Gianni Savorelli d.i. Prodotti per apicoltura


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! Il quadro sanitario -Oggi sono 3 i patogeni in grado di indebolire l’alveare o portarlo a morte a seconda della quantità di loro presente ( Virus, Varroa,Nosema ceranae) in tutti i mesi dell’anno.Nell’ambiente in cui l’ape opera sono presenti !tofarmaci di molti tipi ( la sensibilità ai quali viene accentuata dal Nosema ceranae ) che dal punto di vista dell’ape costituiscono un problema. Possono poi aggiungersi fattori di disagio nutrizionale come scarsità di polline o scarsa qualità di questo.L’ape è dunque soggetta ad una sofferenza lunga e continua che in parecchi casi dà luogo alla sindrome che si osserva ormai da anni e che sembra essere non molto di più che un eccesso di quantità e qualità di patogeni presenti nell’alveare.

La diminuzione delle difese immunitarie, sociali e individuali dell’alveare -sia la varroa che il nosema ceranae indeboliscono il sistema immunitario dell’ape la quale diventa così sempre più sensibile prima di tutto ai virus ( trascurando per semplicità batteri e funghi) i quali riescono a moltiplicarsi in misura maggiore e continuano ad essere sempre più presenti e in quantità sempre maggiore. L’ape indebolita ha sempre minori possibilità di detossi!cazione dei !tofarmaci e ne diviene perciò ancora più colpita.Le api producono sostanze naturali antimicrobiche e per la disinfezione dell’alveare.L’alveare diviene in grado di produrre minori quantità di sostanze disinfettanti e diviene via via sempre più contaminato da patogeni. L’alveare tende anche ad espellere le api malate, ma lo fa tanto meno quanto più è alto il numero delle api malate. La non espulsione delle malate è l’anticamera del collasso.

La proliferazione dei virus e il collasso da varroa -la replicazione dei virus presenti nelle larve di ape è in gran parte provocata dalla presenza della varroa.Il massimo della replicazione virale si osserva dunque in corrispondenza del massimo di presenza di varroa in relazione alla quantità di virus presenti nelle api.Deve essere perciò essere veramente minima la quantità di varroa presente nell’alveare durante il periodo produttivo e questo lo si ottiene con buoni trattamenti primaverili facenti seguito a quelli tardo estivi e invernali. In parallelo si deve pensare alla riduzione del carico virale in tutti i periodi in cui si può operare.Si può anche auspicare la selezione delle regine con eliminazione di quelle alla testa di famiglie con problematiche virali più o meno evidenti(molti virus sonno asintomatici !no all’effetto letale) seguendo una strategia complessiva di lotta ai patogenidell’alveare, non il considerarli singolarmente .

TRATTAMENTO DELLA VARROA CON METODICHE A PRINCIPIO ATTIVO MULTIPLO

I vari fenomeni di resistenza potenzialmente in atto richiedono l’utilizzo dell’associazione di diversi principi attivi . Sia in primavera che in estate sono possibili diverse combinazioni di farmaci antivarroa a diversi “dosaggi “in funzione della quantità di varroa ,ma soprattutto virus presente.Deve essere tenuto in considerazione che due aspetti risultano fondamentali: 1) La quantità di varroa al momento dell’inizio del trattamento ( che dovrebbe essere sempre molto bassa) -2) il livello di resistenza al principio attivo utilizzato. L’ipotesi estiva minima di trattamento per alveari con poca varroa e poca virosi può prevedere la somministrazione di 50 grammi di apiguard e una striscia di apistan .L’ipotesi massima può prevedere sia il raddoppio di apiguard che di apistan, con possibilità di aggiunta di un’applicazione di Bioxal a inizio trattamento. Questa metodologia può essere utile per affrontare la lotta in condizione di alta infestazione ( che non dovrebbe mai arrivare a essere presente ) e relativa incertezza sull’efficacia dei principi attivi.

Utilizzo in contemporanea di apiguard a dosaggio nominale e bioxal sia primaverile che estivo- in primavera e in estate in condizioni di alta resistenza al principio attivo di sintesi e in biologico in condizioni di alta infestazione .L’ossalico rafforza l’azione iniziale di apiguard consentendo un abbattimento maggiore nei primi giorni di trattamento. Punto critico-la brevità dei trattamenti( non è detto che basti)

I periodi di trattamento della varroa sono critici per la replicazione virale che può aumentare in conseguenza dello stess esercitato dai varroacidi sul sistema immunitario dell’ape.Questo porta alla necessità di usare i varroacidi con la minor presenza possibile di virus.L’infestazione da varroa delle api invernali nascenti in settembre e ottobre è la premessa di mortalità invernale da virosi.Maggiore sarà questa infestazione ( anche per reinfestazione)peggiore risulterà l’invernamento delle famiglie.Comparate ad api che non hanno avuta infestazione, le api infestate da varroa non risultano pienamente sviluppate a livello !siologiconella maniera tipica delle api invernali.Di conseguenza queste api muoionodurante l’inverno non essendo assolutamente in grado di vivere !no a primavera.Ciò darà luogo a spopolamenti e al peggio a perdite invernali di intere famiglie.


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