Meccanismi di resistenza dell'ape alla varroa

Una possibilità di lotta contro la varroasi è selezionare delle api il cui comportamento possa modificare il livello di infestazione e quindi minimizzare, tra gli altri, i problemi associati alla Varroa jacobsoni conosciuti con il nome di sindrome della paralisi da acaro (PMS Paralysis Mite Syndrome).
E' inconcepibile ricercare delle api resistenti con il metodo del " tutto o niente", vale a dire lasciando le colonie nello stato in cui si trovano, senza trattamenti e selezionando quelle che sopravvivono. Ciò si tradurrebbe in perdite importanti e, forse, in un risultato deludente.
Diversi meccanismi possono essere ricercati, con più o meno facilità ed affidabilità, al fine di selezionare un ceppo di api resistenti.Questa ricerca è di difficile conduzione. In effetti:

- bisogna prima di tutto assicurarsi che esista una buona correlazione tra il "meccanismo" da selezionare e la resistenza generale al parassita.Più semplicemente, il carattere che stiamo cercando di sviluppare nelladiscendenza svolge un ruolo (e con quale intensità?) nella resistenza?

-Il lavoro deve svolgersi su unnumero importante di colonie poichéquelle che dimostrano un carattere di resistenza ben radicato e sicuro sembrano poco numerose. Tale lavoro édunque pesante da mettere in praticae richiede la collaborazione di strutture apistiche dinamiche, volontarie e il coinvolgimento di laboratori specializzati.

-L'ereditabilità del carattere messo in evidenza deve essere verificatoa livello della discendenza.La sua trasmissione è variabile e incerta.

-La selezione del carattere non deve farsi a spese di altri caratteriessenziali e, in particolare, l'attitudine a raccogliere miele e polline.

-L'ape o la colonia saranno resistenti solo se presenteranno piùdi un carattere di resistenza. E' la loro somma che permetteràla resistenza generale.

-Il parassita, il cui unico scopo è di riprodursi senza problemi diconsanguineità, svilupperà dei fenomeni adattativi al fine dicontrastare le modificazioni apportate al suo ambiente.

-Sembra inoltre valido lavorare su di un solo carattere per volta al fine di mettere a fuoco il suo effetto di isolarsi da ogni interferenza possibile quali le variazioni del livello di infestazione, le condizioni climatiche, alimentari.

Numero di acari morti dopo un trattamento chimico


La variabilità del numero di acari morti dopo un trattamento è in parte relazionabile con la resistenza delle api. Non è raro, a seguito dell'applicazionedi un acaricida, ritrovare delle colonie con numerose varroe, altre con un numero minimo di parassiti, nella misura in cui, ben inteso, l'acaricida utilizzato sia totalmente efficace (assenza di resistenza).
Numerosi fattori esterni (quantità di covata durante l'anno, interruzione dell'ovideposizione, temperature, ambiente e reinfestazione, ecc.) giocano un ruolo e l'interpretazione di questo carattere è molto delicata.
Ciononostante la correlazione tra la resistenza e questa constatazione è generalmente considerata come buona. Il test è facile da realizzare e alla portata di ogni apicoltore.


Comportamento di pulizia tra api


Il comportamento di pulizia tra api é conosciuto con il nome di auto spulciamento (n.d.r.: grooming in inglese). Le api parassitizzate vengono sbarazzate delle varroe da altre api per mezzo delle mandibole. E' il comportamento di allarme delle api parassitizzate (danza dello spulciamento) che indurrebbe l'azione delle api spulciatrici.

Come mettere in evidenza questo comportamento?

Bisogna dotare le colonie non trattate di strisce ingrassate o, meglio, costruire vassoi grigliati (maglie di 0,5 mm) niuniti di un cassetto che permetta la raccolta dei parassiti .
<----Fondo anti-varroa composto da una griglia con maglieda 0.5 mm e da un vassoio estraibile che permette la raccolta dei parassiti.


Sotto-Varroa mutilata a cui mancano due zampette


Esaminando alla lente binoculare le varroe morte giornalmente, noteremo delle varroe mutilate (zampette mancanti, scudo dorsale che presenta un avvallamento), prova dell'azione delle api spulciatrici.
La percentuale di acari mutilati deve essere annotata e le colonie che presentano una percentuale elevata serviranno di base per l'allevamento.
Questo test può essere anche realizzato direttamente in laboratorio su delle api coetanee in gabbietta.
Le api da testare vengono infestate con un numero noto di acari.
Gli acari eliminati dopo un numero definito di giomi viene annotato.
Questo test in gabbietta implica l'invio ad un laboratorio di api vive che si sospetta siano resistenti alla varroa.
Questo test costituisce un secondo approccio dopo il test diretto sulle colonie.

Comportamento di pulizia a livello della covata


Questo comportamento consiste nella rimozione più o meno rapida, da parte delle api pulitrici, della covata parassitizzata, sia essa morta o semplicemente ammalata. Le api hanno in effetti la possibilità di individuare la covata anormale sotto l'opercolo.

Come mettere in evidenza questo comportamento?

Prelevare in una colonia una porzione di covata opercolata di 5x5 cm e di congelarla per 24 ore. Passato questo lasso di tempo, prelevare un telaino di covata opercolata dalla colonia da testare, praticare al centro di questo telaino un riquadro di 5x5 cm ed incastrarvi, dopo averla scongelata, la porzione di covata morta.

