I report di Gianni Savorelli
Novembre 2010


Proceedings of the American Bee Conference 2010
EFFECT OF TRANSPORTATION ON HONEY BEE PHYSIOLOGY
Huanga, Z.Y., K. Ahna, J. Riddlea & J. Pettisb
Abstract
L’apicoltura attuale prevede lo spostamento delle famiglie di api su grandi distanze a scopo sia di impollinazione di particolari colture che di produzione di miele. Non vi sono però in pratica conoscenze sugli effetti di questi spostamenti sulla fisiologia delle api. Per questa ragione sono state condotte tre serie di esperimenti per cercare di comprendere gli effetti del trasporto sulla fisiologia delle api . Per ogni esperimento ,api appena nate da una famiglia scelta sono state divise in due gruppi .Ogni gruppo è stato inserito in una famiglia migratoria M (migratory) o stazionaria S (stationary) – Si sono così formate delle coppie di famiglie geneticamente uguali ma sottoposte a differenti esperienze di vita. In entrambe le prove le api selezionate avevano l’età di una settimana ed hanno sperimentato il trasporto all’età di 3-5 giorni . Nella terza prova il gruppo M è stato trasportato per 900 km al giorno per 3 giorni . In questo terzo esperimento sono state testate api di età da 7 a 17 giorni che hanno viaggiato in età da 3 a 6 giorni e 13-16 rispettivamente.
Si sono misurati i seguenti parametri :ormone giovanile (JH) nell’emolinfa ,quantità di lipidi nell’addome, proteine totali nella testa e torace e dimensione della ghiandola ipofaringea. La dimensione della ghiandola ipofaringea è risultata significativamente più piccola nelle famiglie migratorie. Questo potrebbe esssere dovuto al fatto che le api non possono consumare polline normalmente quando vengono trasportate con effetto avverso sulla ghiandola. Tutti gli altri parametri sono risultati analoghi fra i due gruppi .
Sorprendentemente l’effetto della migrazione sulla dimensione delle ghiandole ipofaringee su api di 17 giorni si protrae più a lungo di quanto ci si potesse aspettare.


Proceedings of American Bee Research conference 2010
MOUNTAINSIDE WINTERING IMPROVES COLONY STRENGTH AND SURVIVAL OF HONEY BEES IN SOUTHERN CALIFORNIA
Eischen, F.A., R.H. Graham & R. Rivera
Abstract
Si è esaminato l’effetto dell’interazione di un programma di nutrizione invernale combinato a condizione climatica fredda-ventosa sull’invernamento vicino Santa Ysabel, California (altitudine. 914 m). Un eguale numero di colonie locate a Fallbrook, California (altitudine. 219 m) è servito da controllo. Il test è cominciato il 7 Settembre 2008 a Holtville, California (Imperial Valley). Le famiglie sono state assegnate a caso ai due gruppi di invernamento (n = 50), i.e., e così gestiti: 1) montagna nutrito continuamente 2) montagna nutrito discontinuamente 3) collina nutrito continuamente 4) collina nutrito discontinuamente .
Senza nessuna relazione con il tipo di nutrimento ricevuto le famiglie invernate in montagna sono risultate più forti di 1,5 favi circa .I nidi di covata sono risultati più piccoli nelle famiglie invernate in montagna di circa un favo . Nelle famiglie di collina è stata osservata raccolta di polline . Cosa non avvenuta in montagna.Le famiglie invernate in montagna mostrano una maggior aspettativa di vita delle api rispetto a quelle invernate in collina.
Al 15 Febbraio le famiglie montagna sono risultate più grandi di quelle di collina, riuscendo anche a bottinare più polline fine inverno .
Una semplificata analisi costi-benefici sembra indicare che i voli improduttivi durante l’inverno sono un fattore negativo .
Da ciò consegue che la maniera migliore di invernare le api là dove non vi è continua disponibilità di polline è una sistemazione climatica che limiti i movimenti improduttivi.


