Tutela Europea per il Miele della Lunigiana


News Coldiretti N. 5 - 7 gennaio 2004


Con il 2004 arriva il primo miele italiano Dop grazie alla tutela comunitaria per il Miele della Lunigiana a denominazione di origine protetta (DOP) che si aggiunge alle 134 specialità alimentari italiane che hanno già avuto l'ambito riconoscimento dell'Unione Europea. E' quanto afferma la Coldiretti nel rendere noto che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il riconoscimento e, se non verranno sollevate obiezioni entro i prossimi sei mesi, si procederà alla sua iscrizione nell'Albo delle denominazioni di origine dell'Unione Europea. Il nuovo anno porta dunque un importante risultato che - sottolinea la Coldiretti - aiuta a riscoprire le proprietà di un prodotto come il miele particolarmente apprezzato nelle ricette tradizionali per combattere i sintomi dei malanni dovuti al grande freddo, dal classico latte-miele-cognac (influenza) al mandarino con miele di eucalipto (difficoltà respiratorie) ma anche da solo come energizzante grazie all'apporto di calorie immediatamente disponibili. La zona di produzione, trasformazione, elaborazione e condizionamento della denominazione di origine protetta "Miele della Lunigiana" di Acacia e Castagno interessa - spiega la Coldiretti - il territorio collinare e montano della Lunigiana nella Provincia di Massa Carrara in Toscana e raggiunge i 1800 metri di altezza su una superficie di circa centomila ettari, al confine con l'Emilia Romagna e la Liguria. Il confezionamento del prodotto deve avvenire esclusivamente in confezioni di vetro con chiusura twist-off in formati da 30 g a un chilo ed in etichetta dovrà comparire la dicitura Miele della Lunigiana DOP di Acacia o di Castagno, oltre al luogo di provenienza che può essere indicato anche sul sigillo che si appone alla confezione. Accanto al miele della Lunigiana sono molti i mieli di qualità prodotti in Italia. La produzione nazionale di tutti i tipi di miele - precisa la Coldiretti - è stimata nel 2003 in circa 6-7mila tonnellate, inferiore di almeno il 30% alla media annuale di 10-11mila tonnellate ma superiore a quella del 2002 quando si è registrato un crollo della produzione. In Italia - continua la Coldiretti - si consumano ogni anno quasi 400 grammi di miele a testa ed operano circa 75.000 apicoltori (7.500 professionisti), con 1,1 milioni di alveari che ospitano circa 55 miliardi di api, per un fatturato superiore ai 25 milioni di Euro. Particolarmente rilevanti sono i valori dell'import spesso di scadente qualità tanto che recentemente - ricorda la Coldiretti - e' stato deciso di bloccare gli arrivi dalla Cina (che forniva oltre il 50% del fabbisogno comunitario di miele), a causa delle ridotte garanzie igienico-sanitarie e della presenza di tracce di un antibiotico proibito, ma resta comunque il rischio che si verifichino triangolazioni commerciali. Proprio per tutelare la qualità del miele commercializzato in Europa è stato richiesto anche il riconoscimento europeo del "Miele Vergine Integrale, come Specialità tradizionale Garantita (STG) ma a distanza di quasi due anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della domanda, l'Unione Europea - denuncia la Coldiretti - non ha ancora dato il via libera definitivo. Secondo il disciplinare di produzione il "Miele Vergine Integrale" - conclude la Coldiretti - deve essere estratto per centrifugazione, non deve subire trattamenti che possono modificare le sue caratteristiche e non deve essere riscaldato a temperature superiori ai 40 gradi.

IL MIELE ITALIANO IN CIFRE
Produzione nazionale 2003: 6-7mila tonnellate (-30% media annuale)
Consumi per persona: 400 grammi
Apicoltori nazionali: 75.000 (7.500 professionisti)
Alveari: 1,1 milioni
Api: 55 miliardi
Fatturato: 25 milioni di Euro
Riconoscimenti Europei: Miele della Lunigiana
Fonte: Elaborazioni Coldiretti