Bee Boost
Il prodotto Bee Boost ha le seguenti caratteristiche:
Bee Boost con feromone mandibolare della regina
Il prodotto Bee Boost ha le seguenti
caratteristiche:
*prodotto naturale- le sostanze costituenti sono presenti in natura e
non
sono tossiche per l'uomo e per l'ambiente
*essenzialmente simile-il feromone sintetico ( QMP) è essenzialmente
simile
a una miscela semplificata del feromone mandibolare naturale delle
regine e
perciò non comporta rischi tossicologici
Background
I feromoni sono sostanze naturali utilizzate da organismi di diverse
specie
a fini di comunicazione. Il feromone mandibolare della regina ( QMP ) è
una
miscela naturale di componenti feromonali secreta dalla ghiandola
mandibolare dell'ape regina che gioca un ruolo fondamentale nel
controllo
del comportamento delle api operaie all'interno e all'esterno
dell'alveare . E' prodotta dall'ape regina ed è essenziale per la
coesione
e la vitalità dell'alveare. La realizzazione sintetica del feromone QMP
consiste dei seguenti componenti feromonali:
- 9-Oxo-2(E)- acido decenoico ( 9-ODA )
- 9-idrossi-2(E)acido decenoico ( 9-HDA )
- Metil p-idrossibenzoato ( HOB )
- 4 idrossi-3-metossifenetil alcol ( HVA ) 1
In conseguenza della bassa volatilità del QMP, il contatto fisico è il
principale veicolo di distribuzione.
Benchè variabile e altamente dipendente dall'età e dalle condizioni
della
regina, la quantità media di QMP che una regina feconda secerne è
stimata
come un " regina equivalente ":
Un " regina equivalente " ( Qeq) di feromone sintetico QMP prodotto da
Phero Tech consiste in 0,250 mg di 9-ODA ; 0,150 mg di 9-HDA; 0,020 mg
di
HOB e 0,002 mg di HVA, per un totale di 0,422 mg
Il feromone naturale QMP è naturalmente presente nella cera e nel miele
degli alveari. Per innumerevoli generazioni e decine di migliaia di anni
l'uomo ha utilizzato e consumato cera e miele senza effetti
tossicologici.
In studi statunitensi è stato concluso che il basso livello tipico dei
feromoni dei lepidotteri non costituisce in nessun caso minaccia
tossicologica.Si può perciò concludere che il feromone naturale QMP non
presenta tossicità alcuna. Ogni dispositivo BEE BOOST contiene 10 regina
equivalente di miscela semplificata di feromone sintetico ( 4 mg ). I
componenti sono formulati in un apposito dispositivo plastico di
rilascio.
Le api rimuovono mediante contatto la miscela feromonale dalla
superifice
del supporto. Il BEE BOOST risulta efficace per almeno trenta giorni in
una
famiglia di dimensioni medie.
Nuove acquisizioni
Nuove applicazioni del feromone mandibolare della regina ( Bee Boost )
Molte volte ragionando tra apicoltori ci si è chiesto come fanno le api
a
decidere quando è il momento di iniziare ad allevare fuchi e quanti
allevarne . Dalla pratica di campo si sa che le regine giovani portano
con
sè un minimo allevamento di fuchi mentre negli alveari con regine
vecchie
l'allevamento è copioso.
Un altro dei misteri dell'alveare è caduto con la pubblicazione della
ricerca
Queen and pheromonal factors influencing comb construction by simulated
honey bee swarms
M.N. Ledoux , M.L. Winston , H. Higo , C.I. Keeling , K.N. Slessor , Y.
LeConte
L' influenza della regina e del suo segnale feromonale sulla costruzione
dei favi è stata valutata nel corso dello studio. Sono stati testati 4
tipi di presenza o assenza di regina o presenza di feromone sintetico
su
pacchi d'api inarniati ad inizio prova:
1)regina feconda 2) regina vergine 3) assenza di regina ma dispenser
con feromone mandibolare sintetico (QMP) 4) assenza di regina e
feromone
Dopo 10 giorni i favi prodotti nelle famiglie in test sono stati
rimossi e
misurati.
Si è inoltre verificato la quantità di api presenti nelle aree di
costruzione e la dimensione e il tipo di favo costruito.
Le api orfane costruiscono sensibilmente meno e i loro favi hanno celle
significativamente più larghe, da fuco. Secondò gli scienziati canadesi
ciò indica che sia la dimensione delle celle che
la costruzione è mediata dalla regina e particolarmente dal suo
feromone
mandibolare.
Il feromone mandibolare rappresenta il segnale di costruzione dei
favi e
con la sua presenza " ordina" alle api di costruire mentre la quantità
che
le api possono costruire deriva da altri fattori
In assenza di feromone mandibolare o in sua scarsità le api
costruiscono
celle da fuco .
Questo è anche quello che avviene con le regine vecchie il qui livello
di
feromone non è sufficente a raggiungere in maniera significativa
tutte le
api della famiglia.
Questa scoperta è estremamente suggestiva dal punto di vista della
conoscenza della biologia delle api, ma ha anche valenze molto pratiche
.
Si ricorderà che la varroa ha una spiccata preferenza per la
riproduzione
nelle celle da fuco ed in esse riesce a produrre una discendenza molto
più
cospiqua.
L'allevamento di fuchi può perciò essere molto ridotto semplicemente
aggiungendo alle famiglie feromone mandibolare sintetico. In questo
modo
si otterrà una riproduzione molto più bassa della varroa ed una
consistente riduzione dei problemi che essa comporta.
Inoltre, i fuchi che certo sono essenziali per la fecondazione delle
regine,
risultano anche per altri versi piuttosto indesiderabili.
Seeley ( Apidologie 2002 ) verifica che famiglie prive di fuchi hanno
una
produzione di miele significativamente maggiore .Lo studio esamina l'
impatto sulla produzione di miele delle colonie della naturale
presenza
di fuchi (20%) su 3 stagioni .Da metà maggio ad agosto è stata
misurata la raccolta di 10 colonie, 5 con favi di fuchi e 5 senza .
Colonie con fuchi hanno raccolto 16.0 kg mentre senza favi di fuchi
30.98
kg.
Avere fogli cerei incontaminati è indispensabile sia per chi fa
apicoltura
biologica che per chi attraversa la fase di conversione per arrivare al
biologico. Sembra un ottimo viatico anche per chi fa apicoltura "
tradizionale ".Come ben noto però,la cosa non è semplice.Il Germania,
dove
il Perizin è utilizzato dal 92 fino a 4 volte l'anno il problema era
già
sentito nel 96. Su Adiz di febbraio 96 si leggeva un articolo di Bruno
Binder dell'Istituto di Kirchein in cui si enunciava che per evitare il
continuo accumulo di residui sarebbe necessario almeno non destinare
la
cera proveniente dalla fusione dei favi vecchi alla produzione di fogli
cerei. Il metodo più elegante, continuava Binder, per evitare accumulo
di
residui (e avere favi biologici ........ ) sarebbe quello di fornire
alle
api telai con una minima parte di foglio , lasciandole libere di
costruire
naturalmente.
