Miele:AIIPA,tutti lo apprezzano ma i consumi non aumentano
(AGI) - Roma, 22 dic - A dispetto degli ancora troppo bassi livelli di consumo, il miele negli ultimi mesi sta pero’ cominciando a diventare anche un alimento “di tendenza” tanto che molti locali propongono anche una Carta dei mieli con segnalate le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche. Corn-flakes, barrette ai cereali, yogurt o il sempre piu’ trendy cornetto integrale sono ormai divenuti dei veri e propri must delle nostre colazioni all’insegna del miele. Insieme alle nuove cialde di puro miele parzialmente disidratato provenienti dagli Usa e alle bustine monodose di miele che sempre piu’ spesso fanno capolino sui banconi di hotel, bar, ristoranti e pasticcerie, accanto alle tradizionali bustine di zucchero e dolcificante.
Si tratta, in pratica, di comode confezioni colorate prodotte con nettari diversi, adatte per dolcificare - con meno calorie - ogni tipo di bevanda: dal caffe’ al te’, dal cappuccino alle tisane. Il miele infatti, rispetto allo zucchero, contiene circa il 22% in meno di calorie. “Mai come in questo ultimo periodo - spiega Robert Gramm, Presidente del Gruppo Miele AIIPA - il miele ha riscosso il favore da parte della floridissima industria alimentare e cosmetica - mentre si sta affermando anche come alimento di tendenza presso alberghi e bar: non a caso circa il 15% dei consumi totali di miele utilizzano come canale privilegiato il circuito Horeca: quindi bar, alberghi e ristoranti. Unico neo: nonostante questi successi, i livelli di consumi non crescono. E’ davvero un fenomeno inspiegabile. Come associazione ci auguriamo che facendolo conoscere meglio, riusciremo a far aumentare anche il numero dei suoi estimatori”.
Per quanto riguarda i canali di vendita del miele, e’ interessante notare - fonte AC Nielsen - che e’ la Gdo (iper e supermercati) a fare la “parte da leone”, con l’81,5% delle vendite. Mentre il restante 18,5% del miele viene distribuito tramite la vendita al dettaglio. I consumatori sembrano poi apprezzare in particolar modo le confezioni cosiddette “risparmio”, ovvero quelle da 500 grammi (che coprono da sole circa il 60% delle vendite, con oltre 5.400 tons di prodotto) e quelle da 1 kg, che corrispondono al 16,3% delle vendite (per 1.400 tons.).
L’AIIPA che rappresenta le aziende che commercializzano circa il 50% del miele consumato nel nostro Paese ha avviato una campagna di comunicazione per fare cultura di prodotto: gli italiani, in effetti, tendono a consumarlo soprattutto nei mesi invernali, tra novembre e marzo, con un picco nel mese di gennaio. Questo avviene poiche’, a differenza del resto d’Europa, da noi il miele rimane confinato in un “ambito curativo”: prodotto salutare, insomma, da usare nei mesi piu’ freddi dell’anno. All’estero, in paesi come la Germania (1 kg e ˝ procapite), Inghilterra (800 gr.) o la Francia (600 gr.), il consumo di miele rappresenta invece una consolidata tradizione alimentare, sia per la prima colazione ma anche abbinato ad altri cibi (formaggi, carne, pane, ecc.).(AGI)
da---> http://www.consumatori-oggi.it/archives/00012173.html