Come, quando, incominciare. Quanto polline raccogliere.

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Inserimento della sola struttura generale della trappola senza alcun ostacolo ( griglia o cassettino) una decina di giorni prima dell'effettivo raccolto?

-Attenti alla prima ora, alle furbizie svicolatrici delle api al primo giorno!

-Rubare solo il dieci per cento di polline. Sì, ma come si fa a certificarlo esattamente? Necessità di verificare alcuni facili visivi criteri esterni all'alveare: A) recentissimi ciuffi d'erba alti quanto un palmo di mano; pallottoline polliniche trasferite all'arnia vistosamente panciute. B) Criteri interni all'arnia : sei favi di covata; polline insilato anche in settori laterali sia a destra che a sinistra adiacenti all'ultimo favo-materassino verticale di covata.- Inserimento contemporaneo della griglia pigliapolline a tutte le arnie di una stessa fila?- Mai troppo presto? Non troppo tardi? "Occhio" ( orecchio) alle indicazioni canore del " vecchio" merlo. -Soluzioni solitarie.... -Produzione pollinica con tollerabili concessioni di brevissime violenze temporali-(umidità relativa) verso il polline stesso? -Quanti giorni, quante ore di raccolta? .... Proposte generali e specifiche. -Consigli perfezionistici solo per chi può attuarli. Un mielario sul nido covata ed una rete zanzariera da propolizzare sul mielario stesso fattori sufficienti per una ottima aerazione contro il caldo estivo?

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-Servizio meteo, valevole... una intera stagione per il solo Piemonte.

Le annotazioni che seguono fanno riferimento a situazioni climatiche meteo del Piemonte, ecosistema ( gr. : eko, eco= ambiente) in cui l'acacia fiorisce verso i primi di maggio e dove le api iniziano la loro millenaria sconvolgente avventura sciamatoria dal quindici aprile in poi.

Una volta si credeva che una popolazione da " sempre" presente in una precisa area fosse stata concepita, generata da quella terra stessa. Simile gente era ed è chiamata autoctona (gr.: autos= stessa; kqoh, kzon= terra)

Agli stimati amici autoctoni del Centro-Sud (autoctohos, autoctonos,) il dover apportare a questo diario operativo le dovute necessarie locali anticipazioni o posticipi di date.

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Ci sono trappole che allorquando si vuole far cessare la rapina pollinica quotidiana costringono l'operatore a togliere l'impalcatura generale della trappola. Simili attrezzature che non permettano un facile innesto della sola ruba polline perché un tutt'uno con l'intelaiatura generale generano sempre inutili dirottamenti viari.

Modelli costruiti sia pure con griglia inamovibile (tipo Lega) ovviano a questo inconveniente inserendo intelligentemente, pro tempore, soltanto il cassettino nello spazio ingressuale.



Effettivo inserimento della sola intelaiatura portante generale anche al fine importantissimo di "profumare" la trappola con il tipico odore della famiglia d'api.

Al museo del Prado di Madrid si possono ammirare due innocenti ragazze nude che in un quadro intitolato " El olfato"(Louis Lagrenee-1725) inspirano, estasiate, lo stesso profumo floreale. Immaginiamo ugualmente un nutritore per api, esterno, in legno, cm 25 per 25 cm. Le api, visitandolo, con ghiandoline site tra " le dita dei loro piedini", unitamente ad altri "odori", lo intridono di profumo. Se improvvisamente fosse sostituito il tutto con uno uguale ma privo del precedente odore, le api, immancabilmente indugerebbero parecchio, prima di riplanare sullo stesso posto. Un giorno ho voluto cambiare una trappola inserita al centro di tre arnie, con una nuova, ad uguale struttura. Molte api in arrivo non solo sono piombate nella vicina villetta ma taluna di loro ha preferito addirittura una terza postazione, a sinistra. E' fondamentale, quindi, che già per questo motivo la intelaiatura generale della trappola, sotto porticato e tettoia in plastica, vada inserita dieci o almeno cinque- giorni prima del raccolto programmato. Soltanto ad integrale odorazione, quando le api come le due ragazze del Prado avranno finito di inspirare-espirare lo stesso totalizzante "profumo" si inserirà la griglia che diventerà, ma solo in quel momento, un marginale e superabile ostacolo.