In prove condotte pressol'Istituto di Kirckhein è stato verificato che
questa possibilità comporta un aumento del 20/30% del numero di celle da
fuco, quindi famiglie con meno operaie. In somma , minor
produzione.Inoltre
la presenza di un numero maggiore di fuchi fa sì che vi sia anche una
riproduzione maggiore di varroa.
Solo con regine giovani si riuscirebbe ad avere la costruzione di favi
naturali con un numero di celle da fuco inferiore al 10% ( Maul 94 ) .
Lo
studio fu ripetuto nel 95, alla ricerca di eventuali correttivi , ma
confermò i limiti della cosa.
Gli alveari con favi naturali producono meno (avendo meno operaie e
più
fuchi da mantenere ) salvo che in primavera, quando i fuchi sono ancora
pochi.. Con la costruzione dei favi naturali però ,
fu verificato, gli alveari arrivavano ad avere 7023 varroe di media
ognuno
rispetto alle 2219 di quelli di controllo dotati di fogli cerei.
Nel 96 sembrava dunque un circolo vizioso in cui la bonificazione dai
residui non poteva derivare dalla costruzione spontanea dei favi .
Nel 2002 , le ultime scoperte verificano il ruolo fondamentale del
feromone
della regina nella costruzione di favi. Di come sia la sua assenza o
scarsità a determinare la parziale o totale costruzione a fuco. Dunque
,
semplicemente inserendo nell'alveare feromone mandibolare sintetico (
Bee
Boost ) si può arrivare ad avere la perfetta costruzione dei favi
naturali
e risolvere uno spinoso problema
Finalmente svelati i misteri relativi alla produzione della cera e
all'allveamento dei fuchi
Recenti ricerche condotte in Canada e Giappone svelano questi misteri.
Il
feromone della regina rappresenta il segnale che fà iniziare la
costruzione
. La sua assenza o scarsità provoca la costruzione di celle da fuco
in
tutto o parte del favo .
La quantità di favo che le api riescono a costruire dipende poi dalla
disponibilità di risorse da convertire in cera e dall'efficenza delle
ghiandole ceripare delle operaie. Come si sà , le regine giovani,
consentono tra le altre cose anche la migliore produzione di favi
Il tipo di covata che verrà allevato nei favi risulta essere
conseguenza di
questo fattore.
E' noto che lo sciame con regina giovane non alleva in pratica fuchi nel
primo anno , mentre dal secondo comincia l'allevamento. Quando il
feromone
della regina comincia a diminuire le api cominciano a costruire celle da
fuco. La regina adatterà il tipo di deposizione alle celle che trova,
non
decidendo mai in proprio e regolando la quantità di deposizione sulla
base
dell'alimentazione ricevuta , la quale deriva dalla disponibilità di
risorse.
Da questo risulta che nella pratica apistica mettere regine giovani su
favi con celle da fuco preesistenti le porta a deporre da fuco e i
risultati saranno inferiori alle attese sia come produzione di miele che
come sviluppo di varroa.Troppe celle da fuco faranno sciamare in
anticipo
regine giovani.
Partendo dalle premesse che la carenza del feromone della regina
regola
la costruzione delle celle da fuco e che la sciamatura è l'ultima
conseguenza della carenza di feromone della regina di cui
l'allargamento
delle celle alla misura di fuco è il primo segnale, si può enunciare
un
innovativo sistema di monitoraggio della sciamatura.
In una famiglia i cui favi sono privi di celle da fuco ,
l'allargamento
di celle o la costruzione di celle da fuco è il primo indice di
carenza di
feromone della regina ( che è funzione della sua età e delle sue
caratteristiche genetiche ) e inizio di sciamatura. Se non si interviene
l'allevamento di fuchi prosegue confermando la carenza di feromone.
Togliere i fuchi prima che nascano ( avranno anche catturato un po' di
varroa ) e aggiungere il feromone sintetico sotto forma di un Bee
Boost
diviso in metà o terzi del supporto posizionato in varie parti
dell'alveare per ottimizzarne la dispersione nell'alveare anche se
costipato .
A questo punto non vi dovrebbe essere ulteriore tentativo di
costruzione
di favi da fuco e allevamento e la famiglia non sciama senza aver prima
allevato fuchi in buona quantità .
Se ad un controllo dopo 10/15 giorni si nota allevamento di fuchi
significa
che vi è ancora carenza di feromone della regina in rapporto alla
quantità
di api presenti e alle condizioni di affollamento dell'alveare .
Togliere
la covata da fuco osservabile e aggiungere altri pezzi di Bee Boost in
altri punti dell'alveare.
Si ricorda che in natura gli sciami non allevano fuchi nel loro primo
anno
di vita.
Nel caso nell'alveare vi siano celle da fuco dell'anno precedente la
regina
vi deporrà indipendentemente dal fatto che vi sia effettiva carenza di
feromone .
La presenza di questi fuchi porta ad una maggior diluizione del feromone
della regina e ad un maggior affollamento dell'alveare con riduzione
della
mobilità della regina e della circolazione del feromone e sciamatura
maggiormente probabile e anticipata
Effetti del feromone mandibolare sullo sviluppo di covata in
nuclei e
famiglie
Un supplemento di feromone induce una maggior raccolta di polline sia
come
raccolta individuale che come numero di api che si dedicano a questo
compito. Secondo le ricerche scientifiche alla fine del periodo di
osservazione, i nuclei con 1 Qeq/giorno risultano avere raccolto il 95
%
in più di polline. Tutto ciò non si traduce in un aumento delle scorte
,
ma in un aumento di produzione di covata. Lo stesso comportamento non si
verifica in egual misura in estate sulle colonie in produzione
probabilmente perchè lo scopo di queste è la produzione di miele e non
lo
sviluppo della famiglia. Il feromone è utile sulle colonie in
produzione
all'uscita dell'inverno, quando anche per esse la produzione di covata
è lo
scopo principale.
Il trattamento a 10 Qeq/giorno non produce effetti
rispetto al gruppo di controllo. Questo significa una evidente "
overdose "
con effetto di desensibilizzazione delle operaie. Numerose conferme sono
giunte relativamente a questo tipo di utilizzo. Un paio di apicoltori
non
hanno invece notato differenze.Significativo l'utilizzo massivo
effettuato
in primavera in numerosi apiari in calabria da cui è risultato un
aumento
della deposizione inversamente proporzionale alla forza delle famiglie e
quello in zone povere di polline (Varese)in cui la maggior
disponibilità di
polline delle famiglie con feromone è risultata con molta facilità.Da
citare esperienze di produzione di nuclei in Veneto. In queste
condizioni
le famiglie realizzate a maggio con un favo di covata si invernavano
solitamente su 5 telai.
