Comunicati stampa Ismea

Miele: mercato fermo in settembre

Il prodotto estero tiene a freno gli scambi

Roma, 11 ottobre 2000

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Roma, 11 ottobre 2000 - Andamento piatto in settembre sui mercati del miele. Il prodotto d’importazione, anche se di qualità inferiore a quello italiano, ha continuato a tenere testa ai mieli "tricolori" le cui quotazioni si sono mantenute all’interno di una forbice ancora molto ampia.

Nell’ambito delle diverse tipologie - comunica l’Ismea - il prodotto d’acacia non sembra trovare un punto di equilibrio, continuando a oscillare tra un minimo di 6.500 lire e un massimo di 7.500 lire il chilogrammo.

Le punte di prezzo, al momento, si registrano nei centri lombardi, piemontesi e veneti, mentre in Toscana la compravendita è avvenuta anche al di sotto delle 7mila lire il chilo.

Riguardo ai poliflora, quotati in funzione del colore da 3.300 a 3.800 lire franco produttore (Iva inclusa) la domanda è apparsa prevalentemente orientata verso la gamma dei chiari. Quelli di alta montagna e alpini, intanto, dopo anni di produzioni esigue, hanno raggiunto quest’anno un discreto volume, mentre i prezzi hanno toccato livelli decisamente superiori a quelli dei normali millefiori.

Nel frattempo, il prodotto di agrumi è passato di mano attorno alle 4mila lire il chilo, contro le 3.700 del miele di girasole. Prezzi fino a un massimo di 4.500 lire per il castagno e l’eucalipto, a fronte di 3.700 lire della melata di metcalfa.

Il miele di sulla, infine, prodotto in scarsissime quantità, ha oscillato tra 4.200 e 4.700 lire il chilo, in un mercato caratterizzato solo da sporadiche transazioni.