Newsletter Unaapi marzo 2008
In tutto il nord ovest morie di api alle prime semine di mais
Nel nord est le semine non sono ancora cominciate perché i campi sono ancora zuppi di pioggia.
Al nord ovest invece impera la siccità e le operazioni di semina del mais sono iniziate intorno a Pasqua nei terreni più fertili di pianura.
Quasi tutte le sementi di mais disponibili sul mercato sono oramai conciate (ricoperte da una polvere con un collante) con i nuovi insetticidi “neonicotinoidi di seconda generazione” prodotti dalle multinazionali della chimica Bayer e Syngenta: Gaucho, Poncho, Cruiser.
Nella semina vengono disperse polveri sottili (PM10) di veleno insetticida. La rugiada del mattino, i fiori dei fruttiferi e dei prati primaverili, le gialle distese di tarassaco, sono contaminati con un impatto ambientale “invisibile”, ma non per questo meno pericoloso, poiché anche dosi infinitesimali di tali molecole uccidono tutti gli insetti con cui entrano in contatto ed anche a chilometri di distanza dai campi di semina.
Il rapporto di causa effetto è immediato ed evidente, fuor d’ogni dubbio: iniziano le semine e gran parte delle api di campo ubriacate non sanno più tornare alla loro famiglia. Quelle che riescono a rientrare in breve tempo muoiono trascinandosi con terribili spasmi convulsivi.
Negli alveari restano solo la covata in allevamento e la casta delle giovani api (dedite alle cure di casa).
Questi apiari non produrrano...si salvi chi può
Grande esodo di alveari da tutte le zone di pianura del nord ovest. Gli apicoltori che ne hanno la possibilità cercano di portare in salvo i loro apiari fuggendo dalle pianure in piena fioritura per ritirarsi nelle zone alte e fredde dove la primavera arriverà più tardi e dove però le loro api rischiano di patire la fame.
Già dalle prime semine di mais conciato in pianura padana hanno cominciato a pervenire notizie drammatiche e inquietanti di interi apiari decimati e spopolati.
Le prime segnalazioni nei giorni di Pasqua provenivano dalla provincia di Cremona (http://www.mieliditalia.it/download/moria_bergamo.pdf) e dalla confinante provincia di Bergamo e riguardavano apiari contigui a campi appena seminati con semi di mais conciati con Poncho, dalla zona del comune di Rosate (http://www.mieliditalia.it/download/morte_rosate.pdf) a sud di Milano e anche in questo caso riguardavano apiari contigui a campi appena seminati con semi di mais conciati con Poncho e infine dal comune di Barge in provincia di Cuneo.
Nei giorni seguenti si sono aggiunte segnalazioni da Alessandria da Torino e da Cuneo, in buona parte dei territori maidicoli del saluzzese e del braidese. Le ultime e drammatiche segnalazioni coinvolgono molti apiari nel canavese.
Nel frattempo in Lombardia gli spopolamenti in enormi areali (http://www.mieliditalia.it/n_grande_fuga.htm) sono segnalati in gran parte delle province della regione.
Invitiamo gli apicoltori al monitoraggio continuo degli allevamenti, ad attivarsi capillarmente attenendosi alle seguenti indicazioni operative. La situazione, infatti, è di tale gravità da imporre la necessità di proporre un modello operativo cui attenersi.

Avvelenamenti:che fare?

La denuncia

L’elemento di maggior criticità è rappresentato dalla denuncia dell’avvelenamento subìto. Quasi sempre gli apicoltori si lamentano del danno, ma sono estremamente restii alla denuncia.
In realtà è l’elemento prioritario in quanto unico elemento oggettivo che può testimoniare l’accaduto. Si ricorda, a puro titolo di esempio, che lo scorso anno, a fronte di alcune migliaia di alveari certamente coinvolti negli avvelenamenti su girasole, non esiste alcuna denuncia ufficiale.
La denuncia va fatta al competente servizio veterinario (del territorio ove è collocato l’apiario) e deve essere accompagnata dalla richiesta della tempestiva raccolta di un campione ufficiale di api, compilando l’allegata scheda di denuncia. Sono segnalati tuttavia casi di veterinari, che non “avevano tempo”, non hanno provveduto alla raccolta del campione di api o che si sono rifiutati di provvedervi. Anche gli Istituti Zooprofilattici, così come le agenzie regionali per l’ambiente sarebbero tenuti ad una tempestiva registrazione di avvenimenti di tale gravità.
A fronte di queste difficoltà va in ogni caso registrata e tenuta in memoria la modalità, data e ora della richiesta, nonché identità dell’interlocutore che non si è attivato. In tali casi è necessario provvedere alla raccolta di un campione d’api alla presenza del testimone più “accreditato” possibile (un pubblico ufficiale, un tecnico apistico, un agronomo o perito agrario) ed è quindi indispensabile inoltrare la denuncia alla locale stazione dei carabinieri.
Si veda fac-simile denuncia ai Carabinieri http://www.mieliditalia.it/aspromiele/download/modulo_denuncia_avvelenamenti.pdf