Con l'utilizzo del BEE BOOST sono state
invernate
su 8. Secondo alcuni apicoltori se si cambia di posizione al Bee Boost
la
regina va a deporre nei favi vicini alla nuova posizione in cui è stato
collocato.E' da verificare se l'utilizzo in pezzi può dare lo stesso
effetto . Una correlazione sembra anche presente con le condizioni
ambientali . Il miglioramento dello sviluppo delle famiglie sembra tanto
migliore quanto più le condizioni ambientali sono avverse. La mancanza
di
effetto di stimolazione invece può essere dovuta, come visto più
sopra, ad
un eccesso di feromone rispetto alla quantità di api presenti e ad un
effetto di superdosaggio anche in relazione alle caratteristiche
genetiche
delle api.Si può dunque provare a ridurre la quantità di feromone
applicata di una buona metà.Si deve anche considerare che l'applicazione
del feromone provoca la stimolazione della regina attraverso un maggiore
apporto di polline .
Può succedere che non vi sia grande disponibilità
per
la raccolta. Può anche succedere che la regina non sia fisiologicamente
in
grado di rispondere più di tanto alla stimolazione. Per fare un esempio,
non basta cambiare il carburatore per fare di una "500" un auto da
formula
1. Non ci si può aspettare di far diventare regine vecchie e scarse le
migliori dell'allevamento con l'aggiunta del Bee Boost. Questo pare un
po'
troppo.Una certa sostituzione di regine vecchie è osservata dopo
l'inserimento di Bee Boost in primavera ( marzo ) . In questi casi la
regina sembra essere molto scarsa e una sua sostituzione naturale e
precoce viene definita utile ai fini produttivi.Tuttavia c'è da dire
che la
sostituzione di regine in primavera è piuttosto comune e la semplice
osservazione " a occhio" da parte di bravi apicoltori non è sufficente a
stabilire se la presenza del feromone accelera la sostituzione.Alcune
rarissime famiglie risultano estremamente sensibili al feromone
sintetico.
In questi particolarissimi casi già un mezzo supporto può bloccare
completamente la costruzione di celle anche in assenza della regina. La
presenza di celle da fuco può dimibuire l'efficacia per i motivi sopra
riportati.
Uso del supporto-collocare un BEE BOOST( anche meglio se diviso in due o
tre parti ) nella parte anteriore del nido . Le api possono rispondere
in
maniera molto diversa a seconda delle caratteristiche genetiche e delle
condizioni ambientali.
Effetti di feromone mandibolare della regina sintetico su pacchi d'api
Quantità minime possono mantenere tranquille le api .
Slessor e al. (88) hanno dimostrato che in laboratorio il comportamento
di
" corte reale" può avvenire a quantitativi più bassi di un
decimilionesimo
di Qeq. Chiaramente, il dosaggio di feromone sintetico richiesto è
altamente specifico per ogni funzione. L'applicazione in campo per
questo
utilizzo ha dato risposte molto positive per quanto riguarda la coesione
del pacco.
Particolare attenzione deve essere posta se si ha intenzione
di
riunire queste api ad una famiglia con regina o si vuole introdurre una
regina con la gabbietta. Le api in queste condizioni di assenza di
covata
si convincono con poco feromone di avere una regina e possono poi non
accettare volentieri la presenza di quella che per loro diventa una
seconda
regina .
E' perciò consigliabile lasciare non più di un decimo del
supporto
feromonale durante la fase di introduzione della regina in gabbietta,
posizionandolo vicino alla porta di volo per mantenere la coesione delle
api, il volo e la raccolta e contenere le possibilità di saccheggi fino
a
che la regina è libera.La gabbietta con la regina andrà sistemata quanto
più lontano possibile dal feromone.Una volta che la regina ha
cominciato a
deporre si può aumentare ( fino a 1 supporto intero) la quantità di
feromone presente per stimolarne la deposizione.Le api a pacco sono
tenute
molto bene in coesione dal feromone. Persino troppo.... Bisogna
considerare
che in questa condizione di completa assenza di altri riferimenti (
covata
coi relativi feromoni, ciclo biologico dell'alveare ( o meglio ex
alveare)
sconvolto e inesistente nel momento in cui le api sono ridotte a pacco
) e
nella condizione di assoluta immobilità le api ricevono una forte
sensazione di " presenza di regina" anche con poco feromone. Se si
riuniscono senza nessuna cautela con altre api inarniate, queste
avranno la
sensazione di una riunione di due famiglie con regina. A causa delle
condizioni in cui sono state mantenute saranno anche molto convinte che
è
la loro regina la migliore......
il risultato sarà molto probabilmente l'uccisione della regina
vera....anche perchè le api della famiglia inarniata non possono
uccidere
il BEE BOOST.E' necessario tener conto di questo nella riunione ed
operare
di conseguenza.
L'uso di feromone mandibolare della regina nella gestione dei nuclei di
fecondazione
L'utilizzo in campo in condizione europee ha confermato, a parte le
dovute
eccezioni, ( Lapis n°7 settembre 98) il mantenimento di una quantità
superiore di popolazione nei nucleetti con feromone. L'utilizzo di una
quantità moderata e proporzionale alla quantità di api presente nel
nucleino di fecondazione ha dato effetti soddisfacenti nel mantenimento
della coesione dello stesso e nella riduzione della deriva delle api.
Le
celle sono state accettate e le vergini si sono fecondate regolarmente.
Per
quest'uso sembra utile posizionare il feromone nella parte posteriore
dell'arnietta, in un angolo.Una quantità troppo alta di feromone può
però
dare l'effetto contrario di quello desiderato facendo credere alle poche
api del cassettino di avere già una regina. Si tratta perciò di
utilizzarne
una quantità che consenta il mantenimento della coesione senza risultare
però troppo forte. Un decimo del supporto Bee Boost ha dato buoni
risultati
a diversi allevatori.Con nuclei più grandi anche un mezzo supporto ha
dato
i risultati richiesti di coesione della popolazione e accettazione delle
celle e delle vergini.Il supporto Bee Boost consente
( Lapis n°7 settembre 98) la stabilizzazione dei nuclei di nuova
formazione
senza necessità di confinamento o clausura.
Se il supporto è presente
solo
in alcuni cassettini, questi tenderanno a raccogliere api da quelli
orfani
in maniera analoga a quanto succederebbe se alcuni avessero la regina.
Il
BEE BOOST ha mantenuto anche la coesione dei cassettini alla
costituzione,fatti senza covata, con la tecnica del pacco d'api. In
questa
situzione è necessario introdurre una quantità più alta di feromone,
disponendolo vicino all'ingresso, fino all'introduzione della prima
cella.
