UnApi

Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani

Riconosciuta dal MIRAAF quale Unione di Associazioni di Produttori con D.M.9596348 del 28-11-1996


Circolare n°6 del 3 agosto 2001 alle Associazioni e agli enti competenti in Apicoltura

Già nel 1999/2000 avevamo dato notizia di gravi fenomeni d’intossicazione e spopolamento degli alveari in diverse zone d’Italia: Alto Adige, Trentino, Cuneese su fruttiferi, Piacentino, Emilia, Trevigiano su vigneti.

Nel 2001 le segnalazioni di fenomeni gravi e diversi si sono moltiplicate:

A fine stagione avremo un quadro più completo ma già da ora possiamo dire che tutto ciò non è più tollerabile.

Segnaliamo un’iniziativa di protesta dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie Centro Apistico Regionale.

Chiediamo ai singoli apicoltori, alle associazioni apistiche, agli istituti di ricerca del settore di sviluppare iniziative di monitoraggio e di sensibilizzazione dei servizi fitosanitari regionali, dei servizi di assistenza tecnica agli agricoltori, delle confederazioni agricole delle agenzie e delle associazioni per la tutela ambientale.

Probabile "annullamento"del Decreto di Pecoraro Scanio di abolizione dei limiti altimetrici all’apicoltura bio.

Come molti ricorderanno la cera dei favi è stata individuata quale "carta di tornasole" della corretta procedura di lotta ad alcune patologie nelle Linee Guida per il Controllo del metodo di produzione biologico in apicoltura.

Come, però, sovente capita, quando si alza un sipario su una materia poco conosciuta e studiata, la realtà (dei residui comunque accumulati nella cera) è apparsa molto più complessa e gravida (di residui) di quanto non si pensasse.

Residui dei trattamenti e residui da ciclo di lavorazione.

La convocazione di un incontro ad hoc di tutte le parti in causa è stata da noi voluta proprio con la finalità di superare una protratta fase d’empasse e dotare il sistema di certificazione di un dato di riferimento che assuma una valenza operativa che: non agevoli i "furbi" ed invece renda percorribile la conversione a quanti siano seriamente interessati al metodo di produzione bio in apicoltura.

L’incontro del 17 luglio, a Bologna, ha verificato una buona e qualificata presenza che ha visto partecipare alla discussione: A.G. Sabatini e M. Lodesani dell’INA, L. Persano Oddo dell’ISZA, P. Carnemolla di FIAO, M. Morselli di AIAB, F. Di Biase di Bioagricoop, A. Todisco di IMC, R. Setti di CCPB, M. Valentini di FAI, A. Dettori quale pioniere e tecnico del bio in apicoltura ed il sottoscritto per UNAAPI.

I contributi degli istituti di ricerca hanno consentito una discussione tecnica di buon livello ed un confronto su due ipotesi diverse di limite accettabile.

Si è, quindi, pervenuti all’individuazione di un limite massimo provvisorio accettabile di 200 ppb di Coumaphos e 100 ppb di fluvalinate nella cera dei favi del nido così come nei fogli cerei (da apicoltura convenzionale) idonei alla conversione.

Gli antibiotici e l’amitraz non rischiano, generalmente, di residuare nella cera per cui saranno ricercati nel miele, mente altri p.a. ed altri esterofosforici non sono ad oggi stati usati in modo significativo da motivare la determinazione di soglie di accettabilità giustificate da derive di varia natura.Per tali principi attivi pertanto la soglia è data dal limite di rilevabilità (che si fa di anno in anno più basso e preciso).

Su tali limiti la FIAO e gli organismi di controllo hanno dichiarato che assumeranno deliberazioni precise che vincoleranno ed orienteranno il loro operare.

E’ di tutta evidenza che se questi sono i limiti massimi di partenza i dati dei riscontri analitici,con un corretto operare nella lotta sanitaria, dovrebbero nella singola azienda apistica migliorare (e sensibilmente) con il tempo.

Salta, peraltro, agli occhi di tutti la necessità di un notevole salto qualitativo delle procedure di trasformazione dei pani di cera in fogli cerei come di un deciso e necessario investimento (anche economico) di tutti i soggetti implicati in riscontri analitici.

Ovvero per ogni partita di fogli cerei, nel caso di rinvenimento di residui, sarà necessario accertare se questi sono conseguenti a pratiche sugli alveari od ad "arricchimenti"nel processo di trasformazione.

L’U.N.A.API. si impegna a svolgere nel corso del prossimo inverno verifiche sulle capacità ( limite di rilevabilità ed affidabilità del dato) ed efficienza (ripetibilità) dei vari laboratori ed auspica (caldamente) che uno o più laboratori possano collocarsi quali riferimenti per l’insieme dei soggetti implicati nel settore apicoltura bio.

Abbiamo in proposito richiesto un protocollo cui attenersi con le buone norme per effettuare prelievi sia in partite di pani di cera che di fogli cerei che contiamo di poter proporre entro breve tempo.

L’U.N.A.API. si impegna a convocare entro un anno analogo incontro per monitorare l’efficacia del limite provvisorio proposto ed affrontare altre eventuali problematiche inerenti il controllo.

In conclusione di una soddisfacente e fruttuosa riunione, abbiamo dovuto prendere atto, ancora una volta, della difficoltà delle nostre istituzioni a procedere in modo coerente ed efficiente nella promulgazione di norme chiare e condivisibili.

Il decreto firmato da Pecoraro Scanio per correggere una imperdonabile castroneria sui limiti altimetrici all’apicoltura bio contenuta in un altro decreto sempre a firma di Pecoraro Scanio andrà, probabilmente, in "prescrizione"per mancata pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Sarà nostra cura non scoraggiarci e cercare di sottoporre al nuovo Ministro Alemanno l’esigenza che tale correzione di castroneria sia messa in atto.

La nuova direttiva comunitaria sul miele sarà sottoposta al parere del Parlamento Europeo in aula a settembre.

Distinti saluti.

Francesco Panella

Presidente UNAAPI