Dieta delle api e resistenza alle infezioni virali
Dieta delle api e resistenza alle infezioni virali
titolo originale: Interacting stressors matter: diet quality and virus infection in honeybee health Adam G. Dolezal, Jimena Carrillo-Tripp, Timothy M. Judd, W. Allen Miller, Bryony C. Bonning and Amy L. Toth
open access- riduzione e traduzione di gianni savorelli
Le api sono “ generaliste”. E’ noto che prosperano con diete che includono larga diversità florale . Soprattutto polline multiflorale [10,11]. Questo perchè alcuni pollini mancano di nutrienti chiave [12] . Recenti studi mostrano notevoli connessioni tra la struttura del pascolo e la salute delle api le quali stanno decisamente meglio in aree prive di coltivazioni [15-16–18].
Studi effettuati su molti tipi di insetti mostrano che deficienze nutrizionali aumentano la suscettibilità a batteri e virus con aumento della severità delle infezioni e dei sintomi [21–23]. Anche per le api sono documentate relazioni tra nutrizione povera , ridotta sopravvivenza, ridotta capacità immunitaria e aumentata suscettibilità a patogeni e parassiti . Per esempio api denutrite sono più suscettibili a Nosema ceranae. Nello specifico, polline poliflorale oppure monoflorale di alta qualità consente all’ape un minor livello di infezione ed una aspettativa di vita maggiore [24]. Api che traggono sostentamento da fonti monoflorali mostrano ridotta trascrizione di glucosio ossidasi e da ciò ridotte capacità immunitarie [25]. Da ultimo , api in carenza di proteine mostrano livelli più alti di deformed wing virus (DWV) [26]. Si è voluto per ciò studiare la capacità di resistenza delle api al virus IAPV in situazioni di differente disponibilità alimentare .

In questo studio si è osservato che l’interazione tra stress ambientali , dieta e infezione virale può avere un consistente effetto sulla mortalità delle api aggiunto alla possibilità di distruzione della regolazione della divisione del lavoro nell’alveare. Si è dimostrato che non è la semplice scarsità di cibo , ma piuttosto la sua qualità a risultare un serio fattore limitante la capacità delle api di sopportare stress. I dati ottenuti supportano l’ipotesi che la qualità della dieta pollinica determini il tipo di risposta alle infezioni virali. Altri studi hanno precedentemente mostrato che la dieta determina la qualità della risposta immunitaria [25,52,53] . Se ne ha che la qualità della dieta , non la sua quantità, è un fattore che determina la salute delle api. Nello studio si è dimostrato che il tipo di polline possiede specifico potenziale di determinare differenti capacità di tollerare l’infezione virale anche quando l’ape può mangiare polline a volontà . Fin che ne vuole. Sia la presenza del polline nella dieta che la sua composizione nutrizionale determinano la resilienza nei confronti delle infezioni virali .
Api private di polline mostrano la mortalità indotta da virus più alta fra quanto osservato mostrando con ciò che carenza di proteine, lipidi e nutrienti risulta nella più bassa resistenza all’infezione . Tuttavia non tutti i tipi di polline sono egualmente adatti a determinare sopportazione delle infezioni virali. Api nutrite con polline di cisto , quello che possiede la peggior qualità , mostrano elevata mortalità rispetto a polline poliflorale. Il polline di castagno porta ad una mortalità intermedia tra i due estremi col polline poliflorare che determina la maggior sopportazione al virus. La quantità di virus presente nelle api in esame- invece- non differisce variando le diete in studio . Se ne può ipotizzare che i meccanismi che determinano una maggiore aspettativa di vita derivante da particolari pollini non lo fanno attraverso distruzione delle particelle virali e nemmeno ne riducono la replicazione .
I dati ottenuti mostrano deficienze di particolari micronutrienti legate a particolari pollini . Segnatamente ferro e calcio. Tuttavia non pare essere questa carenza di per sè a risultare cruciale .
Si è osservato che le famiglia che soffrono maggiormente l’infezione virale tendono ad aumentare il numero delle bottinatrici . Le api più g iovani tendono ad uscire anticipatamente. Questo può s piegare in parte il mistero della sparizione delle api negli alveari denominata sindrome CCD[66].