Inserendo la cella è necessario diminuire sensibilmente la quantità di
feromone presente disponendolo nella parte posteriore. Non appoggiare
il
supporto al legno. Sembra che l'accumulo nel legno richieda alcuni
giorni
per disperdersi potendo così risultare in alcuni casi in eccesso
facendo la differenza fra una buona o una cattiva accettazione della
vergine.
Esperienze pratiche di utilizzo con api orfane e per impollinazione con
nuclei orfani in serre
L'aggiunta del supporto Bee Boost a famiglie orfane di varie dimensioni
ha
avuto effetti definibili sorprendenti senza tema di essere smentiti .
Vengono segnalati casi di alveari orfani o con regina vergine che hanno
costruito la cera dei melari e li hanno poi riempiti di miele.
Notevole su tutti l'esperimento effettuato dall'apicoltore
professionista
Francesco Artese ( poi ripetuto da altri colleghi) che in pieno raccolto
sull'arancio, quando le famiglie erano già al secondo melario,ha
spostato
il nido da due di queste,lasciando quattro melari con dentro un Bee
Boost
poggiati su un fondo mobile. A fine raccolto i melari erano pieni ,
mentre
i nidi erano nel frattempo serviti ad altri scopi. Sembra che le
bottinatrici abbiano prodotto anche in assenza del nido.Questo
particolarissimo tipo di utilizzo potrebbe tornare utile anche:
* come tecnica veloce di contenimento della sciamatura
* come tecnica per trattare anticipatamente i nidi in caso di
infestazione
preoccupante di varroa mantenendo le bottinatrici in produzione. Si può
anche pensare all'utilizzo del feromone per la gestione controllata di
blocchi di covata allo scopo di trattare la varroa come contemplato dal
dossier Unaapi-Fai.Bisogna però anche attentamente valutare la
difficoltà
di reintroduzione della regina dopo lungo periodo di orfanità. Il
feromone è stato utilizzato anche nella produzione di pappa reale e
regine, spillato alla stecca portacupolini allo scopo di far salire un
maggior numero di api.L'accettazione dei cupolini innestati è risultata
normale, nonostante la presenza estremamente ravvicinata del supporto
col
feromone.( api orfane con feromone non sanno decidere nei primi tre
giorni
se fare celle reali o meno, ma le allevano se queste vengono loro
proposte-
come dire " se qualcuno ha deciso di farle noi le alleviamo") .
Impollinazione in serra
Il supporto Bee Boost é molto adatto a sostituire la regina nei nuclei
da
impollinazione delle serre. Visto l'ottimo funzionamento con api
orfane e
l'attività di volo e raccolta di polline da esse ottenibile e vista la
dimensione di questi, già un mezzo supporto potrebbe essere sufficente.
Inoltre il feromone risulta consumato molto lentamente e attivo molto a
lungo.Le api bottinano fino alla completa estinzione della famigliola.
Vengono inoltre evitati i fenomeni di deriva che si verificano quando
si ha
esigenza di aprire i nuclei prima di inserirli nelle serre.
Per l' impollinazione delle serre è' possibile produrre nuclei orfani
che
avranno scarsa propensione a bottinare oppure nuclei con regina. In
questo
secondo caso si avranno invece i costi aggiuntivi legati alla presenza
della regina ( necessità di un gran numero di regine fuori stagione,
loro
conservazione e gestione ecc.) e i problemi della non infrequente
sciamatura dei nuclei all'interno delle serre.
La produzione dei nuclei
con
Bee Boost è una soluzione che consente di ottenere nuclei con volo
analogo
a quelli con regina ma a costi inferiori.Anche i tempi di produzione dei
nuclei vengono accelerati con l'utilizzo di Bee Boost, il cui utilizzo
consente anche una maggior stabilità dei nuclei alla produzione,con
deriva
minima di api.Per le impollinazioni più corte i nuclei potrebbero essere
costituiti anche senza telai.Viene asserito che nelle condizioni
siciliane
anche i nuclei orfani hanno un buon volo. La stessa attività potrebbe
essere ottenuta con un numero minore di api e Bee Boost
BEE BOOST nel melario
Sempre allo scopo di verificare la possibilità di far salire le api, il
feromone è stato collocato all'inizio della fioritura dell'acacia in un
alveare con due melari vuoti, fra i due telai centrali di quello
superiore.
Le api hanno disposto il miele nei telai centrali dei due melari in
corrispondenza del feromone. L'utilizzo di feromone nel melario può
tornare
utile per far raccogliere alle api nel melario senza intasare il nido (
sfruttando così ad esempio tutto il raccolto sull'acacia) o per ridurre
la
congestione del nido favorendo la salita a melario delle api ottenendo
in
questo modo un effetto antisciamatura. Questo tipo di utilizzo è stato
proposto da alcuni apicoltori americani per la produzione di miele in
favo
.
Utilizzare il Bee Boost diviso in3/4 pezzi più piccoli.Non sembra il
caso
di introdurlo intero nei melari.
Non provoca accumulo di polline nei melari .
Bee Boost nel melario come escludiregina Dopo esperienze ripetute si è
notato che in presenza del feromone nel melario la regina non sale quasi
per niente a deporre nello stesso. Il feromone ha quindi un effetto da
escludiregina e risulta molto comodo in diverse situazioni produttive
Effetti del feromone sulla costruzione di celle nelle varie situazioni
-Aggiunta di feromone in presenza di regina in primavera, prima e
durante
la sciamatura
Il feromone sintetico integra la produzione della regina. L'insieme può
ritardare o evitare la sciamatura. L'aggiunta del feromone non blocca in
alcun modo la costruzione delle celle se questa è già iniziata per
qualsiasi motivo.Il feromone non deve perciò essere inserito in
ritardo. Il
solo BEE BOOST non dovrebbe di norma impedire completamente la
costruzione
di celle in assenza di regina salvo in condizioni di grande raccolto.
Introduzione di regine in nuclei orfani con Bee Boost
L'accettazione delle regine in presenza di Bee Boost interi non è
eccellente. Il feromone non migliora l'eventuale accettazione della
regina
ed è bene limitarne la quantità presente al momento dell'introduzione
della
regina ad una quantità minima ( 1/10 del supporto vicino alla porta di
volo) per mantenere la coesione e il volo di raccolta ( evitando
saccheggi
e derive ) fino a che questa è uscita dalla gabbietta.Successivamente
si
può aggiungere una quantità maggiore di feromone ( ricordando che troppo
non aiuta), proporzionale al numero delle api per stimolare la raccolta
di
polline. Nel caso di api su favi, finita la covata ( specialmente
disopercolata) l'atrofizzazione ovarica delle operaie comincia a
mancare.
Questa mancanza che dipende dai feromoni della covata e da altro, ma
non
dal feromone mandibolare, rende più difficile l'accettazione.