-Attenti alla prima mezz'ora di raccolto, al primo giorno del funzionamento griglia...

Innestando la trappola del polline sulla nuda parete all'ingresso dell'arnia, senza un porticato sovrastante, con pareti laterali che combacino con la trappola, l'ape tenterà per giorni interi di entrare lungo il perimetro esterno della stessa.

Da qui la necessità che la balconata, il porticato di cui abbiamo antecedentemente parlato, sia il più possibile proporzionato alla trappola. Per i primi prelievi pollinici dovrà essere necessaria, absolute, una eventuale otturazione con materiale erboso ( Vedi più avanti il discorso sui Criteri visivi esterni: ciuffetti d'erba) da pressare tra l'intelaiatura del porticato e la ruba polline. I primi momenti sono importantissimi. Creano riflessi condizionati al punto tale che se in sintonia con le nostre attese rimarranno sonnecchianti così per tutta la stagione. Nella trappola Fedrizzi, con un facile trucco, togliendo semplicemente uno scalino, le api vengono sospinte in maniera naturale, flussoriamente ad oltrepassare una grossa griglia, sempre sotto covata. Dopo mesi di questa abitudine le api insisteranno a passare ancora da quella griglia, da " sotto" la covata, perdendo polline nonostante l'ingresso sia stato riportato alla viabilità normale. (Continuare, quindi, con la Fedrizzi a mantenere ugualmente il cassetto per una settimana. Salveremo del polline destinato ignominiosamente a finire per terra...)

In pratica. Dopo mezz'ora, un'ora, dall'inserimento griglia, sarà già utile curiosare il cassettino per constatare se siano o meno presenti la normale preventiva prevista quantità di pallottoline. Ci si accorgerebbe subito se le api hanno scoperto qualche altro modo di entrare a casa loro dribblando la griglia proposta e passare da ( per noi) impensabili fessure, addirittura dal retro arnia. Si eviterà così, solo alla sera, di trovarci davanti al "vacuum" assoluto..

Rubare polline sì, ma solo il dieci per cento!! Però, però.. Come si fa a quantificarlo?

Basta risolvere assieme al vostro ragazzo, quinta elementare, un problema aritmetico: a griglia inserita si contino cento api che entrano nell'arnia con il loro duplice zainetto - con il polline infisso nel pelino delle terze zampe. ( La foto in questione ha saputo cogliere veramente l'attimo fuggente. Un'arnia a cui è stato cambiato lo "chalet" invernale con una nuova asciutta, causa odori nuovi costringe perfino una bottinatrice a dover avvertire olfattivamente della cosa le colleghe con la ventilazione delle ali. Un'altra ape pollinatrice sosta per il medesimo motivo ma per fare ciò sceglie nientemeno che la stessa schiena un po' scomoda dell'amica)

Anche per motivi di volo, di pesi bilanciati sulle stesse ali, dato che ogni ape rientra sempre con due palline, il materiale caduto nel cassetto, se asportato loro totalmente dalla griglia, dovrebbe risultare di duecento entità. Si contino, invece, le palline effettivamente presenti nel cassetto. Supponiamo siano venti. Si moltiplichino le cento api transitate con le loro teoriche duecento pallottoline (100 api per 200 palline). Il tutto mi darà ventimila. Si divida questo 20.000 "teorico" per le venti effettive del cassetto. Se si tiene presente l'inserimento della virgola esigita dalle regole sulle percentuali risulterà che solo un dieci per cento di polline è stato asportato. Ventimila diviso venti palline reali = 1.000; Cento api per 200 palline teoriche = 20.000.

Trappole che asportino il dieci per cento sono accettabilissime. Alcuni ritengono "legali" perfino quelle che sottraggono il 60.

-Ogni arnia, annualmente, a seconda dell'entità della popolazione e la durata dell'allevamento (Piemonte o Sicilia!) consuma 20-40 kg di polline. Notare che parliamo di consumazione. A ciò dovrà essere aggiunto tutto quello che le api saggiamente accatastano per i loro bisogni invernali.

