Prima meloteca d'Italia a Sommaria del Bosco


Dolce per antonomasia e ricco di sostanze nutritive, il miele è un alimento che ha sempre saputo farsi apprezzare dall'uomo. Il suo fascino risiede, prima di tutto, nella modo con cui le api arrivano a produrlo e, poi, nella sua straordinaria varietà.

Infatti è sufficiente che le api cambino il tipo di fiore di cui si nutrono per ottenere un miele dalle sfumature di sapore molto diverse. Particolare è il miele di melata, varietà diversa da tutte le altre perché ottenuta non dal nettare dei fiori ma da una sostanza secreta da alcuni parassiti delle piante. Essendo frutto del lavoro di due diversi organismi viventi, è il miele che può vantare il più alto contenuto di microelementi minerali, fondamentali per la nostra alimentazione.

Inoltre, è buono sempre ma quando ci si sposta dalla pianura verso la montagna la qualità cresce con l'altitudine. L'ambiente naturale intatto e l'assenza di inquinamento fanno in modo che il miele possa beneficiare al meglio dei tanti prati lasciati a pascolo.

Non è facile poter sperimentare questa ricchezza di persona. A ogni altitudine l'apicoltura sopravvive in mezzo a mille difficoltà e le quantità sono limitate.

Il venir meno dei pascoli nella pianura ha fatto sì che scomparissero mieli straordinari come quello di trifoglio e quello, davvero prelibato, di menta.

In montagna le difficoltà sono legate al fatto che le temperature rigide consentono solo piccole produzioni. Dove ci sono fiori ma fa freddo le api lavorano poco mentre in pianura, dove invece la materia prima scarseggia, le api non sanno dove posarsi per trovare il polline.

In queste condizioni è difficile incrementare la produzione artigianale. Il fatto che siano in pochi a riconoscere un miele dall'altro, e a poter apprezzare le differenze, non aiuta questo mercato che avrebbe bisogno di un consumo più maturo.

Qualche segnale positivo però c'è ed è giusto darne conto. La riscoperta dei formaggi ha portato a una maggiore attenzione verso il miele che ben si sposa con molte delle produzioni casearie. Sta crescendo dunque la sensibilità e la voglia di andare di scoprire produzioni particolari.

Con l'aumentato degli appassionati, iniziano a esserci dei posti dove è possibile reperire mieli più rari. Non è un caso che la prima meloteca d'Italia sia nata a Sommaria del Bosco, porta del Roero, una delle regioni dove l'apicoltura è più florida. Nella Pasticceria Strumia (0172.54230), il signor Tonino sa guidare ogni ospite alla scoperta dei mieli migliori della penisola. La sua passione per il miele lo ha portato a conoscere tantissime varietà. Così, accanto ai più diffusi mieli piemontesi, come l'acacia, il castagno e il millefiori, si possono trovare rarità assolute. Il miele di nespolo, prodotto nella zona di Palermo è un miele eccezionale e quasi introvabile. Molto apprezzato dai giapponesi, ogni anno viene quasi interamente venduto nel paese del Sol Levante. Da Strumia si possono assaggiare i due unici mieli Dop che abbiamo in Italia: i mieli di acacia e di castagno della Lunigiana. Il miele di spiaggia, frutto del lavoro di api che amano il polline dei fiori che crescono lungo la costa toscana è un altro che vale la pena di provare.

Molti altri sono i mieli di qualità che è difficile trovare altrove: mieli di rosmarino, di erica, di rododendro e di ciliegia marasca del Carso.

SOSTIENE CARLIN c.petrini@slowfood.it
da http://www.lastampa.it/_settimanali/ttl/estrattore/Tutto_Libri/art25.asp