Orfanizzazione e immediata aggiunta di feromone mandibolare sintetico
Le api hanno una sensazione strana. Costruiscono qualche cella con poca
convinzione dopo il terzo giorno. La" convinzione " dipende dalla
quantità
di feromone presente in rapporto al numero di api, dalla quantità di
covata
disopercolata e uova presente e dal tipo di flusso nettarifero in
corso.In
questa situazione, se il livello di QMP sintetico è sufficentemente
alto da
surrogare i feromoni della regina e quelli della covata, le api non
sanno
decidere se iniziare a costruire celle o meno, ma se vengono inseriti
cupolini con larve già innestate ( come nella produzione di regine o
pappa) accettano la situazione e continuano l'allevamento. Questa
sensazione di incertezza si interrompe però fra il terzo e il quarto
giorno
.
In questo periodo una più convinta costruzione di celle è stata
osservata.La quantità di celle costruite risulterà variabile.Una
completa
assenza di costruzione può essere possibile utilizzando supporti interi
in
condizioni di buon flusso nettarifero.Il feromone mandibolare non è il
solo
inibitore della costruzione di celle reali presente nell'alveare. La
completa inibizione della costruzione di celle d'emergenza sembra
legata
ad un sottile equilibrio dei feromoni della regina con quelli della
covata
con influsso non trascurabile del tipo di raccolto in corso . E' inoltre
ipotizzabile che le api siano più o meno sensibili ai feromoni a seconda
del loro patrimonio genetico, ad esempio esattamente come gli uomini
sono
sensibili in vario modo all'alcol. Anche la modalità di assorbimento del
feromone sembra avere effetto.Le api sembrano assorbire più feromone dai
supporti interi che da mezzi. Questo più alto assorbimento sembra
diminuire
la volontà di costruire celle d'emergenza e l'accettazione di regine
estranee.
Relazione tra il flusso nettarifero presente e la costruzione di celle
in
presenza di Bee Boost
Dalle ricerche scientifiche è noto che la costruzione di celle in
condizioni di orfanità è largamente condizionata dalla presenza di uova
e
covata giovane.
Tuttavia questo segnale feromonale della covata sembra
interessare tanto meno le api quanto maggiore è ilflusso nettarifero in
corso. La produzione di celle in condizione di orfanità e presenza di
Bee
Boost risulta essere tanto minore quanto maggiore è l'importazione
nettarifera.
Livelli molto alti di feromone, asportabili da un supporto
intero, possono inibire completamente la costruzione di celle in
condizione
di orfanità e copioso raccolto.Il segnale feromonale della covata
permette
alle api di capire se la deposizione della regina avviene nelle migliori
condizioni .Sappiamo però che quando le api cominciano a raccogliere la
regina può diminuire o sospendere la deposizione ( diapausa ) senza
essere sostituita. Le api cioé, in questo particolare momento
dell'alveare
non utilizzano il sistema feromonale della covata come controllo.La
famiglia in produzione si comporta ovviamente in maniera diversa dal
nucleo che sta sviluppando e che difficilmente va in diapausa per
raccogliere solo miele.
Introduzione di Bee Boost in alveari con regina e in produzione a
sciamatura terminata .Diversi apicoltori affermano che le api vanno
meglio.
Il forte flusso nettarifero può modificare la percezione feromonale ai
dosaggi più alti . Le api potrebbero comportarsi diversamente nei
confronti
del feromone a seconda dello status in cui si trovano per quanto esposto
più sopra e qualcuna,se dovesse rimanere orfana, potrebbe non costruire
celle.
Toccare regine con dita sporche di feromone
Un apicoltore belga ha per caso marcato due regine dopo aver maneggiato
supporti feromonali. Le regine reintrodotte sono state uccise. Ha
pensato
che questa operazione abbia modificato la riconoscibilità della regina.
Supporto con feromone puntato sul listello del telaio
Nella cera il feromone risulta degrato in circa 24 ore
( nelle condizioni normali dell'alveare). Non sono state effettuate
verifiche per stabilire se nel legno risulti meglio conservato. Un
apicoltore belga ( Lapis N°7-98) ha utilizzato un BEE BOOST in uno
starter
puntato sul listello del telaio. Tolto il supporto feromonale e
inserito il
telaio coi cupolini innestati ha dovuto attendere la terza prova per
avere
un'accettazione normale.
Non ci sentiamo di condividere l'idea che la
scarsa accettazione sia da imputare al feromone rimasto sul legno ( in
quantità minima ) avendo utilizzato direttamente il BEE BOOST per la
produzione di pappa reale spillato sul listello portacupolini allo
scopo
di attirarvi un maggior numero di api e avendo osservato un'accettazione
normalissima proponendo i cupolini innestati. Altro discorso sarebbe,
come
detto più sopra, se le api dovessero iniziare da sole l'allevamento
reale.
Recupero di famiglie con api fucatrici
Anche questa è un'esperienza belga ( Lapis N° 7 -98).
Dopo aver lasciato il Bee Boost per due settimane, l'apicoltore ha
aggiunto
un telaio di covata giovane ( togliendo nel contempo il supporto
feromonale) sul quale le api hanno allevato una cella reale.
Non lasciare il feromone oltre il tempo di utilizzo richiesto per la
specifica funzione
Utilizzare quantità di feromone proporzionali alla quantità di api
interessata e sempre meglio se col supporto diviso in 2/3 parti .
Dosaggi
molto alti non sono utili se non per l'inibizione della sciamatura.Non
utilizzare supporti interi per il controllo della sciamatura, ma
utilizzare
supporti sempre divisi a metà.
Non posizionare il feromone al centro della cassa, ma al bordo
anteriore ,
vicino alla porta di volo, all'altezza del legno verticale dei telai.
Il supporto feromonale dura molto a lungo e per molto tempo risulta
attrattivo per le api.Tuttavia non è detto che la quantità rimasta nella
plastica sia sufficente per ogni specifica applicazione.
La presenza del feromone può falsare il "sonoro " delle api in caso di
orfanità.
Un'occhiata al nido è perciò vivamente consigliata.
il Bee Boost non è uno strumento da lasciare indiscriminatamente e senza
controllo nell'alveare per quattro o cinque mesi
Attrazione di api alla deriva-Quando si spostano le api succede che
alcune
rimangano sul posto. Una cassettina contenente BEE BOOST e favi vuoti
le
attrae e raccoglie.Potranno poi essere riunite ad altre famiglie o dar
luogo ad un nuovo nucleo con l'aggiunta di una cella o regina.
Inserire il
BEE BOOST tra i favi , nella parte anteriore della cassettina. Questo
tipo
di utilizzo non consuma feromone. Il supporto può essere riutilizzato o
lasciato per due mesi per dare maggiore sviluppo al nucleo costituito.
