Conteggio varroe 1/6

Conteggio varroe di caduta media quotidiana naturale

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Cosa fare praticamente?

A fine luglio, a fine ottobre?

Anche a marzo.?

In sintesi.

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A quindici giorni dalla fine di luglio, prima di ricorrere alle Tavolette -al formico, o prima della somministrazione dell'ossalico, in ottobre, sommare tutte le varroe cadute e dividerle per i giorni presi in esame....

-Supponiamo 100 totale varroe : 15 giorni:= 6,6 varroe di media quotidiana. da moltiplicare per il numero convertitore. 200=1320,0 varroe ( teoricamente) ancora presenti. In lettere: milletrecentoventi varroe. "2600 ad ottobre?!?!.

Solo dopo aver fatto questo conteggio preventivo dei quindi giorni, si potrà usufruire del valore documentaristico sulla presunta ( solo ancora teorica quindi) presenza di varroe, avendo fatto ricorso al numero convertitore..

Conteggiare anche a fine marzo?

Per chi, addirittura, volesse farsi un'idea di come procedano alcune arnie già a fine marzo potrà sommare, sempre per almeno quindici giorni, la caduta media naturale di varroe .

Ne raddoppi il numero previsto di mese in mese. Aprile 1.500 ? - maggio 3.000.

Ricontrolli il tutto negli ultimi quindici giorni di luglio- ottobre.. facendo seguire gli interventi sanitari effettivi: Tavolette o Formico.

Il prof. Beccaria nel libro "I nomi nel Mondo" racconta come nel Veronese , l’ape maschio- il fuco fosse definito "zucòn:; o anche ave sucona ..ape zuccona..

Questo compito che propongo di fare a casa, anche l’anno prossimo, incominciando supponiamo a marzo.. per monitorare qualche famiglia non è rivolto evidentemente a tipi "’ave sucona" ma è proposto a coloro che già per definizione studentesca sono bollati come"secchioni"…

Buona lettura.

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-In questo studio-argomento vi imbatterete in foto-allegati non del tutto seri apisticamente ( vedrete "un’ape" svenuta, testa e naso per terra, per eccessiva dose di ossalico ( 100 grammi invece di soli 28?); curioserete una casetta d’api chiamata "aeroporto", palafittata e gestita a quattro metri d’altezza su un pino scapitozzato; ammirerete la rara foto con pernice bianca; rivisiterete le foto, già sulla lista nei Cartoni animati, di una rivendita per miele " Fai da te", quasi sulla pubblica strada con nessuno che controlli gli acquirenti ..) http://www.apicolturaonline.it/mielefaidate.htm ( libera vendita miele ..a controllo onde radio…)

Nonostante questa mancata serietà grafico-visiva, penso che saranno invece proprio queste immagini e non altre ortodosse a farci compiere col mouse un ripetuto andirivieni "struscio" davanti alla vetrina di apicolturaonline.it .

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Conteggio caduta media naturale quotidiana delle varroe

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Solo per i fortunati che possono tenere le proprie api come gradite amate vicine di casa

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Altro flash.

I testi di cui sono venuto in possesso con molta fatica, risalgono all’anno 2001 e al precedente. Alcuni dati secondari, restano, per me, tuttora generici. Sto ancora riscontrando se le ipotesi di resoconto che ho loro attribuite siano rispondenti alle prime intuizioni avute.

Un grazie anticipato agli amici, che grazie a questa lettura, vorranno fare esperimenti per similari ulteriori conferme

Ripeteremo più volte gli stessi concetti dell’operazione come occasione per apprenderli meglio.

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Da parte di studiosi universitari specialisti in apicoltura sono stati scelti alcuni numeri ( 100-200-300) detti di "conversione" da moltiplicare per la ricavata caduta media quotidiana di varroe . Invece del temine "conversione" io preferisco ricorrere al termine "laico" convertitore, sostantivo privo di ogni richiamo personalistico a problemi di coscienza..).

