Corso prelavorativo: incontro con l'apicoltore



CSF Borgomanero
Corso prelavorativo: incontro con l'apicoltore
Al termine della lezione tenuta alle ragazze e ai ragazzi del corso prelavorativo che si svolge all'Enaip di Borgomanero, abbiamo scambiato alcune impressioni con l’apicoltore Ivan Comola.
Ivan è valsesiano, di Scopello, di professione informatico, esperto di comunicazione, trasferitosi nel ’94 a Milano per lavoro e innamoratosi delle api a causa di un vasetto di miele marocchino passato tra mille mani e regolarmente giunto in Italia. Da qualche anno la passione per le api e l’idea di aprire un agriturismo lo hanno spinto a Lortallo, splendida frazione di Ameno alle pendici del Mottarone con vista sul Lago d’Orta, non così lontano da Milano.
L’amicizia poi, con Anita Cane, insegnante nel corso prelavorativo, ha fatto il resto. La lezione fa parte di una serie di testimonianze in aula volte a illustrare i diversi mestieri attraverso la voce dei protagonisti.

Ivan, come hai trovato i ragazzi? Erano interessati a questa lezione pratica?
Sì molto interessati. C’e da imparare dai ragazzi, come dalle api del resto. Le api a noi umani avrebbero parecchio da insegnare.
Tu cosa produci?
Miele, polline, propoli… non ancora la pappa reale Per fare l’apicoltore devi imparare molte cose sulle fioriture. Se mi avessero chiesto tre anni fa quando fiorisce l’acacia o che fiore avesse, oppure se un’edera fiorisce, io non avrei saputo rispondere.
Fare l’apicoltore abitua ad osservare la natura?
Davvero! Scopri che a gennaio parte la fioritura con il nocciolo e che l’ultima fioritura è quella dell’edera ad ottobre. Il bello di questo lavoro è che vivo a contatto con la natura, all’aperto, con il Lago d’Orta davanti e il Monte Rosa all’orizzonte. Certo, bisogna anche studiarla la natura.
E’ vera la storia del nomadismo?
Certo, a Castelletto Ticino i fiori dell’acacia fioriscono 15 giorni prima che a Pogno. Sapere questo consente di andare a fare il primo giro d’acacia a Dormelletto e dopo due settimane andare a Pogno per un altro giro d’acacia. Ecco perché tutto l’anno sei spinto a vedere, a guardare la natura.
Ora quali sono i tuoi obiettivi?
Un ‘api-turismo’ che veda l’impiego di piante che servono alle api. Ad esempio, la lavanda o il lavandino sono piante che servono per profumare (i famosi sacchetti di lavanda) ma la lavanda si coltiva esattamente quando le api smettono di andare a raccogliere il nettare. Mi interessa fare un’azienda agricola dove si coltivi ad esempio il tarassaco giallo per le insalate o la sua radice perché officinale ma il tarassaco in primavera è fondamentale per le api che si irrobustiscono. Il nocciolo mi serve a gennaio perché è la prima fioritura ed è il primo ‘starter’ per le ‘case’ ma in autunno avrò le nocciole per la nocciolata di miele.
Quella di Lortallo e del lago è una zona vocata per l’apicoltura?
La zona tra il Cusio e il lago Maggiore è una zona ambita perché la presenza del lago addolcisce la temperatura e protegge da repentini sbalzi termici durante i mesi di maggio, giugno e luglio quando ci sono le fioriture. Quando ci sono grossi sbalzi termici, le api tendono a sciamare, ad andarsene. Inoltre questa è una zona con una grande varietà di fiori.
C’è qualcosa di curioso che vuoi dirci sul mondo delle api?
Noi uomini facciamo figli, li alleviamo, li mettiamo in condizione di autogestirsi e poi li mandiamo fuori casa. Il concetto per le api è rovesciato. Esse fanno figli, gli procurano la casa e poi i genitori se ne vanno da un’altra parte. Fanno una nuova casa lasciando quella vecchia ai figli. La sciamatura, quella palla scura di api che a volte si vede in aria è esattamente questo.
Quando sarà aperto al pubblico questo apiagriturismo?
E’ un progetto, un percorso, per adesso mi accontento di aprire un Bed & Breakfast
Giuseppe Franzosi

da http://www.enaip.piemonte.it/index.php?mod=news&act=dettaglionotizia&id=1033