GUINEA BISSAU

Micro n.: 1589
APICOLTURA DI VILLAGGIO
Ubicazione: Isola di Uno
Importo: lire 8.600.000
Sintesi

Programma di assistenza tecnica e materiale per l'avvio di attività apicole di villaggio
Contesto.

A Uno 4.000 persone vivono secondo ritmi antichi, preservati dall'isolamento di questo lembo di terra il cui unico collegamento con le altre isole è assicurato da una canoa che effettua servizio settimanale fra Uno, Orango e Bubaque.
L'isola comprende 32 villaggi retti da un'organizzazione sociale basata sul sistema di classi di età: il consiglio degli anziani, la grandezza, decide tutti i momenti importanti per la vita economica e sociale della comunità. A Uno, tuttavia, l'organizzazione tradizionale si coniuga meglio che altrove con la necessità di soddisfare i bisogni individuali e famigliari. Agricoltura di sussistenza e pesca sono le attività fondamentali, per non dire le uniche. Gli uomini coltivano il riso, arachidi, fagioli bijagos, manioca, igname e manfafa, ed estraggono l'olio di palma. Anche le donne coltivano le loro risaie; inoltre lavorano i frutti dell'anacardio estraendone il vino di acajù, che viene bevuto o venduto; e vendono anche le castagne di anacardio ai commercianti. Gli scambi avvengono solo all'interno delle isole: il mercato è davvero di tipo locale.
Quanto alle infrastrutture, Mani Tese ha costruito negli anni scorsi buona parte di quelle idriche, soprattutto pozzi, e sanitarie. L'assistenza alla salute è attualmente in crisi perché il governo centrale non riesce più a garantire il rifornimento dei farmaci di base e lo stipendio degli infermieri. L'isola di Uno dovrà sempre più contare sulle proprie forze e sull'autorganizzazione: non solo i volontari sanitari formati in precedenza, avranno un ruolo più centrale di fronte al ritiro del persona statale, ma anche la salute andrà gestita sempre più in modo preventivo, così da evitare il ricorso agli scarsi farmaci.
E la salute preventiva passa anche per una più completa alimentazione, che è fra gli obiettivi prioritari del progetto qui presentato.

Responsabile e beneficiari

Ideatore e responsabile del progetto è Daniele Pini, un italiano che per decenni ha fatto volontariato con il gruppo Mani Tese di Bulciago (Como) e che da qualche anno vive e lavora sulle isole Bijagos. Fra gennaio e giugno 1995 Daniele ha portato avanti un progetto di animazione che prevedeva fra l'altro varie riunioni nei villaggi, per permettere agli abitanti di esporre bisogni ed esigenze. Una delle proposte nate da quelle riunioni è stata appunto lo sviluppo dell'apicoltura.
Beneficiari del progetto saranno in primo luogo i contadini formati durante il corso e ai quali saranno fornite le arnie e gli strumenti. La tecnica potrà diffondersi nell'isola e diventare patrimonio comune degli abitanti.

Progetto.

L'introduzione di tecnologie migliorate per l'apicoltura risponde a vari obiettivi. Il primo è il miglioramento della dieta alimentare, soprattutto dei bambini e degli ammalati, il che è fondamentale in una situazione di quasi autarchia qual è quella dell'isola che può contare pochissimo sui servizi statali, anche sanitari, in crisi. Come autorevoli studi hanno comprovato, il miele non è certo un semplice dolcificante: al contrario è ricco in vitamine e sali minerali e ha proprietà terapeutiche certe. Lo stesso si dica di un altro prodotto dell'alveare dalle proprietà antisettiche riconosciute: la propoli.
Gli altri obiettivi del progetto sono di ordine economico ma rispondono alla stessa necessità di "fare da sé", di autosviluppo: l'uso del miele in alternativa allo zucchero ridurrà la spesa familiare per questo secondo prodotto, oltretutto assolutamente non nutriente; e l'alveare ha altri prodotti utilizzabili, come il polline e la cera, utile per farne candele da illuminazione, visto che l'energia elettrica è inesistente.
Il miele è una risorsa tradizionale sull'isola, ma finora non è stata utilizzata appieno. I metodi di raccolta distruggono ogni volta la famiglia delle api. Spesso oltretutto non si riesce a raccogliere il miele: le api brade costruiscono i loro favi in tronchi il più possibile inaccessibili.
Il corso di formazione coinvolgerà 12 persone scelte fra i vari villaggi dell'isola di Uno e sarà tenuto da un istruttore residente su un'altra isola ma disposto a trasferirsi a Uno per tutto il periodo della formazione. Il corso durerà un mese e ogni tre mesi l'esperto tornerà per controllare i lavori.
Il progetto sarà controllato da un supervisore.
Il corso sarà tenuto durante la stagione secca, quella più libera dai lavori agricoli e sarà diviso in due tempi: teorico (struttura dell'alveare, malattie ecc.), pratico (con l'introduzione del nuovo metodo di allevamento, uso dei materiali, estrazione del miele, della propoli e della cera).
Due persone del gruppo passeranno un periodo a Cahaxangue (presso il tecnico) per imparare a costruire le arnie.
Le tecnologie possono diventare infatti facilmente accessibili alla popolazione.

Costo:
1. Acquisto di 24 arnie 3.000.000
2. Equipaggiamento 2.300.000
2. Spese per vitto, alloggio, trasporti 1.340.000
3. Spese per salari formatori 800.000
4. Formazione apicoltori a Caboxangue 860.000
5. Materiale didattico 300.000

Sostenibilità

Il progetto è generatore di reddito quindi il finanziamento è una tantum ed è prevista una successiva rapida autonomia con la vendita dei prodotti dell'alveare. In aggiunta a questo gli apicoltori forniranno miele alla collettività e divulgheranno le conoscenze acquisite in cambio della formazione e del materiale ricevuti.
Il seguito operativo del progetto si avvarrà dell'appoggio praticamente gratuito di un abitante dell'isola che ha avuto esperienze di apicoltura moderna e che fungerà da animatore.

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