-Solo per completezza storiografica pollinarola segnalo che esistono pure trappole con doppia griglia pigliapolline ma ciò rimanda alla storia di chi volendo guadagnare a tutti i costi sperava di aver abituato il proprio asino a non mangiare assolutamente nulla, con le ineluttabili mortali conseguenze. Queste trappole a doppia griglia, ad esoso ingresso stellare che permette solo a pochissime api di entrare senza essere rapinate, vengono utilizzate su particolari colture in cui si desidera una massiccia impollinazione. Constatando il perdurante sempre poco polline nella tipica zona a mezzaluna sovrastante il reparto maternità (covata) le povere api in questione si intestardiscono a riempire quel loro settore essenziale triplicando forzatamente le uscite. Le stesse volonterose api poi pena sicuro decesso anticipato ed invernale anche per stress da turbamenti psichici da continui inspiegabili scippi subìti, dovranno per forza essere integrate con favi di polline di altre colleghe.

(Ma noi... comunque queste bravate le lasciamo fare solamente ai" bruti" di professione.)

In realtà quotidiane, invece, a gestione normali, umane, se tutto è andato bene, di solito, un piccolo apicoltore come me, a fine stagione, operando saggiamente su una ventina di arnie, constata di aver raccolto soltanto una ventina di chilogrammi di polline.

Se già una sola arnia produce una trentina di chilogrammi come si può essere definiti rapinatori restando a livelli così minimi.

In Tunisia ho visto un pastore berbero mentre puliva particolari oggetti utilizzati per limitare la suzione del latte da parte dei piccoli di mamma dromedaria. Quegli attrezzi "mammari"( lat.: mamma= seno, mammella) gli consentivano di far avanzare alla genitrice dromedaria un po' di latte anche per personale consumo. Anche all'apicoltore è richiesta questa forma di saggezza berbera. Non deve assolutamente "suggere" in maniera scriteriata tutto il polline delle arnie.

Quando incominciare a "rubare" il polline?

Risposta generale: allorquando si riscontrano precisi criteri visivi interni ed esterni all'alveare.

Criteri visivi esterni all'alveare: A) consistenti nuovi ciuffi d'erba;

pallottoline vistosamente grosse; albicocchi, ciliegi orgiasticamente in fiore.

Il poter strappare consistenti ciuffi d'erba primaverili per spessorare le intercapedini della trappola con la balconata protettiva, per me, è un altro grosso-pachiano (gr.: pakis, pachis= grosso, pachiano, pachiderma) dato empirico stagionale per iniziare con tranquillità il prelievo pollinico. Quando anche la normale erba, cioè, è già ad una certa altezza, indica di certo che pure altre migliaia di fiori sono ad uno stadio pistillare linfatico femminile e staminico pollinico maschile usufruibili dalle api. (La nostra foto su questo argomento erba vuole essere anche didattica. Non mostra solo api in gara su alberi della cuccagna ma apine giovani "scosse" per terra dall'apicoltore da un favo di covata. Se lui stesso non le salverà riportandole manualmente all'ingresso per loro sarà la fine)

 

 

Pallottoline grosse

Si inserisce la griglia con utilità effettiva solo se le pallottoline risultano sufficientemente grosse da essere "costrette alla resa" durante l 'attraversamento dei fori grigliari.E' utile pure forse non dimenticare che in montagna nella iniziale fase di fioritura del castagno la presenza di granuli è talmente minuta che questi sfuggono del tutto alla trappola. Dopo, invece, il castagno stesso diventerà un fornitissimo supermercato pollinico, soprattutto anche con conseguente notoria efficacissima titillazione ghiandolare ceripara delle api che si scateneranno in prolungate "turche"essudazioni al fine di ottenere nuovi profumati esagonali invidiabili favi.

 

Le fruttifere in pieno rigòglio

-Hermann Hesse in la "favola d'amore" annota che "Dio diviene mondo nella realtà dei colori". Anche per l'apicoltore segnale visivo cromatico inebriante per iniziare o continuare la raccolta del polline è appunto imbattersi pure in una profusione di colori di piante fruttifere (albicocche, peschi, ciliegi, peschi, meli) O.K.