Questo tipo di utilizzo non ha presentato particolari difficoltà.
Con
questa tecnica si possono produrre velocemente anche nuclei costituiti
in
prevalenza da api vecchie. I nuclei così prodotti hanno tirato la cera e
raccolto in assenza di regina.
Nei pressi del laboratorio o quando si recupera uno sciame , capita
spesso che diverse api rimangano alla deriva.Una cassettina con
qualche
favo vuoto e un BEE BOOST può recuperare tutte queste api che
altrimenti
andrebbero perdute.
Per questo utilizzo il feromone non viene
praticamente
consumato ed è pienamente riutilizzabile . L'attrattivitità del Bee
Boost
in laboratorio, per il recupero delle api in esso stazionanti è
risultata
funzione del suo posizionamento.In tutte queste situazioni le api
ricevono
una forte sensazione di presenza di regina dal feromone e possono
risultare
aggressive nei confronti di regine aggiunte o con esse riunite. Deve
quindi essere preventivamente ridotta la quantità di feromone con cui
sono
a contatto ( vedi effetti di feromone sintetico su pacchi d'api)
Temporaneo rimpiazzo della regina- Il BEE BOOST può essere utile per
mantenere la popolazione di un alveare orfano, che altrimenti
tenderebbe a essere soggetta a deriva verso altri alveari, per il
tempo
necessario a reperire una nuova regina. Col feromone sintetico
l'alveare
orfano vola di più e risulta molto meno soggetto ai saccheggi.Inserire
il
BEE BOOST vicino alla porta di volo. Per questo utilizzo il supporto si
scarica di circa un trentesimo della sua capacità per ogni giorno di
presenza nell'alveare. Sulla base del periodo in cui è stato lasciato in
opera si potrà calcolare quale è la sua potenziale efficacia residua.
Nella preparazione dei pacchi d'api e nuclei -per stimolare la famiglia
donatrice dopo il prelievo di api .Le famiglie donatrici o che hanno
sciamato ricominciano ad avere come scopo primario la produzione di api.
Inserire BEE BOOST fra i favi centrali, vicino alla porta di volo,
aiuta il
loro sviluppo. Per questo utilizzo la durata dell'efficacia del BEE
BOOST è
di circa due mesi.
Stabilizzazione ed equilibratura dei nuclei alla produzione
A volte
succede che i nuclei, al momento della produzione, vadano incontro a
significativi cali di popolazione.Bee Boost la stabilizza permettendo di
evitare di dover nuovamente aggiungere api in un secondo tempo.Per
l'intrduzione di celle e regine vedere le parti specifiche della
documentazione
Api più tranquille- la presenza del Bee Boost rende generalmente le api
più
mansuete
Trasporto di alveari in condizioni di elevata temperatura e popolazione,
anche di giorno.
Col supporto BEE BOOST presente nell'alveare, le api stanno maggiormente
calme . Ciò provoca minori effetti di agglomerazione con diminuzione
dei
fenomeni di soffocamento . ( Questo tipo di esperienze è stato
sviluppato
in Francia dagli apicoltori professionisti del sindacato SPMF).
Collocare
il supporto fra i favi centrali, nella parte anteriore dell'alveare. Se
il
supporto viene lasciato solo per il tempo del viaggio il suo consumo è
minimo e puo essere pienamente riutilizzato.
Produzione e spedizione di nuclei e pacchi d'api orfani
La possibilità di vendere api senza regina apre questa produzione ad
un
maggior numero di operatori. Non tutti, inoltre, vorrebbero acquistare
api
con regina. Inserire il BEE BOOST tra i favi centrali nel caso di
nuclei o
nell'apposito spazio per la gabbietta della regina nel caso di pacchi
d'api. Per questo tipo di utilizzo il feromone non viene praticamente
consumato e può essere pienamente riutilizzabile nel caso del pacco
d'api.
Si può considerare un consumo di un sessantesimo al giorno per i nuclei
nel
caso questi siano liberi di volare.
Recupero delle api dai melari raccolti
Qualunque tecnica si usi, dalla spazzolatura all'apiscampo alla
soffiatura,
un numero più o meno grande di api rimane all'interno dei melari.
Questo
numero è tanto più alto quanto più si ha bisogno di fare in
fretta.Disponendo uno o due BEE BOOST ( legati insieme ) sul melario
in
cima alla pila , le api presenti si raccolgono intorno al feromone e
possono essere raccolte con facilità.Questo utilizzo non provoca
consumo di
feromone che può essere pienamente riutilizzato. Anche queste api
risultano
a pacco e sono molto sensibili al feromone. Riunirle con regina secondo
quanto prescritto in " effetti di feromone sintetico su pacchi d'api"
Prevenzione dei saccheggi
la presenza del BEE BOOST tra i favi centrali , nella parte anteriore
dell'arnia , in prossimità dell'ingresso, consente una maggiore
resistenza
ai saccheggi .Per questo utilizzo il feromone viene consumato
proporzionalmente alla grandezza della famiglia e al tempo di
permanenza al
suo interno.
Confermata anche la riduzione dei saccheggi in atto
Per inarniare sciami
- Il Bee Boost può essere utilizzato per un più
facile, efficace e veloce inarniamento degli sciami.Appoggiare il
supporto
feromonale( non intero, ma diviso in metà ) sui legni dei telai e
scuotere
come d'abitudine.Le api entrano più velocemente nell'arnia e
difficilmente
la lasceranno. Molto utile anche per raccogliere sciami a terra.Vengono
segnalate con questo tipo di utilizzo,lasciando il feromone , diverse
mortalità della regina nei giorni successivi l'inarniameto a
dimostrazione
della grande sensibilità delle api a sciame per il feromone. Queste è
imputabile alla differenza di odore fra telai proposti allo sciame e
regina che potrebbe portare le api a considerare quest'ultima "non di
casa
" in presenza di una quantità di feromone tipica del supporto intero.
Lasciare dunque nell'alveare,dopo la cattura, solo un decimo del
supporto
Bee Boost( oppure una quantità maggiore ma sempre divisa in piccoli
pezzi
) situandolo in prossimità della porta di volo fino a che la regina a
iniziato a deporre.Successivamente sarà possibile aumentare la quantità
per
stimolare lo sciame.
BEE BOOST in arnie esca per catturare sciami
Qualche sciame è stato catturato con arnie vuote disposte in apiario
contenenti il feromone.Per quest'uso l'efficacia non è straordinaria,
ma il
feromone non si consuma per niente e può essere tranquillamente
riutilizzato.
Per catturare sciami collocati in alto
Fissare un favo ad una lunga asta.Fissare quindi il Bee Boost al centro
del favo.Portare il favo a contatto dello sciame.Diverse api dovrebbero
trasferirsi sul favo attorno al Bee Boost
Produzione di cera
- Il feromone è essenziale per la produzione della
cera. Una sua presenza quantitativamente maggiore porta a migliorare
la
costruzione .
