Trattamento della varroa con metodiche a principio multiplo

IL QUADRO SANITARIO-Oggi sono 3 i patogeni in grado di indebolire l’alveare o portarlo a morte a seconda della quantità presente ( Virus, Varroa,Nosema ceranae) in tutti i mesi dell’anno.Nell’ambiente sono presenti fitofarmaci ( la sensibilità ai quali viene accentuata dal Nosema ceranae ) che dal punto di vista dell’ape costituiscono un problema. Possono poi aggiungersi fattori di disagio nutrizionale come scarsità di polline o scarsa qualità di questo.L’ape è dunque soggetta ad una sofferenza lunga e continua che in parecchi casi dà luogo alla sindrome che si osserva ormai da anni e che sembra essere un eccesso di quantità e qualità di patogeni presenti nell’alveare.
La diminuzione delle difese immunitarie ,sociali e individuali-sia la varroa che il nosema ceranae indeboliscoo il sistema immunitario dell’ape la quale diventa così sempre più sensibile prima di tutto ai virus ( trascurando per semplicità batteri e funghi) i quali riescono a moltiplicarsi in misura maggiore e continuano ad essere sempre più presenti e in quantità sempre maggiore. L’ape indebolita ha sempre minori possibilità di detossificazione dei fitofarmaci e ne diviene perciò ancora più colpita.Le api producono sostanze naturali antimicrobiche e per la disinfezione dell’alveare.L’alveare diviene in grado di produrre minori quantità di sostanze disinfettanti e diviene via via sempre più contaminato da patogeni. L’alveare tende anche ad espellere le api malate, ma lo fa tanto meno quanto più è alto il numero delle api malate.
La proliferazione dei virus e il collasso da varroa -la replicazione dei virus presenti nelle larve di ape è in gran parte provocata dalla presenza della varroa.Il massimo della replicazione virale si osserva dunque in corrispondenza del massimo di presenza di varroa in relazione alla quantità di virus presenti nelle api.Deve essere perciò essere veramente minima la quantità di varroa presente nell’alveare durante il periodo produttivo e questo lo si ottiene con buoni trattamenti primaverili facenti seguito a quelli tardo estivi e invernali. In parallelo si deve pensare alla riduzione del carico virale in tutti i periodi in cui si può operare.Si può anche auspicare la selezione delle regine con eliminazione di quelle alla testa di famiglie con problematiche virali più o meno evidenti(molti virus sonno asintomatici fino all’effetto letale) seguendo una strategia complessiva di lotta ai patogeni dell’alveare, non il considerarli singolarmente .

