ECOSUR

EL COLEGIO DE LA FRONTERA SUR
Proyecto 'Abejas de Chiapas'

 
 

Carretera al Antiguo Aeropuerto km. 2.5
Apartado postal 36

30700 Tapachula, Chiapas - México

Tel +52 (962) 811 03 ext. 5242

Fax +52 (962) 810 15

rvandame@tap-ecosur.edu.mx


Controllo

Alternativo

della Varroa in

Apicoltura

Rémy Vandame

Novembre del 2000

Edizione 2.2


Controllo Alternativo della Varroa in Apicultura El Colegio de la Frontera Sur - Progetto 'Api del Chiapas' Rémy Vandame - Novembre del 2000 - Edizione 2.2




Presentazione generale
Il Collegio de la Frontera Sur (Ecosur) è un centro di ricerca ed educazione,vocato allo sviluppo del Messico nella sua frontiera sud. I suoi programmi si orientano alla diffusione di cultura scientifica e formazione ( risorse umane e tecnologiche ).
Nella Unità Tapachula di questa istituzione, il Progetto api del Chiapas sta organizzando tre ricerche: 1)ecologia delle api tropicali ;2) investigazione etnica, con l'obbiettivo di sviluppare tecniche applicabili dai produttori ; 3) rapporti con il settore produttivo, (corsi ).

Nel 1998, di fronte alla necessità espressa dai produttori apistici di varie parti del Messico, si iniziò un progetto di ricerca sull'uso di un metodo alternativo per il controllo della Varroa. Questo progetto è stato appoggiato inizialmente dal Sigolfo (delegazione regionale di Conacyt per il Golfo de Messico, ref. 98-01-007-V), ed è attualmente appoggiato dal Sibej (delegazione regionale di Conacyt Benito Juarez ref. 1999-0501042). Come il Progetto 'Api del Chiapas', questo progetto Varroa ha tre punti focali.

Studio della tolleranza alla varroa delle api africane I lavori degli anni anteriori hanno mostrato l'alta sensibilità delle colonie europee all'acaro, mentre le colonie africanizzate sembrano tolleranti. Diverse osservazioni di comportamento, permettono di determinare, tra i fattori di tolleranza potenziale (fertilità della Varroa, durata del periodo di opercolazione, grooming, rimozione della covata infestata, etc.), i quali esplicano la tolleranza . Uno dei progetti è attualmente stabilire un programma di miglioramento genetico, con il fine di selezionare api igieniche che tengano possibilmente un certo livello di tolleranza alla Varroa.

Nella ricerca applicata, si parte dal punto in cui le molecole impiegate attualmente nel controllo della Varroa, al di là della grande efficacia e facilità di uso, hanno tre inconvenienti : costo elevato, contaminazione del miele da residui , selezione di Varroa resistenti a questi prodotti..Gruppi di apicoltori italiani, francesi e svizzeri hanno messo a punto metodi di controllo a base di molecole naturali , in particolare l'acido formico, l'acido ossalico e il timolo, che hanno il pregio di non contaminare il miele e avere un costo contenuto. Nel contesto, del Progetto 'Abejas de Chiapas' è stata realizzata una serie di prove di campo, al fine di adattare questi metodi alle condizioni dell'apicoltura messicana.

Una meta del progetto è il trasferimento di conoscenze tecniche ai produttori.In questo contesto, si è realizzato un corso di 3 giorni , che comprende aspetti del controllo della Varroa, includendo biologia dell'ape e della varroa, presentazione di ognuno dei metodi, vantaggi e svantaggi, aspetti e sicurezza legali.

Controllo Alternativo di Varroa, versione 2.2

Il presente documento, vuole costituire una memoria del corso, dare informazioni complementari ai produttori, al fine di aiutarli a prendere decisioni nel controllo della varroa. Non si considera sufficiente, dato che non può rimpiazzare un corso pratico, lo si può leggere in rete http://www.apicultura.com/articles/control_Varroa. Si spera che questa sia la forma di massima diffusione.

Il documento visibile in internet la prima volta(edizione 1.0, luglio 1999) ha avuto un successo insperato.Ha generato parecchie domande, commenti, suggestioni, ciò ci ha indotto a continuare la diffusione. Adesso poniamo a disposizione degli apicoltori una versione più completa della precedente(edizione 2.2. novembre del 2000). Non è, tuttavia, una versione definitiva, ma seguiremo a migliorare il documento, inviateci messaggi a rvandame@tap-ecosur.edu.mx.

Questo documento ha libera diffusione.Le informazioni contenute non sono solo per noi, apicoltori e ricercatori. Ma contribuisce alla democratizzazione dell'informazione permessa da internet.

Quindi, copiatelo,distribuitelo, usatelo per corsi senza nessun limite. Unico favore citate la fonte!.

Ringraziamenti

Speciale a Vladimir Sánchez per aver sollecitato questo lavoro con il suo dinamismo.

A Conacyt-Sibej (proyecto 1999-0501042) y Conacyt-Sigolfo (proyecto 98-01-007-V) per l'appoggio economico. Agli apicoltori di Veracruz (Ixhuatlán del Café, Omealca, Soledad de Doblado) e Chiapas (Motozintla), per la disposizione delle colonie per fare le prove. Al personale della Sagar, in particolare del PNPCAA. A Jean-Daniel Charrière (Liebefeld, Svizzera) e Pascal Jourdan (Adapi, Francia) per la formulazione di ricette. Ai compagni che diedero per primi (grandi) disponibilità nel controllo alternativo di Varroa in Yucatán, in particolare Juan-José Muñoz.

Alle api...


1. BIOLOGIA E STRATEGIA DI CONTROLLO

Nella prima parte di questo corso, presentiamo il contesto generale della patologia varroa, brevi aspetti di biologia dell'ape e della varroa, i quali permetteranno a ogni lettore di stabilire la strategia di controllo di varroa e di adeguarla alla propria zona.

1.1. Il caso Varroa

L'apicoltura è una attività molto antica e estesa che trova origine dal lontano Oriente. Da millenni gli antichi egizi allevavano api e commercializzavano miele e cera con l'est dell'Africa. Oggi l'allevamento di api permette agli apicoltori di trovare sostentamento con la vendita del miele e della cera. Il Messico, in particolare, vanta un'ampia esperienza nella produzione di miele di api.

Nel 1997,il Messico occupò il terzo posto come esportatore mondiale, dopo la Cina e l'Argentina. Il Messico esporta regolarmente in Germania, Regno Unito, e Stati Uniti, che ricevono il 90% dell'esportazione totale messicana. In minor peso, si esporta in Svizzera, Spagna, Olanda, Italia e Filippine. Recentemente si è cominciato a esportare in Arabia Saudita, e in modeste quantità anche in nuovi mercati tipo Guatemala e Venezuela.

La Varroasi, infermità causata dall'acaro Varroa jacobsoni, introdotta recentemente in Messico, è uno dei principali problemi nazionali e mondiali, che richiede tutta la nostra attenzione per il suo controllo.

La prima osservazione di Varroa jacobsoni è del 1904.Oudemans identificò l'acaro come un parassita dell' Apis cerana. Nelle colonie di Apis cerana, Varroa non provoca un gran danno, le api tollerano la varroa.

Però Varroa è un parassita stabilitosi su Apis mellifera. La diffusione e la contaminazione di Varroa dal suo ospite originale, apparentemente ebbe luogo quando al principio di questo secolo alcune colonie di Apis mellifera furono ubicate nelle province orientali dell'Unione Sovietica, Giappone e sud est dell' Asia dove colonie di Apis cerana si incontravano allo stato libero e presumibilmente entrarono in contatto con esse. Il risultato è stato , ad eccezione dei climi tropicali una sparizione massiccia delle colonie a causa della Varroa e il collasso della attività apistica. Il movimento internazionale delle colonie , di api e di regine ha fatto sì che il parassita si sia diffuso ampiamente, oggi in tutto il mondo.