Il campione di api

Sono estremamente importanti la tempistica di intervento, la modalità di conservazione e di trasporto del campione al laboratorio di analisi. Alcuni principi attivi sono fotolabili e non più rintracciabili già dopo poco tempo; comunque l’esposizione agli agenti atmosferici pregiudica enormemente la qualità del campione. A questa considerazione si aggiunga che alcuni principi attivi hanno azione letale sull’ape a dosaggi estremamente bassi: per l’imidacloprid ad esempio 0,03 ppb. In pratica le nostre api vengono uccise o “ubriacate” da dosaggi che sono poco più di nulla; è evidente come qualunque “errore” per quanto piccolo possa essere, può inficiare il risultato analitico. Si consiglia di raccogliere quindi campioni di api fresche, morte da poco o morenti, operando preferibilmente al mattino presto, prima dell’inizio dell’attività di volo dell’alveare per riporle quindi in contenitore pulito. Potrà sembrare superfluo, ma il campione deve essere anche sufficiente: continuano a pervenire campioni raccolti da apicoltori composti da 10 api... non servono a nulla! Un buon campione deve essere composto da almeno 100g di api (1.000 api circa). Indispensabile avere con se borsa frigo con siberini per conservare il campione sino a casa. Il campione andrà poi immediatamente congelato. Particolare cura anche per il trasporto del campione al laboratorio analisi che deve avvenire rispettando sempre il mantenimento della linea del freddo: contenitori di polistirolo a doppia parete e siberini sono indispensabili. Considerata l’importanza del tema conviene provvedere come associazione al trasporto al laboratorio; se ciò non fosse possibile appoggiarsi ad un corriere affidabile che garantisca la consegna entro le 24 ore.
Si veda Istruzioni per la raccolta di campioni e Questionario: http://www.mieliditalia.it/download/questi.doc

Il laboratorio

Nel passato alcuni campioni di api sono stati inviati a laboratori che non possedevano la necessaria strumentazione analitica/competenza, con il risultato per noi drammatico che a fronte di un campione di api certamente avvelenato l’esito dell’analisi è stato negativo. Bisogna insistere ed ottenere che il campione sia con certezza inviato a un laboratorio adeguato come quello del CRA-Apicoltura (ex INA) o come Floramo, in provincia di Cuneo. E’ anche possibile convenire di procedere al prelievo di molteplici campioni: uno verrà da noi inviato a un laboratorio di nostra fiducia, l’altro seguirà la strada prevista dal servizio veterinario.

Far circolare la notizia

Il fenomeno degli avvelenamenti di api in concomitanza con la semina del mais è enormemente più diffuso di quanto non sembri a una prima analisi superficiale. A fronte di poche segnalazioni che parrebbero far ritenere limitato il problema, in realtà si scopre poi nel tempo relazionandosi con gli apicoltori che gli apiari coinvolti sono in numero enormemente maggiore.
L’esito della nostra inchiesta invernale è che, per ogni apiario intossicato conosciuto, ve ne sono come minimo ben altri dieci per cui l’apicoltore colpito si limita a mugugnare nel suo piccolo giro di conoscenze.
L’obiettivo è, se non riuscire a far fare da tutti la denuncia, almeno riuscire a sapere il nome di tutte le aziende e la collocazione e dimensione di tutti gli apiari.
A tal fine sottoponiamo all’attenzione di tutti gli apicoltori e uomini preoccupati per lo stato dell’ambiente l’ultima nostra argomentata denuncia che individua tutte le fallanze del sistema autorizzativo degli insetticidi e che denuncia l’insieme delle più o meno motivate debolezze e titubanze se non addirittura connivenze dei vari soggetti in campo:
http://www.mieliditalia.it/download/relazione_apat.pdf
Ai seguenti indirizzi inoltre sono scaricabili:
Fac-simile denuncia alla locale stazione dei carabinieri http://www.mieliditalia.it/aspromiele/download/modulo_denuncia_avvelenamenti.pdf
Istruzioni per la raccolta di campioni in caso di avvelenamento di api causato da fitofarmaci http://www.mieliditalia.it/download/denuncia_questionario.pdf
Questionario mortalità anomali e spopolamento di alveari
http://www.cra-api.it/online/morie_api.htm
Alleghiamo infine il primo comunicato stampa congiunto U.N.A.API. - LegAmbiente
Novi Ligure, 30 marzo 2008
U.N.A.API. (Panella Francesco)