Il mondo degli odori dell'alveare


L'alveare è una realtà molto complessa in cui diverse decine di migliaia di api si parlano e si capiscono senza equivoci in tempi rapidissimi e in cui anche qualche migliaio di varroe si muove senza errori e compie brillantemente per lui il suo ciclo biologico.

Chiunque abbia messo almeno una volta il naso in un alveare si è domandato in che maniera avvenga tutto ciò . Ora la scienza si è resa conto che questa comunicazione rapidissima e precisissima avviene a mezzo della valutazione di odori, che assumono veri e propri significati di comunicazione.

La scienza che studia questi odori e le loro funzioni si chiama ecologia chimica. E' una disciplina piuttosto nuova, ma che trova applicazioni in tutti gli ambiti della biologia. Ci si sta accorgendo infatti che vegetazione (ad esempio alberi da frutto ) e insetti si attraggono o respingono su basi odorose, che gli insetti si attraggono e fecondano su basi odorose e molto altro ancora. Un mondo sconosciuto e a prima vista incredibile, ma che porterà autentiche rivoluzioni nella protezione dei raccolti agricoli e in molti altri settori. La comprensione di questo mondo di odori che hanno effetto di linguaggio apre nuovi orizzonti anche in apicoltura e sotto molteplici aspetti.

Già dai primi anni 90 il professor Winston ha mostrato come i feromoni della regina , che al momento sembrano essere almeno tre, siano l'elemento fondamentale che mantiene la coesione della famiglia.
Un altro suo brillantissimo studio del 2001 ha messo in luce due nuovi aspetti fondamentali .
Da una parte il ricercatore ha verificato che il messaggio della regina rappresenta anche l'"ordine " di costruire la cera ( con regine vecchie si costruisce poca cera) ,dall'altro si è evidenziato come conseguenza l'esatto funzionamento della riproduzione delle api.

Si è detto che il messaggio ( feromone ) della regina è quello che mantiene la coesione della famiglia e " convince " le api ad essere ad essa " subordinate".
Quando, all'inizio della primavera, le api sono raggiunte tutte quante da questo messaggio in maniera sufficiente esse si dedicano anima e corpo allo sviluppo della famiglia . La popolazione della famiglia aumenta e allora come conseguenza il messaggio della regina non arriva più a tutte le api in maniera sufficiente.

Il professor Winston è stato in grado di verificare che a questa prima diminuzione del messaggio della regina le operaie cominciano ad allevare fuchi .Il professor Moritz ha voluto verificare in quali condizioni si trovano queste operaie che cominciano ad allevare fuchi e ha visto in esse delle differenze notevoli rispetto a quando ricevevano correttamente il messaggio. Le secrezioni che producono dalle ghiandole della bocca sono diverse e si potrebbe arrivare a dire che psicologicamente sono cambiate.

"Ragionano " in modo diverso , mostrando i primi sintomi di quella che nei vecchi manuali è definita la febbre della sciamatura. Nei fatti , in questa condizione , l'alveare non è più una realta completamente omogenea. Vi è una parte di api, che riceve il messaggio della regina in maniera sufficiente , che si prodiga e dedica allo sviluppo dell'alveare e una parte di api , che non riceve più messaggi a sufficenza che comincia a sentirsi non più legata allo scopo comune, è perplessa, non motivata e alleva fuchi .In questa fase, le api si "parlano" con messaggi chimici e cercano di arruolare proseliti alla propria causa.

Semplificando, tanto più la popolazione cresce, tante più saranno le api che non riceveranno più il messaggio della regina a sufficienza e tenderanno ad avere voglia di formare una nuova famiglia.
Quando alcune api non riceveranno più nessun messaggio dalla regina, a causa della quantità di popolazione raggiunta, cominceranno ad allevare celle reali di sciamatura.

L'importanza di questi studi è notevole sotto molti aspetti.Ci spiega la teoria della sciamatura nella sua efficacissima semplicità,insegnando che essa parte molto prima di quanto ci aspettassimo ,tenendo conto che impegna gran parte della vita delle api che vi si trovano implicate. Queste vi si trovano coinvolte profondamente e ne risultano profondamente modificate rispetto alla normalità.