Attualmente, le colonie infestate da Varroa sono trattate con prodotti chimici di sintesi,principalmente piretroidi. Possiamo menzionare in particolare Apistan (fluvalinate), Bayvarol (flumetrina), Apivar Colmesan (amitraz) o CheckMite (coumaphos). Questi prodotti hanno una buona efficacia e permettono un buon controllo della parassitosi,il loro uso ha degli inconvenienti , in particolare :

1. Presentano un costo elevato per gli apicoltori, (approssimativamente MX$50,o US$5 per colonia, alla volta), il che li rende inaccessibili alla maggioranza.

2. Lasciano residui chimici nel miele e nella cera, che provocano un abbassamento di qualità, particolarmente una svalutazione del prezzo al momento dell'esportazione . Questo aspetto è molto importante in Messico, dove la produzione si orienta principalmente alla esportazione .

3. I composti acaricidi Possono essere tossici per le api e non si conosce il loro effetto a lungo termine sull'uomo..

4.La Varroa ha sviluppato resistenza ai prodotti utilizzati: resistenza all'Apistan in Italia e in Francia dal 1994, dopo solo 6 anni di uso.Sono stati osservati principi di resistenza alla flumetrina e all' amitraz.

Gruppi di apicoltori italiani , francesi e svizzeri han messo a punto metodi di controllo a base di molecole naturali, in particolare acido formico, acido ossalico e timolo, non contaminano il miele e hanno un basso costo. Questi metodi alternativi hanno il nome generico di controllo alternativo.In questo contesto, il progetto 'Api del Chiapas' ha eseguito una serie di prove sperimentali, per adattare i metodi alle condizioni dell'apicoltura messicana.

Illustriamo in questo documento gli aspetti principali della biologia delle api e varroa, per stabilire una strategia annuale del controllo di questa patologia, presentiamo tre prodotti(acido formico, acido ossalico, timolo) e il modo di somministrazione.

1.2. Biología dell'ape e della Varroa

Per permettere una buona comprensione del problema che si pretende di combattere, si presenta qui brevemente un riassunto della biologia dell'ape e soprattutto , della biologia della Varroa.

1.2.1. Biología dell'ape

L'Apis mellifera, è riconosciuta come un insetto molto valido dal punto di vista economico questo si deve in parte a chi produce miele e cera, ma la principale utilità dell'ape è la sua capacità di impollinazione che nel caso specifico impedisce l'erosione del suolo.

La regina è l'unica ape fertile della comunità e, pertanto, la madre di tutti. La sua capacità di deporre uova è sorprendente. La produzione giornaliera può superare le 1500 uova , il cui peso totale è superiore al peso del corpo della regina. Il suo alimento è quasi esclusivamente una secrezione chiamata pappa reale, prodotta dalle ghiandole ipofaringee delle operaie.

La regina e le sue operaie lavorano all'unisono per il buon funzionamento della colonia. La regina può determinare il sesso della sua discendenza. Quando un uovo passa per il tratto genitale, può o no essere fecondato con lo sperma contenuto nella spermateca. L' uovo fecondato si trasforma in una ape, o regina , l'uovo non fecondato in fuco.

Le uova, introdotte una a una nelle cellette ,si schiudono dopo tre giorni (v. fig.1, parte superiore). Le larve sono alimentate con pappa reale durante i due giorni seguenti e successivamente con polline e miele.Dopo differenti cambi morfologici , come lo sviluppo degli occhi caratterizzato da diversi cambiamenti di colore, l'ape giunge al suo stato finale caratterizzato dalla durezza dell'esoscheletro. In 21 giorni si sviluppa nella cella , (dallo stadio di uovo) fino ad emergere come ape adulta con tutte le condizioni necessarie per partecipare al buon funzionamento della famiglia

1.2.2. Biologia di Varroa

La prima scoperta di Varroa jacobsoni si fece nel 1904. Oudemans identificò l'acaro come parassita naturale del'ape asiatica Apis cerana. Nelle colonie di Apis cerana, l'acaro conviveva e non procurava collassi delle colonie.

Adesso, Varroa è un parassita recentemente stabilitosi in Apis mellifera. La dispersione o la contaminazione di Varroa dal suo ospite originale, avvenne al principio di questo secolo quando alcune colonie di Apis mellifera furono ubicate nelle provincie orientali dell'Unione Sovietica, Giappone e nel sudest dell'Asia dove le colonie di Apis cerana si trovavano allo stato selvatico e presumiblemente entrarono in contatto con esse.

Fig. 1 : Sincronizzazione del ciclo di sviluppo di Varroa con il ciclo di sviluppo dell'ape.Tra le due línee al centro, si indicano il numero di giorni,a partire da 0 l'opercolatura della cella per le operaie. Nella parte superiore, si presenta lo sviluppo dell'ape. Nella parte inferiore, si presenta lo sviluppo di Varroa, dall'entrata in cella di covata,fino alla deposizione delle uova (indicato con H), la maturità di Varroa giovane e accoppiamento.

Fig.2-Femmina di varroa adulta vista ventralmente(a sinistra) e anteriormente(a destra); maschio adulto visto ventralmente (in basso)

La varroa parassitizza sia la covata che le api adulte. Sulle api adulte gli acari si trovano comunemente sull'addome sotto gli sterniti addominali ai quali si sostengono per mezzo della membrana intersegmentale usando zampe e parti boccali

La varroa adulta è di color marrone o caffè, di forma ovale e piana(v. fig. 2). Le dimensioni medie sono di 1 mm di lunghezza per 1.6 mm di larghezza. I maschi di color pallido perlato , sono più piccoli (0.7 mm per 0.7 mm) e non sopravvivono all'esterno della celletta.

L'individuo chiave del ciclo riproduttivo è la femmina adulta, denominata "Varroa madre". La sua vita si alterna tra la fase riproduttiva e fase foretica. Esamineremo qui i fenomeni maggiori che descrivono le due fasi.

-Entrata della varroa madre nella covata

La Varroa madre si riproduce esclusivamente in una cella di covata, generalmente dopo un periodo foretico.L'entrata nella covata deve avvenire ad una scadenza precisa e costituisce un punto critico nella vita della varroa. Entrare troppo presto significa un rischio notevole per la futura varroa madre di essere scoperta dalle api ed essere tolta dalla covata prima dell'opercolazione della cella.Entrare tardi non è possibile, dal momento che la covata sarà opercolata.

Le varroe madri infestano la covata di operaia quando le larve pesano circa 100 mg ; cioè , durante le 15 ore prima dell'opercolazione; infestano la covata di fuco quando le larve pesano circa 200 mg ; cioè , durante le 45 ore anteriori l'opercolazione. Queste età corrispondono per tutti i tipi di larve al quinto stadio di sviluppo ( L 5)

L'uso di cellette artificiali di plastica trasparente in luce infrarossa ha permesso di descrivere con precisione il processo di entrata in una celletta di covata ( fig 3)

Fig.3-Processo di ingresso della fondatrice Varroa nella cella(da Boot e al., 1994).Quando un'ape, con femmina di Varroa foretica,si avvicina ad una cella, l'acaro lascia l'ape per scendere sull'opercolo di una cella vicina, entra nella cella, va sulla larva in qualche secondo, poi scivola lentamente tra la larva e la parete della cella.Questo processo dura 65 secondi.
Dopo essersi sommersa nell'alimento destinato alla larva la Varroa madre resta immobile fino a che inizia la fase di pupa e solo allora comincia a deporre.

