Newsletter UNAAPI N. 4 DEL 28 settembre 2007
Con la presente Vi informiamo che:
1) L’esito del contenimento estivo di varroa con le diverse modalità di trattamento tampone si sta rivelando decisamente insufficiente per gran parte degli allevamenti apistici italiani. Gli spopolamenti e le perdite di famiglie d’api, in particolare in quasi tutto il nord Italia e in parte considerevole del centro Italia, sono assai rilevanti. Diverse le cause ipotizzate: da una insufficiente “pulizia” dalla parassitosi invernale a causa del perdurare di covata anche in tale fase stagionale in connessione all’inverno poco freddo, alla conseguente numerosità di generazioni di varroa, alla reinfestazione e infine alla perdita di efficacia relativa dei vari preparati in uso. Si invitano tutti gli apicoltori singoli e associati all’attento monitoraggio del fenomeno e all’attuazione di tutti i possibili interventi d’emergenza utili per provare a contenere le perdite e i danni che in molte zone saranno da considerevoli a disastrosi;

2) L’U.N.A.API. ha aderito alla Coalizione Liberi da OGM e invita a partecipare alla consultazione nazionale sugli OGM. Non tutti sanno che ben l’84% delle specie vegetali coltivate in Europa dipende direttamente dall’impollinazione degli insetti così come gran parte delle essenze spontanee. Il complesso meccanismo di riproduzione della vita vegetale è strettamente dipendente dagli insetti utili e dalle api domestiche in particolare. Un piccolo apiario amatoriale di 5 alveari può giungere a visitare in un giorno 70 milioni di fiori in un raggio di tre chilometri su una superficie corrispondente a 4.000 campi di calcio.Per poter autorizzare le culture OGM si è dovuto:
coscientemente “dimenticare” il fenomeno naturale dell’impollinazione e l’interazione ambientale degli insetti pronubi che sono indispensabili alla riproduzione della vita e al mantenimento della biodiversità;
“scordare” di valutare l’impatto di tali coltivazioni su quella parte del mondo animale che dalla relazione di reciproca sinergia con i fiori trae e dona vita;
ritenere “ininfluente” la conseguente e certa contaminazione delle produzioni apistiche.
Nei paesi che si sono piegati a tale modello agricolo l’accettazione degli OGM ha comportato, per i due terzi delle coltivazioni di piante trasformate per essere resistenti agli erbicidi, l’esponenziale incremento d’uso di erbicidi per reiterare sempre e solo monocultura con la totale scomparsa di piante spontanee, il progressivo impoverimento delle risorse di pascolo disponibili per gli insetti utili e quindi, in immensi territori, crescita della contaminazione chimica accompagnata da colossale perdita di bio diversità vegetale e animale. Nel caso invece dell’altro terzo di culture OGM, modificate per secernere sostanze insetticide, ha comportato sempre più diffusi e fondati sospetti sull’asserita attività mirata di tali pesticidi inglobati nelle piante, è infatti più che probabile che tale continua diffusione di sostanze insetticide con diversificata modalità di contatto e di impatto con il vivente possa subdolamente interferire con i meccanismi biologici e sociali di forme animali complesse e fragili quali le api.
Ciò su cui invece già oggi non vi possono essere dubbi di sorta, ma solo preoccupanti certezze è che: è ridicola e illusoria la misura di “isolamento” di 50 metri prevista dalla U.e. tra i campi coltivati a OGM e quelli vicini giacché non tiene nel debito conto l’attività della entomofauna. Le api con la loro instancabile attività disseminano il polline in un raggio di oltre tre chilometri e sarebbe veramente stolto voler trasformare le api, e gli apicoltori che le accudiscono, in diffusori della contaminazione genetica del vivente;
è certa la contaminazione OGM dei mieli e di tutti i prodotti dell’alveare nel caso di coltivazione di piante OGM visitate dalle api, quali ad esempio colza, mais, cotone ecc…Il polline, che è sempre più apprezzato quale ottimo ed energetico alimento anche per l’uomo, può addirittura risultare contaminato a soglie superiori a quelle pur elevate dello 0,9% ammesse dalla norma;
prodotti apistici contaminati da OGM sono inaccettabili per quanti scelgono e consumano tali preziose sostanze proprio per la loro purezza e origine naturale. Le coltivazioni OGM comportano gravi conseguenze di forte impatto ambientale ed in particolare espongono a immensi rischi sia l’impollinazione, sia la fauna impollinatrice e sia gli stessi prodotti dell’apicoltura. E’ necessario che siano effettuati specifici, seri e indipendenti studi prima che si possa anche solo ipotizzare di diffondere ulteriormente tali culture.
Per questi motivi l’Unione degli apicoltori aderisce convintamente alla Coalizione Liberi da OGM e invita i cittadini e gli apicoltori tutti a partecipare alla importante consultazione dal 15 settembre al 15 novembre tramite internet votando all’indirizzo: http://www.liberidaogm.org/liberi/voto.php

