I report di Gianni Savorelli alla lista aol-mondoapi Maggio 2001


Data: Sun, 27 May 2001
L'effetto dell'escludi regina sullo sviluppo degli alveari
dagli atti della conferenza tedesca di ricerche apistiche 96

Gli alveari in prova sono stati scelti il 22 marzo. Gli otto che avrebbero ricevuto l'escludi contavano circa 8500 api. Quelli che non lo avrebbero ricevuto circa 7500.Alla posa dei melari i due gruppi erano circa uguali. Il 24 maggio gli alveari con escludi contavano circa 15200 api. Quelli senza circa 14500.
Le famiglie con escludi hanno raggiunto il massimo della popolazione a metà giugno con 26000 api. Quelle senza ai primi di luglio con circa 30.000 api. Quando gli escludi sono stati tolti al 16 agosto, le popolazione "senza" erano più forti di circa 1300 api. Per ciò che riguarda la covata, alla selezione del 22 marzo le famiglie con escludi avevano circa 8000 celle. Quelle senza 7200. Al 12 aprile entrambi i gruppi avevano 21000 celle. Nei tre controlli successivi , gli alveari con escludi hanno mostrato chiaramente una quantità di covata minore ( circa 3000 celle al 4 maggio- al 24 maggio circa 4500 celle)
Gli alveari senza escludi sono dunque risultati complessivamente più popolati. La produzione con escludi è risultata da l 12 aprile al 17 maggio di 11 kg. In quelli senza di 17 kg
Dall' 8 giugno al 16 agosto il gruppo con escludi ha raccolto 67 Kg. Quello senza 72KG.
Da questi dati i ricercatori hanno concluso che:
l'escludi ha un effetto di limitazione della covata ( circa il 10% in meno )
gli alveari risultano di conseguenza più deboli
la sciamatura risulta incoraggiata
la produzione di miele è minore
Le conseguenze dell'inserimento dell'escludi si sentono nella misura massima sei settimane dopo la posa
Dopo 12 settimane le famiglie senza sono più forti di quelle "con", e producono di conseguenza più miele


Data: Fri, 25 May 2001
Un carcere per insetti

A differenza di quelle europee, le api sudafricane sono capaci, con un lavoro di squadra, di arrestare e imprigionare gli invasori Le api da miele sudafricane adottano una politica di incarcerazione, per controllare un parassita degli alveari che al momento sta terrorizzando le loro cugine europee. Un piccolo maggiolino che vive negli alveari, Aethina tumida, nativo del Sud Africa, ha infatti raggiunto il vecchio continente, dove sta creando problemi alle api locali, Apis mellifera spp., nutrendosi delle larve in via di sviluppo e delle riserve di polline. Le api sudafricane, Apis mellifera capensis, sono invece capaci, con un lavoro di squadra, di arrestare e imprigionare gli invasori. Questo comportamento è stato scoperto da Peter Neumann della Martin Luther University di ]Halle, che ha osservato le api per 57 giorni. [ ] I piccoli maggiolini sono come dei carri armati, protetti da una corazza che rende inutili le punture delle api, con cui esse si difendono normalmente da parassiti e predatori. Per questo motivo, le api operaie spingono i maggiolini in crepe e angoli dell'alveare, dove fanno turni di guardia per impedirne la fuga. Le api poi sigillano i parassiti con una linfa vegetale collosa, lasciandoli morire di fame nella loro nuova prigione. Se ci sono troppi parassiti perché si possano imprigionare permanentemente, allora le api cercano di mantenerli sotto scacco il più possibile e, contemporaneamente, costruiscono un secondo alveare altrove. Anche le api europee utilizzano la stessa strategia contro altri parassiti, ma lasciano invece i maggiolini sudafricani liberi di fare danni, semplicemente perché non li conoscono. In America lo stesso parassita è arrivato nel 1996, e solo l'anno scorso ha causato oltre tre milioni di dollari di danni agli apicultori della Florida. Neumann, P. et al. Social encapsulation of beetle parasites by Cape honeybee colonies. Naturwissenschaften (in stampa).


Data: Fri, 25 May 2001
Meccanismi riproduttivi dei microrganismi

Virus
I virus sono le forme di vita più semplici fra quelle conosciute. Sono costituiti da un involucro di proteine che racchiude il materiale genetico. Non sono in grado di replicarsi da soli, ma hanno bisogno di una cellula ospite. La infettano e la costringono a produrre un gran numero di copie di sé stessi, ognuna delle quali va ad infettare un'altra cellula.
Per adattarsi all'ambiente i virus possono produrre mutazioni con patrimonio genetico differente ottenute per riproduzione sessuale, che avvengono all'interno della cellula ospite.
I filamenti dell'acido nucleico del DNA si rompono e parte del genoma di una si lega a parte dell'altro. Il processo, che porta il nome di ricombinazione, porta alla comparsa di nuovi ceppi diversi da quelli di partenza.
La ricombinazione è responsabile della continua variabilità dei virus ( ben noto il caso di quello dell'influenza ) .