Rimettere il telaino nella colonia, al centro della covata, ed annotare il tempo impiegato dalle api per eliminare la covata morta. Se la ripulitura viene effettuata in meno di 48 ore, la colonia viene considerata, in linea di principio, come buona pulitrice. L'affidabilità di questo test può variare in funzione della posizione del telaino nell'alveare. Questo test deve quindi essere effettuato diverse volte per essere statisticamente valido.
Un'altra possibilità è quella di pungere con un ago, attraverso l'opercolo, la larva che si trova nell'alveolo. Gli alveoli così "trattati" saranno contrassegnati (per esempio 50 alveoli) così come il tempo di ripulitura. Questo comportamento dovrebbe avere una forte ereditabilità. L'eliminazione della covata sembra maggiore se la sua età è compresa tra 0 e 1 giorno dopo l'opercolatura.

Durata del periodo di opercolatura della covata


E' noto che laVarroa jacobsoni effettua la riproduzione all’interno della covataopercolata da operaia poiché la durata dello sviluppo del parassita èleggermente inferiore al periodo di opercolatura. Una diminuizione del periodo di opercolatura di sei ore è significativa per ridurre il numero di varroe presenti nell'alveolo. Dei ricercatori affermano di ottenere una riduzione del 9%, del numero totale di parassiti di una colonia con un abbassamento del periodo di opercolatura di 1 ora.
Le variazioni della durata dell'opercolatura non sono tutte dovute ad un fattore genetico. Le condizioni climatiche e di nutrizione delle larve rientrano anche in gioco, il che rende difficile apprezzare questo fattore di resistenza.

Come mettere in evidenza questo fattore?

In una colonia, ingabbiare la regina ed attendere la schiusa di tutta la covata. Liberare la regina e determinare il tempo di opercolatura sia:

- marcando le cellette con una tinta subito dopo l'opercolatura;

- applicando una maschera trasparente per identificare le cellette;

- fotografando periodicamente i telaini di covata.
Questo test è più difficile da realizzare dei precedenti e richiede una procedura rigorosa per apprezzare al meglio le variazioni del periodo di opercolatura. Le visite delle coloniepossono modificare i tempi di opercolatura. D'altra parte, la sua correlazione con la resistenza generale non è evidente.

Attrazione della covata



Per la sua riproduzione, la Varroa jacobsoni è attirata dalla covata con più o meno intensità. Questa attrazione varia in funzione dell'età delle larve in seno alla stessa colonia ma varia anche da una colonia all'altra L'intensità con cui la covata è parassitizzata condiziona la riproduzione quindi il livello d'infestazione finale della colonia e la sua sopravvivenza.

Come mettere in evidenza questa attrazione?

Per una massima affidabilità, il test d'attrazione deve essere realizzato in laboratorio su larve di più di giorni di età, in modo da permettere di eliminare i numerosi parametri indesiderabili che entrano in gioco.
A partire da colonie il cui tasso d'infestazione è ben definito, è possibile innestare delle larve da testare di più di 5 giorni di età e, dopo l'opercolatura, verificare la loro infestazione.
La valutazione delicata del livello d’infestazione della colonia rende l'interpretazione difficile così comela fattibilità del test che deve esse riprodotto diverse volte con larve della stessa origine e della stessa età per stabilire un approccio statistico corretto.

Fecondità delle varroa femmine fondatrici


Una femmina fecondatrice che si è lasciata chiudere in un alveolo produrrà una discendenza. In certi casi questa discendenza è ridotta; in altricasi, essa è nulla. La riduzione dellafecondità delle varroe femminedipende da fattori specifici dell'ospite.
Sembra anche che sia un caratteredella varroa. In effetti, alcuni ricercatori hanno dimostrato che se si prendono delle varroe da colonie di Apis cerana e con esse si infestano dell colonie di Apis mellifica, solo il 10% dei parassiti produce una discendenza.
L'allungamento della fase foretica porta anche ad una diminuzione della fertilità nella misura in cui il nutrimento risulta insufficiente, valea dire se la colonia comprende più bottinatrici che nutrici.

Come mettere in evidenza la fecondità del parassita?

Introdurre in nuclei le regine da testare. Campionare il numero delle api e il numero degli acari. Poco prima la nascita delle api, esaminare almeno 100 alveoli e annotare il numero di femmine fecondatrici e la loro discendenza valida.
La qualità dei fogli cerei utilizzati(presenza o meno di residui di acaracidi) è un elemento importante perla qualità di questo test.
Queste caratteristiche da selezionare costituiscono un approccio da studiare e controllare per cercare di sviluppare un'ape resistente, futura garanzia. anche se ancora incerta. un'apicoltura senza trattamenti chimici . Diversi ricercatori in tutto il mondo studiano questo problema.I primi tre test sono i migliori quanto a facilità di messa in opera e per la correlazione che sembrano avere con la finalità ricercata. Tuttavia la loro ereditabilità sembra ancora insufficiente per sperare, in un prossimo futuro, di poter lavorare con un'ape resistente

Jean-Paul Faucon
Unité Abeille CNEVA Sophia Antipolis
Email: vasa20@calva.net
web: http://perso.wanadoo.fr/apiservices/cneva.htm