Veterinary Microbiology Volume 145, Issues 1-2, 28 September 2010, Pages 129-133
In vitro growth-inhibitory effect of plant-derived extracts and compounds against Paenibacillus larvae and their acute oral toxicity to adult honey bees
Jaroslav Flesara et.al.
Abstract
26composti naturali appartenenti a varie classi chimiche (flavonoidsi alcaloidi, terpenoidi) e 19 estratti crudi di piante sono stati testati IN VITRO per la loro capacità antibatterica nei confronti di 3 stirpi di P. larvae,agente causale della peste americana . Tra le sostanze individuali sanguinarina (MIC 4 μg/ml), seguita da timoquinone, capsaicina, trans-2-esenal e acido nordidroguaiaretico (MIC 4–32 μg/ml) mostrano la migliore capacità inibente nei confronti del patogeno.
Per quanto riguara gli estratti Humulus lupulus L.e Myrtus communis L. mostrano i migliori effetti di inibizione con minima concentrazione inibente ( MICs) da 2 a 8 μg/ml. E' stata anche valutata la tossicità acuta orale degli elementi maggiormente attivi mostrando che non risultano tossici a concentrazioni maggiori di 100 μg per ape.


Apidologie 29 July 2010
The effects of four crop protection products on the morphology and ultrastructure of the hypopharyngeal gland of the European honeybee, Apis mellifera
Kevin Heylen et.al.
Abstract
Questo studio descrive l’effetto di dosi subletali di 4 fitofarmaci sulla dimensione e morfologia delle ghiandole ipofaringee delle api in studio e sul ritmo di cescita delle famiglie in studio.Infatti questa ghiandola svolge un ruolo essenziale nella nutrizione della covata e nel rifornimento di cibo proteico di tutto l’alveare.
Contaminando api di età di 7 giorni con Captan, Imidacloprid- Indoxacarb-Fenoxycarb- si è osservato che una settimana dopo il trattamento gli acini delle ghiandole risultano significativamente più piccoli nelle api trattate. La valutazione al microscopio elettronico non mostra in pratica differenze di forma delle ghiandole dopo applicazione di Captan, Imidacloprid o Indoxacarb. Dopo applicazione di Fenoxycarb gli acini ,mostrano oltre alla diminuzone di dimensione una situazione granulare e citoplasma disorganizzato rispetto al normale.


Ethology Volume 116, Issue 7, pages 608–618, July 2010
Nest-Site Defense by Competing Honey Bee Swarms During House-Hunting
Juliana Rangel, Sean R. Griffin, Thomas D. Seeley
Abstract
Gli animali che vivono nelle cavità devono spesso difenderle dagli intrusi,particolarmente quando il loro numero è limitato.La competizione per le dimore è particolarmente forte quando gruppi multipli della stessa specie migrano nello stesso tempo. Questo può decisamente essere il caso delle api durante il periodo di sciamatura.Si è voluto perciò studiare la possibilità che gli sciami di api entrino in competizione e difendano potenziali dimore.Sono state realizzate adeguate condizioni di studio e filmate le interazioni nei pressi dell’arnia esca utilizzata.Si è scoperto che quando le api scout di diversi sciami esplorano contemporaneamente la stessa arnia ( o cavità ) assumono un comportamento antagonista. Il livello di aggressione dipende esclusivamente dal numero di api di ciascuno sciame presente .Quando si trovano nell’arnia solo fino a tre api scout esse raramente combattono.Se però le scout ( esploratrici ) di uno sciame aumentano di numero le cose assumono una piega diversa.Se il nnumero diviene da 4a 20 contro una -tre api dell’altro sciame, quelle in maggioranza assumono un comportamento di ronzio all’entrata e aggrediscono le rivali fino ad ucciderle . Quando uno sciame raggiunge il controllo dell’arnia (20 o più api contro zero ) alcune delle esploratrici presidiano l’entrata impedendo l’entrata di api di altri sciami.

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