Italo Calvino 

da Ultimo viene ilcorvo

da La casa degli alveari

E' difficile vederla da lontano e anche uno che c'è giàstato una volta non ricorda la strada per tornarci; un sentiero c'era el'ho distrutto a vangate,coprendolo di rovi che attecchissero e cancellasseroogni traccia. Casa mia me la son scelta bene, perduta su questa riva diginestre, bassa un piano che non è vista da valle, bianca per unintonaco calcinoso, ròsa dai buchi delle finestre come un osso.[....]
[....]Nel mio campo sono alveari posati su un assito tutt'intorno,e un volo d'api come una siepe spinosa che solo io traverso. A notte leapi dormono nella cartilagine dei favi, ma a casa mia non si avvicina nessunuomo; hanno paura di me e hanno ragione.Hanno ragione, dico, non perchécerte storie che raccontano di me siano vere; menzogne, sono, degne diloro, ma ad aver paura di me fanno bene e è ciò che voglio.[....]
[....]Solo le api, sono con me, ora: brulicano intorno alle mie manisenza pungermi quando tolgo il miele dalle arnie, e mi si posano addossocome una barba vivente, amiche api, dalla ragione antica e senza storia.Da anni vivo per questa ripa di ginestre, con capre e api: facevo un segnoal muro ad ogni anno passato, prima: ora i roveti soffocano ogni cosa,questo loro assurdo tempo umano. Perché in fondo dovrei stare congli uomini e lavorare per loro?[....]
[....]quella donna nera della felce. Il cielo era carico di nuvole,ricordo, nuvole scure che correvano correvano. Ecco: sotto la corsa delcielo, per la ripa brucata dalle capre, le prime nozze umane, io so chenegli incontri umani non ci può essere che spavento e vergogna unodell'altro.Questo io le chiedevo: spavento e vergogna, nint'altro che spaventoe vergogna negli occhi, solo per questo io con lei, credetemi.
  Nessuno mi ha mai detto niente, mai: perché non possonodirmi niente, la vallata era deserta quella sera. Ma ogni notte, quandole colline sono perdute nel buio e io non riesco a seguire il ragionionamentod'un vecchio libro al lume della lanterna, e la città del genereumano con le sue luci e le sue musiche è giù in fondo, iosento le voci di voi tutti che mi accusate.
  Eppure nessuno era là a vadermi nella vallata, quelladonna non tornò più a casa perciò dicono, ma non èvero che nelle strisce di prato sopra la mia casa ci sia il cadavere diquella donna seppellito.
  E se quei cani che passano si fermano a annusare sempre in unpunto e ululano e scavano la terra con le zampe, è perchéc'è una vecchia tane di talpe, là sotto, ve lo giuro, unavecchia tana di talpe.