I fattori che provocano o influenzano l'entrata nella cella non sono del tutto conosciuti. L'attrattività chimica della covata sembra essere il fattore essenziale che provoca l'infestazione, e questo si prova con l'uso di un olfattometro (zona quadrata, al centro della quale si dispone una Varroa, sottoposta ad un flusso di aria pura o ad un flusso d'aria che passa sopra larve di fuco ).

Esteri di acidi grassi (come il palmitato di metile o il palmitato dimetile), emessi dalle larve allo scopo di provocare l' opercolazione della cella, provano una grande attrattività sulla Varroa. Vi è l'ipotesi che le Varroe in fase foretica seguano un feromone emesso dalle larve per penetrare nella covata al momento giusto . E' probabile che altri gruppi di molecole intervengano nella attrattività della covata.Anche i fattori meccanici hanno certamente un'importanza nell'attrattività come ad esempio le caratteristiche della cella ( profondità o prominenze ) o la distanza tra la larva i bordi della cella, influenzano sensibilmente l'infestazione ; questi potrebbero spiegare in parte l'elevato tasso di infestazione della covata di fuco.

- Postura della Varroa madre

Inmediatamente dopo l'opercolazione della cella durante 36 ore, la larva si alimenta e inizia il suo sviluppo La prima alimentazione della larva rappresenta un segnale per la Varroa madre, che lascia la fase di immobilità, e sale sopra la larva e si alimenta su di lei per la prima volta. La Varroa madre si dispone rapidamente sopra la larva, per evitare di essere schiacciata contro la parete della cella dalla larva che si rigira, mentre comincia ad alimentarsi e a defecare.

L'ape entra poi in uno stadio preninfale, durante il quale la Varroa madre produce una accumulazione di feci (AF ; v. fig. 4). La parete della cella è usata come luogo per defecare ;viene utilizzato sempre lo stesso posto. Questa accumulazione fecale è di grande importanza per lo sviluppo della discendenza di Varroa, e anche per la Varroa madre. Durante la metamorfosi, i movimenti dell'ape tendono ad allontanare la varroa madre dalla zona di accumulo fecale, ma riesce poi sempre a ritornare, il che le permette di non allontanarsi dalla zona posteriore della cella dove deve deporre le uova.

Fig.4

Deposizione del primo e secondo uovo

Sito di accumulazione fecale

Vista laterale della preninfa. La parte retinata evidenzia la zona di contatto con la parete. In grigio: gli escrementi dell'ape.

Vista laterale della giovane ninfa. Asterisco: zona di alimentazione
Dopo essersi alimentata sopra l'ape, la Varroa madre depone per la prima volta. Sono trascorse 70 ore dopo l'opercolazione (vedere fig. 2). La Varroa madre rimane immobile per un minuto toccando la parete col primo paio di zampe. Quando il suo primo uovo emerge dall'orifizio genitale sito vicino alla placca genitoventrale, la Varroa madre lo mantiene contro la parete della cella per circa dieci minuti, con le sue due prime paia di zampe

Questo permette alla giovane varroa di tenere le sue zampe orientate verso la parete della cella e camminare immediatamente alla schiusa dell'uovo.

La Varroa madre può deporre fino a 6 uova in questo modo , con un intervallo medio di 30 ore.

-Sviluppo della discendenza di varroa

Alcune ore dopo la deposizione , una larva di Varroa appare dentro all'uovo. Questa larva diventa successivamente protoninfa (con un corpo sferico ), deutoninfa (corpo tipicamente elissoidale e zampe da adulto, però è di colore bianco), e finalmente in adulto. La forma adulta giovane ha il corpo caffè chiaro, mentre le forme adulte di 24 ore hanno il corpo di color caffè scuro.La deutoninfa e l'adulto maschio somigliano molto alla protoninfa, però si distinguono da questa per il corpo angoloso e di colore leggermente verde. Lo sviluppo completo tarda circa 130 ore per la femmina , 150 per il maschio (v. fig. 2). Nella fase di sviluppo è presente una mortalità giovanile molto forte, particolarmente per le deutoninfe.In media solo 1.45 arrivano all'età adulta in una cella da operaia, contro 2.2 in una cella da fuco.

Quando la cella è infestata con una sola Varroa madre, la fecondazione può avvenire solo fra il maschio e le sue sorelle ed è perciò fra consanguinei. Quasi sempre avviene vicino alla zona di accumulo fecale AF, che dimostra la sua importanza come luogo di incontro. Il maschio si accoppia con la prima delle sorelle che raggiunge la fase adulta . La fecondazione può essere ripetuta fino a 9 volte. Quando la seconda figlia è matura, il maschio abbandona la prima per fecondarla. Se una terza figlia sarà pronta si ripeterà la stessa scena. Al contrario di ciò che si credeva fino a poco tempo fa, la varroa figlia può essere fecondata unicamente nella cella dove nasce.Più tardi una parte del suo apparato genitale si distrugge,e questo impedisce fecondazioni in epoche successive. Nella cella dove il maschio muore prima della fecondazione, le femmine rimangono sterili e infeconde per sempre ; questo può succedere in una quantità di celle variabile tra il 10% e il 46% delle celle.

Uscita e disseminazione della varroa

-Al momento della nascita dell'ape, una gran parte della discendenza della varroa è pronta ad uscire dalla cella. Le varroe si aggrappano subito alle api adulte e cominciano la fase foretica. Le figlie immature e il maschio,privo dell'apparato boccale che gli permetterebbe di alimentarsi sopravvivono per poco tempo. Le varroe hanno una netta preferenza per le nutrici, che si occupano della covata e che offrono maggiori opportunità di rientrare in essa.

Tuttavia la presenza delle varroe sulle bottinatrici, costituisce il fattore principale di propagazione della specie, tramite la deriva delle bottinatrici e i saccheggi. In questo modo, in un normale giorno di grande attività fino a 70 Varroa potranno insediare un alveare indenne.

Il numero di cicli riproduttivi di ogni femmina non è ben conosciuto. In condizioni artificiali, si è dimostrato che una Varroa madre può realizzare fino a 7 cicli, con un potenziale di 35 discendenti.Questo numero, è senza dubbio minore in condizioni naturali, dove solo 30% delle Varroa madre realizzano un primo ciclo riproduttivo, 21% un secondo ciclo, e 14% un terzo ciclo.

-Livello di popolazione

Esaminiamo finalmente la dinamica annuale di popolazione di varroa in un alveare. Per valutare il numero di Varroe di una famiglia senza usare acaricidi, è possibile estrapolare a partire dalla mortalità settimanale, ma i risultati non sono molto affidabili.

E' più affidabile, ma più laborioso, effettuare verifiche di infestazione su campioni di covata.

Numerosi studi rivelano in questo modo l'evoluzione annuale del numero di Varroa per alveare.Il modello che qui presentiamo permette di determinare lo sviluppo.

I cicli successivi di covata permetteranno una crescita molto veloce della popolazione: bastano 5/10 Varroe iniziali per dare una popolazione di 15000 individui. Dato che il peso individuale di una Varroa madre è di circa 450 mg, il peso della popolazione di Varroa è circa 6.75 g, ossia la millesima parte del peso totale delle api .

E' da rimarcare che questo modello si basa su condizioni di clima nordico, con blocco di deposizione durante 6 mesi e ciò provoca una riduzione del 50% della popolazione di Varroa. In clima temperato, e particolarmente in clima mediterraneo, non avviene un blocco di deposizione tanto lungo , e ciò implica uno sviluppo più rapido della varroa.

La popolazione massima di Varroa ospitata da un alveare è molto variabile secondo i paesi. In sud Europa, le infermità associate a Varroa fanno sì che una famiglia di api muoia prima che la popolazione di Varroa sia di 6 000 / 8 000 individui. Però la popolazione di varroa può raggiungere una quantità molto alta dove le infezioni virali hanno un peso: si sono osservate famiglie con 20 000 Varroa in Germania , e fino a 42 000 Varroe in Gran Bretagna.

