I talebani mettono in fuga anche le api
Islamabad
Anche le api sono vittime della criminalità che domina incontrastata le regioni controllate dalle milizie islamiche filo-talebane. Il grido di allarme arriva dalla vallata di Kalash, una delle zone più impervie e remote del Pakistan settentrionale al cofine con l'Afghanistan. "Cade l'autorità del governo centrale, svaniscono le forze di polizia incaricate di far rispettare le leggi contro la deforestazione in nome della difesa dell'economia locale. Fiorisce invece il contrabbando di legno pregiato. E così spariscono anche le api e il miele. Uno dei prodotti più antichi di questa zona sta via via estinguendosi",scrivono i giornali nella provincia di Peshawar.

Sembrerà forse poca cosa. Seppure noto e rinomato sin dall'antichità, il miele di Kalish (la mitologia antica lo conosce con il nome di "Ushniru", che significa "pulito") è sempre prodotto in quantità artigianali. Non più di 200 famiglie, che controllano 334 allevamenti, dai 1.800 metri dei paesi più bassi ai quasi 4.000 delle frazioncine in quota. In tutto una produzione complessiva che non supera i 1.400 chili annuali.

Eppure ciò che stupisce è la differenza con sei sette anni fa, quando si oltrepassavano di gran lunga i 2200 chili."In pochi anni, con la crescita del taglio delle querce, dei pini e dei cedri, le api son diventate sempre più rare. La loro quota di miele è caduta del 60 per cento e il trend resta in netta discesa. Anche la qualità del prodotto è mutata.Non ci sono più i sapori, gli odori,le caratteristiche che rendevano unico il miele del Kalash, tanto che se qui costava quasi 7 euro al chilo, a Lahore occoreva pagare almeno il doppio. Caro, per un paese dove il reddito medio resta sui 50 euro mensili", sostiene Ajaz Ahmed, esperto apicoltore che per il governo segue gli alveari delle "zone tribali".

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dal Corriere della Sera Lunedì 19 novembre 2007