La multifunzionalità in apicoltura: dalla fattoria didattica ai prodotti complementari dell’alveare
La multifunzionalità dell’azienda agricola


In Italia su 1.960.316 aziende agricole censite (dati ISTAT 2003) , sono presenti ben 674.851 aziende di piccolissima dimensione, aventi cioè fino ad 1 ettaro di dimensione. A molte di queste imprese agricole si pone dunque il problema di come integrare il reddito derivante dalle colture e dagli allevamenti. Una possibilità è certamente offerta dal part-time, ampiamente diffuso in Italia, ma oggi un’altra strada è percorribile e si chiama Multifunzionalità.
Essa comprende tutte quelle attività che conferiscono all’agricoltura nuove funzioni di tipo culturale, sociale e ricreativo, e che spaziano dall’agriturismo al Bed & breakfast, dalla vendita diretta alle attività di fattoria didattica. Tali funzioni consentono di integrare il reddito agricolo e restituiscono alla piccola azienda agraria la dignità che merita.
La fattoria didattica: l’agricoltura al servizio dell’educazione
La realtà delle fattorie didattiche è in continua crescita anche in Italia, così come il numero degli insegnanti che utilizzano questo straordinario laboratorio naturale per la piena riuscita delle loro finalità didattiche




Le fattorie didattiche risultano prevalentemente distribuite nel nord Italia, e svolgono quasi sempre attività organizzate nell’ambito di programmi promossi da enti pubblici o consorzi agrituristici; si registra un aumento di aziende che, singolarmente, propongono le proprie attività alle scuole.
La fattoria didattica è un grande laboratorio all’aperto, dove è possibile abbinare l’apprendimento teorico a quello pratico, mettendo a confronto l’esperienza dell’agricoltore con la curiosità dei ragazzi. E’ di primaria importanza proporre ai giovani i principi di un consumo consapevole e in sintonia con l’ambiente, attraverso l’esperienza diretta del mondo circostante nella sua complessità. L’agricoltore con la ricchezza delle sue conoscenze tecniche specifiche, viene vissuto dai ragazzi come persona competente e affidabile, alla quale ci si può rivolgere con fiducia.
Sempre più scuole utilizzano la metafora dell’ambiente come percorso formativo, promuovendo attività di ricerca, scambio, turismo ecocompatible, e scegliendo mete e itinerari che facilitano la scoperta delle diverse culture insieme ad una nuova consapevolezza delle proprie radici. Tra le possibilità che si presentano alla scuola nell’instaurare utili rapporti di collaborazione con ciò che c’è intorno, per le potenzialità e le forti valenze educative che esprime, le fattorie didattiche assumono un ruolo crescente e significativo.
Le attività didattiche, a certe condizioni, sono un’opportunità economica in più per l’azienda apistica perché possono creare e incentivare altri servizi come la vendita diretta di tutta la gamma dei prodotti dell’alveare (miele, polline, propoli e pappa reale).

Il miele è senz’altro il prodotto principale dell’apicoltura per diffusione e importanza economica, ma l’alveare non produce soltanto miele. Da sempre la raccolta del miele si accompagna a quella della cera. Molto recente è l’utilizzo alimentare di pappa reale e di polline, considerabili come prodotti nuovi di questo allevamento. Caso unico è infine quello della propoli, prodotto dimenticato per anni e riscoperto solo di recente.

La pappa reale
L’interesse per le possibili applicazioni della pappa reale nel campo dell’alimentazione umana, è stato ampiamente stimolato da tutta una serie di pubblicazioni che ne propagandavano i benefici sulla base di esperienze essenzialmente pratiche, condotte in genere senza un sufficiente rigore scientifico.
La richiesta di prodotto che ne è derivata ha determinato l’affinamento delle tecniche di produzione, spingendo un maggior numero di operatori a dedicarsi a questa produzione
La pappa reale: tecniche tradizionali di produzione
La produzione intensiva è basata sulla stimolazione delle famiglie ad allevare regine, mantenendo questa condizione di instabilità con opportune tecniche. In breve, è necessario mantenere le colonie in uno stato di semi-orfanità. A queste colonie vengono fornite celle reali artificiali complete di piccolissime larve, che verranno adottate e allevate come regine. Al terzo giorno saranno sacrificate e la gelatina verrà estratta. Con questo sistema si producono mediamente 500 grammi di gelatina reale all’anno per alveare.
Pappa reale: la produzione
Dopo 72 ore si estrae il telaino con le celle piene di pappa reale (max 0,5 grammi/l’una)
La pappa reale viene messa in congelatore e le celle reali sono ripulite per inserire di nuovo la larva
La pappa reale:criticità da superare
Necessità di affinare ulteriormente le tecniche di produzione, utilizzando sistemi più flessibili. Carenza di dimostrazioni scientifiche rigorose sulla reale efficacia terapeutica. Massiccia presenza di prodotto importato dalla Cina, anche certificato da agricoltura biologica, a un prezzo all’ingrosso che attualmente si aggira intorno ai 40 euro al chilo.

