Newsletter UNAAPI N. 6 DEL 19 maggio 2008
Con la presente vi informiamo che:
1) L'U.N.A.API. invita e sollecita tutti gli apicoltori colpiti da apicidio a compilare e a inviare al CRA-Apicoltura il questionario sui casi di apicidio verificatisi questa primavera. L'importante iniziativa di mobilitazione, denuncia e sensibilizzazione svolto dalla rete UNAAPI, sugli avvelenamenti conseguenti alla semina di mais, ha consentito di ottenere importanti risultati in occasione dell’incontro con il Ministero dell’Agricoltura svoltosi lo scorso 22 aprile.
Il Ministero ha richiesto al CRA-Apicoltura (ex INA) la formulazione di un parere documentato. La presidenza U.N.A.API. ha quindi recentemente avuto un incontro con la direzione del CRA-Apicoltura in cui è emerso che il CRA-Apicoltura, in attesa del completamento delle analisi, si farà carico in questa prima fase di una posizione che mette in stretta relazione il momento temporale della semina del mais con la moria delle api. E’ indispensabile quindi che gli apicoltori e le loro associazioni diligentemente si attivino e agevolino la compilazione di quanti più possibile questionari sugli apicidi.
http://www.mieliditalia.it/n_raccolta_campioni.htm
http://www.mieliditalia.it/download/denuncia_questionario.pdf

2)Sospesi in Germania i concianti tossici per le api
L’apicoltura tedesca già colpita da problematiche veterinarie che hanno provocato nell’inverno 2007/2008 perdite dal 30% al 40% degli allevamenti apistici nazionali vive dagli ultimi giorni di aprile apicidi estesi analoghi a quelli verificatosi nella pianura padana dal marzo 2008.
Nella regione del Baden-Württemburg, lungo la valle del Reno così come nella regione di Strasburgo, in Alsazia e in Baviera le api hanno cominciato a morire massicciamente in contemporanea con le semine del mais conciato con insetticidi tossici dispersi nell’ambiente. Il numero di colonie d’api colpite è stimato, per ora, intorno alle 15.000. Così come in Italia sono stati individuati con l’analisi chimica di laboratorio nei campioni di api morte residui di sostanze neonicotinoidi. Peter Hauk, Ministro dell’agricoltura del Baden-Württemburg, ha in un primo momento affermato che “non vi sono evidenze scientifiche di causa/effetto tra uso dei concianti e morte delle api”, ma ha nel contempo invitato gli apicoltori a portare in salvo le loro api.
La dirigenza della Bayer e delle altre Holdings delle agrochimica hanno addirittura sostenuto di non essere a conoscenza e di non essere stati informati dei gravi fenomeni di apicidio verificatisi in Italia. L’U.N.A.API. ha inviato copia alle Associazioni apistiche tedesche di tutta la documentazione - lettere e comunicati stampa - prodotta da Agrofarma da anni in risposta alle denunce di U.N.A.API. e di LegAmbiente in Italia.
Tale documentazione, una volta resa nota in Germania, ha contribuito a qualificare ulteriormente la serietà e l'assoluta correttezza dei colossi della chimica.
L’Agenzia federale per la tutela dei consumatori e per la sicurezza alimentare - BVL - della Germania - il paese della Bayer - ha in breve tempo preso atto delle evidenze incontestabili e ha assunto la decisione di sospendere l’autorizzazione d’uso di tutti i concianti tossici per le api. Possiamo sperare che anche il governo italiano sappia a breve assumere una indispensabile e analoga decisione?

3) La documentazione sul caso dei neonicotinoidi in Germania è disponibile sul sito di U.N.A.API.:
- l'articolo dello Spiegel:
http://www.mieliditalia.it/download/spiegel.pdf
- la decisione dell’Agenzia federale per la tutela dei consumatori e per la sicurezza alimentare tedesca – BVL:
http://www.mieliditalia.it/download/bvl.pdf
- la traduzione della Decisione BVL a cura di U.N.A.API.
http://www.mieliditalia.it/download/bvl_it.pdf
- il video:
http://www.imkerei-technik-magazin.de/html/poncho_pro.html

4) Proposta U.N.A.API. per la costruzione e adozione di una banca dati nazionale (BDN) degli allevamenti apistici italiani.
L’opportunità di attivare strumenti di ben altra efficacia per conoscere e monitorare lo stato degli allevamenti apistici nazionali è incontestabile. Con l’augurio che i Responsabili della Sanità Animale in collaborazione con il Mipaaf si attivino in tal senso riteniamo possa essere d’utilità aprire un dibattito sui criteri cui riferirsi.
http://www.mieliditalia.it/download/proposta_anagrafe.pdf

5) La peste europea nuovo e grave flagello negli allevamenti apistici italiani.
Da tutte le regioni d’Italia sono pervenute segnalazioni di gravi manifestazioni di peste europea accompagnate in vari casi anche da sintomi di covata a sacco e in varie situazioni da una qualche rimanifestazione di covata calcificata. In vari casi tali manifestazioni patologiche sono successive a fenomeni di varia gravità di avvelenamento tossico degli apiari, ma in altri tale connessione non è accertata. L’U.N.A.API. con la sua Commissione Sanitaria invita gli apicoltori alla massima attenzione e si impegna a sviluppare una attività di inchiesta sia sul decorso della patologia, sia sulle misure di contrasto attivate e/o attivabili.

6) Invitiamo a soffermare l’attenzione su un passaggio quantomeno originale contenuto in un comunicato dell’AIIPA, in cui la sezione dei trasformatori e commercializzatori di miele, dopo aver dato la propria versione sulla crescita delle quotazioni internazionali del miele, “azzarda” una ben fantasiosa stima di “previsione”, a prescindere dall’andamento produttivo in atto in Italia e dalla differenziazione d’origine, delle quotazioni su cui andranno ad attestarsi le transazioni delle partite di miele italiano. Tale “previsione” fatta forse con la sfera di cristallo del desiderio assomiglia molto a una operazione comunicazionale di offerta al ribasso nell’ambito di una primitiva iniziativa di cartello tesa a calmierare i previsti aumenti delle quotazioni.
In merito l’U.N.A.API ricorda in primo luogo ai produttori di miele e alle aziende aderenti all’AAIPA che anche da loro si riforniscono, che le quotazioni si differenziano ed evolvono nel corso dell’anno per un insieme di fattori e secondo l’andamento di variabili al momento non prevedibili.
Se è vero che l’eccesso di offerta di miele d’acacia e la sofferenza dell’insieme dei consumi nel paese possono avere contribuito in passato a deprimere le quotazioni del miele italiano è anche vero che l’andamento di tali fattori non è scontato. Sarebbe stata ad esempio più attuale e nel merito una valutazione contingente sulla possibile quotazione del miele di agrumi a fronte della scarsità di produzione e quindi dell’offerta. Basti in proposito rammentare un esempio a noi non lontano: la scarsità dell’offerta nel 2007 ha determinato sul mercato francese per il prodotto nazionale quotazioni più elevate di oltre il 30% rispetto a quelle internazionali.
Sembra quantomeno discutibile che l’apprezzamento per il prodotto nazionale non possa tradursi anche sul nostro mercato in un significativo differenziale di quotazione rispetto ai mieli scambiati internazionalmente.
Rileviamo pertanto come quantomeno inopportuna e fuori luogo la “stima” proposta e invitiamo i vari attori a riparlarne serenamente più avanti e con maggiore cognizione di causa.
Novi Ligure, 19 maggio 2008
U.N.A.API. (Panella Francesco)