Questo ultimo dato riflette il fatto che l'acaro non è patogeno per la semplice presenza. Se nel sud Europa, gli alveari muoiono in presenza di solo 6 000 / 8 000 Varroa, è perchè la Varroa è portatrice di infermità virali e batteriche che attiva o trasmette alla famiglia

1.3 Diagnosi di Varroa nella colonia

Grazie ai lavori anteriori si sa che certe famiglie possono avere un certo livello di tolleranza alla Varroa.Questo è il caso, di certe colonie africanizzate. Può anche succedere che qualche famiglia europea tolleri la Varroa. Significa che queste famiglie non necessitano di trattamento contro la Varroa.Però come si determina se e quando una colonia necessita di trattamento ?

Proponiamo qui alcune tecniche diagnostiche che permettano di decidere se una colonia necessita o no di trattamento. Si tratta di valutare nella famiglia uno o l'altro dei seguenti elementi e analizzarlo nei dettagli.

-- Collocare un cartoncino o una lamina di alluminio ingrassato sul fondo dell'arnia attraverso la porta di volo per 24 ore e contare il numero di Varroe. Se sono cadute meno di 10 Varroe in 24 ore, la colonia non necessita di trattamento con urgenza. Se sono cadute più di 10 Varroa in 24 ore, la colonia necessita di trattamento, questo metodo è il più facile e raccomandabile.

-- Prendere un campione di circa 100 api e lavarle con una mistura di alcol e acqua saponata, e contare il numero di varroe cadute. Se il tasso di infestazione è inferiore a 5% (5 Varroa per 100 api), la colonia non necessita di trattamento con urgenza. Se il tasso è superiore al 5%, la colonia necessita un trattamento.

-- Prendere un favo di covata nel quale si aprono 100 cellette e si estraggono le larve. Contare il numero di larve infestate con una Varroa. Se il tasso di infestazione è inferiore a 10% (10 Varroa per 100 larve), la colonia non necessita di trattamento con urgenza. Se il tasso è superiore a 10%, la colonia necessita di un trattamento.

-- In pratica, la valutazione e la decisione di applicare un trattamento deve essere presa sull'intero apiario, non su una colonia perchè : 1) A causa del fenomeno di deriva (le operaie sbagliano colonia ), in ogni momento c'è un interscambio di Varroa tra colonie, significa che tutto l'apiario è poco infestato e non necessita di trattamento o tutto l'apiario è discretamente infestato e necessita di trattamento ; 2) sarebbe un lavoro troppo grande fare la valutazione dell'infestazione di tutte le famiglie di un apiario. Raccomandiamo di valutare solo 5 / 10 colonie di un apiario, per determinare quante di esse necessitano un trattamento. Se un terzo di queste colonie richiedono un trattamento, esso si deve applicare a tutto l'apiario. Se meno di un terzo richiede un trattamento, si può ritardare il trattamento dell'apiario di qualche mese.

1.4.Strategia annuale di controllo di Varroa

Con queste conoscenze che ci permettono di determinare se un apiario necessita di un trattamento possiamo stabilire quattro regole che consentano di decidere quando è il momento di trattare.

Regola 1 : applicare fuori periodo di produzione . Per i prodotti alternativi, non esiste lo stesso rischio di residui che c'è per gli acaricidi chimici, dato che questi prodotti sono di origine naturale,e alcuni di essi evaporano dal miele.Si raccomanda sempre , di applicare qualsiasi trattamento in un momento in cui le colonie non producano miele, e in un momento in cui le colonie abbiano poca covata e poche api , per cui il trattamento risulta maggiormente efficace.

Regola 2 : applicare sempre i trattamenti al termine del raccolto .Durante la stagione di fioritura, che dura da tre a sei mesi, c'è la presenza di molta covata nelle colonie , il che rappresenta opportunità di riproduzione per la Varroa. Al terminare della fioritura e del raccolto , la popolazione di varroa va a raggiungere il massimo livello. In aggiunta, al ridursi della quantità di covata, si osserva una concentrazione della Varroa nella poca covata , il che forma un livello alto di parassitizzazione della stessa, un forte debilitamento delle colonie, e un forte consumo di riserve per alimentare la covata , della quale una buona parte va morire per Varroa. Consideriamo che tutte le colonie quale che sia la loro genetica, necessitino di un trattamento al termine del raccolto.

Regola 3 : un mese prima della fioritura determinare se vi è necessita di un trattamento. Dopo questo trattamento il raggiungimento di un alto livello di infestazione richiederà alcuni mesi, ma può anche risultare molto rapido. Questo dipende in particolare dal clima e dalla genetica delle api. In molti casi , non è necessario un trattamento, il che permette di risparmiare tempo e costi.Però in altri casi , se è necessario ,un mese prima della fioritura assicurarsi che il livello di infestazione sia sufficientemente basso affinchè le famiglie possano passare senza problemi il periodo di fioritura.

Regola 4 : alternare i prodotti applicati. Altro punto importante della strategia di controllo è di utilizzare i diversi prodotti per il controllo della Varroa in forma alternata.Questo significa cercare di evitare la formazione di resistenze.

Si può continuare a utilizzare i metodi convenzionali come l'Apistan o il Bayvarol, alternati agli altri prodotti, come il timolo, l'acido formico, o l'acido ossalico. Così si eviteranno fenomeni di resistenza.

1.5. Un trattamento deve durare almeno 16 giorni

Come descritto anteriormente, una Varroa madre passa i giorni di opercolazione nelle celle di covata, durante i quali nessun trattamento applicato alla colonia ( ad eccezione dell'acido formico ndt ) è in grado di raggiungerla con efficacia.Questo implica che per essere efficace, qualsiasi trattamento deve avere una durata superiore a questo periodo di 12 giorni .

Per spiegare questa regola , consideriamo il caso di una Varroa in particolare.

Commentiamo qui i casi rappresentati in figura 3.

Caso 1: applico solo una volta. Il trattamento opera solo durante 4 giorni e quando esce la Varroa . La Varroa rimane viva.

Caso 2 : applico due volte. Il trattamento opera solo 8 giorni, ed è poco efficace sulla Varroa considerata.

Caso 3 : applico tre volte. Il trattamento opera 12 giorni , e questa volta, quando la Varroa esce dalla cella, si incontra col trattamento, e muore. Questo dimostra che il trattamento deve durare almeno 12 giorni

Caso 4 : applico tre volte , però un'ora dopo che la varroa è entrata nella cella . Quando esce, l'effetto del trattamento è terminato e non vi è effetto acaricida.

Caso 5 : applico quattro volte e finalmente vi è effetto letale su questa varroa . In questo modo tutte le varroe dell'alveare risulteranno in contatto con l'acaricida



Caso 6 : applico due volte , ma per chissà quale ragione lascio trascorrere diversi giorni tra un trattamento e l'altro. Intanto la varroa ha avuto tutto il tempo di rientrare nella cella e cominciare a moltiplicarsi. Questo dimostra che i trattamenti devono essere continui e per nessun motivo si può sopprimere un'applicazione .

Caso 7 : siccome l'apiario sembra in buone condizioni decido di trattare solo ogni 6 giorni invece che per , 4 . Questo darà la possibilità a diverse varroe di entrare nella covata e riprodursi e l'efficacia del trattamento sarà ridotta.

Riassumendo perchè un trattamento sia efficace , deve durare almeno 16 giorni e non avere nessuna interruzione . Per maggior efficacia , possiamo allargare il tempo di trattamento a 24 giorni .Questo è difficile con un prodotto che necessita di essere rinnovato ogni 4 giorni (acido formico o acido ossalico), però fattibile con un prodotto che necessita essere ripetuto ogni 8 giorni(timolo).

