La resistenza della varroa agli acaricidi: monitoraggio ed evoluzione
(1995 – 2002)G. Cremonesi*, M. Colombo*, M. Spreaficco*, J. Trouiller**
* Istituto di Entomologia Agraria - Università di Milano (I)
** VITA (Europe) Ltd – Basingstoke (GB)
La comparsa della resistenza al fluvalinateDalla fine degli anni 80, il fluvalinate è stato il principio attivo più usato per il controllo della varroa. Nel 1993-94 sono stati rilevati problemi di efficacia del fluvalinate in alcune zone d’Italia (Lodesani et al., 1995) (Mappa 1).
Mappa 1 : Test di efficacia in campo realizzati in Lombardia nel 1993.
Le prove di efficacia in campo danno solo indicazioni di massima riguardo alla presenza del fenomeno; uno strumento più mirato per valutare la resistenza è il test di laboratorio messo a punto presso la Facoltà di Agraria di Udine (Milani, 1995) (Fig. 1). In Italia, questo saggio ha permesso di rilevare la presenza di ceppi di varroa resistenti al fluvalinate.
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Figura 1 : Tra varroe sensibili e varroe resistenti, la differenza di sensibilità al fluvalinate è molto elevata. Alla concentrazione di 200 ppm del p.a. tutte le varroe sensibili sono morte. Alla stessa concentrazione 92% delle varroe resistenti sono vive.
Dal confronto dei risultati del test di laboratorio e di campo è possibile rilevare che il primo metodo è più accurato e permette perciò l’individuazione della resistenza prima che gli effetti siano visibili nell’ alveare (Trouiller, 1998) (Figura 2).
Figura 2 : La resistenza è stata individuata prima in laboratorio. Un basso tasso di resistenza non ha effetti significativi sull’ efficacia in campo.
La tecnica di laboratorio è stata usata per realizzare un piano di monitoraggio della resistenza in Italia negli anni 1993-94. Tuttavia, quando è stato iniziato il lavoro, la resistenza era ormai molto diffusa con gravi ripercussioni sul patrimonio apistico. Per contro il piano ha avuto risvolti positivi in Val d’Aosta, Friuli e Sardegna, poiché in queste zone il fenomeno era appena emergente ed è stato possibile intervenire tempestivamente.
Dall’Italia, il ceppo ha cominciato a manifestarsi anche negli altri paesi europei. Qui però, l’esperienza italiana è stata molto utile per prevenire il fenomeno impiegando anticipatamente la tecnica di laboratorio.(Trouiller, 1998) (Mappa 2).
Mappa 2 : Tra gli anni 1995 e 2001 sono stati realizzati di test di laboratorio con campioni di varroe provenienti da diversi stati europei
Un monitorraggio recente, realizzato in Inghilterra nell’ autunno 2001 |
In generale, in assenza della pressione selettiva dell’ acaricida, gli individui resistenti hanno una fitness più bassa di quella degli individui sensibili.
E’ infatti stato dimostrato che utilizzando molecole acaricide diverse da fluvalinate , il fenomeno tende gradualmnete a decrescere, passando dal 50% all’8% in soli due anni (Trouiller, in press) (Figura 3). In Friuli un’ulteriore prova ha confermato tale tendenza (Milani, in press).
Figura 3 : In un apiario isolato di montagna è stata inserita una popolazione nota di varroe (metà sensibile al fluvalinate e metà resistente). L’apiario è stato trattato con timolo durante i 3 anni successivi ed è stato regolarmente rilevato il tasso di resistenza.
L’evoluzione della resistenza in Lombardia (2000 – 2002)
Bibliografia :