Mario Rigoni Stern

da Uomini, boschi eapi

da Stagione di vita in compagnia delle api

 I

  Cosa sta accadendo tra gli insetti, dopo che in questiultimi trent'anni gli interventi fatti dall'uomo per combatterli hannoprovocato profondi cambiamenti nel loro mondo? Seppure essi vivano da unpolo all'altro della terra, è dato per certo che Ddt e altri insetticididalle complicate formule chimiche hanno alterato profondamente la strutturadi questa classe di antropodi. Attualmente se ne contano 800000 specie,ma chissà quante altre ne rimangono da scoprire se, come assicuranogli entomologi, ogni anno se ne trovano almeno diecimila di nuove.
  Comparvero sulla terra duecento milioni di anni fa, e migliaiadi varietà fossili nelle ambre e nelle rocce risultano molto similiagli insetti di oggi. Insomma nel grande universo della natura sono forsele forme di vita più misteriose, e che fanno pensare chi, per unpo' del suo tempo, si ferma a guardarle.[....]
[....] senza di loro la nostra terra diverrebbe un infelice desertoluogo nello spazio. Chi impollinerebbe i fiori? Chi favorirebbe il processodi decomposizione, fenomeno essenziale alla vita? E di che cosa si ciberebberomolte altre specie animali: uccelli e pesci? E anche la lotta contro altriinsetti che avrebbero il sopravvento con esiti incalcolabili nel sistemaecologico, da chi verrebbe fatta se non ci fossero altri insetti?[....] 

III

[....] esplose la primavera con sole splendido e caldo, e i prati intornofurono tutti gialli per la fioritura del tarassaco. Dalla mattina di buon'orafino a sera tardi erano in continuo lavorio e tutte indaffarate a portarepolline e nettare:  il loro ronzio era come una musica che fasciavala casa e l'aria intorno e potevo tranquillamente osservarle senza il timoredi essere punto.

  A mano a mano che crescevano di numero, perché la reginaspesseggiava a deporre le uova, allargavo lo spazio spostando il diaframmae aggiungendo telai da nido con foglio cereo; e intanto levavo  anchee sostituivo qualche favo vecchio e scuro perché lasciandoli nell'arniaper più anni le cellette esagonali, a causa dei residui di involucriche le larve lasciano sul fondo, diminuiscono di volume e con il temponascerebbero api più piccole. Levai pure le costruzioni di cerainiziate fuori posto e celle reali che ritenevo in sovrappiù; ele mie mani odoravano di cera e miele e le api che arrivavano stanche venivanoa posarmisi addosso.
  E mi pareva persino di sentire il loro respiro affannoso perla fatica di tanto raccolto. Molte, poi, erano tanto gialle di pollineche sembravano dipinte e facevano allegria come i bambini impiastricciatidi colori.[....]
[....] ascoltando e osservando, tutto appariva regolare e ritmato comefosse governato da un perfetto congegno meccanico, ma con anima vitalee sensibilissima all'armonia dell'insieme.
  Già, perché le api sono "insieme" e non individui:fuori dalla comunità non possono vivere: regina, operaie, fuchisono come un'unica vita fatta da tanti piccoli cervelli. E' un "sociale",dice Rémy Chauvin, insigne ricercatore della Sorbona, "d'interconnessionedi tanti piccoli cervelli individuali secondo metodi che non conosciamoe che noi appena ora cominciamo a divinare". A questo punto si possonofare dei raffronti tra la vita degli animali sociali e quella degli uomini,ma qui il discorso diverrebbe filosofico e non sono certo in grado di farlo.[....]

IV

  E' stato dimostrato che sono le epagine,sostanze d'accettazione, e le repulsive che determinano il comportamentodelle api al fine della vita dell'alveare; e di queste sostanze odoroseuna, particolarmente labile, è necessaria per determinare la nascitadi una nuova regina. Difatti solamente da un cupolino di cera odoroso diepagina "familiarizzante" le api operaie costruiranno la cella realeda cui, da un uovo comune, nascerà la procreatrice di altre api; e mentre per alimentare una larva comune, che si sviluppa dall'uovo dopoquattro giorni dalla deposizione, occorrono da due a tre milligrammi di"gelatina reale", per la cella della futura regina di milligrammi ce nevorranno da cento a trecento.[....]
[....]Una sciamatura era dunque prevista, ma non sapendo da quantigiorni la cella era chiusa (viene opercolata con cera otto giorni dopola ovodeposizione e dopo altri otto giorni vi è la nascita) nonero neppure in grado di prevedere il giorno in cui la regina vecchia sene sarebbe andata con parte del suo popolo. ( Ma non è giusto chiamarereginae popolo le varie componenti di questo insieme: non si trattané di regni né di repubbliche, perché quella che vienedefinita regina non ha nessuna prerogativa reale, come pure sono privedi sudditanza le api comuni: l'una, le altre e i fuchi determinano la vitadell'arnia secondo le stagioni e il clima come un unico cervello).
  Insomma per quanto avevo visto, per un frinire sottile che avevocaptato una sera accostando l'orecchio ( dicono che sia il canto dellaregina giovane), per le numerose api che avevo visto sostare non per prendereil fresco o per ventilare, ma come in attesa di qualcosa, per questa miapoca esperienza m'aspettavo il volo della sciamatura.[....]
[....] Dicono che la regina si unisca allo sciame quando piùdi due terzi di questo è uscito dall'arnia; e può ben darsiperché più volte ho notato che a un certo momento le apiin volo si addensano e più allegre "cantano". Ed è a questopunto che girano tutte insieme come a cercare un luogo adatto per posarsi.[....]
[....] dopo che il grosso si è posato, dei piccoli gruppi diesploratrici partono veloci verso i quattro punti cardinali alla ricercadel luogo adatto alla sosta definitiva per la ripresa della attività;potrebbe essere una fessura nella roccia, un incavo di un albero, un buconel terreno.
  Quando le esploratrici hanno trovato il luogo adatto, ritornanoal gruppo e con la danza ne indicano con precisione la direzione e la distanza.Ma può capitare anche che più pattuglie esploratrici indichinoluoghi diversi: in simile caso lo sciame segue chi più insiste nelladanza di segnalazione.[....]