Comunicato stampa Confagricoltura
Miele: bassa produzione, consumi in aumento e record delle importazioni

Roma, mercoledì 6 ottobre 2004
"Meno di 10.000 tonnellate di prodotto". E' questo il risultato della stagione apistica 2004, ormai praticamente conclusa. Ciò conferma le previsioni della FAI, la Federazione degli apicoltori italiani, che fin dall'inizio aveva previsto un'annata non eccezionale. "L'entusiasmo fin qui manifestato da alcuni operatori del mondo apistico - ha detto il presidente della FAI, Raffaele Cirone " non trova purtroppo riscontri puntuali su tutto il territorio nazionale. E' stata una annata "a macchia di leopardo", con buone produzioni in alcuni comprensori apistici, e perdita quasi totale del raccolto in altri".
La FAI ricorda che l'apicoltura italiana sconta un 2003 assolutamente disastroso e, per il 2004, si è trattato semplicemente, di recuperare le posizioni che il nostro miele aveva perduto sul mercato. Niente entusiasmo, quindi, ma solo soddisfazione per una annata di recupero, chiusa ai valori minimi delle medie produttive italiane che, in quelle eccezionali, offrono invece non meno di 15.000 tonnellate di buon miele.
Le statistiche, in un quadro elaborato dalla FAI sulla base dei rilevamenti ISTAT, parlano chiaro: nel corso del 2003 l'Italia ha conseguito alcuni record: 15.000 tonnellate di miele importato, per un controvalore di 38 milioni di Euro, a fronte di un vero e proprio crollo delle esportazioni di miele italiano sui principali mercati internazionali. "Sono gli effetti dell'allargamento dell'Unione europea ad Est " ha sottolineato Cirone " e il 2004 si annuncia come un anno di ulteriore avanzamento delle importazioni a seguito della sospensione dell'embargo della UE alla Cina che torna a esportare, verso l'Europa e l'Italia, il suo miele a bassissimo costo. Questo conferma che in Italia, come in tutta Europa, le produzioni sono stabili e i consumi in aumento".
"Solo la qualità " dice Confagricoltura - può aiutarci a tener testa al flusso crescente di importazioni di miele dall'estero. Il miele italiano vanta caratteristiche qualitative e assortimento floreale tali da non temere alcun confronto con prodotti di mediocre qualità normalmente proveniente dai paesi extracomunitari".
Opportuna e ormai inderogabile, inoltre, sembra, a parere dell'Organizzazione agricola, una politica di coordinamento tra gli apicoltori e gli operatori dell'industria confezionatrice di miele, capaci di conquistare nuovi segmenti sui mercati interno e internazionale. Il miele italiano, infatti, ha visto crollare nell'ultimo anno le sue esportazioni: un trend che merita di essere rapidamente invertito al fine di recuperare lo spazio che il miele italiano certamente merita.
Indispensabile, infine, far ricorso a tutti gli strumenti della promozione di questo prodotto i cui consumi sono in costante crescita. Il sigillo FAI di origine e qualità "Miele Italiano", visto l'obbligo di menzione del paese di origine del miele disposto di recente dall'Unione europea, è la carta vincente per indirizzare i consumatori verso una consapevole scelta a favore dei prodotti made in Italy.