| da  Erato e Apollion Sovente una riviera Sovente una rivieraraggia d’astri solenni,
 bugni di zolfo sul mio capo
 dondolano.
 Tempo d’api: e il miele                                     5è nella mia gola
 fresca di suono ancora.
 Un corvo, di meriggio gira
 su arenarie bige.
 Arie dilette: cui quiete di sole                         10insegna morte, e notte
 parole di sabbia,
 di patria perduta.
 
 da  Giorno dopo giorno Il tuo piede silenzioso Ed ecco il mare e il fiore già sull’àgavee il colore del fiume vivo lungo
 antiche tombe fitte alla muraglia
 come celle d’alveare e dentro specchi,
 ridenti ancora, fanciulle dai cupi                       5
 capelli disciolti. Una era al tuo fianco
 sulle rive joniche (splendeva un’ape
 liscia di miele nel suo occhio), e lasciò
 appena il chiaro d’un nome nell’ombra
 degli ulivi. Nessuno che ti salva:                     10
 tu sai che appare un giorno uguale ad altri
 sul tuo volto: un mutarsi della luce
 rapido intorno al cerchio che ci chiude,
 di là dal vuoto della luna, dove
 varca l’Ade il tuo piede silenzioso.                 15
 
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