B)Criteri visivi interni all'alveare : presenza di sei favi di covata. Polline anche lateralmente, a destra-sinistra, nel favo adiacente l'ultima covata.

Criteri visivi interni all'alveare

Ad avvenuta profumazione della intelaiatura col tipico odore di famiglia si potrà aggiungere (anche) la griglia o il cassetto soltanto se... nell'arnia ci sono sei favi di covata. Anche con quattro di questi "materassini matrimoniali verticali", personalmente, sovente inizio parziali rapine verso il 20 marzo sull'albicocco ma solo allorché il tempo è in perfetta sintonia con una altrettanto ( supponiamo) esuberante fioritura di tarassaco.

Polline nei favi centrali

A fine marzo, normalmente dall'alto, ( in visione polare-Polo nord- direbbero gli specialisti), partendo dalle periferie, la normale successione dei favi nell'arnia si presenta così: Miele-Polline-Covata-Covata-Covata-Covata-Covata-Covata-Polline-Miele. Ebbene quando si nota che il polline è stivato parzialmente anche nei favi adiacenti l'ultima covata di destra e sinistra, abbiamo un sicuro segnale, una radiografia rasserenante, dell'avanzato stato di benessere dell'arnia.

 

Le api- come si sa- depositano inizialmente il polline solo negli scaffali-celle vicine al loro primo primaverile brefotrofio perché le nutrici lo abbiano a portata di bocca per miscelarlo alla pappa reale per le grassotelle larvicine presenti ...; solo in un momento stagionale, foraggescamente ricco, stivano polline anche in settori laterali alla covata.



Fuchi dall'asilo all'Universita'

Abbiamo visto finora che si può tranquillamente inserire la griglia quando ci sono almeno sei favi di covata; se, oltre che sopra e ai lati della mezzaluna delle covate centrali, è presente polline nei favi adiacenti le ultime nasciture;

-Altro importante criterio visivo interno all'arnia è quello di notare fuchi non solo in età adulta, ronzanti e vagabondi, ma anche in tutti gli altri stadi della loro vita evolutiva: uova-larve scoperte o chiuse con i tipici copriculla-opercoli a formato rigonfio (convessi). Spiegheremo forse il tutto in altra occasione con uno studio tedesco di Imkerfreund, Weiss K. n, 1, 85, la cui sintesi è la seguente: in caso di necessità alimentare grave le "nostre" tenere operose femmine dell'alveare, per prima cosa fagocitano ( greco : jago: fago= mangiare; antropofago;) trangugiano, sventrano "serenamente" le larve nella pappa reale, che altro non sono che i loro nascituri fratelli fuchi

-Inserimento contemporaneo della griglia a tutte le arnie di una stessa fila

La griglia ( o il cassetto ostacolante l'ingresso) andranno messi contemporaneamente a tutte le arnie d'una medesima fila, altrimenti le api porteranno la borsa della spesa presso le accoglienti invitanti vicine di casa la cui porta non presenti analoghe ostruenti difficoltà. Soltanto la trappola Fedrizzi - Apimondia '99 o similari, con griglia sotto la covata evitano queste derive.

Soluzioni solitarie.

Per chi volesse utilizzare l'unica trappola acquistata potrà isolare gradatamente l'ultima arnia d'una batteria facilmente trasportabile solo se appoggiata su lunghi supporti tubolari, sostitutivi dei pesanti singoli monoblocchi cementiferi di sostegno. Basteranno tre metri di lontananza dal posto iniziale. Effettuare ogni volta 50 cm di trasferimento, indugiando qualche giorno nelle singole fermate.

1) Possedendo soltanto quattro trappole, andranno spostate nella maniera descritta, altrettante arnie ; 2) Si può equipaggiare esclusivamente una fila se questa ha una sua specifica traiettoria viaria.

