Comunicati stampa Ismea

Miele, produzione discreta in tutta Italia

Le gelate di aprile non pregiudicano il raccolto

Roma, 23 giugno 2003

- E' irregolare, ma sostanzialmente positivo il quadro produttivo dei mieli sul territorio nazionale. Nell'ambito delle diverse tipologie - comunica Ismea - nonostante gli operatori abbiano confermato i danni delle gelate primaverili su acacia, agrumi e millefiori, si registrano effetti negativi solo in riferimento ad alcune aree e, anche in presenza di fioriture scarse, la raccolta di miele è stata tutto sommato buona e di alta qualità.

In particolare, il prodotto di acacia ha registrato un buon raccolto, con la sola eccezione delle pianure del Nord, danneggiate dal gelo. Nel Veneto si passa da 8 chilogrammi ad alveare fino a punte di 30 chili, mentre in Lombardia la produzione oscilla tra 4 e 20 chilogrammi per alveare. Stesso discorso per l'Emilia Romagna, mentre risulta molto scarsa la produzione in Umbria, alto Lazio e in alcune aree vocate del Piemonte, dove si stimano circa 15 chilogrammi per alveare.

Riguardo al miele di agrumi, la raccolta sembra essere buona, specie in considerazione del gelo che, nella sola Sicilia, ha 'bruciato' il 50% dei fiori. In Calabria e Basilicata, la produzione dovrebbe attestarsi sui 30 chilogrammi per alveare, con punte di 35/40 nella costa ionica. Scarso, invece, il raccolto in Sicilia, mentre in Sardegna si è verificato un accavallamento delle fioriture di arancio e cardo che ha compromesso il raccolto di mieli uniflorali. Nel complesso, la produzione primaverile di miele in Sardegna è stimata attorno al 50% del normale. In Abruzzo è scarsa la produzione del miele di sulla, fortemente compromessa dal gelo.

Riguardo, infine, al mercato, il miele di acacia sfiora 5 euro al chilo in tutte le regioni (il prezzo è inteso Franco produttore Iva inclusa), contro 3,50 euro spuntati dal Tarassaco in Lombardia. Il prodotto di agrumi oscilla tra 4 euro della Sicilia e 3 della Sardegna, mentre il poliflora d'importazione spunta 3,10 euro il chilo in Ungheria e Croazia, a fronte di 3,95 euro per il prodotto di acacia ungherese e croato.