Bio-monitoraggio attraverso l’utilizzo delle api


Bio-monitoraggio ambientale Ipa
ASCOLI PICENO - Si ribadisce l’efficacia e la validità di questa metodica innovativa.
In merito al bio-monitoraggio attraverso l’utilizzo delle api degli Ipa presenti nella città di Ascoli Piceno a causa di emissioni industriali o di traffico veicolare approvato recentemente dal Consiglio Provinciale, si ribadisce l’efficacia e la validità di questa metodica innovativa .
Non si tratta di sostituire il metodo tradizionale di analisi strumentale chimico-fisica , ma bensì di integrarlo con questa metodologia di tipo biologico che presenta il significativo vantaggio di valutare ulteriori elementi e parametri non rilevabili dalle misure effettuate in laboratorio.
Infatti l’analisi chimica si limita a valutare la concentrazione delle sostanze inquinanti in modo istantaneo e puntiforme, mentre le api non essendo sensori fissi, ma movendosi liberamente sul territorio, sono in grado di fornire informazioni aggiuntive specie sulla combinazione e sugli effetti sinergici delle miscele inquinanti .
L’Istituto Nazionale di Apicoltura collegato all’Istituto di Entomologia dell’Università degli Studi di Bologna, ma anche un’ampia e qualificata letteratura scientifica nazionale ed internazionale (che è a disposizione di chiunque sia interessato) , suffragata da esperimenti ed esperienze sul campo, testimoniano l’utilità e gli indubbi vantaggi di questo metodo, che peraltro è stato e viene applicato con successo in molte realtà italiane.
In particolare i dati scientifico-tecnici del Comune di Cesena e della Provincia di Forli in collaborazione con l’ARPA ( l’agenzia regionale per l’Ambiente della regione Emilia Romagna) che da tempo usano le api come bio-sensori per monitorare il centro urbano riguardo alla presenza di piombo, nichel , cromo e benzo(a)pirene, supportano l’efficacia e la praticità di questa metodologia che affianca gli altri strumenti di rilevamento. Ad Ascoli Piceno, oltre alla metodologia studiata ed impiegata a Cesena e nelle vicinanze di Forlì, è stato inserito anche lo studio, oltre che del benzo(a)pirene, anche di altri IPA e un’indagine morfologica che aiuterà a capire l’origine prevalente dell’inquinamento che si andrà a riscontrare.
Per quanto riguarda le perplessità sulla durata temporale del monitoraggio di due anni che si ripercuoterebbe sui costi dell’intervento , si precisa che tale periodo risulta il tempo minimo necessario per un’acquisizione di dati che, essendo legati all’ambiente e alle condizioni meteo, sono suscettibili di variazioni.
“Stupisce tanto accanimento nei confronti di un’iniziativa che ancorché sperimentale ha come unico intendimento quello di acquisire maggiore elementi ed informazioni per tutelare meglio l’ambiente e la salute dei cittadini del nostro territorio” dichiara l’assessore alla Ambiente massimo Marcaccio che sottolinea infine come “ i canali scelti sono stati quelli scientifici ed accademici , garantendo in tal modo la fondatezza dell’intera operazione”. “

Da ilQuotidiano.it giovedì 07 ottobre 2004, ore 17:14