 

Consigli perfezionistici soltanto per chi può attuarli:

Mai inserire l'ostacolo rubapolline troppo presto; mai la sera precedente. Meglio verso le otto del mattino. Mai fin troppo tardi

Personalmente inserisco l'ostacolo rubapolline lasciandolo ( quasi abitualmente) sul posto per tre giorni consecutivi (Vedi apicoltura on line. Polline ?? . parte seconda?..). Ciononostante per i più bravi e fortunati ubiquitari-onnipresenti, con molto piacere, desidero pure suggerire queste raffinatezze ottimali

Già aprendo il mielario, il secondo piano di casa, la mansarda dell'arnia, si notano api addette al settore imprese funebri che proprio da lì sopra, approfittano di quella nostra momentanea ispezione per alzarsi in volo, stile elicottero con zavorra a bordo e portare fuori colleghe decedute...

-Non si va mai a trovare un'amica al mattino presto, a meno che non si sia gravemente e reciprocamente innamorati l'uno dell'altro. La conoscente si troverebbe a disagio avendo la casa quanto meno un po' in disordine.

Anche le api dedicano le prime ore mattutine a traslochi funebri, al riassetto della sala parto, alla raccolta degli opercoli: proprio mordicchiando l'opercolino che le rinserrava caldamente proteggendole nella culla. Come la Drosophila, (moscerino dell'uva), i fiori di cactus del deserto di Atacama (Cile), anche molte api sforano l'opercolo, il cappellino invernale da notte della nonna, (preferibilmente) durante la notte.

-Inserire la pigliapolline alle primissime ore del mattino costringerà le api ad ammassare le decedute della notte a ridosso dell'interno griglia.

-In certi periodi, costretto a partire presto da casa, mi sono rassegnato a mettere in funzione la griglia alle 6,30. Soltanto al rientro delle 17, quindi, in omaggio all'ordine cimiteriale igienico napoleonico di progettare camposanti fuori paese e non più attorno alla chiesa del villaggio, anche le mie api potevano trasferire finalmente le loro morte "fuori borgata", all'esterno.

Esiste il fondato sospetto che fin dal mattino insistano in quel ripetuto sforzo alienante. La trappola Apimondia '99, risolve egregiamente questa difficoltà dei detriti, in maniera semplice, solo gravitazionale.

Potendolo, non prolungate il prelievo fino a sera inoltrata.

Protraendo la raccolta pomeridiana del polline fino ad ore preserali (20,00) il prelievo del cassetto o l'innalzamento liberatorio della griglia, comporterà qualche fastidio in più perché molte api sono sistemate lungo la parete posteriore del cassetto continueranno l'ancoraggio (propolizzazione) al resto dell'arnia. Se, infatti, ci si imbatte in famiglie dal grande senso della pulizia al propoli basta una sola giornata, un'intera nottata, per avere difficoltà nella estrazione dei cassettini. Sovente questi si squasseranno nei ripetuti tentativi liberatori.

Il sottoscritto ovvia a questa difficoltà-come già detto- facendo col trapanino due mini fori vicino alle angolazioni del cassetto.. Ciò permetterà di annodare un filo flessibile che resterà ondeggiante a mancorrente sul davanti del cassettino. Parlo di filo e non di un facile aggancio per le mani perché anche questo indurrebbe le api a cercare attorno a lui per noi inimmaginabili possibili ingressi. Tirando questo filo mancorrente si potrà "scollare" i punti propolizzati che oppongano resistenza.

- Agli inizi della mia trentennale raccolta pollinica più di una volta ho voluto, proprio per motivi di sperimentazione, inserire la griglia alla sera precedente. Pur avendo tutte arnie dotate di tettoia in plastica a difesa del cassettino pollinico, protette contro il naturale depositarsi in verticale della rugiada, di buon'ora, specie in aprile, se eccessivamente ingrossati perché inumiditi, parecchi granellini di polline restavano impigliati nelle maglie della rete a griglia a difesa soprastante il cassettino, ostruendo il passaggio alle successive pallottoline in caduta.

