UnApi

Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani

Riconosciuta dal MIRAAF quale Unione di Associazioni di Produttori con D.M.9596348 del 28-11-1996

Novi Ligure, 3 novembre 1999

Circolare n°8 alle Associazioni e agli enti competenti in apicoltura

 

  1. la manifestazione " Sant'Ambrogio aiutaci tu" a Milano del 23/10/1999 è stata una grande successo. Sia in termini di partecipazione che di adesioni da parte del mondo delle istituzioni, della politica, dei movimenti.
  2. Siamo in attesa di una risposta del Commissario Prodi e degli altri interlocutori cui è stata inviata una lettera aperta da parte dei promotori della mobilitazione di Milano.
  3. Abbiamo inviato al MIPAF una proposta perché l' assunzione di criteri omogenei nell'applicazione del Reg. 1221 non penalizzi gli apicoltori e le loro associazioni.
  4. E' convocata la Commissione Sanitaria dell'U.N.A.API. per i giorni 16 e 17 dicembre troverete la convocazione sul retro.
  5. Vi alleghiamo l'informazione e la documentata critica al grave comunicato stampa della FAI in merito alla direttiva comunitaria in via di emanazione sul miele.Vi chiediamo di operare in merito per le necessarie verifiche e di esprimere con chiarezza la Vostra determinazione per:
    1. ottenere davvero un buona direttiva
    2. non consentire che vengano diffuse notizie false in nome e per conto del settore apistico
    3. riparare il grave danno inferto alla battaglia, nel mondo della comunicazione e della politica, con la riaffermazione di una volontà unitaria di tutto il settore apistico.

Francesco Panella

Presidente U.N.A.API

 

 

 

Sede operativa: strada Tassarolo 22- 15067 Novi ligure (AL)

Apertura ufficio Venerdì ore 9-12

Tel. 0143 323778-Cell. 0335 6279401-Fax 0143 314235

E mail :frapane@tin.it

 

 

 

 

La Commissione sanitaria dell'U.N.A.API è convocata per i giorni 16 e 17 dicembre 1999. L'incontro si svolgerà a Rimini presso l'Hotel Villa Rosa Riviera in Viale Vespucci , 71 e si articolerà in due mezze giornate per facilitare chi arriva da lontano.

Nella prima sessione di lavoro dal titolo" Varroa e dintorni" a partire dalla ore 14.00 del 16/12/99 tratteremo i seguenti temi.

. Il punto della situazione

  1. Quanta varroa c'era negli alveari?

Questo l'ho provato io... relazioni di chi ha lavorato su.....

  1. apilife Var

Altri guai in arrivo

Al termine della prima sessione di lavoro verranno fatte delle comunicazioni sull'Haccp e sui corsi organizzati e organizzabili.

A metà del pomeriggio interromperemo i lavori per un coffee-break. alle 20.00 ceneremo e se necessario continueremo i lavori dopo cena

Nella seconda sessione di lavoro a partire dalle ore 9.00 di venerdì 17 Dicembre tratteremo i seguenti temi

I lavori della mattinata saranno spezzati da un coffee-break. e si concluderanno con un pranzo previsto per le ore 13.00.

Confidando nella vostra partecipazione , colgo l'occasione per porgere i più cordiali saluti

Il coordinatore della commissione sanitaria

Luca Bonizzoni

Attenzione informazioni importanti e utili per i partecipanti

E' necessario prenotare i pranzi o il pernottamento telefonando o inviando un fax ad Adria Congrex Parco Federico Fellini 3, 47900 Rimini Tel. 0541/ 56404 Fax 0541/56460 La quota di partecipazione giornaliera in camera singola è di Lit. 140.000 in camera doppia di Lit. 116.000.

La quota si intende al giorno per persona e include il trattamento di pensione completa in Hotel a 4 stelle, la partecipazione ai lavori congressuali e i coffee-breaks

Per chi non intendesse pernottare è prevista una tariffa Meeeting Day di Lit: 53.000 comprendente utilizzo della sala lavori un coffe-break e un pasto bevande incluse.