2. TRE TRATTAMENTI ALTERNATIVI .

In questa seconda parte, si presentano i tre trattamenti alternativi di maggior interesse, in ordine di facilità: acido formico (efficace, però relativamente pericoloso, e che richiede applicazione ogni 4 giorni), acido ossalico (efficace, non pericoloso, però richiede applicazione ogni 4 giorni ) , timolo(efficace, non pericoloso , si applica ogni 8 giorni ). .

2.1. Preparazione e applicazione dell' acido formico

L'acido formico è un composto chimico organico presente in natura. Nel miele,nella frutta.E' utilizzato nell'industria conserviera. Dagli anni '70 cominciò a essere utilizzato nelle patologie vegetali con esito positivo, da qui l'uso per il controllo della varroa.

Il vantaggio di utilizzare acido formico è che essendo molto volatile , i suoi residui evaporano dal miele in solo tre settimane. Ha avuto una buona accettazione in Europa , però deve essere utilizzato con certi mezzi di precauzione essendo un acido corrosivo, può ustionare la pelle o provocare problema alla respirazione .

Per la preparazione di questo prodotto si necessita dei seguenti prodotti :

- Acido formico

- Ovatta di 10 cm x 17 cm.

-Sacchetti di plastica di 10 cm x 16 cm.

-Maschera di marca Wilson, con due filtri per vapori di acido, N°43

- Guanti di plastica.

- Occhiali di protezione.

- Acqua per la diluizione .

- Chiuditrice per borse di plastica .

Recipienti, per la diluizione .

E' certo che l'acido formico uccide la varroa nella cella? Vari autori riportano che per diffondersi in forma di gas nella colonia, l'acido formico può debellare la varroa nella covata, Abbiamo visto il contrario: aprendo celle di covata durante l'applicazione dell'acido formico, abbiamo visto che in nessun caso , si incontrano varroe morte nelle celle di covata .
Si raccomanda di utilizzare tre concentrazioni finali differenti a seconda della temperatura ambientale che si prevede: acido formico al 50%, 60% 70%..

Però quando utilizzare questa concentrazione ?.

L'acido formico agisce dentro la colonia uccidendo la Varroa per mezzo della evaporazione, la colonia si satura del gas e le Varroe muoiono per acidificazione , senza nessuna conseguenza per le api ,sempre che non si utilizzi una concentrazione troppo alta rispetto alla temperatura. .

- l'acido al 50% si deve utilizzare quando ci sono temperature superiori ai 30 gradi ,cioè quando è molto caldo . .

- l 'acido formico al 60% si deve utilizzare quando la temperatura fluttua tra 25 e 30 gradi, (temperatura media). .

- La concentrazione di acido formico al 70% si deve utilizzare quando la temperatura sia sotto 25 gradi .

Quali sono i rischi, se si sbaglia la concentrazione ?

In caso di una concentrazione troppo bassa (per esempio, acido al 50% con freddo ), l'acido non evapora, o molto lentamente, per cui non è efficace contro la Varroa.

Nel caso di una concentrazione troppo alta (per esempio, acido al 70% quando fa caldo), l'acido evapora molto rapidamente, e la sua concentrazione nella colonia diventa eccessiva. Questo provoca nel miglior caso una interruzione della deposizione della regina, e nel peggior caso, la morte di parte delle api

-

Come determinar la diluizione più adeguata dell'acido formico,

secondo la temperatura della zona in cui si vuole applicare...

(Vedere la pagina seguente per la esplicazione dei calcoli).

Numero

Temperatura

Concentrazione

Quantità somministrazione (ml)

di

ambientale

di acido

Quantità

Quantità

Quantità

colonie

finale

Di acido

di acqua

totale

<25º

70%

49

11

60

1

25º-30º

60%

42

18

60

>30º

50%

35

25

60

<25º

70%

148

32

180

3

25º-30º

60%

127

53

180

>30º

50%

106

74

180

<25º

70%

247

53

300

5

25º-30º

60%

212

88

300

>30º

50%

176

124

300

<25º

70%

494

106

600

10

25º-30º

60%

424

176

600

>30º

50%

353

247

600

<25º

70%

741

159

900

15

25º-30º

60%

635

265

900

>30º

50%

529

371

900

<25º

70%

988

212

1200

20

25º-30º

60%

847

353

1200

>30º

50%

706

494

1200

<25º

70%

1235

265

1500

25

25º-30º

60%

1059

441

1500

>30º

50%

882

618

1500

<25º

70%

1482

318

1800

30

25º-30º

60%

1271

529

1800

>30º

50%

1059

741

1800

<25º

70%

1976

424

2400

40

25º-30º

60%

1694

706

2400

>30º

50%

1412

988

2400

<25º

70%

2471

529

3000

50

25º-30º

60%

2118

882

3000

>30º

50%

1765

1235

3000

<25º

70%

3953

847

4800

80

25º-30º

60%

3388

1412

4800

>30º

50%

2824

1976

4800

<25º

70%

4941

1059

6000

100

25º-30º

60%

4235

1765

6000

>30º

50%

3529

2471

6000

Come preparare il trattamento ?

Per esempio, per trattare una quindicina di colonie, è necessario preparare 900 ml (eguale a 0.9 litro) di acido formico al 50% (vedere tabella, seguente pagina). Per ciò, si mescolano 529 millilitri di acido formico 371 millilitri di acqua con 0.9 litri di acido formico al 60% si mescolano 635 millilitri di acido più 265 millilitri di acqua e per 0.9 litri di acido formico al 70%, si mescolano 741 millilitri di acido con 159 millilitri di acqua.

Una volta elaborata la concentrazione che si va a utilizzare ,i pezzi di covata si collocano piegati a metà dentro i sacchetti di plastica. La quantità di acido (sia al 50%, 60% 70%) che si pone nei sacchettini con ovatta è di 60 millilitri, e corrisponde alla quantità di acido che assorbe l'ovatta. Una volta riempita la borsa, si chiude con una delle speciali macchinette per chiudere la plastica. Si scrive sopra ogni sacchetto , la concentrazione utilizzata e che il contenuto è pericoloso




Nota per gli apicultori di clima temperato...
La temperatura indicata è quella che rimane costante almeno 3 ore durante il giorno. Sin dall'inizio, per evitare mortalità di api, raccomandiamo di non applicare acido formico se la temperatura è inferiore a 10°C durante la notte.
Come applicare in campo?

I sacchettini con acido formico si collocano, uno per colonia, sopra le calastre dei favi , nella parte centrale della cassa. Si pratica un'apertura di 3 x 3 cm, per permettere l'evaporazione dell'acido formico. L'apertura sarà rivolta verso il basso permettendo così l'evaporazione dell'acido. E' necessario utilizzare guanti di plastica per praticare le aperture e collocare i sacchetti, l'acido è corrosivo e può causare ustioni.

Quante volte replicare?

Si ripete il trattamento quattro volte, con intervallo di quattro giorni. Per esempio, essendo oggi il 12 febbraio, si applica il primo oggi, e si applicheranno i seguenti nei giorni 16, 20 e 24 Ogni volta si sostituisce il sacchettino esausto con uno pieno.

2.2. Preparazione e applicazione dell' acido ossalico

L'acido ossalico è un composto chimico organico, si incontra in natura in frutta, in piante e anche nel miele che contiene piccole quantità di questo acido. Utilizzarlo contro Varroa perchè è degradabile, e non contamina il miele.

Questo prodotto è stato molto utilizzato in Europa soprattutto in Svizzera, Francia e Germania, con una eccellente efficacia contro Varroa. Due forme di applicazione si possono utilizzare, una in forma di aspersione e l'altra in forma di sciroppo di zucchero. I risultati sono stati buoni , specialmente se il trattamento è eseguito in inverno in assenza di covata. Con questo tipo di trattamento si elimina circa il 99% della popolazione di Varroa.

