Come pulire le reti metalliche dalla propolis


Si tratta di una soluzione tanto semplice quanto pratica che ci permette di abbandonare il tradizionale metodo della raschiatura col cacciavite fonte di dolori muscolari alle braccia e di vesciche alle mani.

La novità consiste in un’apposita punta per trapano costruita grazie all’ausilio e all’esperienza di un fabbro di professione di nome Vincenzo.

Da quanto è possibile vedere nelle foto, essa è costituita da una barretta in ferro lunga 10 cm e del diametro di 8 mm, alla quale sono state saldate all’estremità due catenelle composte da tre anelli ciascuna. Questi anelli hanno uno spessore di 3,5 mm; una lunghezza esterna di 26 mm, ed una larghezza esterna di 18 mm. L’anello centrale di ogni catenella è stato infilato nella barretta e saldato. Le due catenelle sono state saldate in posizione ravvicinata (15 mm) e perpendicolare l’una rispetto all’altra, in quanto solo così è possibile ottenere un bilanciamento perfetto della rotazione ed una conseguente maneggevolezza del trapano. Dalle sperimentazioni eseguite, abbiamo constatato che è possibile tenere il trapano addirittura con una mano soltanto senza incorrere in particolari problemi.

Riteniamo invece assolutamente sconsigliabile aggiungere, alle estremità degli anelli, delle copiglie oppure delle spine. Sebbene il loro utilizzo sia funzionale, ciò comporta una serie di inconvenienti e pericoli: innanzitutto sono troppo aggressive nei confronti della rete, la consumano e a volte la rompono. Sono estremamente pericolose per le mani in quanto tagliano ed infine, essendo maggiore il loro raggio, automaticamente è minore la maneggevolezza del trapano.

Gli anelli, al contrario, non costituiscono un pericolo per le mani; consentono, grazie ad un raggio ridotto, un miglior bilanciamento del trapano; non si consumano a contatto con la rete e, a loro volta, non consumano la rete. Si può facilmente vedere e confrontare i gradi di usura della rete utilizzando una semplice calamita: se si puliscono le reti con il cacciavite od un ferro a punta, e poi si passa la calamita sopra la propolis caduta, si nota come attorno alla calamita stessa si formi una curiosa barba fatta di piccolissime particelle metalliche. Utilizzando il trapano con l’apposita punta, la barba scompare quasi del tutto, questo significa che l’usura delle parti metalliche (rete e punta) è piuttosto contenuta.

Ricordiamo che qualsiasi metodo venga adottato per la pulitura delle reti, sarebbe sempre meglio ispezionare la propolis raccolta con una calamita per togliere eventuali pezzettini metallici.

Da quanto si può evincere dalle foto, gli anelli delle catenelle sono tre; è possibile, ma non consigliabile, aggiungerne degli altri. L’importante è che si tenga presente che il loro numero deve essere sempre dispari. Questo perché se fossero pari, gli anelli esterni colpirebbero la rete di taglio con scarsi effetti. Essendo invece dispari, gli anelli esterni colpiscono la rete di piatto migliorando l’efficacia dell’azione.

Dunque, rispetto al normale metodo del cacciavite, è possibile avere considerevoli vantaggi in fatto di usura, di affaticamento muscolare, e non solo. Altri notevoli vantaggi consistono nel fatto che le maglie della rete non si deformano come invece accade col cacciavite; inoltre che il tempo che si impiega per pulire ogni singola rete non supera i due minuti; ed infine che, se le reti durante la pulitura si piegano facendo la classica "pancia", è un lavoro veloce e agevole raddrizzarle utilizzando sempre il trapano.

Dalle sperimentazioni svolte, non abbiamo riscontrato alcun aumento della temperatura delle parti metalliche, cosa che renderebbe proibitiva la pulitura.

Ognuno può servirsi dei mezzi che meglio crede per raccogliere e non disperdere la propolis durante la lavorazione. Nelle fotografie riportate sopra, possiamo notare una vaschetta in legno con la duplice funzione di tenere la rete sollevata e di raccogliere la propolis. Sarebbe meglio munirsi di pannelli in cartone o legno compensato dell’altezza di almeno 50 cm circa, da porre ai lati e frontalmente per fermare e recuperare le schegge di propolis che la punta del trapano scaglia lontano. Infine può essere una soluzione comoda quella di mettere dei fogli di giornale sotto i pannelli e la vaschetta per raccogliere le schegge.

Buon divertimento.

Severino Bertini severino.bertini@tin.it