Strage di alveari «È colpa dei veleni»


Martedì, 19 Aprile 2005
Casi segnalati a Ponte, Fontanelle e Piavon
«Salvata solo una delle 24 casette»
Oderzo
(a.f.) È strage di api. Il simpatico insetto ha vita sempre più dura nell'opitergino. L'ultimo caso è quello di un apicoltore pontepiavense: su 24 alveari gliene è rimasto solo uno di api vive. «Fino a qualche settimana fa - racconta Domenico Cappellotto - le api erano tutte attive. Poi ad uno ad uno hanno cominciato a morire gli alveari».

L'uomo punta il dito contro i veleni che vengono impiegati in agricoltura. «Purtroppo - dice - c'è gente che non va tanto per il sottile. E le prime a farne le spese sono le api che vanno a succhiare il nettare ed il polline dalle piante. Se queste ultime sono avvelenate muoiono.

Ad ogni modo campioni di api morte sono già stati inviati all'Istituto zooprofilattico per le analisi del caso. Nel contempo ho inoltrato la relativa denuncia tramite l'Associazione provinciale apicoltori». Altri casi vengono segnalati da Fontanelle.

Le api sono morte anche nell'apiario didattico realizzato alla scuola professionale di Piavon, dove c'è il Museo nazionale di apicoltura. «Su nove alveari - commenta amareggiato il professor Claudio Graziola - ce ne è rimasto uno vivo.

Ci sono dei prodotti per l'agricoltura che in Francia sono stati vietati mentre qui continuano ad essere usati. Ma non è solo questo. La campagna sta scomparendo, al suo posto i capannoni nascono come i funghi. Le siepi sono quasi introvabili. Sui frutteti vengono usati degli olii anticrittogramici dannosi per le api. Ditemi voi dove questi poveri insetti si possono rifugiare». L'ape è la prima, sensibilissima spia, dell'inquinamento dell'ambiente. Se l'insetto muore vuol dire che le condizioni non sono proprio buone, men che meno per l'uomo.

da Il gazzettino online