L'Hotel Villa Rosa Riviera è facile da raggiungere . si trova a 5 minuti dal centro storico, 3 minuti dalla stazione ferroviaria e a 15 minuti dal aeroporto Miramare . Autobus n° 10/11 fermata 12. Auto uscita autostrada A14, Rimini Sud direzione Marina Centro (Piazzale Kennedy).

Nota bene : La partecipazione alla commissione è gratuita per tecnici o dirigenti delle Associazioni dell'UNAAPI. e per i ricercatori ed i dipendenti del servizi veterinari .

Per chi altro volesse partecipare ai lavori della commissione è prevista una quota di L 50.000 per ognuna delle due sessioni (contributo ai costi di gestione Commissione Sanitaria U.N.A.API.)

 

SBATTI IL FALSO IN PRIMA PAGINA

Punto per punto: il falso e il poco chiaro del comunicato della FAI

Il giorno della manifestazione, il giorno del massimo impegno.Mentre i pulman mangiavano i chilometri da ogni parte d'Italia un comunicato stampa della FAI veniva recapitato in ogni redazione, in ogni sede politica: l'Ue ha mollato la presa....gli emendamenti del parlamento europeo saranno in buona parte integrati al nuovo testo della direttiva, viene ripristinato l'obbligo di menzione del paese d'origine del miele extracomunitario, resta solo il divieto agli stati membri di legiferare per valorizzare i propri mieli di qualità

C'è qualche novità effettiva?

L'unica novità risale alla lettera del gruppo miele del COPA-COGECA del 14 di settembre nella quale si comunica che i tempi di esame della direttiva si dilatano e che la Commissione ha, finalmente,formalizzato in un testo organico la sua proposta di direttiva riproponendo la truffa sulla menzione in etichetta dell'origine geografica.

Il 19 di settembre il dott. De Giovanni del Ministero dell'Industria presentava il nuovo testo nel pubblico convegno di Castel San Pietro, e la Commissione veniva sommersa e ridicolizzata dalle critiche di tutti gli oratori, fra cui il Prof. Adornato del MIPAF.

C'è un qualche fondamento per una notizia urlata ai quattro venti in totale contrapposizione alla campagna per la difesa del miele naturale?Quali sono le fonti ben informate?

No! Non c'è alcun riscontro né dalle forze politiche, né dal COPA-COGECA, né dai ranghi delle amministrazioni.

Ma, allora, perché questo lancio, in grande stile, di una notizia che tende a distogliere la tensione e l'attenzione dalle problematiche della legislazione sul miele? Perché una notizia che ha quale unico obiettivo e ragione lo smontare la mobilitazione in corso nel paese?

Alcuni giornali,infatti,riportano che per FAI/Confagricoltura la questione miele è ben risolta.

Per senso di responsabilità, e perché non abbiamo tempo e spazio da perdere, evitiamo di porci e proporvi il quesito sulle possibili ragioni di un gesto tanto grave.

Ci limitiamo a denunciarlo con forza. Ci limitiamo a pretendere spiegazione.Ci limitiamo ad invitare la FAI a cambiare totalmente rotta.Ci limitiamo a constatare che, arrecato un notevole danno alla battaglia dell'apicoltura italiana, si può esprimere,se si vuole, uno sforzo comune per superarlo.

Certo la responsabilità va attribuita a chi tale comunicato l' ha scritto ed ha profuso tutte le sue energie per diffonderlo.Quanti gli sono accanto, sanno, che possono, se vogliono, porvi rimedio e lavorare per il bene dell'apicoltura.La nostra disponibilità unitaria è totale, non abbiamo alcun interesse di bandiera e l'abbiamo dimostrato in ogni occasione.

Per quanto ci riguarda,pur feriti alle spalle, non molleremo fino a quando non raggiungeremo il risultato.