Batteri
I batteri hanno tre modi di riprodursi:
scissione cellulare ( riproduzione asessuata ) -il singolo individuo duplica il suo DNA e si divide a metà dando origine a due cloni. E' una modalità di replicazione estremamente veloce che permette la generazione di una popolazione di un miliardo di batteri in dieci ore.
coniugazione ( riproduzione sessuata ) - un batterio produce un filamento all'esterno della sua membrana cellulare e quando incontra un batterio della spetta specie lo aggancia. Quando le cellule sono a contatto, si apre un varco nelle membrane e piccoli frammenti di DNA circolare ( i plasmidi ) si trasferiscono da uno all'altro e si inseriscono nel materiale genetico.. Questo processo produce mutazioni nel ceppo originario. Inoltre, i batteri, muovendosi nel loro ambiente, incontrano numerosi frammenti di DNA di diversa provenienza e li assorbono tutti. Se il DNA è compatibile, lo integrano al loro. In caso contrario digeriscono.
Spirulazione -il batterio produce una spora, una sorta di uovo contenente il materiale genetico, che germinerà non appena troverà le condizioni ideali. Le spore sono molto resistenti alle avversità e possono rimanere in questo stato di latenza per molto tempo.

Funghi
I funghi non sono nè piante nè animali. Un regno a sè che comprende almeno un milione e cinquecentomila specie. Ogni specie ha la sua particolare modalità riproduttiva.. In genere si scindono o formano spore., che germineranno dando luogo a nuovi individui. In caso di ambiente ostile ricorrono alla riproduzione sessuata per aumentare la loro variabilità genetica


Data: Thu, 17 May 2001
Allevamento di regine in famiglie con regine regolarmente presente
Hebrew University of Jerusalem

E' stata studiata l'accettazione e il successivo allevamento di cupolini reali innestati e inseriti in colonie in cui la regina era presente e del tutto libera di muoversi.
Le larve inserite nei cupolini sono state allevate dalla colonia senza particolari connessioni con la presenza o assenza della regina nella stessa pare dell'alveare. La prova è stata effettuata in luglio e agosto, in cui la sciamatura è assente.
Commento è verosimile che siano state usate arnie Langstroth a doppio corpo e questo potrebbe facilitare la cosa. Il effetti la tecnica di produzione di pappa reale nel doppio melario con arnia Dadant ha diverse assonanze. Sembra che in colonie di grandi dimensioni si possano by passare in certe situazioni ( particolarmente con copioso raccolto ) i sistemi feromonali che presiedono all'inizio di costruzione delle celle e che mettendone di già iniziate le api dicano..." beh, se qualcuno le ha iniziate significa che noi le dobbiamo finire "
In pratica, da ciò si potrebbe elaborare un metodo veloce per sostituire ( o almeno tentare ) la regina


Data: Sat, 12 May 2001
Peste americana :sviluppo e prevenzione
Francis Ratnieks Università di Californi Bee World 4/92

Epidemiologia
Le larve vengono infettate consumando le spore presenti nel cibo.
Le spore germinano nel lume intestinale delle larve.
La forma vegetativa del batterio riesce a proliferare nell'emolinfa della larva che viene rapidamente infettata solo quando ha meno di due giorni. 20 spore costituiscono la DL 50 ( quantità di spore che infetta il 50 % dei test ) di infezione delle larve di un giorno. Ne sono invece necessarie milioni per infettare larve di 4 giorni.
Le larve infettate muoiono circa nove giorni dopo. La maggioranza delle spore si forma dopo successivi due giorni. La covata infetta può venir rimossa da api igieniche ancora prima della formazione delle spore.
Se ciò non avviene, la scaglia risulterà poi difficile da rimuovere. In alcune colonie le api riescono ad eliminarle asportando per masticazione l'intera parte della cella a cui la scaglia è aderente.
Le larve che successivamente vengono allevate in celle che hanno contenuto lave colpite hanno dall'8 al 19% di probabilità di contrarre l'infezione. Le api addette alle pulizie finiranno probabilmente per infettare la covata quando diveranno nutrici.
L'azione di trasmissione delle spore può venire tuttavia estremamente ridotta dall'azione del proventricolo digestivo dell'ape.
Questo funziona in tutto come un filtro che trasferisce spore e grani di polline nel tubo intestinale. L'eliminazione viene poi effettuata attraverso le feci.
L'attività di trofallasi invece tende a diminuire l'effetto positivo della digestione delle spore.
La peste americana può persistere per anni a livello endemico in un alveare prima che sintomi evidenti possano essere osservati

Tecniche di sterilizzazione di materiale
Esistono oggi disinfettanti di nuovissima generazione , abilitati per l'utilizzo in campo alimentare ,in grado di effettuare la sterilizzazione di materiale apistico in 20 minuti circa Possono essere disinfettate tutte le parti in legno ( arnie, telai, nutritori , soffitte, melari etc. ) in plastica ( nutritori ), attrezzatura varie di mieleria etc e quant'altro ne abbia necessità. Possono anche essere disinfettati favi vuoti. in 3/5 minuti La sterilizzazione del legno del telai vecchi ( in genere ancora in buone condizioni anche dopo moltissimi anni d'utilizzo ) e il loro riutilizzo è particolarmente interessante dal punto di vista economico visto l'irrisorio costo del disinfettante.
Altresì risulta di notevole importanza, in questo periodo di forte incidenza della patologia, cercare di abbassare quanto più possibile il livello di presenza delle spore nel materiale ( ormai pressochè ubiquitario ) in maniera da rimanere quanto più possibile sotto la soglia di manifestazione di sintomi clinici.

 

Savorelli Gianni