Se la giornata, poi, persisteva nel restare nuvolosa, tale da non asciugare naturalmente per nulla il materiale caduto dalle zampine, la situazione peggiorava ...Devo precisare, però, che a parità di condizioni ambientali igrometriche, solo alcune trappole e con specifico polline (grossezza oltre la media delle pallottoline, oleosità della Colza)... Solo alcune rubapolline restavano vistosamente intasate. Le altre non risentivano per nulla dell'inserimento preserale. Tutte le palline terminavano ugualmente al fondo del cassettino come se questo fosse stato inserito nelle ottimali ore mattutine.. Complessivamente, però, devo dire che specie con un ottimo meteorologico mese di giugno, luglio, l'inserimento serale della griglia, apisticamente, non presenta controindicazioni igroscopiche proibitive. Consiglio, comunque, se possibile di non fare come me ed evitare normalmente la notte che con la sua dose di umidità silenziosissimamente fa scattare sempre la sua azione demolitrice. Per il polline raccolto, anche dopo tre giorni di degenza nel cassettino. prima di insilarlo nei vasetti per il frigo, per sicurezza - l'ho suggerito già-lo sottopongo direttamente per una decina di minuti al sole o se piovesse al momento del raccolto, a dieci minuti di riscaldamento termico con termostato magnetico prima di passarlo in freezer assieme all'altro polline in attesa dell'unica essiccazione generale.

In confidenza: "E' meglio non agiate operativamente come me"

"Mai troppo presto, mai fino a troppo tardi"-dicevamo. Si inserisca, invece, se possibile ogni giorno la griglia verso le otto del mattino, ora solare, perché prima, tra l'altro, l'umidità non permetterebbe il formarsi della tipica asciutta polverulenza pollinica adatta alla peluria assemblante delle bottinatrici.. A chi ha la fortuna di essere in pensione, di sbocconcellare il tempo come vuole, consiglio appunto i precedenti accorgimenti nonostante il sottoscritto stesso recuperi abitualmente il polline soltanto di tre giorni in tre giorni.

Uno spazzolino nuovo

-Per coadiuvare le api che con le zampette calpesteranno i granuli imbrigliati spappolandoli sempre più, volendo dare loro una mano, con uno spazzolino, alla prima occasione, sarà utile strigliare di tanto in tanto le zone a maglie reticolari che pur lasciando cadere il polline nel cassetto lo difendono dai molti estimatori che giurano sia sempre proprio "dolce naufragare in questo mare"

(NB. A scanso di equivoci preciso immediatamente che la storia (vera) a seguire circa il merlo di due anni, sarà letta fruttuosamente solo da chi possiede un autentico animo poetico; per i clinicamente stitici, invece, resi tali proprio anche per la mania di esigere sempre concetti in pillole, mi corre l'obbligo psicologico di avvertirli subito di passare alla titolazione prossima dei Dieci giorni consecutivi decisamente proibiti. D'accordo? Grazie.)

Attenti al merlo.. di due anni!

Per i giorni di ferie, per i sabati liberi, se volete fare le cose con calma, mettere la griglia quando vi pare, senza ricorrere all'orologio, rimanendo addirittura a letto con chi vi vuol bene, vi suggerisco questo sperimentato programma orario canoro:

1) sappiate che sono solo trascorsi sei minuti dall'alba se sentirete cantare la sterpazzola; 2) la seguirà il fringuello con appena otto minuti di ritardo. Quest'ultimo lo potrete udire da molto lontano, perfino da due chilometri...

La voce umana ha suoni compresi fra gli 80 e 400 hertz. Una soprano ne ha 1500. Il fringuello che canta per voi otto minuti dall'alba supererà gli hertz della stessa Callas. 3) Il luì (con l'accento finale) vestito in verde tenuo vi annuncerà che sono passati 23 minuti... 4) Quando percepirete il merlo ed il tordo ne saranno trascorsi 44. Ma ricordate che sarà soltanto il merlo di due anni a darvi questa sveglia. Il merlo giovane di un anno indugerà, come voi, assonnato, sotto la sua alcova fogliare.

