COMMISSIONE SANITARIA UNAAPI - BOLOGNA 11 LUGLIO 2000

 

Si è riunita a Bologna, presso l'INA, la Commissione Sanitaria dell'UNAPI. Erano presenti tecnici ed operatori di settore di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Toscana e rappresentanti degli Istituti Zooprofilattici.

Scopo dell'incontro era relazionare sui risultati delle prove di campo svolte nei mesi scorsi, mettere a punto i protocolli operativi e programmare i lavori per i prossimi mesi

La discussione si è incentrata sui seguenti punti:

  1. Utilizzo di acido ossalico durante la stagione produttiva.

La prova è in via di attuazione da parte dell'istituto Nazionale di Apicoltura (Emilia Romagna), di Apilombardia e di Aspromiele .

La stessa prova, eseguita dall'INA lo scorso anno, ha dato i seguenti risultati:

L'utilità di questo tipo di trattamento risiederebbe nella precocità dello stesso. Famiglie con infestazione molto alta non potrebbero altrimenti sopravvivere.

La scelta di questo acido organico rispetto ad altri è determinata dalla facilità di utilizzo e dalla minore concentrazione richiesta.

Scopi e modalità della sperimentazione:

- verificare l'efficacia di ripetuti trattamenti di acido ossalico effettuati nel corso della stagione produttiva;

- valutare eventuali danni o disturbi alle colonie;

- confronto con trattamento tampone tradizionale a base di ApiLife var.

2. Comparazione di alcuni formulati a base di timolo.

Questa sperimentazione ha lo scopo di porre a confronto diverse metodologie di trattamento estivo contro la varroasi basate sul timolo posto su substrati diversi. In particolare si è cercato di individuare un tipo di cartone con una superficie tale da assorbire la corretta quantità di prodotto da somministrare. Ciò consentirebbe un più agevole utilizzo del prodotto (immergere i cartoncini in bacinella con la soluzione a base di timolo, in modo che questi - per le loro dimensioni - assorbono esattamente la quantità desiderata). Oltre a velocizzare le operazioni, tale metodo consente di non utilizzare siringhe di plastica che si rovinano, mentre quelle di vetro sono costose.

Si sono cercati cartoni molto assorbenti in modo da utilizzare una superficie minore, poiché inizialmente l'evaporazione è proporzionale, anche, alla superficie.

Il cartone individuato è del tipo "bianco vegetale tipo svedese".

Una superficie di 20cm x 6cm, spessore 2,5mm assorbe 20 ml di soluzione (10 gr di timolo).

Sono state eseguite prove di evaporazione sotto cappa: si è verificato che mentre ApiLife Var rilascia il prodotto gradualmente in 10 giorni, il timolo su cartoncino rilascia il 45% del prodotto il primo giorno.

Quest'anno le prove verranno eseguite dall'INA, da Aspromiele, da Apilombardia e dall'Apitoscana (Zani).

Per ogni prodotto si determinerà l'efficacia acaricida e verranno valutati gli effetti negativi eventuali sulle api.

3. Utilizzo di Apiguard nella lotta alla varroa.

La commissione sanitaria sta preparando un protocollo operativo per l'utilizzo di questo prodotto a base di timolo per quanti, apicoltori, tecnici del settore, associazioni, siano interessati ad effettuare delle prove di campo con dosi e modalità di somministrazione differenti.

I primi dati non permettono ancora di azzardare conclusioni, ma pongono le basi per la stesura di un protocollo di sperimentazione per l'individuazione delle dosi e delle modalità di applicazione più adeguate.

Anche le prove dello scorso hanno avevano dato risultati contrastanti in regioni italiane diverse.

Ciò che è stato verificato è che il prodotto, posto alla base dell'alveare, non è efficace.

4.Prove di resistenza al coumaphos.

Le prove condotte in Lombardia hanno evidenziato che, laddove non è mai stato utilizzato il coumaphos, questo ha un'efficacia del 99%, mentre in quelle province dove si utilizza da 2-3 anni l'efficacia è sensibilmente inferiore essendosi verificati fenomeni di resistenza da parte del parassita Varroa jacobsoni.

Si è dimostrato valido ed applicabile l' apposito protocollo operativo per la determinazione della resistenza al coumaphos.

5. Progetto Nosema.

Il nosema rappresenta un problema spesso sottovalutato dagli apicoltori, poiché apparentemente poco visibile, in realtà la sua azione si rileva nei mesi successivi, quando le famiglie entrano in produzione con scarsi risultati.

Quest'anno l'inverno non è stato molto rigido, ciò non ha aiutato le famiglie, poichè il nosema, che si sviluppa tra i 10 e i 37 °C, ha trovato le condizioni ottimali per moltiplicarsi.

In Lombardia e in Piemonte è stato fatto un monitoraggio in primavera per fare una prima valutazione dell'entità del problema. A settembre si continuerà la prova secondo quanto descritto dal protocollo operativo messo a punto.

Gli apicoltori sono stati invitati a segnalare eventuali apiari che presentano i sintomi caratteristici del nosema.

Verrà proposto un pubblico questionario per rilevare l'incidenza della patologia.

 

Luca Bonizzoni

Responsabile Commissione Sanitaria U.N.A.API.