Ne abbiamo le forze e la capacità, la volontà, s'è ben visto, non saranno le menzogne a fermare la battaglia dell'apicoltura italiana e mediterranea

Data la gravità del comunicato in questione siamo costretti a pubblicarlo a diffonderlo, accompagnato da brevi note, affinché tutti gli apicoltori abbiano documentazione del grado di totale irresponsabiltà cui si è giunti da parte di un "esponente"associativo apistico..

Siamo pienamente disponibili a dare ampio spazio ed a costruire occasioni di confronto se la FAI o qualunque altro responsabile associativo od apicoltore vorrà provare a rispondere alla valanga di quesiti da noi posti

U.N.A.API.

(nel riquadro[tra doppi apici-N.d.R.] viene riportato il comunicato FAI, in grassetto corsivo le note e i quesiti U.N.A.API. )

MIELE: LA FEDERAZIONE APICOLTORI ITALIANI NON SCENDE IN PIAZZA CONTRO LA DIRETTIVA COMUNITARIA E SPIEGA PERCHE'

"Noi non scenderemo in piazza: il nostro lavoro continuerà nelle sedi istituzionali, nei luoghi deputati alla azione politica e di rappresentanza degli interessi in gioco. E' qui e non per strada, infatti, che le posizioni di una parte sociale si possono esprimere compiutamente portando a casa anche importanti risultati. E' finito il tempo in cui si dava retta solo a chi urlava di più. La nostra classe politica è più preparata di una volta al confronto e alla concertazione".

Al di là delle esilaranti considerazioni sulla nostra classe politica non si capisce come quando e perché la mobilitazione di piazza civile, ordinata e propositiva debba risolversi in" un urlare di più" e non debba e possa essere uno dei modi in cui si articola la mobilitazione di un settore sociale. Lo dicono meglio e più di noi le adesioni di carattere politico, istituzionale e quelle di tutti quegli apicoltori ed associazioni che pur facendo riferimento in generale, e fino questo comunicato, alla FAI hanno partecipato con entusiasmo e sforzo alla campagna "io amo il miele buono"ed alla manifestazione di Milano.

Una cosa va riconosciuta alla Fai: vende bene quello che fa e subito lo fa sapere, Apitalia ne parla in lungo e in largo. La questione della direttiva è esplosa ad aprile. Come mai non è stato riportato nulla su Apitalia né sul merito né sulle iniziative prese tanto che nell'ultimo numero di Apitalia dalla direttiva si trova traccia unicamente, nell'ambito di un lungo editoriale, nel contesto di un'acida frase contro il miele vergine integrale? Come mai non sono citate le lettere, le prese di posizione, i fax mandati a destra e a manca ?Come mai non si sa nulla delle iniziative prese a livello politico ed istituzionale?

"E' questa la posizione del consiglio direttivo della Federazione Apicoltori Italiani (la prima organizzazione apistica nazionale, costituitasi fin dal 1953) che, riunitosi in questi giorni in seduta straordinaria a Roma, interviene nuovamente sulla vicenda della nuova Direttiva CEE sul Miele, in via di approvazione a Bruxelles, in nome e per conto dei suoi associati: 60 Associazioni apistiche operanti su tutto il territorio nazionale, decine di migliaia di Soci singoli di qualunque dimensione aziendale (apicoltori professionali, part-time, amatori) che rappresentano una fetta importante di tutta l'apicoltura nazionale."

Come mai è stata necessaria una seduta straordinaria del consiglio direttivo FAI ? Forse per organizzare al meglio l'iniziativa della federazione, delle associazioni, dei singoli apicoltori contro la direttiva?Dal comunicato non emerge nulla di tutto ciò La straordinarietà è forse dovuta alla necessità di dimostrare che la FAI esiste ed è costretta a prendere posizione sulla manifestazione di Milano? Le 60 associazioni aderenti alla FAI quali sono? C'è una lista ma è segreta? Visto che la FAI ha tale forza e rappresentatività come mai non si è strutturata quale unione di associazioni di produttori in modo da rendere effettivamente visibile il suo grado di rappresentatività?