-In base alla popolazione dell’arnia si imparerà a fare delle scelte esatte circa i numeri convertitori:

1) se la famiglia è fortissima: ricorrere al moltiplicatore 300

2) se striminzita ci si riferisca a 100.

3) se può essere classificata "media" : scegliere 200.

Negli stessi testi specifici si fa riferimento anche al fattore di convertibilità 500 ma non saprei dire precisamente il perché. Ho solo dei sospetti che vada applicato a famiglie ultra numerose allorché nel periodo ( maggio-giugno..) presentano anche sette-otto favi di covata, contemporaneamente.

Attendo al riguardo imputs luminosi da tutti. Grazie-.

-Per chi fosse poliglotta ( poli in greco=p o l u s , polùs= molti, plurimi- poliartrite..; glossa, g l o s s a : = lingua).. Per chi cioè, fosse a conoscenza del tedesco ( Was ist das?) ed avesse nientemeno che la biblioteca dell’Università a disposizione, può cercare un volume specifico:

Moosbeckhofer R. Gemuelleuntersuchung.

( Esame dei residui) Bienenvater, 2000,121,7/8:12-14

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Primi consigli operativi

-Scegliere delle arnie; auspicabili dieci o più, al fine di conteggiare quante varroe cadano ogni giorno sul fondo arnia causa svariati motivi naturali (per vecchiaia-morte dell’acaro; per cadute da addebitare a sue risalite ginniche maldestre sul sellino-dorso delle api..)

-Non riuscendo per svariati motivi a fare uno conteggio quotidiano, si potrà ugualmente lasciare trascorrere cinque giorni o una settimana, sommando il tutto soltanto alla fine dividere il numero degli acari caduti naturalmente per i giorni programmati ( supponiamo sette giorni: da sabato mattina a venerdì sera della settimana a seguire:

1 sab.+2 dom+1 lun.+2 mart.+3 merc.+1 giov.+0 ven.+.=10 varroe cadute in 7 giorni. 10 varroe : 7 giorni= 1,4 ( di questa media quotidiana parleremo più avanti)

-Il conteggio più obbiettivo risulterà quello che si fa basandosi su un mese intero

Ciò rivelerà altri utili particolari:cadute altalenanti di varroe; loro impennate impreviste se nel frattempo fosse subentrato qualche reinfestazione; improvviso raddoppio di materiale di disopercolatura per scomparsa della regina Questo implica-pare-anche una rinnovata gran voglia di ingurgito alimentare delle api con triplicati residui sul fondo. Residui-opercoli-mini cuffiette da neonati che ricordano gli zucchetti di devoti ebrei quando pregano al Muro del Pianto .

Specie nei mesi pre invernali, sarà più facile notare la comparsa sul fondo antivarroa di uovini estratti ed espulsi dalla già mini ultima covata e lasciati cadere sul fondo; uovini, cioè, (forse) morti per freddo e che le api percepiscono già come necrofori

Sarà possibile notare questi uovini eretti ancora quasi come la madre regina li aveva deposti incollandoli al fondo celletta in posizione verticale .

Perché sfuggite alle interessate si potranno perfino esaminare, anche assaggiandole, parecchie scaglie raffreddatesi troppo in fretta e proprio per questo precipitate.

Occhio però nella "degustazione" a non confondere queste scaglie con materiale velenoso di ossalico vaporizzato o meno e precipitato tra le stesse "macerie"

Lo scrittore amico delle api, Rigoni Stern, ( "Storie di uomini, boschi e di api..") ci ha ricordato più volte nei suoi libri le malizie dei cacciatori a saper riconoscere, da semplici segni, impronte, residui fecali, la volpe, i galli cedroni, le pernici che il parroco del posto francescanamente per catturarle ubriacava prima con il grano proditoriamente sparso intriso di grappa e lasciato in un ristretto metro di prato liberato dal metro di neve tutt’attorno..…

Anche noi apicoltori da simili minimi segni-solchi residuali precipitati, potremo dedurre la presenza di covata ancora in atto

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Adolfo Percelsi
[segue------> http://www:apicolturaonline.it/conteggiovarroe2.htm