Quando udrete la tortora piagnucolona sappiate che sono trascorsi ventisette minuti dal sorgere del grande astro. Giulietta nell'ultima unica notte d'amore, prima della tragedia, dice a Romeo: "Puoi ancora stare qui un po' perché sta cantando l'usignolo notturno...!" "No - risponde Romeo - devo assolutamente andare perché non è l'usignolo quello che sta cantando ora; si tratta dell'allodola messaggera dell'alba...!"

C'è un solitario pettirosso che riesco a curiosare affettuosamente da soli pochi centimetri di distanza attraverso il foro d'un cartone applicato al vetro del davanzale sul quale porgo in precedenza piccole cibarie per la sua parca eterea sussistenza.

Quando canterà lui sono già trentaquattro i minuti del sole ad Oriente.

Diciotto milioni di italiani, qualche anno fa, hanno votato un referendum, sia pure perdendolo di poco, nella speranza che la caccia ed i pesticidi cessassero di continuare a distruggere questo sempre più raro mondo bucolico. Comunque sia, sono certo che, se pur non avrete tutta questa mia variopinta fortuna canora ornitologica agreste, un amico, anche in città, non vi mancherà di certo: il passero che canterà per voi un'ora dopo l'alba.

Su una delle mie gaggie, una Robinia pseudoacacia, la femmina merlo ai due maschi che le fanno una corte spietata cantando, ore ed ore, risponde solo con sommessi e languidi pigolii. La natura per non esporre la femmina a pericoli "inutili", anche esclusivamente solo sentimentali, ha stabilito che canti a squarciagola solo il maschio.

Tra gli uomini, invece, volendo, fortunatamente anche la donna sa cantare, può sempre rispondere acusticamente con gioia. La sua voce - dicevamo - vanta addirittura 1500 hertz (di questo genere sono le stesse onde sonore che ci portano le telefonate affettuose o meno, le radiocronache sportive..).. Il duetto per gli uomini è normalità in tutte le stagioni, per tutte le età.

Nei vostri sabati feriali, dopo aver cantato alla vita assieme a lei, con il via libera del pettirosso e di tutti gli altri amici canori, andate finalmente ad inserire la rubapolline.

Siete già leggermente in ritardo!

( Grazie per aver letto tutti il brano precedente!)

Dieci giorni consecutivi di raccolta pollinica: decisamente proibiti!

Chi troppo vuole nulla stringe. Arnie con trappole a tempo esageratamente continuato, statisticamente, rendono meno di quelle inserite a tempo parziale. Provare per credere. Dopo giorni e giorni in sequenza le api diventano espertissime in contorsioni. Pur premesso ciò, in linea di massima, la griglia non dovrà mai superare i 7-10 giorni consecutivi.

Da questo diktat operativo apisticamente invalicabile si possono ricavare varie soluzioni che presenteremo fra poco...

Kundyard Kipling ha sentenziato: "Una volta che l'odore dell'Himalaya si è insinuato nel cuore dell'uomo costui finirà certamente dimentico di ogni altra cosa, ritornerà su quei monti". Cesare Pavese scrisse che "nessuna ragazza è bella come una collina". Alcuni apicoltori clinicamente sospetti come gli scalatori dell'Hymalaya, affermano ugualmente che "nessuna donna è bella come un alveare". E' per questo che le loro mogli, nonostante siano più fascinose delle colline pavesane, sovente li devono trascinare fuori dall'apiario, fuori da quel mondo d'ali, dotato del brusio fonetico marino, della seduzione degli odori montani...

Raccomandandovi di fare una sintesi tra la bellezza delle colline, tra il fascino delle arnie e quello di vostra moglie; pregandovi di ottenere il suo benevolo permesso per ripetute trasferte in apiario, vi sottopongo queste combinazioni d'orario:

A) Sulla fioritura avanzata del castagno: potete riservare tre giorni di raccolta pollinica per voi.

Una giornata con ingresso libero lasciarlo alle api. Altre tre per voi.

B)Sempre sul castagno. Cinque giorni di libera uscita per le api. Un sabato ed una domenica di polline tutto vostro.