TRATTAMENTO DELLA VARROA CON METODICHE A PRINCIPIO ATTIVO MULTIPLO I vari fenomeni di resistenza potenzialmente in atto richiedono l’utilizzo dell’associazione di diversi principi attivi . Sia in primavera che in estate sono possibili diverse combinazioni di farmaci antivarroa a diversi “dosaggi “in funzione della quantità di varroa ,ma soprattutto virus presente.Deve essere tenuto in considerazione che due aspetti risultano fondamentali: 1) La quantità di varroa al momento dell’inizio del trattamento ( che dovrebbe essere sempre molto bassa) -2) il livello di resistenza al principio attivo utilizzato.
L’ipotesi estiva minima di trattamento per alveari con poca varroa e poca virosi può prevedere la somministrazione di 50 grammi di apiguard e una striscia di apistan .L’ipotesi massima può prevedere sia il raddoppio di apiguard che di apistan, con possibilità di aggiunta di un’applicazione di Bioxal a inizio trattamento. Questa metodologia può essere utile per affrontare la lotta in condizione di alta infestazione ( che non dovrebbe mai arrivare a essere presente ) e relativa incertezza sull’efficacia dei principi attivi.
Utilizzo in contemporanea di apiguard a dosaggio nominale e bioxal sia primaverile che estivo- in primavera e in estate in condizioni di alta resistenza al principio attivo di sintesi e in biologico in condizioni di alta infestazione .L’ossalico rafforza l’azione iniziale di apiguard consentendo un abbattimento maggiore nei primi giorni di trattamento. Punto critico-la brevità dei trattamenti( non è detto che basti)
I periodi di trattamento della varroa sono critici per la replicazione virale che può aumentare in conseguenza dello stess esercitato dai varroacidi sul sistema immunitario dell’ape.Questo porta alla necessità di usare i varroacidi con la minor presenza possibile di virus.L'infestazione da varroa delle api invernali nascenti in settembre e ottobre è la premessa di mortalità invernale da virosi.Maggiore sarà questa infestazione ( anche per reinfestazione)peggiore risulterà l’invernamento delle famiglie.Comparate ad api che non hanno avuta infestazione, le api infestate da varroa non risultano pienamente sviluppate a livello fisiologiconella maniera tipica delle api invernali.Di conseguenza queste api muoiono durante l’inverno non essendo assolutamente in grado di vivere fino a primavera.Ciò darà luogo a spopolamenti e al peggio a perdite invernali di intere famiglie.
Le api infestate dalla varroa nel corso del loro sviluppo di solito riescono a nascere, ma non possono di certo essere considerate api normali.Presentano danni fisici e fisiologici del tipo:aspettativa di vita accociata, peso ridotto,ali deformate in conseguenza dell’infezione da DWV, ridotta resistenza naturale alle infezioni etc. Parte della covata infestata può invece morire,essenzialmente a causa di virus,usualmente allo stato di pupa e rimarrà nei favi fino a che sarà rimossa dalle api di casa. Esistono molti virus delle api che in assenza di varroa sarebbero normalmente presenti nel’alveare in modesta quantità e non costituirebbero pericolo.
Alaux spiega in maniera approfondita cosa avviene nell’ape sia relativamente al suo metabolismo e alle difese immunitarie che relativamente alla moltiplicazione virale che avviene nel suo corpo. La varroa ha pesantissimi effetti sulla capacità della futura ape di assimilare i nutrimenti che le servono fino ai 9 giorni di età, per completare la maturazione degli organi interni.Questo fa si che l’ape si ritrovi con difese immunitarie ridotte e molti virus la replicazione dei quali è tanto più alta quanto meglio queste api risultano nutrite dal punto di vista pollinico.
Ma quando in un alveare vi è ottima importazione che consente un buon sviluppo della popolazione ed il mantenimento di buone difese immunitarie nelle api sane, la parte di api parassitizzate da varroa vive nell’alveare come una banda di inconsci terroristi. In ogni momento replicano virus ed in ogni fase della loro attività li distribuiscono alle consorelle.Nel ruolo di spazzine lasciano sui favi particelle virali.Nella pulizia di altre api lasceranno virus sui corpi delle api stesse.E’ probabile che abbiano perdite di feci cariche di virus, essendo l’intestino il luogo primario della loro replicazione.Nella trofallassi(scambio di cibo bocca a bocca ) trasferiranno virus nella ligula delle c onsorelle e andando a fare le nutrici,nutriranno le larve con pappa contaminata da virus.Questo trasferimento virale nell’alveare provoca un aumento della quantità di virus nelle api sane, le quali possono resistere avendo un sistema immunitario integro ( ma con costi energetici ) e consolidato dalla buona alimentazione pollinica, ma dal momento che l’attivazione del sistema immunitario ha un costo molto alto,avranno meno energie da spendere per le attività dell’alveare che tenderà a produrre meno miele, a raccogliere meno polline con difficoltà nel ricambio di popolazione e nel mantenimento delle difese immunitarie.Anche alle larve arriverà una quantitàmaggiore di virus che risulterà più facilmente “gestita” dalla varroa.Il conto arriva quando a fine stagione calano le risorse e con esse la possibilità di rinnovare la popolazione di a pi e mantenerla ad un adeguato standard immunitario per fronteggiare il carico virale raggiunto. Eventuali stress per l’ape ( varroacidi compresi ) possono portare a replicazione virale esplosiva ( nazzi 2012 ) .
Effetti della varroa sulle famiglie-- i rischi aumentano con l’aumentare del livello di presenza di varroa e virus ,mese dopo mese.Le normali attività della famiglia diminuiscono e l’organizzazione sociale ( immunità sociale compresa ) comincia a deteriorarsi.La famiglia va verso il collasso che frequentemente può avvenire in poche settimane anche nel caso di famiglie fortiche apparentemente non presentavano segni di danneggiamento.
I “SEGNI “ DEL COLLASSO( anche in funzione della possibile presenza di Nosema ceranae )--: consistente diminuzione di api adulte normalmente con poche api adulte morte osservabili davanti all’alveare.Api adulte con deformità alle ali e all’addome.Presenza visibile dell’acaro.Varie anormalità della covata. La deriva di varroa da alveari ad altri può risultare un fattore determinante per la crescita di popolazione di varroa.In aree ad alta densità di api la pressione della varroa può risultare particolarmente intensa e può raggiungere il livello di pericolosità in breve tempo.

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