Il ridurre la densità di api in apiario e il rendere gli alveari molto ben distinguibili fra loro riduce il carico di parassiti e aumenta produzione di miele e sopravvivenza invernale
Apoide Per Apicoltura 24 maggio alle ore 14:41 · Il ridurre la densità di api in apiario e il rendere gli alveari molto ben distinguibili fra loro riduce il carico di parassiti e aumenta produzione di miele e sopravvivenza invernale
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RESEARCH ARTICLE
Reduced density and visually complex apiaries reduce parasite load and promote honey production and overwintering survival in honey bees Travis L. DynesID1*, Jennifer A. Berry2, Keith S. Delaplane2, Berry J. Brosi1, Jacobus C. de Roode3 1 Department of Environmental Sciences; Emory University, Atlanta, GA, United States of America, 2 Department of Entomology; University of Georgia, Athens, GA, United States of America, 3 Department of Biology; Emory University, Atlanta, GA, United States of America travis.dynes@gmail.com
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Introduzione
Vi è ampia preoccupazione sul destino delle api gestite dall’uomo . Gli alveari “Managed “ sono tipicamente mantenuti ad una prossimità fra loro ed ad una densità molte volte superiori a quanto manifesterebbero in condizioni selvatiche ( 1–6 colonie per km2 [3,4] ) . Gli apiari gestiti dall’uomo prevedono gli alveari affiancati fra loro a stretto contatto con presenze di 40 alveari in un piccolo spazio ( il traduttore può riportare notizia di casi con 100 alveari in apiario -ndt ) . Questo enorme aumento di densità può comportare serie implicationi per la salute degli alveari e la loro sopravvivenza. La densità di popolazione è stata studiata e considerata come fattore chiave in diversi tipi di relazioni ecologiche a cominciare dal lavoro di Malthus [6] che per primo descrive una mortalità densità-dependente. La densità è riconosciuta come un importante determinante della dinamica di popolazione di molti esseri inclusi insetti [7], pesci [8], piante [9] e mammiferi [10].
Per quanto riguarda le api , un eccessivo affollamente del pascolo può andare a detrimento della produttività e della sopravvivenza [17,18]. Condizioni di bottinamento “affollate “ possono anche portare al segnale di stop del bottinamento o dominuire il reclutamento di nuove bottinatrici con ciò riducendo l’efficienza di bottinamento dell’alveare [19,20].
Studi sia teorici che pratici mostrano che la densità di popolazione è un fattore chiave nella dinamica delle patologie [22,23]. Si ritiene che maggiore densità e maggiore mescolamento della popolazione ospite ( nel caso le api ndt ) risulti in una maggiore trasmissione e incidenza delle patologie [24] e che ciò possa portare per via evolutiva ad aumento della virulenza dei patogeni [25].
In considerazione di ciò si è ipotizzato che la gestione classica degli alveari possa produrre eccessiva competizione per le risorse risultante in maggiore incidenza dei patogeni , peggioramento delle condizioni di salute , della produzione e della sopravvivenza. Nello specifico si è pronosticato che il livello di V. destructor negli apiari ad alta densità possa aumentare più velocemente e mantenersi a livelli più alti rispetto a quanto avviene in apiari a minore densità e configurazione “aperta “con alveari ben distanziati e a diverse altezze anzichè in linea retta e contigui. Si è inoltre pronosticato che gli alveari di apiari ad alta densità abbiano minor popolazione e da ciò minor produzione e sopravvivenza con -per contro - maggiore presenza di Varroa .

Discussione
Lo studio qui presentato ha prodotto diverse conoscenze relativamente al modo in cui la configurazione dell’apiario incide sulla salute delle api. Innanzitutto una elevata densità porta a significativa diminuzione della produzione di miele.
Secondariamente si osserva una presenza di Varroa significativamente più alta . Da ciò si ha che una alta densità di api porta una notevole diminuzione della sopravvivenza invernale .
Si è trovato che la produzione di miele viene a diminuire in situazioni di alta densità di api (Fig 2). Si può ritenere che gli alveari operino con minore efficacia in apiari ad alta densità in conseguenza di confusione o sovrapposizione di segnali che riducono l’efficacia delle bottinatrici. Ad esempio uno studio mostra che l’affollamento porta talune bottinatrici a segnalare ad altre api di cessare il bottinamento [20]. Ovviamente l’aumento della presenza di acari impatta negativamente sulla produzione di miele
Infestazione da Varroa
E’ stata rilevata una significativa interazione tra configurazione dell’apiario e presenza di acari negli alveari (Fig 4B) con aumento della presenza di acari al crescere della densità di alveari.
Sopravvivenza
La mortalità invernale è risultata significantivamente correlata alla configurazione dell’apiario. La sopravvivenza è risultata molto maggiore in apiari a bassa densità - e questo è un fatto di grande importanza per gli apicoltori - e si è dimostrato che può essere significativamente aumentata da una opportuna configurazione a bassa densità dell’apiario. Questi risultati sono coerenti con quelli di Seeley e al (2015 ) nel quale viene mostrato che la sopravvivenza invernale si riduce negli apiari ad alta densità rispetto a quanto avviene per colonie disperse.

Conclusione
La gestione classica degli alveari prevede configurazione dell’apiario ad alta densità “ abitativa “ con alveari estremamente ravvicinati fra loro , simili alla vista ,in linea retta e alla stessa altezza . Questo in conseguenza di evidenti ragioni logistiche e pratiche. Tuttavia lo studio realizzato ha mostrato come vi siano consistenti differenze di produzione,salute e sopravvivenza in relazione alla densità di api in apiario e al modo in cui gli alveari vengono dislocati. La maniera classica di dislocare gli alveari arreca loro detrimento con diminuzione della produttività e diminuzione della salute. I risultati ottenuti suggeriscono che riducendo la densità in apiario e rendendo le famiglie visualmente ben distinguibili l’apicoltore può aumentare la produttività e ridurre la mortalità invernale . Questo non sembra richiedere un grande sforzo e sembra possibile in molti apiari . Inviamo volentieri a quanti lo vogliano ricevere il file PDF della pubblicazione, completo di figure, testo integrale e bibliografia