G. Battista Marino

Lasua Donna in cera

Rose, viole, e gigli
coglieste, Api ingegnose,
per la cera compor, che poi devea
l’imagin ritener di questa Dea.
Or per alta possanza                                             5
sia Arte, o sia d’Amore,
ne la prima sembianza
su ‘l bel viso di lei torna ogni fiore.
Tornate or voi da’ fior’ bianchi e vermigli 
de le sue guance a còrre, Api amorose,               10
gigli, viole, e rose.
                                                    La Galeria 604

O Api ingegnose, raccoglieste
rose, viole e gigli
per creare la cera, che poi doveva
rappresentare l’immagine di questa Dea.
Ora per alto potere
 d’Arte, o forse d’ Amore,
nel primo aspetto
ogni fiore torna sul suo bel viso.
Ora voi, Api amorose, tornate
dai fiori bianchi e vermigli del suo volto
a raccogliere gigli, viole e rose.
Nido d’api nella statuadi Cicerone

 Ingegnose son l’Api,
se miri il mèl che far sì dolce sanno,
ma più se miri il locoov’elleil fanno.
Corre lo stuol sagace
A quel marmo loquace                                         5
Che ne’ labri soavi
Serba ancor gli aurei favi, e negli accenti
Tien gli aghi ancor pungenti.
                                            La Galeria 621

Le api sono ingegnose
se guardi il miele che producono così dolce,
ma ancor di più se guardi il luogo 
dove lo fanno.
L’abile sciame corre
in quel marmo espressivo
che nelle labbra amabili
conserva ancora i favi dorati, e nelle parole
mantiene la pungente ingegnosità.