( Solo per i pochi fortunati onnipresenti. Nei giorni prescelti sopra si possono pure realizzare specifiche fasce orarie con relative pause ( vedi foto api in panciolle): Dalle 8,00-12,00; Dalle 8.00-19.00; Dalle 8.00-11,30 ( Pausa. Ripresa alle 15.00-18.00)

 

 

 

 

Periodi stagionali

Circa la raccolta pollinica abbiamo già formulato generiche indicazioni riguardanti fasce orarie, giorni consecutivi, intervallati o meno, ecc...

Per quanto riguarda globali periodi stagionali, riassuntivamente, ecco un collaudato e reiterato programma: nell'Hinterland torinese (La Loggia) zona geografica botanica dell' apiario, e a Trana per la sua transumanza, utilizzo ( con obbligatori intervalli richiesti) a pieno ritmo le trappole verso i primi di aprile, ad iniziata fioritura dei ciliegi.

Raccolgo, cioè, il polline dai primi giorni di aprile fino all'inizio della fioritura della Robinia pseudoacacia (5-10 maggio).

( Altro momento relax dopo quello del merlo). -Quando in sala da ballo entra una donna bene " carrozzata", l'attenzione dei maschi presenti, per qualche tempo, nonostante il grande affetto per chi rotea tra le loro braccia, viene (quasi) del tutto focalizzata per la nuova arrivata. Facendo sgocciolare all'ingresso dell'arnia un cucchiaino di miele, se in altra occasione ciò procurerebbe saccheggi e l'immediato intervento delle padrone di casa, durante il raccolto sull'acacia le api incredibilmente non notano quel seducente regalo glicifago neppure lì, sullo zerbino. Polline e addirittura covata passano in secondo ordine. L'acacia, per l'occasione, è la " ballerina" di turno polarizzante ogni interesse delle api.

E' inutile, quindi, l'inserimento delle trappole in questo periodo dell'acacia. Non solo inutile, ma, direi controproducente perché dimezza la velocità di carico e scarico delle api. Sull'acacia ogni aspirazione della cannuccia ligulare ( lat. : ligula= lingua) delle api riempie la loro variopinta autobotte addominale.

Dopo la Robinia si può riprendere la sottrazione pollinica dal 25 giugno ( circa) fino alla sua naturale dissolvenza. Direbbero i Carmina burana di Carl Orff: "Fino a quando la primavera suggerà al seno dell'estate".

Ad avanzata fioritura del castagno.

In montagna (750 s.l.m.) dalla avanzata fioritura del castagno (25 giugno) si può proseguire la raccolta pollinica fino ai primi di agosto.

-Solo per gli incontentabili avari molièriani, ritornati in pianura, a metà settembre, sarà ancora tollerabile qualche giornata di raccolto.

Ottima ventilazione garantita con un mielario a rete zanzariera pigliapropoli

Sapendo che tutto il materiale apistico, per l'intera stagione, dovrebbe essere abitualmente custodito dalle stesse proprietarie bionde figlie del sole, per non interrompere questo loro preziosissimo processo antimicrobico, se "globalmente" mi risulta che " l'apiario è sano, che non ha cioè evidenti palesi sintomi di malattie varie...dopo aver smielato l'acacia (10 maggio-20 giugno), restituisco a ciascun'arnia i favetti da mielario svuotati, da suggere, appunto, perché continuino a riverniciarli con la loro sanitaria propoli.

La prassi estiva di avere sempre un mielario palafittato sopra alla covata, meglio se separato dal nido con escludi regina, è garanzia utilissima di buona aerazione. Eviterà intasamenti alla griglia. Non basta. A tutte queste famiglie forti a fine giugno assegno un'altra incombenza, specificamente utilitaria per me. Sostituisco, cioè, il coprinido dello stesso mielario con una rete semplice zanzariera perché le api la intasino certosinamente con propoli- resina. (Vedi Come raccolgo la propoli..)

Ed ora stop. Devo proprio terminare. Il merlo, il fringuello, la sterpazzola hanno già cantato più volte.... A presto. Con immutata stima.

Rodolfo Percelsi. La loggia, Via Po, 83. 10040.(To) Tel. fax con preavviso 011 9627976. adolfope@tin.it