Apistan: una risorsa riutilizzabile?


La quasi totalità degli apicoltori che nel 2003 hanno utilizzato l'Apistan sono stati soddisfatti dei risultati. Sugli altri prodotti il livello di soddisfazione è stato, invece, drammaticamente variabile. Molti alveari sono, tuttavia, spariti anche a causa della scarsa capacità di molti apicoltori di fare un uso intelligente e non cieco dei prodotti evaporanti. E quei commercianti che ancora a settembre li vanno smerciando (alle varie mostre-mercato) di certo non aiutano. L'anno scorso l'UNAAPI, dopo un franco confronto interno, ha inserito l'Apistan tra i prodotti consigliati nella strategia di lotta contro la varroa, "PURCHE' SOLO PER UN ANNO".
Nel dare questa indicazione nessuno di noi ovviamente pensava che l'anno successivo l'Apistan avrebbe subito perso totalmente efficacia.
I criteri utilizzati per questa impostazione sono così riassumibili:
Sapevamo bene che molti avrebbero lasciato le striscie fino a primavera e che molti altri avrebbero utilizzato il più economico surrogato Klartan, e che proprio per questo era importante dare un'indicazione. Era facilmente prevedibile che ci sarebbe stato un "ritorno di fiamma" col fluvalinate, dopo la lunga diffidenza seguita alle enormi morìe di alveari del 94-95. Come certe coppiette delle telenovelas che, quando si lasciano è "per sempre", per poi rimettersi insieme, ed ancora una volta è "per sempre" (almeno fino alla prossima volta). Questo "ritorno di fiamma" può risultare supportato da un monitoraggio sul prodotto effettuato in varie regioni d'Italia, sul cui valore generale è lecito nutrire dubbi. Per fare solo un esempio: la Toscana, una regione da cui parte ed in cui arriva un significativo flusso nomadistico, non è stata monitorata. Stiamo inoltre giorno dopo giorno scoprendo "sacche" territoriali in cui si è continuato ad usare il fluvalinate o la flumetrina. Persino nella forma dell'apicoltore biologico che sta smaltendo ad altri le vecchie striscie della prima ondata. L'estate scorsa abbiamo ancora assistito al solito fenomeno: in alcune zone il coumaphos, dopo anni di messa in guardia sulla sua possibile scarsa efficacia, è stato ancora usato, perchè funzionava… l'anno precedente e, ops, sono morte quasi tutte le api (anche quelle dei vicini che usavano altro e che si sono beccati una bella reinfestazione).
Dopo aver investito tanta energia nel cercare di dare un senso strategico alla lotta alla varroa, l'U.N.A.API. ritiene d'impegnarsi per cercare di contrastare alcuni automatismi, atteggiamenti semplificatori e la forza delle abitudini trasmesse con il passa parola tra gli apicoltori.
Considerando improbabile poter troncare di punto in bianco un tale "feeling", la Commissione Sanitaria dell'U.N.A.API. invita chiunque intenda utilizzare Apistan, o chiunque intenda addirittura proporlo territorialmente, poiché presume che in quella zona nessuno nel recente passato ha utilizzato piretroidi di sorta, di considerare, fin da ora, quale tempo massimo di possibile utilizzo il 2004.
La Commissione Sanitaria dell'U.N.A.API. auspica che sia possibile riconsiderare l'uso di Apistan dopo un ulteriore periodo di riposo tale da assicurarne il massimo d'efficacia ed esprime la speranza che, invece, non prevalga l'insensatezza con la conseguente inevitabile perdita e moria di alveari.

da L'Apis rivista di apicoltura maggio 2004