Nella pratica ci fa capire quanto sia importante il tipo di favi su cui poniamo la famiglia a vivere .
Capito il motivo e il momento in cui avviene la costruzione della cera da fuchi si avrà come conseguenza che questa rimane presente nell'alveare anche l'anno successivo.
E' oggi noto che la regina adatta la deposizione sulla base del tipo di favi che incontra e perciò trovando le celle da fuco dell'anno prima vi deporrà anche se questo non era nelle intenzioni delle operaie. In altre parole, la presenza di celle fuco dall'anno prima può determinare l'allevamente dei fuchi prima che le operaie si trovino in condizione di carenza di messaggi dalla regina cioé prima di quando esse avrebbero deciso in base alla disponibilità di messaggi dalla regina ( feromone ) .
La nascita dei fuchi ,specialmente se anticipata , pesa notevolmente sull'andamento della sciamatura un po' perchè essi rallentano notevolmente la diffusione dei messaggi della regina e poi perchè , anche se non vi è ancora una dimostrazione completa, raggiunta la maturità sessuale sembrano avere un effetto molto forte o addirittura dirompente sulla diminuzione di considerazione dei messaggi della regina.

Tuttavia in molti casi i messaggi della regina sono sufficenti a mantenere la famiglia in uno " stato di non completa soddisfazione " che si limita al semplice allevamento di fuchi senza arrivare alla partenza dall'alveare di una buona metà delle api (tuttavia il far lavorare regine giovani su favi vecchi porta ad un peggioramento delle loro performances).
La famiglia continua così a lavorare, ad allevare covata e a raccogliere nettare e polline.
Come si sa, le api svolgono una mansione , un lavoro, in base all'età che hanno .E in conseguenza, è stato scoperto, possiedono anche un odore ben specifico che consente all'alveare di avere un'autentica anagrafe del lavoro.
Se fosse possibile convertire questo odore in un tipo di abito da lavoro, vedremmo ogni ape con il corrispondente abito da lavoro a seconda che sia nutrice piuttosto che spazzina eccetera.
E così i ricercatori si sono anche resi conto che a seconda di quello che serve, nell'alveare è attivo anche un ufficio di collocamento , che trova impiego alle momentanee disoccupate, alle quali è richiesa una certa flessibilità e si occupa della mobilità della manodopera trasferendola da una " fabbrica" all'altra.La mobilità interna avviene con sufficiente facilità. Non è invece facile divenire bottinatrice.

Robinson ha verificato che le bottinatrici possiedono un feromone , un altro messaggio chimico prodotto dalle ghiandole mandibolari, che impedisce alle api più giovani di assumere questo compito . Solo quando il messaggio diminuisce, giovani api diventeranno bottinatrici, andando poi per converso a rafforzare quel tipo di messaggio e impedendo ad altre giovani di assumere quel ruolo. Se ne deduce che la quantità di bottinatrici in una famiglia è geneticamente determinato . Il passaggio dalle funzioni di casa al lavoro all'esterno è per le api molto più difficile di quanto si credesse e secondo Robinson implica profonde trasformazioni sia sotto il profilo fisico che cerebrale. Le api giovani non sono sufficientemente intelligenti per svolgere tali compiti e almeno otto giorni sono necessari perchè il loro cervello possa maturare adeguatamente.

In questo contesto di organizzazione e comunicazione la varroa gestisce le sue necessità di sgradito parassita. Deve trovare gli ospiti per lei adatti a tutte le fasi del suo ciclo vitale e per farlo utilizza tutti gli odori che trova, strumenti di comuicazione delle api che per lei diventano informazioni essenziali. Si rende conto facilmente dall'odore, del tipo di attività svolto da ciascuna ape che incontra e della zona dell'alveare in cui sarà da questa trasportata . E su questa base effettua i cambiamenti che più le convengono , quasi che le operaie indaffarate fossero autobus che si cambiano per arrivare a casa. Allo stesso modo si rende conto dell'età e del sesso delle larve e di quali celle siano per lei più interessanti o totalmente da evitare. In parallelo , come ben studiato, cercherà di rendersi quanto più mimetizzata possibile assumendo l'odore dell'ospite su cui si trova ed evitando così in ogni movimento, di essere scoperta.

Tuttavia vi sono delle variabili nella quantità e qualità di questi odori e la vita delle varroa in certi alveari e più facile, in altri più difficile. Certe larve sono più facili da identificare e parassitizzare mentre altre sono di più difficile caratterizzazione. Questa è una delle spiegazioni al perchè certe famiglie consentano una maggior proliferazione dell'acaro rispetto ad altre. Poi, come studiato dall'Università di Udine, vi sono delle sostanze delle larve che hanno la caratteristica di provocare una maggiore o una minore quantità di discendenza.

In questo senso, i ricercatori italiani hanno verificato come particolari sostanze riducano di molto la quantità di figlie che ogni varroa madre riesce ad allevare e come vi siano altre sostanze che confondono l'orientamento dell'acaro fino a farlo letteralmente impazzire. Scoperte molto suggestive per ciò che riguarda il futuro del controllo di questa patologia e la comprensione e la gestione delle api.

 

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