La nutrizione artificiale zuccherina riduce capacità di detossificazione e difese immunitarie delle api e va migliorata in fretta e furia


Il miele contiene almeno 4 sostanze in grado di migliorare la “ digestione “ di “ veleni “ e aumentare le difese immunitarie nei confronti dei patogeni che ad oggi non sono purtroppo presenti in alimenti artificiali e nei quali bisogna inserirle in fretta ( distinzione fra competenza immunitaria e attivazione immunitaria : la competenza immunitaria è la quantità di possibilità di fronteggiare il nemico , come ad esempio per uno sportivo il suo potenziale atletico o quantità di muscolatura .
Il livello di attivazione immunitaria è la quantità di risorse utilizzate rispetto al massimo possibile come la condizione di forma di oggi di un calciatore )
A FARLA BREVE - Signori guardiamoci in faccia. Qui ci troviamo di fronte ad una svolta epocale da ben considerare per ridurre le perdite di api . La Professoressa Berembaum , una di cui ci si può fidare, ha potuto dimostrare nello studio Honey constituents up-regulate detoxificationand immunity genes in the western honey bee Apis mellifera ( di Wenfu Mao, Mary A. Schuler, e May R. Berenbaum PNAS 2013 ) , che vi è una bella differenza fra miele e i vari succedanei utilizzati per sostituirlo , al di la della spicciola produzione di energia, per ciò che riguarda la capacità di smontare per renderli inoffensivi ( detossificazione ) pesticidi e varroacidi e per quel che riguarda le capacità immunitarie delle api in conseguenza della loro alimentazione. L’alimentazione sintetica delle api dovrà essere soggetta a profondi miglioramenti ,per renderla adeguata alla situazione sanitaria attuale , ma fino a che questo non sarà fatto ci si trova davanti ad un consistente problema, che forse l’apicoltore deve gestire cercando di usare il meno possibile sostanze diverse dal miele siccome nei fatti producono indebolimento immunitario che rende le api vulnerabili ai potogeni in misura maggiore rispetto a quello che avviene per api che si cibano di miele e le rende più sensibili ai fitofarmaci rispetto a quello che sarebbero con cibo naturale .
A farla lunga - Armandosi di buona volontà si può capire nel dettaglio come tutto questo accade . Prima di tutto bisogna dire che un qualsiasi essere vivente quando mangia, ingoia , insieme alle sostanze utili, anche delle sostanze tossiche che dovrà neutralizzare per non subirne gli effetti negativi. Sono perciò sempre più o meno attive delle “ fabbriche” che producono degli strumenti speciali che sono stati chiamati enzimi di detossificazione . Chiedendo perdono alla scienza possiamo pensare questi enzimi come sentinelle in giro sulle mura di una città medievale . Se sono poche e piccole , fra un passaggio e l’altro o addirittura incontrandosi , si possono introdurre in città ladri e assassini , che potranno tentare il comodo loro. Fossero dieci volte superiori come numero e come mole non entrerebbe nessuno . Questo però sottrarrebbe personale ad altre attività della città con un prezzo da pagare su altre questioni.
Gli organismi devono perciò fare delle scelte sul livello di attivazione immunitaria ( che hanno un costo ) in relazione al contesto in cui vivono . Indebolire eccessivamente le difese può voler dire esporsi ad un imprevisto nemico mortale coi magazzini colmi di grano mentre mantenere potenti eserciti in perenne attesa di chi non arriva può portare la città a morte per fame .La saggezza decisionale arriva spesso dall’evoluzione.
Citando dalla ricerca : “ Le api devono raccogliere nettare per produrre miele dalla primavera all'autunno per racimolare sufficienti scorte dello stesso per mantenere la famiglia durante la inverno. Per fare questo utilizzano una spettacolare diversità di specie di piante come fonti nettarifere . Questo però comporta la potenziale esposizione a una ampia diversità di fito chimici presenti nel nettare delle diverse specie florali visitate. [ I fito chimici sono sostanze che si trovano nei vegetali e negli alimenti di origine vegetale che non sono nutrienti essenziali , ma che hanno effetti biologici . Molti hanno effetti positivi. Altri possono risultare tossici e devono essere smontati dalle api ( metabolizzati ) in forme più semplici non tossiche . Per fare questo utilizzano enzimi ( che letteralmente smontano le sostanze tossiche presenti ) prodotti in “ fabbriche biologiche specializzate “ dotate di differenti “ reparti di produzione “ .]
Non ostante l’ ape sia esposta a questi rischi il suo genoma è caratterizzato da una scarsità di geni ( le fabbriche ) deputati alla detossificazione . Gli enzimi P450s (citocromo P450 mono ossigenasi sono tra i più utilizzati dagli insetti per metabolizzare xenobiotici ( cioè sostanze estranee ) inclusi i suddetti fito chimici e insetticidi e acaricidi. Mentre la generalità degli insetti possiede ottanta o più copie del citocromo P450 , l'ape ne possiede solo 46.
