Convegno esperti apistici Udine relazione fotoapi.com
Nonostante la buona annata produttiva, le api in Friuli Venezia Giulia non se la stanno passando bene. E' questa la sintesi dell'incontro tra gli esperti apistici svoltosi a Pasian di Prato (UD).
Gravi morie di api e apiari a macchia di leopardo in tutta la regione. Si parla già da adesso di perdite nell'ordine del 30-40%. Le famiglie sopravvissute si sono notevolmente ridotte, numerose sono quelle a 3-4 telaini. Se l'inverno sarà freddo e rigido queste non si salverannno e si arriverà ad un 60-70% di moria. Numeri da catastrofe ambientale.
Cosa stà succedendo? Il presidente del Consorzio di Ud garantisce sul ritiro tempestivo dei prodotti e sul loro utilizzo nei tempi raccomandati, pertanto la causa dovrebbe essere la scarsa efficacia degli stessi. Il Var ha fatto poco, inoltre è un prodotto che altera pesantemente il ritmo della famiglia, tenerlo nell'arnia per più di 20 giorni è già di per sè un danno, se poi diventa anche poco efficace.....
L'ossalico sublimato costringe a numerosi trattamenti che molti apicoltori applicano fin dall'estate. Alcuni ricercatori dicono che la sua efficacia si sia ridotta, non c'è da stupirsi se si possono contare 10-15 trattamenti da luglio a novembre. Non ci sono altri prodotti è questa la "non-novità". Forse dovremmo tornare al coumaphos con un prodotto che usa la Svizzera e gli USA, con obbligo di ricetta media e efficacia non elevata.
Dal fronte della ricerca il Dott. Francesco Nazzi ha parlato del progetto APeNET, dal punto di vista scientifico molto interessante. Apenet si interroga su cosa fa la varroa all'ape. Studi condotti in laboratorio infestando con varroa delle cellette di vetro contenenti larve di ape e contemporaneamente operando in apiari sperimentali e confrontando questi studi. Si è notato che le api infestate pesano meno di quelle sane. La causa è la lesione in più punti di una pellicola impermeabile che ricopre e protegge l'ape da dispersioni di liquidi. Il progetto è sostenuto finanziariamente anche per il 2010. A mio parere è uno studio molto interessante che non si finalizza solo alla ricerca di un prodotto da dare agli apicoltori, ma che ricerca la conoscenza a 360° delle interazioni tra ape e varroa. Speriamo che venga sostenuto anche nei prossimi anni.
Il Dottor Nazzi ha anche precisato che queste due categorie di animali sono anche lontanamente parenti (artropodi), pertanto i trattamenti fanno male sia alla varroa, sia all'ape. Ha inoltre evidenziato che un conto è sperimentare empiricamente sul campo, un'altro è dimostrare scientificamente la validità di un determinato prodotto o fenomeno.
Il Dott. Loglio, veterinario lombardo, ha parlato tra l'altro dell'obbligo di tenuta del nuovo registro dei trattamenti veterinari obbligatorio per tutti quelli che commercializzano miele.
Interessante la relazione di Giorgio Della Vedova che ha sostenuto che il miglior prodotto antivarroa è "L'apicoltore". Bruciati quasi tutti i prodotti non ci resta che la tecnica apistica.
Proviamo a sintetizzare le varie azioni che si possono fare fin da Gennaio:
- togliere la prima rosa di covata (elimino tutta la varroa)
- telaino trappola da marzo a giugno
- aprile impoverisco le famiglie forti facendo nuclei
- maggio impoverisco facendo nuclei
- giugno messa a sciame della famiglia oppure faccio nuclei
- luglio blocco di covata oppure continuo a fare nuclei
- primi di agosto faccio nuclei non estraendo covata ma pulendo le barbe dagli alveari, quindi tolgo api e basta, innesto una cella o meglio dò una regina. Devo spostere il nucleo in altro apiario.
Il tema ricorrente è fare nuclei!! Riduco l'infestazione di varroa e aumento il mio apiario. Le famiglie che svernano meglio sono sempre i nuclei.
Se ad agosto noto famiglie fortemente infestate tolgo tutta la covata, i favi brutti li smielo e li scero, quelli belli li disopercolo, li lavo e li ritorno alla famiglia. Che lavoro però!!! un'altra strada è quella di riunire tutti i favi di covata infestati e a covata sfarfallata eseguo un trattamento di pulizia.
Un'altra notizia che ha dato Nazzi è il comportamento e la durata in vita delle api fortemente parassitate (quello che accade a Agosto-Settembre). Le api normali vivono 28/30 giorni, i primi 10 giorni nutrono le larve, nei successivi 10 giorni eseguono lavori nell'alveare, poi nei restanti 10 giorni fanno le bottinatrici. Le api parassitate invece nutrono poco la covata, nei restanti giorni lavorano poco nell'alveare e bottinatrici non diventano poichè muoiono prima. Ecco spiegato il perchè troviamo i nostri alveari vuoti di scorte, con api messe in modo strano nei favi e spopolati.
Nemmeno sul fronte alimentazione ci sono buone notizie. E' evidente che fin da Luglio dobbiamo nutrire i nostri alveari. Il candito non è il massimo.
A conclusione dei lavori il Prof. Franco Frilli ha parlato schiettamente come suo solito circa la incredibile lentezza che ha il nostro Consiglio Regionale nel portare avanti l'annosa legge sull'apicoltura. Però con un simile mastino alle calcagna (vuole interessare la stampa) i politici dovranno muovere il cu... rapidamente. E se portassimo il Prof. Frilli in politica ? Si ridurrebbe anche l'infestazione di varroa nei nostri alveari!!
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