune di Pedrengo (BG)
Il Comune non aveva uno stemma fino ai primi anni sessanta del XX secolo; il Consiglio comunale ne ha deliberato l’adozione nella seduta del 25 maggio 1961. In questo stemma sono illustrate (MAIDA, 2006): tre api operaie in campo azzurro (esse sono il simbolo della laboriosità dei Pedrenghesi), una striscia ondulata d’argento orizzontale (essa rappresenta il fiume Serio che segna i confini orientali del territorio comunale) e la chiesetta della Madonna del Buon Consiglio (chiamata anche “Chiesetta dei morti” in quanto è stata costruita per ricordare i morti della peste del 1630), uno dei più vecchi edifici del territorio

Comune di Piario (BG)
I locali vogliono derivare il nome del proprio Comune dal latino Apiarium, cioè “alveare”. Origine sulla quale non ci sono certezze, ma che è richiamata nello stemma araldico (concesso con D.P.R. n. 3506 17/5/1986) dalla figura dell’ape d’oro, simbolo di nobile lavoro e di concorso per il benessere della collettività (MAIDA, 2006). Occorre precisare che l’apicoltura fu importata con le invasioni barbariche al tempo della caduta di Roma. Completano la figurazione un pino silvestre sradicato, simbolo dei boschi che costituiscono ancor’oggi buona parte del territorio (una vera ricchezza, in passato, per l’economia locale) e un’alabarda che richiama le industrie di armi che nel XV secolo vennero installate nella zona e che producevano rinomati “ferri” per la Serenissima (la nota Repubblica di Venezia).

Comune di San Paolo d’Argon (BG)
Lo stemma (concesso con D.P.R. Giuseppe Saragat, 19/5/1965; art. 7 dello Statuto, deliberazione C.C. n. 14 del 27/3/2001) riporta richiami storici del Comune, denominato così dal 1887 (prima di allora si chiamava Buzzone S. Paolo) (MAIDA, 2006). Le spade, infatti, poste in croce di S. Andrea, con la fiamma all’incrocio, ricordano il triste evento dell’anno 1398 legato alle lotte tra Guelfi e Ghibellini; in quell’anno il paese, abbandonato dai Guelfi sconfitti, fu saccheggiato e incendiato dalla fazione ghibellina. Nella parte superiore vi è un’ape al volo spiegato; essa simboleggia la laboriosità della popolazione locale che, dopo i tristi fatti citati, seppe ricostruire con straordinaria capacità ciò che venne distrutto e riprendere il lavoro nelle fertili campagne.

Comune di Segrate (MI)
Lo stemma (D.P.R. 11/10/1965; art. 3 dello Statuto, deliberazioni C.C. nn. 97 e 16 dell’11/12/1998 e dell’11/2/1999) presenta, in campo azzurro: nel capo una moneta e un'ape ad ali aperte; nel cuore (punto centrale dello scudo), come sua principale figura, un’ala (d’aquila) spiegata e sulla punta (posizionato in fascia) un corso d'acqua, ondato d’argento.
Il primo elemento (tecnicamente bisante, tondo in metallo che prende nome dalle monete auree coniate a Bisanzio) simboleggia la produttività e, di conseguenza, la prosperità economica; il secondo la laboriosità degli abitanti (al 31 dicembre 2005 a Segrate risultavano residenti 33.531 persone; di questi, circa 15.000 trovano occupazione nelle sue aziende, operanti in vari settori); il terzo (araldicamente detto semivolo) la realtà più caratteristica del territorio, ossia 1’aeroporto “Forlanini” (lo scalo milanese è maggiormente conosciuto con il nome della località vicino a cui sorge, Linate) e il quarto l’Idroscalo (vasto bacino artificiale costruito tra il 1927 e il 1930 per l’ammaraggio degli idrovolanti) (AA. VV., 2003).


Comune di Suello (LC)
Lo stemma (concesso con D.P.C.M. del 4/11/1960) rappresenta tre api d’oro, simbolo dell’operosità, e un bozzolo del baco da seta (FOPPOLI e MEZZERA, 2005), a testimonianza della bachicoltura, remunerativa attività che per decenni (nei secoli XVIII e XIX) caratterizzò l’economia del territorio.

Comune di Veniano (CO)
Lo stemma di Veniano (D.P.R. 14/7/1975) ricorda nel troncato le due frazioni di cui è composto il paese: superiore e inferiore (GENOVESE, 2007). Nella parte alta dello scudo, la corona è il simbolo della concessione di queste terre da parte di Liutprando, re dei longobardi, in dono al monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. Il fiume ondeggiante ricorda il torrente Antiga, che lambisce il territorio; le api sono il simbolo dell’attività industriale, particolarmente fiorente in questa zona.
Nella parte inferiore, l’albero di gelso e la vite, attorcigliata al suo fusto, rappresentano le due principali attività agricole che costituivano, nel passato, la maggiore risorsa economica del paese. La catena di monti vuole rappresentare il profilo delle prealpi comasche, visibili da tutto il territorio adagiato su un altopiano

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da Apitalia numero 3 2008
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