Utilizzo di disinfettanti virucidi in apicoltura
Utilizzo di disinfettanti virucidi in apicoltura
Virucides in apiculture: persistence of surrogate enterovirus under simulated field conditions
Jana Prodelalová, Hana Malenovská, Romana Moutelíková and Dalibor Titera
(wileyonlinelibrary.com) DOI 10.1002/ps.4653 Pest Manag Science Open access from research gate
riduzione di gianni savorelli prodotti per apicoltura

La disinfezione delle superfici che sono state a contatto con agenti infettanti è importante per il controllo delle infezioni e per assicurare buona salute agli animali allevati. Gli alveari sono soggetti a molti microbi potenzialmente patogeni , virus inclusi. A fronte di una azione antimicrobica decisamente utile , i disinfettanti sono non di rado sostanze pericolose che possono produrre impatti negativi su esseri viventi e ambiente. E’ perciò necessaria una accurata selezione su cosa nei fatti può essere utilizzato in maniera appropriata.
Lo iodio sembra essere una sostanza dotata di caratteristiche sufficienti ad essere considerata adeguata . Lo iodio è un normale componente del miele secondo Bogdanov e altri ( 2008 ) . Una sua efficacia sulle spore di Paenibacillus larvae è descritta da Okayama e altri ( 1997 ) . L’acido peracetico sembra una sostanza altrettanto dotata .
I Virus delle api sono stabili nell’ambiente ed in grado di persistere sulle superfici , particolarmente quando circondati da materia organica ( letteratura varia ) . In questo lavoro si è cercato di comprendere l’efficacia delle due suddette sostanze nei confronti di virus simili a quelli che affliggono le api. Le verifiche sono state condotte con presenza di vario tipo di materiale organico, simulanti condizioni ambientali , come previsto dagli standard europei per la registrazione dei disinfettanti. E’ noto che in generale , la presenza di nei pressi dei capsidi virali di vari tipi di materiale organico e la “condizione “ e stato del virus (in sospensione o su superficie secca) portano alla riduzione di efficacia della disinfezione . Per lo studio possono dunque essere usati i materiali organici tipicamente presenti nell’alveare che possono fungere da protezione ai virus . Poiché non è disponibile alcun test basato sulla coltura cellulare per testare l'effetto dei disinfettanti sui virus delle api si è dovuto ripiegare sull’utilizzo di virus “ surroganti “ per quanto possibile simili . Nello studio effettuato il prodotto a base di iodio ha prodotto una costante diminuzione della quantità di virus infettivi indipendentemente dalla presenza di sostanze interferenti e dalla temperatura . Il livello di riduzione non ha raggiunto 4 log10 ovvero il 99.99% di efficacia .
Formulazioni disinfettanti a base di acido peracetico sono diffusamente utilizzate in varie aree di applicazione , agricoltura inclusa e le capacità virucide di questa sostanza sono ampiamente note . L’inattivazione del virus surrogante EV71 usato nell’esperimento in sostituzione dei virus tipici delle api ha mostrato dipendenza da temperatura e sostanze interferenti , tuttavia superando in diversi casi la soglia di efficacia del 99.99 % . La riduzione dell’infettività virale risulta ridotta a temperatura dell’ambiente in disinfezione di 8 °C o inferiori . Attraverso procedure di disinfezione può essere significativamente ridotto il rischio di trasmissione virale , specialmente quando si tratta di attrezzatura frequentemente utilizzata o proveniente da famiglie decedute . Una appropriata pulizia delle superfici in disinfezione può aumentare l’efficacia della disinfezione.
L’uso di formulazione disinfettanti a base di iodio è chiaramente possibile nell’ambito delle aziende apisticheAllo stesso modo è possibile l’utilizzo di formulazioni disinfettanti a base di acido peracetico.
Non esistono praticamente dati sulla potenziale infettività dei virus contenuti nel miele . Si è per ciò provato a valutare la potenziale infettività del virus EV71 in miele in varie condizioni di temperatura . E’ risultata una significativa diminuzione di capacità infettiva dopo un giorno di incubazione con la mistura di miele e virus mantenuta a +50 °C. In contrasto, lo stoccaggio di miele - virus a +6 °C rappresenta il metodo ideale per mantenere l’ infectività del virus EV71.
La temperatura sembra essere uno dei fattori che maggiormente determinano l’inattivazione dei virus nell’ambiente . Sembra avvenire in tempi decisamente brevi a temperature =50 °C .
Relativamente al virus testato , il miele in sè non sembra aver prodotto effetti di riduzione dell’infettività virale paragonabili a quelli dei disinfettanti in condizioni di basse temperature e prolungato tempo di contatto (25days at +6 °C and 8 days at +22 °C) .Dopo 25 giorni di stoccaggio a 22°C si è assistito ad una riduzione significativa dell’infettività , ma non certo paragonabile a quella del 99,99 % tipica dei disinfettanti. Tuttavia la riduzione di 1,56 log10 sembra mostrare una riduzione di infettività nell’ordine del 90 % . Relativamente a questo tipo di questione vi è in pratica totale assenza di letteratura . Solo un paio di lavori dimostrano qualche attività antivirale del miele che tra le altre cose in natura è conservato negli alveari a temperature di 33 /36 °C per buona parte dell’anno . Vi sono quinndi elementi per ipotizzare che la permanenza di un mesetto nel miele a temperature tipiche dell’alveare possa portare ad inattivazione di oltre il 90 % dei virus . traduzione , riduzione e commenti di gianni savorelli offerta da ditta
Savorelli Gianni - Prodotti per apicoltura