Procedura di termotrattamento


Premesso che serve avere una scatola termica vicino all'apiario (io la tengo sempre in una tettoia attaccata all'apiario, stacco solo la parte elettrica che è asportabile), di seguito spiego come io la sto usando.

 Innanzi tutto intendo usarla in tutte le stagioni. Ogni volta che si presenta l'occasione e visito una famiglia voglio poter trattare della covata. Questo vuol dire ad esempio che se faccio un nucleo nuovo prendendo della covata da una famiglia forte, prima di introdurla nel nucleo la sottopongo ad un trattamento. Oppure ancora se inarnio uno sciame, appena la regina comincerà a deporre e avrò covata opercolata, questa covata la termotratto immediatamente perché è probabile che le varroe presenti sulle api dello sciame si infilino nella prima covata recettiva a loro disposizione.

Le famiglie "normali" in produzione, credo sia indispensabile trattarle termicamente almeno 3 volte nel corso di un anno: in primavera prima della posa dei melari, appena smielati gli ultimi melari (qui a fine luglio) e verso la metà di settembre (o comunque prima dell'ultimo ciclo di covata) in modo da limitare le varroe presenti nell'ultimo ciclo di covata, ovvero far nascere api sane per l'inverno.

Visto che per termotrattare una famiglia la si scombussola alquanto, per operare la giornata deve essere buona e la temperatura almeno vicina ai 20°C. Questo anche per evitare brutti sbalzi di temperatura alla covata.

Cosa termotrattare? I massimi benefici del termotrattamento ci sono se si tratta la covata appena opercolata. Quella quasi nascente non trae grandi benefici perché comunque le api che nascono da quelle celle hanno subito per tutto il loro periodo di sviluppo un continuo indebolimento da parte della varroa.

Cercando di fare un confronto tra interventi diversi, bisogna infatti dire che la potenza del metodo termico (al di là dell'ovvia assenza di residui) sta anche nel fatto di anticipare l'effetto del trattamento di un ciclo di covata. Detto in modo più chiaro, se oggi faccio un intervento termico ed uno chimico, nella famiglia trattata chimicamente ho che le api che si imbozzolano oggi nasceranno non indebolite dalla varroa. Viceversa con il metodo termico fin da oggi possono nascere api senza varroa. Bisogna infatti ricordare che la varroa se anche indebolisce l’ape adulta, crea i suoi danni peggiori indebolendo l’ape nella fase di larva e pupa.

Altro dato, potendo termotrattare anche in presenza di raccolto o immediatamente prima, il termotrattamento fa si che le famiglie restino sempre con un'infestazione media minore che le famiglie trattate chimicamente (con intervalli di latenza). Il risultato è quello di avere famiglie sempre con un'infestazione minore, e conseguente allontanamento della possibilità di diffusione di malattie che oggi sono chiaramente veicolate dalla varroa (dalla covata a sacco alle pesti).

 Come procedo attualmente: per effettuare il termotrattamento devo visitare completamente la famiglia su cui mi interessa agire. Passo quindi in rassegna tutti i favi e metto da parte (uso una casettina portafavi in polistirolo) i favi con covata opercolata. Qui ci vuole un po' di buon senso, visto che la covata non opercolata ha una resistenza minore alla temperatura (rischia di seccare se l'umidità della macchina termica non è elevata). Quindi se la covata opercolata è scarsa meglio non trattarla.

Mentre visito la famiglia cerco la regina, che se per caso si trova su di un favo da trattare, va fatta prontamente scendere nell'arnia.

Finita la visita si procede alla spazzolatura dei favi messi da parte. E' meglio non scuotere molto i telaini per non turbare la covata. Il telaino pulito dalle api adulte va introdotto nella macchina termica, ad una temperatura di attesta di circa 30-35°C.

Le prime volte, mano a mano che trovavo un favo di covata adatto al termotrattamento lo spazzolavo e lo introducevo nella macchina termica. Il risultato era che procedendo nella visita e spazzolatura le api erano sempre più numerose sui telaini rimasti (alcune le spazzolavo più volte) e soprattutto nervose. Non sembra, ma una cosa così semplice come mettere da parte i favi e spazzolarli tutti insieme dopo, ha ridotto di parecchio i tempi. Oggi per una famiglia forte impiego in media 15 minuti, e termotratto 4-5 telaini.

Nella famiglia lascio gli spazi vuoti in corrispondenza a dove ho tolto i telaini di covata e in cui li inserirò nuovamente dopo il termotrattamento.

 Procedo con le visite fino ad aver riempito la scatola termica (la mia contiene fino a 18-20 telaini).

 Quindi cambio la temperatura del termostato e la porto a 42-43°C. Forse sarebbe più opportuno far salire lentamente la temperatura, ma l'inerzia termica della cera e dell'acqua di cui sono composte le larve al 90%, fa si che in pratica la temperatura della covata salga effettivamente molto più lentamente che non la temperatura dell'aria. La mia macchina è comunque in grado di portare la temperatura dell'aria a 42-43°C in un paio di minuti al massimo. Da prove che ho fatto, i favi arrivano invece alla temperatura di regime (almeno superiore a 40°C) in circa 60 minuti. Il trattamento termico deve durare per almeno altri 60 minuti. Il risultato è che bisogna aspettare 2 ore (o un po' di più.. anche 2h 30) prima di rimettere i favi di covata nelle famiglie.

L’operazione di restituzione dei favi è molto veloce: un paio di minuti a famiglia o anche meno. Aprendo le casse, le api che sono rimaste senza molti telaini a cui attaccarsi avranno fatto delle grosse "barbe" dal soffitto del coprifavi. Ma questo non è un problema visto che dopo qualche secondo salgono subito tutte sul favo reintrodotto.

Stefano Martinetto
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vedi anche
Trattamento termico antivarroa
Realizzazione di una scatola termica

febbraio 2001