Montaggio dei fogli cerei
In natura le api costruiscono favi fissi , nell'apicoltura razionale la costruzioneavviene su telaini mobili introdotti nell'arnia. L'invenzione dei telaini mobili risale al secolo scorso, prima si usavano i favi mobili . Pare che siano stati gli apicoltori greci i primi a inserire delle stecche nelle arnie, in cui le api appendevano i favi.
Nel 1790 l'abate Della Rocca creò un modello di arnia a nove favi mobili e collocati parallelamente al foro di entrata.Successivamente nel 1838 il tedesco Dzierzon migliorò il sistema del favo mobile e collocò i favi perpendicolarmente all'entrata.L'arnia a telai mobili fu ideata nel 1844 dal francese Debeauvoys e perfezionata dall'americano Langstroth nel 1851 e dal tedesco Berlpesch nel 1852.
I telaini che si usano oggi ,nel tipo di arnia più comune la Dadant-Blatt,sono di due tipi: uno per il nido e l'altro per il melario.
Nei telaini ,tramite armatura, vanno fissati i fogli cerei ideati dal bavarese G.Mehring nel 1857.
Il foglio cereo è una lamina di cera d'api su cui vengono impressi, in tutte e due le facce, il fondo e gli inizi delle pareti delle celle di un favo.Il vantaggio dei telaini con fogli cerei è quello di minore secrezione di cera da parte delle api e quindi di miele (per produrre 1 hg di cera le api consumano 1 kg di miele) e costruzione regolare senza punti di saldatura (in natura la costruzione parte da più punti).
Le celle impresse, nei fogli cerei che si montano sui telaini da nido, hanno le dimensioni per l'allevamento delle api operaie e si inducono le famiglie a non costruire celle da fuco. Non per questo le api cessano di allevare i fuchi ma sicuramente si limita la costruzione ai bordi inferiori o agli angoli dei favi.
Nei telaini da melario si possono usare fogli cerei con celle da fuco così le api risparmiano tempo e cera, però tra nido e melario frappore l'escludi-regina , un gran numero di maschi consuma notevoli quantità di nettare e la varroa si riprodurebbe più velocemente.
Le misure del foglio cereo da nido sono di 41 cm di larghezza e di 26 cm di altezza, da melario l'altezza si dimezza.
Le celle impresse per decimetro quadrato sono 840,valore intermedio tra 830 e 850 che le api costruiscono in natura.
Lo spessore in genere è tale che 10 fogli cerei pesino un chilogrammo.
La cera per la costruzione dei fogli sia pura cera d'api e mai contaminata dall'aggiunta di altre cere naturali o artificiali e va sterilizzata in autoclave a 120° C.
In commercio si trovano fogli cerei laminati e fogli cerei fusi. I fogli cerei ottenuti per laminazione sono meno rigidi , quindi più facile da maneggiare, però con il caldo la cera si stira facilmente. I fogli fusi sono più rigidi e si deformano meno. La temperatura adatta per l'armatura è sui 32°C. grado ideale per la lavorazione della cera da parte delle api.
Per il fissaggio dei fogli cerei nei telaini si usa del filo stagnato o di acciaio inossidabile dello spessore di 0.40-0.45 mm. Lo si inserisce in fori equidistanti o in verticale o in orizzontale. Nel primo caso sul portafavo e sul listello inferiore si praticano sei fori allineati all'asse delle stecche, nel secondo caso quattro; le forature ben fatte si ottengono con le perforatrici multiple.
Il filo ,una volta inserito, va ondulato, in modo che la superficie di contatto tra filo e foglio sia maggiore. Per questa operazione si usa lo zigrinatore, uno strumento a forcella che presenta all'estremità due cilindri dentati.
Dopo aver teso il filo si adagia il foglio cereosull'armatura e con un trasformatore da 12 volt collegato all'estremità del filo si fa passare corrente elettrica, il filo riscaldandosi aderisce alla cera . Il circuito va aperto prima che il filo tagli la cera ed evitare lo scintillìo sui chiodini altrimenti si provoca la rottura del filo.

N.CALICCHIA