Blocchi di covata controllati per trattare la varroa
Il Dossier " Varroa sotto controllo: istruzioni per l'uso " elaborato da
UNAAPI e Fai presenta tra gli interventi complementari il blocco della
covata. Trai difetti del metodo vengono segnalati i rischi di
saccheggio in
condizioni di carestia che le famiglie orfanizzate dovrebbero
affrontare.
Questi sarebbero evitabili con l'utilizzo del Bee Boost negli alveari
orfani.
Blocchi di covata con il metodo dell'asportazione della covata
opercolata
per il controllo della varroasi (Secondo il dossier succitato)
-la presenza di BEE BOOST nell'alveare di partenza a cui sono stati
tolti
favi con covata aperta, api e regina, conferisce una stabilità molto
superiore, consentendo un miglior sfruttamento dell'eventuale raccolto
del
periodo, una maggiore capacità di costruzione della cera e una tenuta
molto
superiore ai saccheggi.
Ritardo e inibizione della sciamatura
Il Bee Boost non è specifico per questa funzione, tuttavia può per essa
essere utilizzato con profitto. Il massimo dell'effetto si ha
introducendo
Bee Boost prima che inizi l'allevamento di fuchi. .L' efficacia è tanto
migliore quanto minore è il numero di celle da fuco presenti al momento
dell'inserimentoAnche il dimensionamento del supporto non è specifico
per
questa funzione.Il Bee Boost deve sempre essere utilizzato in MEZZI
SUPPORTI in presenza di regina e raccolto.Le operaie cominciano ad
allevare
nuove regine circa 7/10 giorni prima della sciamatura. I fattori
primari ,
nessuno indipendente dagli altri, per cui la colonia prepara la
sciamatura
sono :
* dimensione della famiglia
* congestione del nido
* distribuzione dell'età delle api
* ridotta trasmissione del feromone della regina che inibisce
l'allevamento reale
L'abbondanza di risorse influenza i primi tre fattori e può essere essa
stessa un fattore primario per l'allevamento di nuove regine. E'
verificabile che nelle famiglie in sciamatura la circolazione del
feromone
è ridotta a causa della congestione in cui essa si trova, ma anche che
la
quantità di feromone prodotta dalla regina( che è costante ) è divenuta
insufficente per una quantità di popolazione cresciuta in maniera
esponenziale.La quantità di feromone che raggiunge ogni singola ape è
ridotta ( o nulla ).Questo deriva in parte dalla congestione della
famiglia
e in parte dalla grande popolazione presente. Perciò viene a mancare
l'inibizione chimica che la regina normalmente esercita. La congestione
delle colonie può essere di per se uno stimolo primario alla sciamatura
.
Può essere percepita dalle api come aumento di temperatura nell'alveare,
alto livello di anidride carbonica al suo interno o come numero di celle
vuote che le api incontrano ( o non incontrano ) nel loro movimento (
massimo sviluppo della famiglia raggiunto e percepito -non vi è più
posto
per altra covata ne per scorte) . Nella pratica si conosce da tempo
l'utilita di ridurre la congestione con l'aggiunta di melari, ma si sa
anche che questo di per se non basta a controllare la sciamatura. Dal
10
al 40 % delle famiglie potranno mediamente sciamare anche se viene loro
concesso spazio in eccesso ( Simpson 1957 ) . La dispersione del
feromone
nell'alveare avviene principalmente in due modi:attraverso il
comportamento
di grooming delle operaie nei confronti della regina e successiva
ridistribuzione per trofallasi e grooming e per mezzo del passaggio
della
regina stessa sui favi. Anche le operaie a contatto con la regina
depositano sui favi una piccola quantità di feromone. I risultati di uno
studio dimostrano che il feromone inibitore circola meglio in colonie
non
congestionate, dove le operaie sono meglio disperse e possono più
facilmente muoversi e anche il movimento della regina è meno ristretto.
L'utilizzo in campo del prodotto Bee Boost darà risultati forzatamente
variabili. L'aggiunta di feromone sintetico alza il livello di inibitore
presente e consente in molte situazioni di inibire la sciamatura o
ritardarla ( consentendo cioé lo sviluppo di una quantità di
popolazione
che la regina da sola non sarebbe riuscita a sostenere ) . La
circolazione del feromone aggiunto risulta probabilmente difficile nelle
famiglie di dimensioni molto elevate specialmente in condizioni di
grande
abbondanza tipiche del meridione a fine aprile.Il feromone può essere
impiegato per cercare di evitare che le famiglie sciamino, ma si può
anche
pensare di utilizzarlo per far si che la dimensione dello sciame in
partenza sia minima, consentendo così alla famiglia di continuare a
raccogliere.Inoltre si è tradizionalmente portati ad associare
l'inibizione
della sciamatura alla non costruzione di celle, ma si potrebbe anche
pensare all'inibizione come all'impedimento della partenza dello sciame
anche se altre regine sono state allevate, traformando la sciamatura in
sostituzione di regina . Si realizza cioè l'inibizione nell'ultima
fase
utile, dopo che non si è riusciti ad evitare alla famiglia la
costruzione
di celle reali, ma facendo credere alle api che queste celle sono
destinate
alla sola sostituzione, caratterizzata da alto livello di feromone
mandibolare e basso livello di feromoni della covata.Questo non è però
sempre possibile perchè la quantità di api giovani presenti , col
caratteristico odore, da alle api la sensazione di un grande sviluppo di
popolazione ottenuto .
E' perciò' da considerare che la costruzione di celle in presenza di
feromone sintetico non è da vedere come una sciamatura avvenuta. Da
diversi apicoltori è stato osservato che queste celle venivano poi
distrutte oppure le famiglie hanno prodotto celle,ma hanno poi
sostituito
la regina senza sciamare . In diverse famiglie è stata osservata la
costruzione di celle che poi sono state distrutte, per essere poi di
nuovo
costruite e nuovamente distrutte senza sciamature per non meno di
venticinque giorni.Gli sciami usciti da alveari con Bee Boost sono
risultati piccoli rispetto alla norma . Questo dato è confermato
dalle
esperienze francesi e belghe ( Lapis n°7 settembre 98). Si ipotizza che
la
presenza del feromone vicino alla porta di volo possa influire sulla
formazione dello sciame anche in presenza di celle , impedendola o
facendo
sì che il numero di api che partecipano al processo di uscita sia
minore.
Praticamente tutti usano " alleggerire " le famiglie per contenere la
sciamatura. E' dimostrato che se da una famiglia vicina alla
sciamatura si
toglie covata disopercolata anzichè opercolata si ottiene esattamente
l'effetto contrario a quello voluto. Anziché inibire la sciamatura la
si
fa iniziare.
