La casa delle api Il Museo di Rosental racconta una storia di apicoltura


In Mostra a Lazise del Garda in occasione de 'i giorni del miele'

 

"La Casa delle Api" è il tema della Mostra allestita nell'antica Chiesetta dei Pescatori di San Nicolò, sul Porto di Lazise del Garda, in occasione dell'annuale appuntamento con "i giorni del miele".

La Mostra, curata con la collaborazione del Museo austriaco di Rosental, si propone di raccontare un capitolo storico significativo per l'evoluzione dell'apicoltura europea.

Perché il Museo di Rosental

Il Museo di Rosental ha la sua sede nel cuore della regione austriaca della Carinzia, nel Comune di Ferlach a 15 km da Klagenfurt: importante centro economico austriaco.

La Valle del Rosental è nota al mondo dell'apicoltura non solo per essere la terra d'origine dell'ape carnica, ma anche perché sino alla metà del secolo scorso (1940/'50) la vallata viveva esclusivamente delle attività di apicoltura.

Nella sua veste di 'importante centro di apicoltura', in tempi antichi, Rosental è sempre stata punto di riferimento per ricercatori, appassionati e apicoltori: nel 1847 lo studioso religioso Dzierzon mette a punto il primo 'telaino' da inserire nell'arnia, nel 1856 appare lo 'Gotschuchner stock' il sistema di 'arnie a piani', che segna la nascita dell'attuale moderna apicoltura.

La testimonianza storica della Valle del Rosental è oggi rappresentata all'interno del Museo austriaco da un reperto unico al mondo: un'ape di 45 milioni di anni, che un straordinario evento preistorico ha racchiuso in un'ambra.

La tradizione delle arnie dipinte

L'apicoltura di Rosental è oggi nota al grande pubblico per la sua particolare tradizione delle 'arnie dipinte a mano".

Verso il 1600, comincia nella Carinzia l'uso delle arnie in legno in apicoltura, che venivano sistemate in piccole casette. La massima diffusione delle 'Case per le Api' viene raggiunta nel 1764, quando una legge dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria impose ad ogni apicoltore di tenere accanto alla sua casa anche una 'casa per le arnie delle api' da lui coltivate. Con questa disposizione l'apicoltore godeva di esenzione di tasse per tutti i prodotti dell'arnia.

Il decreto imperiale contribuì fortemente a migliorare le condizioni di vita dei contadini impoveriti.

L'usanza di dipingere i frontali delle arnie con vari motivi si sviluppa intorno al 1720. Inizialmente furono i pittori delle chiese a decorare le arnie dei monasteri e delle case parrocchiali, con motivi sacri. Più tardi a fianco ai soggetti sacri, apparvero anche motivi paesaggistici, momenti di caccia e antichi mestieri.

Dal 1848 i contadini erano considerati 'indipendenti', con l'acquisizione della nuova posizione sociale iniziarono ad apparire dipinti a soggetti satirici. risale al 1750, con la Regina Maria Teresa d'Austria e la attenzione dalla stessa riservata alla cura del territorio del regno.

Attraverso le immagini dipinte sulle arnie si sviluppa uno straordinario racconto secolare fatto di santi, diavoli, orsi ladroni, uomini e donne. Una specie di 'romanzo popolare' che narra sentimenti e miserie umane attraverso l'ideale 'volo delle api'.

 

Gli oggetti esposti sviluppano il 'percorso storico dell'apicoltura' in Carinzia dall'anno 1000 sino a giungere agli inizi del Novecento, quando prende avvio l'apicoltura moderna. La storia millenaria dell'apicoltura è testimoniata dall'eccezionale reperto che presenta un'ape di 45 milioni di anni 'imprigionata' in una goccia d'ambra, in fase di volo con del polline sulle piccole zampe.