In Messico il fenomeno di invernamento con blocco di covata delle colonie non si produce,fà caldo tutto l'anno. Questa è la gran differenza che rende necessari interventi multipli contro l'acaro.

E' utile menzionare che sono state realizzate prove in differenti apiari con questo acido nelle due forme di applicazione (per aspersione e per mezzo di soluzione zuccherina gocciolata)

Per l'utilizzo dell'acido ossalico si necessita dei seguenti prodotti :

- Acido ossalico:
- Siringa o recipiente da 50 millilitri.
- Recipienti per l'elaborazione dello sciroppo

Come preparare lo sciroppo di acido ossalico?

E' molto semplice l' elaborazione dell'acido ossalico per il controllo della Varroa. Si deve elaborare uno sciroppo come quello che si utilizza per alimentare le colonie, cioè si mescola acqua, zucchero e acido ossalico. Un chilo di zucchero un litro di acqua 100 grammi di acido ossalico

Per esempio, per preparare sciroppo per 40 colonie, si mescolano un kilo di zucchero , un litro di acqua e 100 grammi di acido ossalico.

Come e quanto sciroppo di acido applicare alle colonie?

In libbre (450 g) e once (30 g)...
Per gli apicultori che maneggiano le misure in libbre e once, in particolare in centroamerica, diamo qui la conversione approssimata. Per preparare 1.8 litro di sciroppo (per 36 colonie), si mescolano 2 libbre di zucchero ; 2 libbre di acqua ( 900 ml, o 900 cc) ; 3 once di acido ossalico. Si danno 60 ml (o cc) tra ogni favo occupato dalle api.




Per applicare il trattamento, si apre la colonia, e si sgocciola lo sciroppo di acido direttamente sopra le api.. Per la quantità di sciroppo da somministrare, si prende in considerazione la forza della colonia : per ogni spazio tra i favi popolato di api si applicano 5 millilitri di sciroppo.

Per esempio se una colonia popola 4 spazi fra i favi 4 si applicano 20 millilitri, se una colonia popola 8 spazi si applicano 40 millilitri, per una colonia molto forte, si applicano 50 millilitri.

Quante volte applicare ? ( Così si uccidono le api !!!! ndt)

Il trattamento completo consiste in 4 applicazioni con intervallo di 4 giorni, per colonia.Per esempio, essendo oggi il 19 aprile, si applica il trattamento oggi stesso, i successivi trattamenti si fanno il 23, 27 e 31 aprile.

Attenzione,però

E' importante che la preparazione dell'acido ossalico sia in forma di sciroppo con 50% di zucchero, per evitare che le api soffrano di diarrea. La diarrea può presentarsi per una bassa concentrazione dello zucchero nello sciroppo.

2.3. Preparazione e applicazione del timolo

Terza molecola, il timolo è un prodotto naturale estratto dalla pianta aromatica chiamata timo (Thymus vulgaris). Questa pianta è tradizionalmente utilizzata nella cucina mediterranea, e i suoi residui non si considerano tossici. Si può utilizzare senza problema il timolo di sintesi. In Italia, si usa un prodotto a base di estratti naturali (principalmente timolo, canfora, mentolo eucaliptol). Questo prodotto, chiamato ApilifeVAR ha un costo alto, per cui gli apicoltori hanno cercato forme di applicazione più economiche. Esistono due forme facili da elaborare a base di timolo: impregnato sopra oasis o in forma di cristalli.

2.3.1. Applicazione del timolo sopra oasis

Timolo. Questo prodotto non è comunemente venduto in commercio.E' disponibile in grandi farmacie, come la Farmacia París, en la Ciudad de México (tel : 01 57 09 29 40; costo di $340/kg in giugno del 2000). Altra forma di acquisto è importarlo direttamente dall'Europa, in grandi quantità, costo approssimativo $180/kg.

- Oasis. sotto questo nome , si conosce la spuma (generalmente di color verde) che si utilizza per mantenere fiori su spugne . Questo tipo di spugna si può trovare facilmente nei negozi di fiori.

- Alcool.
- Recipiente per la mescola.
- Siringa da 10 ml.

Come preparare il timolo in oasis ?

Si deve tagliare l'oasis in quadretti di 6 cm x 4 cm x 0.5 cm. Questi quadretti serviranno per essere impregnati di timolo e essere collocati nella colonia. Poi , si scioglieranno 4 grammi di timolo con 4 millilitri di alcool. Può essere necessario mescolare un buon tempo per la completa soluzione dei cristalli. Poi si impregna ogni quadro di oasis con 8 millilitri di soluzione preparata.

Per esempio, per 10 colonie, bisogna preparare, per il primo trattamento, 20 quadretti (2 colonie). Per questo, si fà una mescola di 80 grammi di timolo sciolto in 80 millilitri di alcool, questa mescola sarà ripartita fra i 20 quadretti.Con la siringa, si devono misurare 8 millilitri di soluzione per ogni quadro di oasis.

Come applicare il timolo alle colonie?

In apiario, si collocano 2 quadri di oasis con timolo per colonia, nel nido, sopra i telai. L'ideale è porre il trattamento a due quinti della camera, agli estremi uno dell'altro.

Quante volte replicare ?

Il trattamento completo consiste di solo 2 applicazioni con intervallo di 8 giorni.Per una miglior efficacia tuttavia, raccomandiamo di applicare 3 volte il prodotto ;dato il suo basso costo, consideriamo fattibile questa opzione.Per esempio, essendo oggi il 7 novembre, si applica il primo trattamento e si applicano gli altri due trattamenti al 15 e 23 di novembre.

2.3.2. Aplicazione del timolo in polvere

- Timolo (vedere applicazione del timolo in oasis ).

- Tappi di plastica di 5 a 7 cm di diametro, come quelli che si utilizzano per tappare i vasi di polistirene.

- Una bilancia.
- Contenitore
Qusto metodo consiste unicamente nel pesare o valutare 4 grammi di timolo in polvere.

Come applicare il timolo alle colonie ?

In apiario, si collocano 2 tappi di plastica con 4 grammi di timolo per colonia,nel nido sopra i telai . L' ideale è porre il trattamento a due estremi del nido in diagonale.

Quante volte replicare ?

Come per il timolo in oasis, si può applicare 2 o 3 volte

2.4. Costo del trattamento per colonia

Tenendo conto dei prezzi nel novembre 2000, possiamo valutare i costi dei tre trattamenti nella seguente forma( i prezzi sono in pesos messicani, in parentesi l'equivalente in dollari).

- Acido formico :

Costo del secchio di 39 kg di acido formico (misura per preparare 1000 applicazioni) : $660 (US$66)
Costo per applicazione :
plastico : $0.05 (US$0.005)
acido formico : $0.66 (US$0.066)
secchio : $0.36 (US$0.036)
Totale= $1.07 (US$0.107)


Costo per colonia : 4 misure x $1.07 = $4.28 (US$0.428)



- Acido ossalico :

Costo di 25 kg di acido ossalico (misura per 10000 applicazioni di 50 ml) : $400 (US$40)
Costo per applicazione di 50 ml :
acido ossalico : $0.04 (US$0.004)
zucchero : $0.12 (US$0.012)
Totale = $0.16 (US$0.016)


Costo por colonia : 4 applicazioni x $0.16 = $0.64 (US$0.064



- Timolo :

Costo del timolo importato per grandi quantità (per 125 applicazioni di 8 g) : $180 per kg (US$18 per kg)
Costo per applicazione di 8 g :
oasis : $0.06 (US$0.006)
timolo : $1.44 (US$0.144)
alcool : $0.10 (US$0.010)
Totale = $1.60 (US$0.16)
Costo per colonia : 3 applicazioni x $1.60 = $4.80 (US$0.48)

2.5. Comprare il timolo

Dei tre prodotti presentati, il timolo è quello che presenta i maggiori vantaggi: facilità, sicurezza, efficacia, non contaminabile. Per sfortuna è poco reperibile. Nella maggior parte dei paesi dell'America Latina, si può trovare nelle grandi farmacie, però a prezzi relativamente alti.
Nel 1999 e 2000, abbiamo proposto di importare il timolo in grandi quantità ( per aiutare le varie associazioni di apicoltori).Per informazione, indichiamo un preventivo per acquistare il timolo per un costo di US$12.50 per kg. Sommando i costi del trasporto marittimo, dogana, imposta di valore(3% in Messico, IVA (15%), DTA (0.8%), il costo finale del prodotto in Messico è US$ 16 e 18 per kg.