"Sui temi oggetto di contestazione, infatti, sono già giunte le prime confortanti risposte da Bruxelles dove la Commissione UE ha finalmente allentato la presa sul miele. Negli ultimi giorni, la F.A.I. ha appreso, da fonti ben informate, che gli emendamenti approvati dal Parlamento europeo saranno in buona parte integrati al nuovo testo della Direttiva sul miele.

Chi ha risposto da Bruxelles? Quali sono le confortanti risposte? Quali sono le fonti ben informate ?Ha mollato la presa vuol dire che l'abbiamo spuntata? Dove, come, chi in quale contesto è in grado di offrire un qualsiasi elemento di riscontro a delle affermazioni così precise?Come è possibile che vi siano novità sostanziose se l'esame della direttiva in commissione non è ancora cominciato? Ci si riferisce al testo uscito in settembre(ovvero alla truffa delle tre carte predisposta dalla D G III- industria )?

"A sorpresa, ad esempio - e gli apicoltori italiani plaudono alla importante novità - viene ripristinato l'obbligo di menzione in etichetta del Paese di origine del miele extracomunitario."

A cosa plaudono gli apicoltori italiani?

Ci si riferisce all'obbligo di riportare in etichetta l'origine per i mieli provenienti da un paese extra Ue? Ma sveglia! Come sanno anche gli asini nelle leggi contano persino i punti e le virgole.E' proprio contro questa formulazione che ci battiamo: il fatto che nel testo della direttiva si parli dell'obbligo di mettere il paese di origine per il miele importato, ma non si citino mai le miscele e quindi non ci sia nessun obbligo: un chilo di miele di italiano e 100 tonnellate di cinese e oplà sull'etichetta si scrive solo miele Dove e come c'è traccia della accettazione delle proposte del COPA COGECA (cui pure FAI/ Confagricoltura partecipa e dice di concordare) che vi sia l'obbligo della menzione "importato" per tutte le miscele di mieli di provenienza, in tutto od in parte, extra Ue? Ovvero la FAI e la DG III hanno identico punto di vista, e concordano sulla truffa delle tre carte?

"Si è corso il rischio, con l'abrogazione di questo adempimento, che il consumatore non sapesse più cosa stava mangiando - spiegano alla Federazione Apicoltori - e che i produttori non potessero più distinguere sul mercato il prodotto di qualità da quello importato e confezionato dall'industria".

La notizia è chiara e forte: il rischio non c'è più

"La Commissione UE a Bruxelles, inoltre, ha accettato di inserire nella Direttiva l'obbligo di definire e mettere a punto metodi di analisi del miele al fine di valorizzare le produzioni di qualità e limitare il danno di adulterazione con sostanze zuccherine. "

L'unica variazione che risulta, nella formalizzazione di bozza della D G III di settembre, riguarda i valori in ceneri per castagno e melata: tutti gli altri parametri, i metodi di analisi sono invariati ed inefficaci ,salvo un generico impegno. Idem dicasi per la determinazione dei parametri dei monoflora siamo fermi ad un' esortazione senza alcun riscontro di tempi e metodi. E,tutta la gestione resta in mano alla D G III. Per la FAI è sufficiente, in accordo con la DG III la variazione sulle ceneri?

" Erano i punti che più premevano agli operatori della categoria: solo in Italia circa 75.000, con un patrimonio di oltre un milione di alveari.

Resta ancora irrisolta la questione del divieto agli Stati membri di legiferare sullo stesso prodotto, il miele, contemplato dalla Direttiva. La Federazione Apicoltori Italiani sta ancora lottando perché questo limite non venga introdotto lasciando a tutti gli Stati Membri la facoltà di prevedere modalità specifiche di valorizzazione dei mieli di qualità."

Essendo tutto risolto, la dura lotta della FAI, che già abbiamo visto così impegnata in prima linea, d'ora in avanti si esprimerà pertanto unicamente su questa questione? E tutte le critiche sollevate alla direttiva nell'ambito della seduta straordinaria del consiglio direttivo della FAI, di una settimana prima, sono quindi state risolte positivamente?E il passaggio della responsabilità normativa ed orientamento tecnico alla DG VI agricoltura non è più necessario?