Uso e dosi-disporre 4 mezzi Bee Boost nell'alveare, due nella parte
anteriore, all'altezza del legno verticale dei telai e due nella parte
posteriore.Evitare la parte centrale dei favi e dell'alveare già
discretamente coperta dalla regina .
L'importanza dei favi e dell'importazione di nettare
E' risaputo che ogni colonia ha il suo odore tipico, ma quali sono le
componenti fondamentali di questo odore?
Vi sono evidenze di come l'odore " di casa" di una famiglia possa essere
assorbito dalla cuticola delle api dagli odori presenti nell'aria
dell'alveare ( Renner 60).Breed (98) propone nuove informazioni sul
ruolo
dei feromoni da ricognizione. Il suo lavoro si è basato sulla
valutazione
della capacità di differenti odori di essere " spunto di ricognizione"
e
di condurre di conseguenza a comportamenti di aggressività.Gli acidi
grassi
e gli idrocarboni prodotti dalla cuticola delle api, che si vanno ad
incorporare nella cera dei favi costituiscono una marcatura
chiave.
Breed ha
provato ad allevare api in laboratorio senza esporle al contatto con
alcun
favo.Ne ha successivamente riunito una parte con api sorelle.Le altre
sono
state esposte ai favi di un' altra colonia e riunite anch'esse con le
sorelle.Le api allevate in laboratorio che erano state a contatto coi
favi
estranei hanno ricevuto un'accoglienza significativamente più
violenta.Successivamente ha poi verificato che le api neonate,prive di
"
marcature" odorose, non vengono attaccate. Ciò spiega perchè la covata
nascente di altre colonie è ben accettata dalle api di qualsiasi
famiglia.
A questo punto vecchie bottinatrici sono state "lavate" per privarle
del
loro odore e inserite nella famiglia in studio. Sono state accettate
senza
aggressioni, esattamente come se fossero neonate. Con ciò conclude che
l'odore dei favi è il principale segnale percepito dalle guardiane .Ne
risulta che aggiungendo il melario e sopravvenendo forti importazioni di
nettare la regina può cambiare leggermente odore. Api che prelevano
forti
quantità di feromone, tipicamente da supporti interi. Possono non
riconoscerla più come propria regina ed eliminarla. Ne consegue che è
sempre necessario utilizzare il Bee Boost in mezzi supporti nel
controllo
della sciamatura, in presenza di melario e di raccolto .Famiglie che
rimangano orfane durante il raccolto possono anche non costruire celle
d'emergenza.
Si può dunque pensare la sciamatura come divisa in due parti
distinte.Nella
prima, con importazione scarsa, i sistemi feromonali dell'alveare
funzionano tutti e la presenza del feromone sintetico, anche in enormi
quantità, è interpretata correttamente ( il feromone aiuta a fermare la
sciamatura, ma in caso di orfanità le condizioni complessive sono tali
per
cui vengono allevate celle d'emergenza).Nella seconda parte, con forte
importazione e accumulo di miele, le api non analizzano i segnali
feromonali della covata, divenuta al momento secondaria rispetto alla
raccolta di miele e in caso di orfanità la presenza del feromone può
trarle
in inganno con non costruzione di celle di emergenza.Dunque la maniera
di
somministrare il feromone deve essere scrupolosa. Supporti interi non
devono essere utilizzati in questo periodo, ma devono essere divisi in
metà
o parti più piccole.
Produzioni nomadi con pacchi d'api
L'"esperimento Artese " in cui le api hanno prodotto miele in assenza di
nido ( ripetuto poi con successo da altri apicoltori) porta ad alcune
considerazioni .Di un "trasporto" di api per una produzione nomade si
può
considerare che i due terzi del volume e ben più di due terzi del peso,
per quanto considerati essenziali sino a ieri, siano di fatto inutili
dal
punto di vista strettamente produttivo.
Se si mettessero le bottinatrici della famiglia dentro un melario e si
portasse questo sul raccolto, anzichè la cassa col melario è evidente
che
un trasporto conterrebbe nello stesso volume e con peso inferiore il
triplo
di entità produttive.
Questo porta evidentemente ad un grande risparmio
di
costi, di fatica e di tempo.
Anche le operazioni di scarico risultano più agevoli e leggere visto che
non si sballotta inutilmente il nido. Anche il recupero del miele sembra
più agevole. Non avendo a che fare coi nidi, niente pericoli per regina
e
covata. Anche eventuali problemi di saccheggio risulterebbero del tutto
privi di importanza. Poi, assoluta mancanza di residui. Difficile dire
" a
lume di naso" che differenze di produzione ci siano tra la tecnica
tradizionale e quella a sciame. L'alveare ha senz'altro più api, ma
anche
un consumo maggiore per il riscaldamento e la nutrizione della covata.
Ha
un suo ritmo di raccolta e deve raggiungere condizioni ben note prima
di
cominciare a stoccare a melario. Quando comincia, il miele segue un
percorso lungo e tortuoso prima di arrivare a melario. Lo sciame a
melario
è verosimilmente più veloce e l'energia necessaria per stoccare il
miele è
molto ridotta. Rimarrebbe anche da verificare se gli sciami a melario
seguono le leggi di Farrar, cioé che una quantità ad esempio doppia di
api
produce più del doppio di miele.
Ipotesi operativa
Per produrre i pacchi si va in apiario e si mette un melario con fondo
mobile e feromone davanti ad ogni arnia. Le bottinatrici dovrebbero
entrare nel melario. La sera si chiudono i melari e si spostano.
Varianti: si tirano indietro le casse e si mettono i melari col fondo
al posto delle casse.
I melari vengono riempiti col metodo del pacco d'api per
avere anche api più giovani.
L’operazione deve essere effettuata nei tempi giusti rispetto alla
fioritura. Se effettuata in anticipo le api raccoglieranno più polline
che miele ( la tecnica può essere utile per la produzione di favi con
polline ) .
Fatta la produzione si richiudono i melari col fondo mobile di sera e si
scaricano, aprendoli, nel cortile del laboratorio. La mattina, dopo che
le
api si sono ambientate, si mette un melario vuoto con fondo davanti ad
ogni melario pieno con fondo . Gran parte delle api dovrebbe entrare nel
melario vuoto.
Variante si spostano indietro i pieni sistemando al loro posto quelli
vuoti. Le bottinatrici possono anche servire per rinforzare casse
deboli o
sciametti.Si accatastano i melari pieni in gran parte ripuliti dalle
api in
laboratorio. Alla sommità delle pile si mette un melario vuoto con
feromone
in cui si raccolgono le api rimaste.I nidi sono nel frattempo serviti ad
altri scopi apistici.Possono anche essere pronti per la produzione di un
secondo pacco per un'altra fioritura in un tempo compreso tra 15 e 30
giorni a seconda delle condizioni ambientali.