Il polline una risorsa poco sfruttata
Il polline è una struttura microscopica alla quale le piante superiori affidano il compito di trasportare le cellule germinali maschili. E’ un materiale polverulento di differenti colori, che viene trasportato e raccolto dalle api operaie grazie a particolari strutture anatomiche di cui sono dotate. Le opinioni riguardo al suo valore alimentare sono contraddittorie e spesso contrastanti. In linea di massima è un prodotto consigliabile come alimento ricostituente, in casi di anoressia, deperimento organico e stress.
Il polline:le tecniche di produzione
La produzione commerciale è basata sulla raccolta del polline mediante trappole poste all’entrata dell’alveare. Le api rientrando cariche sono costrette a passare attraverso fori di diametro opportunamente calibrato che determinano la caduta del polline in un cassetto sottostante. Raccolto giornalmente, il polline va essiccato a temperatura moderata, cernito e confezionato in recipienti ermetici.
Le trappole Hanno un rendimento dal 10 al 30% che diminuisce col passare dei giorni Vanno disposte su tutti gli alveari Si inseriscono di sera con l’aiuto del fumo Lavorazione Le attrezzature sono in relazione al quantitativo di prodotto lavorato
Il polline:criticità da superare
Non tutte le zone si prestano ugualmente bene a questo tipo di produzione. Esiste un’ampia variabilità genetica rispetto all’attitudine delle api ad immagazzinare polline. Le trappole in uso tradizionalmente in Italia hanno spesso un rendimento troppo aleatorio. Il mercato è attualmente coperto da prodotto esclusivamente di importazione (Spagna e Paesi dell’Est) con prezzo all’ingrosso che si aggira intorno ai 10 euro al chilo.

La propoli una risorsa interessante
E’ una resina che le api raccolgono su alcune piante e che utilizzano internamente all’alveare. Molta propoli deriva dalla resina che ricopre le gemme del Pioppo, ma le api sono in grado di utilizzare molte altre resine e adattandosi a utilizzare altri materiali (catrame, stucchi e vernici). Fino a pochi anni fa era nota come una resina appiccicosa che disturbava il lavoro dell’apicoltore, poi in seguito ne è stato riscoperto il valore come farmaco di origine naturale, e ne è cominciata la raccolta sistematica.
La propoli tecniche di produzione
Sostanzialmente esistono due sistemi di raccolta: la raschiatura dell’interno dei materiali utilizzati in apicoltura o la stimolazione a depositare propoli su apposite superfici forate quali reti e griglie. Con le apposite reti si evita di raccogliere materiale estraneo e impurità varie. Nella propoli sono comunque sempre presenti in proporzioni variabili due frazioni distinte: le resine e le cere. La presenza di tali frazioni dipende strettamente dal sistema di deposizione da parte sia delle api che dal sistema di raccolta da parte del produttore.
Modalità di lavorazione e conservazione
Conservazione a temperatura inferiore a 15°C
In una busta di plastica per alimenti
Lavorazione previo passaggio al freddo
La propoli è molto utilizzata nelle preparazioni farmaceutiche, in particolare nei Paesi dell’Est, dai quali ci provengono gran parte delle informazioni riguardo le sue proprietà. E’ un prodotto che ha ampiamente incontrato il favore dei consumatori per la sua efficacia e la sua connotazione di prodotto naturale. L’ape ligustica è una buona produttrice di propoli, e in condizioni idonee si può arrivare a raccogliere 300 grammi di propoli da ogni alveare. Attualmente la quotazione è di circa 60 euro al chilo. Particolarmente richiesta è la propoli da agricoltura biologica, per via della necessità di garantirsi un prodotto assolutamente esente da inquinanti chimici. Al momento il prodotto di importazione non spunta prezzi molto differenti da quelli del prodotto nazionale.


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Alessandro Todisco