Indirizzo
Adrian S.A. (Huiles Essentielles et Matières Aromatiques)
15 rue Cassis - 13008 Marseille - Francia
Tel +33 4 91 17 42 42 / 43 77
Fax + 33 4 91 78 40 22

3. ALTRE INFORMAZIONI UTILI



3.1. Aspetti legali

Ogni produttore deve rispettare gli obblighi di legge.Per informazione, riportiamo qui alcuni estratti del "Diario Oficial de la Secretaria de Agricultura, Ganadería y Desarrollo Rural, del 12 di agosto del 1997: Modificación a la Norma Oficial Mexicana NOM-001.ZOO-1994, Campaña Nacional contra la Varroasis de las Abejas, pubblicata il 28 di aprile del 1994".
La segreteria per il contenimento della Varroa ha emanato una serie di direttive per evitare che i danni occasionali siano incalcolabili. Il nomadismo è da evitare se l'infestazione è elevata.
Il nomadismo delle colonie deve avere questi requisiti base:1)Evitare il nomadismo selvaggio in modo da non aumentare l'infestazione delle colonie, gli spostamenti saranno effettuati previa autorizzazione sanitaria;2) La certificazione sia semplice e rapida.
D'accordo con la Segreteria si riportano i seguenti importanti punti per il controllo della varroasi
Art. 8. Trattamento
Art. 8.1. La Secreteria determinerà il prodotto chimico che si deve utilizzare per i trattamenti, seguendo le indicazioni del laboratorio produttore.
Art. 8.3. Gli apicoltori devono applicarli sotto la supervisione del personale veterinario
Art. 9. Constatazioni
Art. 9.1 I proprietari di allevamenti di regine e apicoltori in generale, devono sollecitare la Segretaria alla costanza di trattamento , potendo effettuarsi ispezione del personale della Secretaria.
Art. 9.5. Previo movimento delle colonie , gli apicoltori comunicheranno alla Segretaria la costanza dei livelli di infestazione, che avrà una validità di 30 giorni a partire dalla data di spedizione. Per ottenere questa costanza si deve applicare la prova di David de Jong al 15% delle colonie di ciascun apiario da spostare e i risultati debbono essere eguali o minori al 10 %.
Art. 10. Nomadismo. Per il nomadismo delle colonie , nuclei regine materiale biologico apicolo, si deve ottenere il Certificato Zoosanitario che deve essere spedito dal medico veterinario ufficiale di controllo del nomadismo, prodotti e sottoprodotti di origine animale; organismo di certificazione, con i seguenti requisiti, di origine e destinazione:
a)Sollecito del nomadismo e destinazione.
b) Per il nomadismo, gli alveari devono essere marchiati a fuoco, per il nomadismo di nuclei, pacchi d'api e regine, le colonie devono essere identificate con tinta indelebile segnalando i dati del produttore.
c) Presentare la certificazione del trattamento.
d) Presentare la certificazione del livello di infestazione.
3.2. Produrre miele biologico ?

E' stato detto varie volte in questo documento che i tre prodotti presentati non si considerano contaminanti del miele. Questo si deve al fatto che i due acidi organici sono presenti in forma naturale nel miele. In quanto al timolo, per essere un estratto di timo (Thymus vulgaris), condimento abituale della cucina mediterranea, si considera il suo consumo, senza pericolo.
E' importante dire che la gazzetta ufficiale della Comunità Europea del 24 agosto 1999, nel regolamento 1804/1999 definisce le norme di produzione biologica. A pagina da 17 a 21, si specificano le norme sull' apicoltura biologica (disponibile in internet http://www.apicultura.com/databases/legislation/miel_sp.pdf).
A pagina 19 di questo documento, viene il paragrafo Profilassi e trattamento veterinario, nel quale il comma 6.3.d dice che sono utilizzabili acido formico, acido ossalico e le seguenti sostanze: mentolo, timolo, eucaliptol o canfora nei casi di infestazione di Varroa jacobsoni.
Questo significa chiaramente che i tre prodotti presentati sono ammessi nelle produzioni biologiche, al contrario dei prodotti commercializzati attualmente.
Dobbiamo insistere su un punto chiave. A causa dei residui di acaricidi rimasti nel miele durante gli anni di trattamento, si sta cambiando la forma di controllo della Varroa, il miele prodotto sarà contaminato da residui. Per cui , l'obbiettivo è produrre miele biologico, si otterrà se ci sarà un cambio totale della cera nelle colonie, introducendo cera di produzione biologica

3.3. Creatività e formalismo
Parole di apicoltore Cileno : dato che noi siamo creativi ci piace elaborare la nostra propria tecnica di controllo della Varroa.
Queste parole le abbiamo sentito innumerevoli volte.Benché questa creatività, è importante che queste investigazioni si accompagnino ad un formalismo scientifico. Ogni nuovo prodotto, ogni nuova tecnica, ogni cambio di numero e frequenza di applicazione deve essere valutata ben bene. Descriviamo qui il metodo.
Prendiamo il caso di due alveari (v. fig. 11).A ognuno , si colloca una cartina con vaselina per l'entrata; che serve per il conteggio della Varroa. Questa cartina trattiene le varroe che van morendo. Ogni quattro giorni , si contano le Varroa morte.
Prendiamo il caso di due alveari (v. fig. 11).A ognuno , si colloca una cartina con vaselina per l'entrata; che serve per il conteggio della Varroa. Questa cartina trattiene le varroe che van morendo. Ogni quattro giorni , si contano le Varroa morte.
In parallelo, si applica il trattamento . Supponiamo qui che si tratti di quattro applicazioni ogni quattro giorni, come nel caso dell'acido formico o dell'acido ossalico.
Durante i 16 giorni di trattamento, contiamo la mortalità di acari ogni 4 giorni. In totale, 1440 Varroa per l'alveare 1, e 1132 nel 2. Questi valori sono relativamente simili , il che potrà far concludere che i due trattamenti hanno la stessa efficacia
Però attenzione il problema è che ignoriamo qual era la popolazione iniziale, ignoriamo quante varroe rimangono vive nell'alveare dopo i trattamenti.Per questa informazione, applichiamo un trattamento di controllo nelle famiglie, durante 12 giorni complementari. Questo trattamento deve essere con un prodotto commerciale, del quale si sappia l' efficacia molto alta può essere Apistan(r), o Bayvarol(r).
Durante 12 giorni ,si conta la mortalità, se si ha un livello basso nella famiglia 2 (219 acari) ma nella famiglia 1 (1607 acari). Questo significa che alla fine del trattamento, poca varroa rimane in famiglia 2 e molta in famiglia 1. Questi dati permettono di calcolare l'efficacia di ogni trattamento. L'efficacia è la percentuale di acari morti durante il trattamento riportato al totale di acari morti (durante il trattamento +controllo).
Efficacia alveare 1 = 1132 / (1132 + 1607) x 100 = 41.33 %
Efficacia alveare 2 = 1440 / (1440 + 219) x 100 = 86.79 %
Vediamo qui che l'efficacia del trattamento è stata più alta nell'alveare 2 che nell'1 . Questo dimostra che è molto importante fare un trattamento di controllo per sapere qual è l'efficacia reale di un trattamento
L'efficacia accettabile va a dipendere dal costo e dal livello di contaminazione. Prodotti come gli acaracidi di sintesi(fluvalinate, flumetrina o amitraz), tenendo conto che sono cari e contaminanti, sono accettabili solo se l'efficacia è molto alta (più di 98%) e riducono il numero di trattamenti necessari. Per prodotti di basso costo e non contaminanti( acido formico, acido ossalico, timolo), si accetta efficacia molto bassa ma bisogna ripetere i trattamenti più volte. Consideriamo che l'efficacia minima accettabile è del 85%, se l'efficacia è inferiore all'85% la popolazione di varroa residua pone in pericolo la famiglia per alcuni mesi.