3) a Lazise nell’ambito della Fiera Nazionale “I giorni del miele”, grazie alla collaborazione di Aspromiele, nello stand di L’Apis, l’U.N.A.API raccoglierà le schede di voto della consultazione nazionale promossa dalla Coalizione Liberi da OGM;

4) il 21 agosto 2007 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze che aggiorna l’elenco dei beni che possono essere oggetto delle attività agricole connesse di cui all'articolo 32 del testo unico delle imposte sui redditi.
Si tratta cioè dell’elencazione dei beni prodotti e delle relative attività agricole i cui redditi, in fase di valutazione dell’imponibile ai fini della dichiarazione dei redditi, possono rientrare nel generale reddito agrario dei terreni in gestione, con le opportune valutazioni specifiche nel caso di redditi da allevamento (vedi apicoltura). Il nuovo elenco include anche la “Lavorazione, raffinazione e confezionamento del miele (ex 15.89.0)”, attività che era rimasta esclusa nella precedente classificazione e che aveva determinato difficoltà di interpretazione e valutazione dei redditi specialmente per gli apicoltori che normalmente integrano la propria produzione con acquisti di miele da altri produttori.
Nel nuovo decreto si specifica che la lavorazione, raffinazione e confezionamento del miele vengono esplicitamente incluse, anche in relazione alla legge sull'apicoltura (legge 313 del 24 dicembre 2004), ma che di fatto, anche in precedenza al decreto, queste potevano già configurarsi attività agricole.
Pertanto alla luce di questa ultima considerazione e tenendo presente che la legge sull’apicoltura definisce quali prodotti agricoli tutti i prodotti dell’attività apistica, ritengo che anche per questi le imposte vadano pagate secondo il reddito agrario del terreno disponibile.
I prodotti dell’apicoltura definiti agricoli sono: il miele, la cera d'api, la pappa reale o gelatina reale, il polline, il propoli, il veleno d'api, le api e le api regine, l'idromele e l'aceto di miele.
Ricordo infine che, oltre alle persone fisiche e le società semplici, possono optare per l'imposizione dei redditi sulla base del valore catastale dei terreni anche le società di persone, le società a responsabilità limitata e le cooperative che rivestono la qualifica di società agricola (comma 1.093, dell'art. 1 della legge n. 296/2006 – finanziaria 2007).
Comunicazione a cura di Vanni Floris
tecnico A.R.P.A.T. e consigliere U.N.A.API.
Il testo del Decreto è visionabile in linea all’indirizzo: http://www.mieliditalia.it/download/dec11luglio2007.pdf

5) A seguito delle reiterate azioni e iniziative di U.N.A.API. e dell’intera filiera del miele italiana si è, finalmente giunti al riconoscimento e all’accettazione di una dizione radicata ed equivalente per i consumatori a miele di melata.
La circolare concernente il miele di bosco pubblicata in G.U. ne liberalizza l'uso in luogo della dizione "miele di melata", riprendendo completamente le argomentazioni della lettera dell'UNAAPI del 22 aprile 2005 visionabile in linea all’indirizzo http://www.mieliditalia.it/n_mielebosco.htm
Il testo del Decreto è visionabile in linea all’indirizzo: http://www.mieliditalia.it/download/circ_miele_di_bosco.pdf

6) Sulla problematica dei pesticidi neurotossici il Ministero dell’Agricoltura si è rivolto con una lettera, seppure “per conoscenza”, alle associazioni nazionali di apicoltori facendo qualche prima e assai larvata ammissione, individuando alcune attività. l’Unione degli apicoltori ha risposto sottolineando gravi incongruenze, passi obbligati dimenticati e proponendo una nuova e diversa capacità di gestione del rischio, dell’impatto ambientale connesso all’uso di pesticidi ed in particolare al crescente utilizzo di insetticidi neurotossici.
La corrispondenza è visionabile in linea agli indirizzi:
http://www.mieliditalia.it/download/lettera_mipaaf.pdf

Francesco Panella