Mistero in USA:in alcune zone è sparito il 90% delle api
Per la sua attività di apicoltore David Bradshaw ha dovuto sopportare innumerevoli punture, ma lo shock provato un mese fa - quando ha aperto i suoi alveari, scoprendo che la metà dei 120 milioni di api che possedeva era scomparsa – è stato unico.
In 24 Stati americani gli apicoltori stanno vivendo esperienze analoghe: le loro api stanno inesplicabilmente scomparendo a un ritmo allarmante, mettendo a repentaglio la produzione di numerose coltivazioni.
«Non ho mai visto niente del genere» ha detto Bradshaw, 50 anni. «Alveare dopo alveare… sono tutti vuoti».
L' improvvisa quanto misteriosa scomparsa delle api mette in piena luce il ruolo cruciale che le api da miele rivestono nella lunga catena che porta la frutta e la verdura nei supermercati e quindi sulle nostre tavole.
Mentre gli scienziati si adoperano per cercare di trovare risposte e spiegazioni plausibili per questo fenomeno, gli apicoltori sono sempre più nervosi e preoccupati per la capacità del loro settore commerciale di fare fronte alla crescente domanda di insetti in grado di impollinare decine di colture diverse, dalle mandorle agli avocado ai kiwi.
Uno studio della Cornell University ha calcolato che le api da miele impollinano ogni anno colture per un valore di 14 miliardi di dollari, per buona parte frutta. «Su tre bocconi che facciamo consumando i nostri pasti, uno dipende dall' ape del miele che ha impollinato quel prodotto» ha detto Zac Browning, vicepresidente della Federazione americana apicoltori.
Adesso, invece, per motivi misteriosi degni di un romanzo di Agatha Christie, le api partono alla ricerca di polline e nettare, ma non tornano più alle loro colonie. E nessuno sa trovare una spiegazione.
I ricercatori hanno coniato un nome per questa nuova sindrome: "Disturbo da dissolvimento della colonia".
Spiegano che presumibilmente le api muoiono nei campi per la stanchezza perché disorientate e finiscono con l' esporsi al freddo fino a morire. Ma può anche essere che muoiano perché sono «stressate».
Un po' ovunque sono in corso indagini, si procede a prelevare campioni e ad esplorare tutta una gamma di teorie per spiegare il dissolvimento delle colonie, prendendo in considerazione anche la possibilità che ciò dipenda da un' infezione virale, da un fungo o da un' alimentazione insufficiente al fabbisogno delle api.
Si sta anche esaminando un gruppo di pesticidi che in alcuni Paesi europei sono già stati messi al bando, per capire se in qualche modo questi possano interferire con l' innata capacità delle api di ritrovare la strada di casa.
Sulla Costa occidentale degli Stati Uniti la perdita di api è stimabile nel 30-60% del totale, anche se alcuni apicoltori della costa orientale e del Texas lamentano perdite superiori al 70%. Di norma per un apicoltore è normale subire una perdita di insetti impollinatori del 20%. Se le api continueranno a scomparire al ritmo attuale, è presumibile che gli sforzi per mantenerle in vita si moltiplichino.
Gli apicoltori cercano di far sì che le loro api sopravvivano ai lunghi mesi invernali che precedono la stagione dell' impollinazione che ha inizio a febbraio, e ciò verosimilmente abbassa le loro difese immunitarie nei confronti di eventuali virus.
Anche gli acari, loro parassiti, hanno inferto un duro colpo alle colonie di api di tutto il mondo, e gli insetticidi impiegati per cercare di sterminarli stanno compromettendo la facoltà delle api regine di mettere al mondo lo stesso numero di api operaie.
Le api regine ormai vivono la metà di quanto vivevano fino a qualche anno fa. Dennis van Engelsdorp, uno specialista di api della Pennsylvania, ha detto che la «forte repressione immunitaria» riscontrata dai ricercatori «potrebbe essere l' Aids dell' industria delle api», e renderle più vulnerabili ad altre malattie che alla fine le portano alla morte.
Per far fronte alle perdite, gli apicoltori stanno procurandosi altrove le loro api, così da poter adempiere ai contratti siglati con i coltivatori. Lance Sundberg, un apicoltore di Columbus, nel Montana, ha detto di aver speso 150.000 dollari nelle ultime due settimane per acquistare 1000 confezioni di api provenienti dall'Australia.
Si augura che i nuovi acquisti lo aiutino a far fronte alle perdite che ha subito, equivalenti a un terzo dei 7.600 alveari che possiede sparsi in sei Stati. «Il timore, però, è che pur mescolando le specie di api le sparizioni continuino a verificarsi».
Fonte: CFA Monferrato