3.4. Prove di campo
Come prove di efficacia dei tre prodotti presentati in questo corso e illustrazione del paragrafo anteriore, presentiamo i risultati di alcune prove di campo che sono state realizzate , tra novembre 1998 aprile 1999. Nella figura 8, si può apprezzare l'efficacia ottenuta con acido formico. Chiaramente fu molto bassa la mortalità di Varroa negli alveari testati (senza trattamento), per incrementarsi molto all'applicazione di un trattamento controllo (Apistan). Al contrario, si ebbe mortalità alta applicando acido formico, però bassa caduta applicando il trattamento controllo, che significa che fu efficace l'acido. Secondo la concentrazione, l'efficacia variò da 77% a 81%.
Solo una parte delle colonie dell' apiario fu trattata, il che permette una reinfestazione delle colonie durante il trattamento controllo. Probabilmente si sarebbe ottenuto una efficacia di 92% - 96% (come in Europa), trattando tutti gli alveari nello stesso momento.
Sono state realizzate prove in differenti apiari con acido ossalico e nelle sue due maniere di applicazione (per aspersione e per mezzo di sciroppo gocciolato). Da queste le basi per una sola, la quale soddisfa la nostra esigenza ; di facile applicazione , buona efficacia e nessuna interferenza con api e prodotti.



Si può apprezzare in figura 9 che il trattamento di acido ossalico per aspersione ebbe un'efficacia bassa (meno di 58%). Questo si deve alla presenza permanente di covata , che riduce fortemente l'efficacia del prodotto. Per questo motivo, si raccomanda di scartare questa forma di applicazione in Messico.Al contrario, il metodo di gocciolamento , ebbe una buona efficacia (circa dell'84%). La differenza con il metodo anteriore è che per gocciolamento, l'acido agisce probabilmente per via sistemica. Dato il basso costo di questo prodotto, facilità di uso, e innocuità per gli apicoltori, si può raccomandare di usare di preferenza l'acido formico.
Abbiamo finalmente comparato il trattamento commerciale italiano Apilife VAR (timolo, mentolo, eucaliptolo e canfora) con tre trattamenti di nostra elaborazione. La dose comune a queste tre forme è di 8 g di timolo, con due ripetizioni (per un totale di 16 g per colonia).
1)si collocano due tappi con 4 g di timolo, sopra i telai del nido ;
2)si collocano due quadri di ovatta, impregnati con 4 g di timolo sciolto in 4 ml di alcool sui telai
3)si collocano due tavolette di vermiculite di 6 cm x 4 cm x 0.5 cm, impregnate con 4 g di timolo disciolto in 4 ml di alcool





Si può apprezzare, in figura 10, l'efficacia dei metodi. Apilife VAR efficacia di 87%, comparabile a quanto ottenuto in Europa, in condizioni di trattamento parziale di un apiario. Il timolo applicato in polvere, permette efficacia di circa l'82%, che è molto accettabile. Il timolo in alcool, si può ottenere una buona efficacia con uso di un supporto di vermiculite, però non con l'uso di un supporto di ovatta. Questo riflette il fatto che è di grande importanza che le api possano disaggregare il supporto e così ripartire il prodotto in tutta la colonia.

3.5. Conclusioni

Dopo varie prove la conclusione è che i 3 metodi si possono utilizzare in Messico, purché si rispetti la posologia di somministrazione.
L'acido formico ha un costo accettabile( meno di 5$ per colonia) , una buona efficacia, però è un prodotto pericoloso per api e apicoltore . Si debbono rispettare le precauzioni di impiego.
L'acido ossalico, il più economico dei tre prodotti (meno di 1 $ per colonia) tiene un'efficacia accettabile se si applica correttamente. Vantaggio rispetto all'acido formico è l'assenza di pericolo per l'apicoltore e per le api.
Il timolo , costo (meno di 5$ per colonia), ha il vantaggio di essere il più efficace dei tre prodotti, ed essere innocuo per il produttore e le api. Indubbiamente è il prodotto che raccomandiamo con entusiasmo.

4. PER PREPARARE CORSI
Diamo qui il programma del corso in tre giorni come lo impartiamo,e indirizzi internet.
----------------------------------- Programma e necessario per il corso sul controllo alternativo della varroa.
La memoria del corso si può consultare in internet al seguente indirizzo : http://www.apicultura.com/articles/control_Varroa
Problematica : l'acaro parassita Varroa jacobsoni è il nemico principale dell'ape Apis mellifera a livello mondiale. I metodi abituali di controllo di varroa richiedono l'uso di acaracidi di sintesi, i quali hanno un costo(MX$50 o US$5 per famiglia), sono contaminanti del miele( il che deprezza le esportazioni), e selezionano acari resistenti. Quindi, abbiamo adattato al clima tropicale l'uso dei tre prodotti permessi in Europa in apicoltura biologica: acido formico,acido ossalico, timolo.
Obbiettivo del corso: in due tre giorni si istruiscono gli apicoltori e i tecnici preposti al controllo alternativo della varroa.Al termine del corso, gli apicoltori sanno preparare e determinare i dosaggi più adeguati e applicarli in sicurezza e legalità.
Programma del corso: è normalmente di tre giorni, con l'orientamento di approfondire la tecnica. In forma indicativa, si riporta il programma classico, il quale si può modulare, secondo il livello delle conoscenze e le necessità espresse dal pubblico.

- 1 giorno: introduzione e presentazione dei tre prodotti;
preparazione dei trattamenti con acido formico e precauzione nell'uso ;
applicazione in apiario ;
rilievo di covata e api ;
determinazione del livello di infestazione delle api.

- 2 giorno :aspetti teorici di biologia di api ;
determinazione dei differenti stadi di sviluppo di Varroa ;
aspetti teorici di biologia di Varroa ;
preparazione dei trattamenti con acido ossalico e timolo ;
applicazione in apiario ;
lettura valutazione dei trattamenti con acido formico.

- 3 giorno : aspetti legali ;
requisiti per parte della Secretaria de Agricultura, etc. ;
tempi di trattamento e strategia di controllo ;
lettura, valutazione dei trattamenti con acido ossalico e timolo ;
seconda lettura dei trattamenti con acido formico ;
valutazione del corso.
Si considera un pubblico di 10-20 persone, ognuno con quaderno, lapis, e materiale di protezione per visitare gli apiari.
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Indirizzi in internet
Corso su controllo alternativo di Varroa http://www.apicultura.com/articles/control_Varroa
Articoli su tolleranza delle api a Varroa http://www.apiclturaonline.it/remy1.htm
http://www.apicultura.com/articles/vandame
Gazzetta Ufficiale della Unione Europea su produzione di miele biologico http://www.apicultura.com/databases/legislation/miel_sp.pdf
Commercializzazione del miele nel mercado equo http://www.fairtrade.net/honey.html

Traduzione di Gianni Savorelli