"Su un altro punto, infine, la posizione della Federazione Apicoltori Italiani si distingue nettamente da quella di altri organismi a vocazione apistica: la dizione "miele vergine integrale". La F.A.I. non ritiene che sia questo il vero strumento di difesa della qualità del miele italiano ed europeo e porta una serie di interessanti motivazioni:"

E' invece il sigillo di garanzia FAI il vero strumento? Come mai non se ne parla più quale arma strategica di differenziazione qualitativa? Come mai invece coloro che si battono sul mercato per differenziare il miele italiano di qualità si sono tutti avvalsi della dizione Miele vergine integrale?

  1. "la dizione "miele vergine integrale" non trova riscontro in altre legislazioni europee e quindi discrimina i produttori;"
  2. Anche le dizioni "pesto alla genovese","mortadella","parmigiano reggiano" "barolo""pizza" ecc. ecc non trovano riscontro in altre tradizioni e legislazioni. Ne siamo ben consapevoli e fieri, contiamo di farne l'asse portante della penetrazione dello stile di vita e della cultura mediterranea in un mondo dove il termine "qualità "non ha lo stesso valore e significato che ha in Italia.

    Per il miele dizioni analoghe al vergine integrale sono presenti in altri paesi,(miele cruda in Spagna ad es.) e la dizione ha nel nostro paese una antica tradizione di apprezzamento da parte dei consumatori più avveduti. Vergine integrale non discrimina,pertanto, proprio nessuno se non il miele sottoposto a trattamento termico detto di "pastorizzazione".

  3. "questa dizione merceologica, prevista da una legge del 1982, ma mai disciplinata, è stata definitivamente soppressa dalla normativa vigente con la legge n. 128 del 24 aprile 1998 "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunità Europee";
  4. Anche in questo caso è apprezzabile la convergenza tra DG III e FAI visto che la mancata disciplina della dizione vergine integrale,prima, e la cancellazione, dopo, è frutto della pervicace battaglia della DG III contro tutte le dizioni qualitative del miele. La FAI è quindi contraria a dizioni qualitative più restrittive?Ma non ha dichiarato poco prima che questo è l'unico tema su cui concentrerà la sua lotta visto che gli altri sono risolti?

  5. "la dizione "vergine integrale" è in evidente contrasto con la recente approvazione del Regolamento CEE n. 1804/1999 che disciplina il metodo di produzione biologico dell'apicoltura. La F.A.I. considera tale provvedimento la risposta intelligente dell'Unione europea (auspice la Direzione Generale VI - Agricoltura) alle attese dei produttori, per una politica comunitaria di valorizzazione dei prodotti agricoli di qualità superiore. Tale Regolamento, inoltre, uniforma il metodo di produzione biologica su tutto il territorio dell'Unione e non crea discriminazioni di sorta tra produttori e tra Stati membri dell'Unione.

Non vi è e non vi può essere nessuna contraddizione tra il Regolamento che disciplina il metodo di produzione biologico e dizioni qualitative. Infatti, e tutti lo sanno , la certificazione del biologico non è di tipo qualitativo ma inerente,unicamente, il metodo di produzione.Ossia un olio d'oliva non vergine, non extravergine, può fregiarsi di essere prodotto bio Ovvero può fregiarsi della dizione da produzione biologica del miele di qualità infima e/o sottoposto a pastorizzazione.

L'attestazione di specificità per il miele vergine integrale, trasmessa a Bruxelles dal nostro Ministero dell'agricoltura, in via di riconoscimento è ai sensi del relativo regolamento comunitario 2082/92 e riguarda un prodotto controllato da apposito consorzio di tutela per miele comunitario fresco , senza alterazioni organolettiche e dello stato fisico naturale del prodotto

La FAI ha da spiegare1 ) se e perché e contro alla specificità alimentari in genere

2) se e perché è contro a quella del Miele vergine integrale 3) quali altri strumenti ha predisposto e propone per difendere il miele di qualità.