La regolazione dei geni coinvolti nella detossificazione dei fitochimici presenti nella dieta delle api è particolare. Dal momento che il miele è realizzato da diverse fonti nettarifere la composizione dei fito chimici presenti varia a seconda delle località ovvero delle specie bottinate. Particolari costituenti del miele,sempre fito chimici, producono attivazione dei geni di detossificazione con produzione di relativi enzimi [ovvero delle fabbriche biologiche specializzate con produzione degli adeguati “ guastatori “]. Era già noto che il miele produce trascrizione ( produzione ) da parte dei geni di detossificazione. Ora è stato possibile identificare gli specifici costituenti responsabili della attivazione di questi geni non che determinare il significato funzionale della “produzione “ del citocromo P450.Per fare questo api appena nate sono state nutrite per tre giorni con cibo contente quantità diverse di acido cumarico, (la sostanza identificata dal miele che in misura maggiore stimola produzione nelle fabbriche deputate alla realizzazione di guastatori di sostanze tossiche ). Questo elemento è presente in miele e polline e pane di api ma il suo consumo giornaliero dipende largamente dalle varietà floreali utilizzate sia come approvvigionamento di nettare che come polline. Il consumo può perciò variare di molti ordini di grandezza [e di conseguenza varierà sensibilmente , tornando all’esempio fatto in precedenza , la quantità di sentinelle di ronda sulle mura ( il livello di attivazione immunitaria ) ].
Era già noto che l 'ingestione di polline produce minore sensibilità a pesticidi e patogeni. Questo effetto può risultare in parte da iper regolazioni di elementi sensibili ai nutrienti e da attivazione di geni deputati alla produzione di sostanze antimicrobiche in risposta a dieta con polline. Non è però ancora noto quali specifici elementi del polline determinino produzione di antimicrobici. Sì è potuto invece dimostrare che acido cumarico contenuto nella dieta può indurre espressione dei geni di detossificazione attivi contro pesticidi e anche contro patogeni. Nello studio, altre sostanze presenti nel miele sono risultate in grado di produrre azioni di attivazione degli enzimi di detossificazione. Questi componenti non risultano però presenti nel nettare ma piuttosto nel propoli di pioppo e altre piante appartenenti alla famiglia dei salici. Possono perciò esserci diversi componenti del miele in grado di aggiungersi all’ acido cumarico con effetti aggiuntivi o sinergici sulla regolazione di capacità di detossificazione e stato immunitario. [Queste sostanze somigliano a persone che vanno in giro gridando “ al fuoco “ e producono uno stato di allerta consistente. Una mobilitazione di difese che può essere però funzionale anche al contenimento di patogeni e insetticidi. Ma in funzione delle varietà florali utilizzate . Ovvero in certe zone e in certi momenti le api sono più indifese contro tutto che in altri ].
Le sostanze presenti nel miele danno luogo ad una maggiore produzione di abecina e defensina 1 ,[ peptidi antimicrobici funzionali al contenimento del nosema ceranae e di virus . Ora si fa presto a capire che una alimentazione con miele mantiene le api in una situazione di produzione di difese decisamente più consistente di quello che avviene con nutrizione sintetica come ora utilizzata e si fa presto a capire anche che le api che mangiano miele hanno una reazione più pronta ai patogeni in arrivo, che potrà spesso determinare il favorevole esito della battaglia.Vi sarà anche concreta differenza nella sopportazione di fitofarmaci incontrati nell’ambiente non che dei varroacidi usati per ridurre la presenza di varroa ].
Il miele stimola l’ espressione dei geni di detossificazione con produzione di sostanze a valenza difensiva mentre un mix di saccarosio e fruttosio, ovvero diete sintetiche , non lo fa. Questo porta a diverse considerazioni. È pratica comune in apicoltura fare uso di nutrizione sintetica basata su zuccheri. Questa consuetudine è nata dopo che studi di laboratorio hanno dimostrato la sua accettabilità e equivalenza nutrizionale. Questi studi però sono stati condotti prima dell'arrivo della varroa la cui introduzione ha sostanzialmente aumentato il numero di patogeni presenti e la esposizione delle api a acaricidi utilizzati direttamente nell'alveare per il suo controllo. Nella situazione attuale di ben più alta presenza di patogeni negli alveari sembra essenziale riconsiderare la qualità della dieta a cui sono sottoposte le api vista la differenza di attività immunitarie e di detossificazione del miele rispetto alle diete sintetiche. Al minimo sembra necessario utilizzare l'aggiunta delle sostanze qui descritte come additivo nei sostituti del miele per fare in maniera che sia possibile mantenere le famiglie soggette a condizioni di ristrettezze alimentari senza compromettere la loro capacità immunitaria [ e bisogna farlo in fretta ].


Savorelli Gianni prodotti per apicoltura
Via Sangiorgi 50 Cesena FC
tel 0547 602018 cell 339 6634688
E mail gsavore@tin.it
http://www. apicolturaonline.it/savorelli