Increased brood viability and longer lifespan of honeybees selected for propolis production



Apidologie

Daniel NICODEMO, Euclides Braga MALHEIROS, David DE JONG, Regina Helena Nogueira COUTO

1. INTRODUZIONE

Manrique e Soares (2002) riportano che la produzione di propoli e quella di miele sono positivamente correlate . In parallelo è noto che una maggior disponibilità di cibo ha effetto positivo sulla longevità delle api (Kulincevic et al. 1982; Weiss 1984; Graham 1997). Da ciò può nascere una prima ipotesi sul fatto che la produzione di propoli influisca sulla longevità delle api.

La produttività dell’alveare è decisamente condizionata dal suo stato di salute . La sopravvivenza della covata è condizionata anche dalla dimensione della famiglia che in maniera molto diretta condiziona la capacità di termoregolazione (Sakagami and Fukuda 1968; Garófalo 1977).

La longevità delle operaie subisce condizionamenti dalle condizioni climatiche, dalla disponibilità di polline e nettare e dalla capacità di produzione di pappa (Azevedo 1996) ed è fondamentale per le performances dell’alveare .

Si ritiene da molti anni che il propoli produca effetti sulla salute delle api , ma non si è ancora bene capito esattamente in quali modi e soprattutto in quale misura . Questo studio ha voluto verificare se e quanto il propoli condiziona la sopravvivenza della covata e l’aspettativa di vita delle operaie .

2.MATERIALI E METODI -omesso

3. RISULTATI

Su una base di partenza di 36 famiglie, sono state selezione le tre con maggiore capacità di accumulo di propoli e le tre con minore capacità . Nei 2 mesi di osservazione le famiglie HP ( molto propoli ) hanno accumulato una media di 16.00±7.70 g mentre le LP ( poco propoli ) una media di 0.64±0.54 g.

Da queste 6 famiglie dotate di caratteristiche opposte sono stati prodotti diversi tipi di incroci :Gli alveari discendenti hanno mostrato le seguenti caratteristiche :

Le famiglie derivanti da regina HP e fuchi HP ovvero HP♀×HP♂

hanno accumulato 22.43±12.97 g di propoli in 1 mese. La produzione media di propoli di queste famiglie è risultata di gran lunga superiore a quelle derivanti da una o due componenti genetica non vocata che hanno mostrato il seguente risultato di raccolta in un mese

HP♀× LP♂ (4.28±2.52 g),

LP♀×HP♂ (3.99±5.16 g),

LP♀×LP♂ (0.65±0.92 g) .

( HP -molto propoli ;LP poco propoli ; ♀ regina ; ♂ fuchi )

In parallelo è stata verificata la deposizione di uova da parte delle regine alla testa delle famiglie in studio . In 24 ore di osservazione è risultata maggiore negli ibridi HP♀ × LP♂ e LP♀×HP♂ rispetto alle famiglie selezionate in relazione alla capacità di raccolta di propoli LP♀×LP♂ e HP♀×HP♂.

Dalla fase di uova a quella larvale la perdita di covata è stata maggiore nelle famiglie LP♀ × LP♂ (2.92 %) . Più contenuta nelle famiglie HP♀ × HP♂ (1.76 %); questo significa una perdita di allevamento del 71 % più alta nelle famiglie a più bassa capacità di raccolta di propoli.

Nell’intervallo da larve a pupe è risultata ancora una volta maggiore nelle famiglie LP♀ × LP♂ (1.45 %) rispetto alle famiglie HP♀ × HP♂ (0.97 %).In questa fase dell’allevamento le famiglie con scarsa capacità di raccolta di propoli hanno mostrato una perdita di covata del 50 % più alta rispetto alle famiglie ad alta capacità di raccolta di propoli .

Durante l’ultima fase da pupa la perdita è risultata del 0.63 % per LP♀ × LP♂ rispetto allo 0.36 % per HP♀ × HP♂.La mortalità totale di covata è risultata di circa il 3 % in HP♀ × HP♂ e 5 % in LP♀ × LP♂. Del 4 % negli ibridi ottenuti incrociando la caratterisca di bassa produzione con alta produzione di propoli .

La longevità delle api adulte è risultata generalmente più alta per le api delle famiglie ad alta capacità di raccolta di propoli ,ancor che in misura non significativa.

A prescindere dalla genetica da cui derivano ( in relazione alla raccolta di polline ) ,la longevità delle api è risultata generalmente maggiore con le api mantenute nelle famiglie a maggior capacità di raccolta di propoli. Vivono significativamente più a lungo rispetto a quando vengono poste nelle famiglie a bassa capacità di raccolto di propoli .

4. DISCUSSIONE

La produzione di propoli logicamente può variare a seconda delle condizioni della flora (Inoue et al. 2007). In questo studio gli ibridi a capacità di raccolta di propoli intermedia hanno prodotto una maggiore quantità di uova , dal 6.3 al 10.5 % ( in conseguenza di una maggior capacità di raccolta di polline ??? NDT ) ,ma in parallelo anche la mortalità della loro covata è risultata maggiore. La sopravvivenza della covata sembra essere tanto maggiore quanto è maggiore la capacità di produrre propoli. In particolare la capacità di accumulare propoli sembra avere effetti consistenti nel periodo che va da uovo ad iniziale stadio larvale.In base ai dati ottenuti si può affermare che aumentando l’abilità di produrre propoli diminuisce in parallelo la perdita di covata. Simone- Finstrom and Spivak (2012) hanno dimostrato che il propoli viene utilizzato dalle api a fini di "immunità sociale " , osservando che a seguito di infezione artificiale con Ascosphaera apis, agente causale della covata calcificata , le api aumentano il raccolto di propoli utilizzando più bottinatrici per questa attività . Questo tipo di comportamento viene denominato "automedicazione " ( ma è evidente che l’alveare non si può medicare se l’ambiente-povero- non permette l’aumento di raccolta di propoli ndt ) . Si è anche osservato che le api delle famiglie a più alta capacità di raccolta di propoli vivono il 6,6% in più. Una maggior quantità di propoli nell’alveare sembrerebbe in apparenza contribuire ad aumentare la longevità delle api ( ciò sembra ragionevole dato che il propoli contiene una consistente quantità di antiossidanti e si può arrivare a presentare l’ipotesi, per ora fantascientifica , che le api lo usino come magazzino collaterale di antiossidanti ndt ) .Possiamo considerare che vi è una relazione diretta tra questi due fattori . Gli alveari con più propoli possono anche aumentare la produzione di miele in conseguenza del fatto che api che vivono più a lungo possono bottinare più a lungo e da ciò deriva un aumento della produttività dell’alveare (Doull 1980). ( Khoury 2013 NDT ) .E’ noto che l’esposizione ad estratto acquoso di propoli produce una modificazione dell’espressione immunitaria nell’ape dall’età di larva di terzo stadio a quella di adulta mentre il parallelo la presenza di propoli nell’alveare riduce l’investimento in funzioni immunitarie nelle api di età di 7 giorni ( nutrici ndt ) da ciò potendosi dire che l’ambiente dell’alveare può influenzare l’espressione dei geni a valenza immunitaria (Simone et al. 2009).Tuttavia queste osservazioni non provano necessariamente una relazione causale , dal momento che altri fattori non noti potrebbero avere effetti sulla produzione di propoli e sulla aspettativa di vita di covata e adulte .



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